Una musica di pace per i Balcani

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Balcani terra di conflitti e dominazione. La polveriera d’Europa, il confine più colabrodo del Continente è oggi attraversato da una musica di pace. C’è speranza in questa terra martoriata ma dal cuore grande, vittima, troppo spesso, delle nefaste decisioni dei propri governanti. Ce lo insegnano Gezim, dal Kosovo, e Sofija, serba. Sono due giovani musicisti balcanici che a Rondine (Arezzo), presso lo studentato internazionale, vivono una felice esperienza di studio, formazione, convivenza e conoscenza reciproca. Quest’ultima è la chiave, dicono, per “superare le barriere nate dai pregiudizi”.

A Rondine, piccolo borgo immerso nelle verdi colline toscane, si realizza il dialogo tra giovani provenienti da zone di conflitto grazie all’Associazione  Rondine Cittadella della Pace. “Superare le differenze dialogando”, per i giovani, una trentina, che stanno facendo quest’esperienza è molto semplice. Creare situazioni in cui si scopra la persona al di là di quello che è il paese di provenienza e dei pregiudizi che ci si porta dietro.

“Penso a Rondine come a un giardino di fiori dove tutti quelli che vengono mettono acqua per farli crescere. Coloro che arriveranno potranno sentirne il profumo e conoscerne il senso. E’ compito di ciascuno mettere l’acqua, innaffiare la pace”, dice Gezim 26 anni. Il giovane kosovaro è laureato in Musica all’Università di Pristina, la sua città. Per fare l’esperienza di Rondine, che gli ha permesso di approfondire gli studi presso la Scuola di Musica di Fiesole (un corso post-laurea di sette mesi), ha momentaneamente abbandonato un incarico come violinista presso l’Orchestra Filarmonica del suo Paese. “Qui abbiamo la possibilità – continua – di conoscere giovani da tutto il mondo e con essi la loro storia e la loro cultura, ascoltare i loro pensieri e interpretare i nostri”.  Gezim ha come compagna di studi Sofija, 23enne serba di Kragujevac. La bionda balcanica ha studiato alla Facoltà di Arte e Musica di Belgrado dove si è laureata in violino. Continuare gli studi in Italia era il suo desiderio, anche lei sta frequentando la Scuola di Musica di Fiesole. “Siamo la prima generazione di studenti musicisti qui a Rondine”, raccontano entusiasti i ragazzi che confessano di avere progetti professionali futuri insieme in barba alle tensioni tra i  governi dei rispettivi paesi, manifestatesi anche alle recenti elezioni amministrative in Kosovo. “Abbiamo saputo di scontri a Mitrovica, città kosovara divisa tra la parte sud, a maggioranza kosovaro albanese, e nord a maggioranza serba. Ma noi siamo qui per andare oltre, guardare avanti. Iniziare a conoscerci meglio ed eliminare le barriere del pregiudizio che hanno accompagnato i nostri Paesi in questi anni. Con Sofija siamo compagni di studio ed è nata un’amicizia forte che rimarrà anche in futuro”.

“Abbiamo una opportunità vera per capire come è la realtà, per ascoltare altre opinioni e punti di vista differenti – racconta Sofija – Da quando conosco Gezim io ho amici in Kosovo, lui ha amici in Serbia. Stiamo pensando di fare un progetto insieme dopo l’esperienza di Rondine. Creare una sorta di orchestra tra Serbia Kosovo con possibilità di essere ampliata. La musica è una lingua universale non servono le parole, ma il cuore. E’ un linguaggio di pace”.

E se le guerre balcaniche degli anni ’90 sono state dipinte come guerre di religione, al proposito Sofija ha una idea precisa: “La religione è’ stata strumentalizzata. Ha rappresentato un alibi per fare la guerra. E’ servita a dividere popoli nello stesso territorio. Noi siamo qui per trovare elementi che uniscano, capacità di fare relazione e di costruire ponti”.

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