Modena, per la quaresima il digiuno giovane è il “No SMS day”
Non ci sono né dati né stime ufficiali, ma sicuramente ha destato una grande attenzione l’iniziativa della pastorale giovanile di Modena, che ha chiesto, un “digiuno speciale” ogni venerdì di quaresima: spegnere i telefonini e rinunciare allo strumento giovane per eccellenza, gli sms. Tappa iniziale quella di ieri, primo venerdì del periodo di preparazione alla Pasqua, quando ai giovani della diocesi è stato chiesto di replicare alcuni esperimenti già riusciti nell’anno passato.
La diocesi di Trento, infatti, si era fatta protagonista un “digiuno ecologico”, con la rinuncia alle auto, mentre la diocesi di Venezia si era impegnata in un “digiuno” dall’acqua in bottiglia, con l’iniziativa “Imbrocchiamola” nella direzione di una salvaguardia del creato.
Nell’iniziativa di quest’anno, oltre al richiamo alle “relazioni concrete e non virtuali con gli altri”, la richiesta di spegnere il cellulare per un giorno alla settimana nasconde una causa umanitaria. Le persone sono inconsapevoli del fatto che per la tecnologia di telefoni, computer, videogiochi, satelliti e missili è fondamentale l’utilizzo del Coltan, un minerale formato dalla miscela complessa di columbite e tantalite.
“Nel mondo – spiegano gli organizzatori del Centro di animazione e formazione missionaria della diocesi di Modena – l’80% del coltan proviene dalla regione orientale del Congo, il Kivu, dove una guerra civile ha causato oltre 4 milioni di morti negli ultimi dieci anni”.
A Modena il digiuno dall’uso degli SMS ha già incontrato il sostegno del Centro della pastorale giovanile, dell’Azione Cattolica e degli Scout. “Quest’anno – continuano i promotori – vogliamo ricordare con forza che le nostre dita sul telefonino contribuiscono a scrivere la storia di milioni di vite in Congo. Un digiuno di un giorno, per una quaresima di relazioni e corresponsabilità”.
Nei venerdì di quaresima, aggiungono, “chiediamo di rinunciare all’uso degli Sms. Il ‘No Sms day’ è solo un segno: un piccolo modo per ricordarci l’importanza di relazioni concrete e non virtuali con gli altri. Per riscoprire la bellezza dell’incontro. Uno strumento per ricordarci che le nostre azioni, i nostri stili di vita hanno ricadute in contesti geograficamente lontani”.