Il Papa agli universitari: non fatevi imprigionare dal pensiero debole, andate controcorrente
“La pienezza della vita cristiana che Dio compie negli uomini, infatti, è sempre insidiata dalla tentazione di cedere allo spirito mondano.” Il Papa lo ripete agli universitari di Roma, lo ripete all’inizio dell’ Avvento, unendo la tradizione dell’incontro con gli studenti e della recita dei vespri per la Prima domenica di Avvento. Dio, spiega il Papa nella sua riflessione, ci da i doni dello Spirito e ci aiuta a mantenerli perchè siamo deboli: “L’intervento di Dio in favore della nostra perseveranza fino alla fine, fino all’incontro definitivo con Gesù, è espressione della sua fedeltà.” Perché la fedeltà è caratteristica di Dio, ci da fiducia “e richiede la nostra collaborazione attiva e coraggiosa, davanti alle sfide del momento presente.” Ai giovani il Papa chiede di essere protagonisti degli accadimenti contemporanei. Ed elenca le sfide da affrontare. “ Il contesto socio-culturale nel quale siete inseriti a volte è appesantito dalla mediocrità e dalla noia. Non bisogna rassegnarsi alla monotonia del vivere quotidiano, ma coltivare progetti di ampio respiro, andare oltre l’ordinario: non lasciatevi rubare l’entusiasmo giovanile!” Torna a parlare del rischio del “lasciarsi imprigionare dal pensiero debole e dal pensiero uniforme” dalla omologazione e indica come modello il poliedro, “che include una molteplicità di elementi e rispetta l’unità nella varietà.” E aggiunge: “Se non vi lascerete condizionare dall’opinione dominante, ma rimarrete fedeli ai principi etici e religiosi cristiani, troverete il coraggio di andare anche contro-corrente. Nel mondo globalizzato, potrete contribuire a salvare peculiarità e caratteristiche proprie, cercando però di non abbassare il livello etico.”
La pluralità fa si “che ognuno può essere un dono a beneficio di tutti.” E lascia ai ragazzi un pensiero di Piergiorgio Frassati: “Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere”. Infine un augurio: “buon cammino verso Betlemme!”