Georg Gaenswein al Premio Internazionale Tommaso d’Aquino: “Tommaso una delle radici dell’Europa”

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“San Tommaso è una delle radici del nostro pensiero in Europa. Conoscerlo vuol dire conoscere le nostre radici, e chi conosce le nostre radici vive bene.” Parola di Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e Segretario particolare del Papa emerito Benedetto XVI, prendendo la parola alla cerimonia di conferimento del Premio Internazionale Tommaso d’Aquino, organizzato dal Circolo San Tommaso d’Aquino. E, in una conversazione a margine, ha anche parlato della coabitazione dei due Papi. “Ci sono disegni – ha detto – che non possiamo comprendere, e che vengono dalla Provvidenza. Si potranno comprendere solo tra molti anni”.

Un po’ come il pensiero di Tommaso d’Aquino, in fondo. Dopo oltre settecento anni, si continua a studiare, e se ne trovano sempre nuovi aspetti da approfondire. Per un periodo, forse, una certa tradizione scolastica lo aveva reso in qualche modo arido, come un mero oggetto di studio. Se ne perdeva la vastità.

Lo sapeva bene Paolo VI, che – in visita ad Aquino nel 1974 per celebrare il settecentesimo del dies natalis di Tommaso – lanciò un appello alla popolazione: “Dove, se non ad Aquino, lo studio della nostra religione?” Un appello – ha sottolineato il vescovo Gaenswein – che “non si limita ad un luogo, ma è invito ad allargare gli orizzonti della ragione per ricercare la verità per nuova sintesi umanistica”.

Un appello che ha raccolto il Circolo San Tommaso d’Aquino. Fondato cinque anni fa sulla scorta dell’appello di Paolo VI, il Circolo ogni anno conferisce il Premio Internazionale Tommaso d’Aquino a una personalità che si sia distinta nel corso dell’anno nel campo della cultura e indice il concorso internazionale Veritas et Amor (sponsorizzato dalla Banca Popolare del Cassinate), che assegna un premio ad una tesi di laurea o monografia (anche non di stampo filosofico o teologico) sul pensiero dell’Aquinate (sezione cultura) e un altro a un’opera d’arte di linguaggio classico o contemporaneo ispirato alla vita e alle opere di Tommaso (sezione cultura).

Un evento che è cresciuto nel corso degli anni. Quest’anno, a vincere il Premio Internazionale Tommaso d’Aquino è stato Jean Pierre Torrell, domenicano, una delle massime autorità sulla vita di Tommaso, citato anche da Benedetto XVI nelle sue celebri catechesi dedicate al Dottore Angelico. Torrell è colui che più di tutti si è impegnato sul fronte culturale a sganciare Tommaso d’Aquino dall’immagine paludata. E lo ha fatto in una maniera del tutto originale, andando a scavare la sua biografia, consapevole che c’è una corrispondenza tra vita e opere, e raccontando l’uomo Tommaso, perché raccontando l’uomo si può comprenderne l’opera.

Ma che il pensiero di Tommaso travalichi i campi tradizionali del sapere è testimoniato anche dalla tesi di dottorato che si è aggiudicato il premio della Sezione Cultura. Therese Scarpelli Cory, della Catholic University of America, ha sviluppato un lavoro sulla conoscenza di sé, dimostrando in fondo come le opere di Tommaso avessero anticipato molti dei temi delle attuali neuroscienze. Per la sezione arte ha ricevuto invece il premio Nicola Pecora, un giovane di Sapri (Salerno) che ha raccontato la vita di Tommaso in una fiaba animata, in cui la cadenza della voce narrante ricorda un po’ quella dello stesso Aquinate, che teologava e insegnava in latino, ma che poi soleva andare a spiegare Dio in vulgari lingua alla gente di Napoli.

Tommaso, però, esprimeva la sua fede in tutti i campi. Anche nell’arte. E per questo la cerimonia di premiazione  è stata intervallata dai brani dell’ufficio del Corpus Domini composto da Tommaso d’Aquino, eseguiti dai cantori della Cappella Musicale Liberiana della Basilica papale di S. Maria Maggiore, diretta dal Maestro Valentino Miserachs Grau

Presto il Circolo San Tommaso d’Aquino metterà in rete sul sito www.circolosantommaso.it tutte le tesi di laurea e le opere che sono giunte all’attenzione del comitato scientifico del premio (che include tra l’altro personalità come il filosofo di Oxford John Finnis). Tommaso si studia ovunque, gli organizzatori sottolineano che sono arrivati lavori dagli Usa e dall’Australia, dal Cile come da vari Paesi europei. La qualità delle opere è stata elevatissima, molte le menzioni quest’anno. Si segnala in particolare quella alla tesi di Emanuele Pili, che ha fatto un lavoro sul “Taedium tra relazione e assenza di senso”. “La cosa che più mi ha affascinato – ha detto Pili – è che Tommaso ha un pensiero che non è freddo, come si usa dire. Specialmente nel pensare crocifisso, questo pensiero diventa una forma di amore”.

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