US Acli a convegno: al centro sport, valori e lotta al doping

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Gli sportivi dell’US Acli a convegno a Roma, per il XII Congresso. Sul tema, “Diritti alla meta” i 300 delegati provenienti da tutta Italia si sono confrontati con il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ieri pomeriggio ha aperto il convegno dell’associazione sportiva promossa dalle Acli. I rappresentanti dei 350mila soci e dei 600mila utenti, sparsi nelle 104 sedi provinciali e nelle 20 sedi regionali, con circa 4000 società sportive affiliate, saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente nazionale.

Il tutto fino a domenica 26 aprile, per una tre giorni all’insegna dello sport e dei valori, a partire dallo slogan, che, secondo l’US ACLI, “lega insieme il carattere prettamente sportivo dell’associazione – con più di 40 discipline praticate – e la sua missione sociale ed educativa: l’Us Acli, infatti, organizza e sostiene attività motorie, ludiche e sportive rivolte a soggetti di ogni età e di ogni condizione, con particolare attenzione alle persone più esposte ai rischi di emarginazione fisica e sociale. Promuove iniziative di educazione alla salute, alla legalità, alla pace, al rispetto della natura e dell’ambiente. È impegnata in progetti di cooperazione internazionale e nella promozione del consumo etico e solidale.”

Per preparare il convegno, oltre 4000 assemblee di base e 120 congressi tra provinciali, a testimonianza di una grande partecipazione. ‘La fedeltà alla democrazia – afferma il presidente in carica Alfredo Cucciniello – è un’espressione chiave nelle Acli e nella nostra Unione sportiva. La coincidenza del Congresso con la data del 25 aprile, festa della liberazione nazionale, appare da questo punto di vista particolarmente significativa perché anche lo sport ha bisogno oggi di essere liberato dalle quelle pratiche e quei condizionamenti che incessantemente lo mettono a rischio: il razzismo, la violenza, il doping, i condizionamenti politici ed economici’.

Durante l’anteprima del Congresso, ieri mattina, sul tema ’Per uno sport sicuro no al doping., sono stati presentati i dati della diffusione del doping tra i dilettanti. Dati allarmanti, se si pensa che, come annunciato, “Su circa 860 controlli effettuati nel 2008, il numero di atleti ‘dilettanti’ positivi è pari al 3,9%. Un dato particolarmente allarmante si si pensa che tra gli atleti professionisti la percentuale di positività è intorno all’1%. Ciclismo, body building e box gli sport più ‘positivi’. Ormoni, steroidi e anabolizzanti le sostanze più rintracciate, ma anche cannabis.”

A fornire i dati il direttore dell’Osservatorio Fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore della Sanità Piergiorgio Zuccaro, che ha presentato contestualmente il ‘Kit formativo-informativo per gli sportivi e per le scuole”, realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro e della Salute e delle politiche sociali. 

Evidente l’importanza di una sempre convinta azione di prevenzione, soprattutto nel tessuto degli sportivi. Il convegno, infatti, arriva a conclusione di una “campagna di formazione e informazione degli operatori dello sport amatoriale per promuovere e tutelare la salute dei praticanti l’attività sportiva e prevenire l’uso delle sostanze dopanti e l’abuso di farmaci.” Si tratta di un progetto svolto in collaborazione con il Ministero della Salute, Commissione per la vigilanza e il controllo del doping e per la tutela della salute nelle attività sportive.

Per Sandro Donati, membro della Commissione per la vigilanza e il controllo del doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, ‘Il dato finora riscontrato, 3,9%, è preoccupante se messo a confronto con la percentuale di positività dell’1% che viene registrata nei controlli del sistema sportivo professionistico. Certo i professionisti sono più ‘abili’ ad evitare la positività, potendo contare su strutture mediche e laboratoristiche che consentono di assumere farmici senza risultare positivi ai controlli. Ma questo in parte è possibile anche agli atleti dilettanti. Anche per gli sport amatoriali le analisi antidoping sono poco efficaci. La percentuale realistica di positività al doping è senz’altro più alta, forse anche doppia’

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