Ennesimo femminicidio

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Leggendo qua e là le notizie su Martina, la ragazza di soli 14 anni brutalmente uccisa da quello che veniva chiamato ‘il suo ragazzo’, ho provato un dolore profondo. E’ impossibile non sentirsi toccati da una storia così crudele. E’ l’ennesima vita spezzata, l’ennesima ragazzina che non potrà più sognare, amare, crescere. E tutto questo per mano di qualcuno che diceva di volerle bene.

Questa tragedia ci costringe a fermarci e a guardare in faccia una realtà scomoda: molti giovani oggi crescono senza gli strumenti emotivi per riconoscere e vivere relazioni sane. In un mondo iperconnesso, ma spesso emotivamente disconnesso, non insegniamo ai ragazzi, né alle ragazze, cosa significhi amare con rispetto, accettare un no, affrontare una delusione.

Martina non è stata vittima solo della mano che l’ha colpita, ma anche (in un certo senso) del silenzio che troppo spesso circonda certi temi. Di una società che fatica a parlare di emozioni, di rispetto, di limiti, e che lascia soli i ragazzi proprio quando avrebbero più bisogno di essere guidati. Abbiamo bisogno di parlare di affetti, di limiti, di rispetto, di consenso. Non come argomenti ‘aggiuntivi’, ma come fondamenta irrinunciabili dell’educazione. La famiglia e la scuola devono diventare luoghi in cui si impara a stare con gli altri, a conoscere se stessi, a gestire le proprie fragilità senza vergogna.

C’è una solitudine silenziosa che attraversa molti giovani. Una rabbia muta, una confusione profonda su cosa significhi oggi essere uomo, essere donna, essere persona. E’ nostro dovere (come adulti, educatori, cittadini) non voltarci dall’altra parte.

Dobbiamo creare spazi sicuri, autentici, dove i ragazzi possano imparare ad ascoltarsi, rispettarsi e sentirsi riconosciuti, mai giudicati. Dove comprendano che crescere non significa dominare o controllare, ma prendersi cura. Che amare non vuol dire possedere, ma lasciare liberi. E che nessuna relazione può giustificare la violenza. Mai.

Lo dobbiamo a Martina. Lo dobbiamo a tutte le giovani vite che meritano di crescere in un mondo più umano, più giusto, più consapevole.

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