‘Codice cuore’: libro per adolescenti, per conoscere valore del corpo e della sessualità

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Sei un genitore, un educatore, un professore di religione e stai cercando uno strumento per parlare ai ragazzi della dignità del corpo, di come amarsi in modo autentico e di come riconoscere una relazione tossica? Tra i tanti strumenti che potrai trovare, oggi voglio proporti un libro che ho scritto pensando soprattutto ai giovani: “Codice cuore. Trovare sé stessi per stare con qualcun altro” (Mimep Docete, 2025).

Il libro, suddiviso in dieci capitoli, affronta varie tematiche connesse all’affettività. A fare da sfondo, la Teologia del corpo, con cui Giovanni Paolo ha messo in luce la bellezza della sessualità e della coppia umana nel piano di Dio. Per invitare alla lettura, vorrei proporre un breve riassunto dei capitoli, oggi parlerò dei primi cinque, in un prossimo articolo vi presenterò gli altri cinque.

Capitolo 1: Per amare bisogna amarsi

In questa prima tappa del libro, si mette in luce la necessità di amare sé stessi, di nutrire la propria autostima, di scoprire i propri talenti. Solo se si è capaci di stare in piedi da soli (e di vivere in modo costruttivo anche i periodi di vita in cui non si ha un partner), è possibile camminare in modo sano accanto a qualcun altro. In caso contrario, è molto facile accontentarsi di “quello che capita” e finire in relazioni tossiche, caratterizzate da dipendenza emotiva. In questo capitolo trovi la testimonianza, recuperata da altre fonti, della cantante Debora Vezzani.

Capitolo 2: Io abito il mio corpo

In questa sezione si cerca di mettere in guardia da una visione materialistica del corpo, che spesso viene visto come qualcosa che possediamo, un oggetto di poco valore, in fondo, che si può anche vendere o svendere. Noi abitiamo un corpo nel senso che ‘siamo un corpo’, il corpo ha una dimensione personale; siamo un’unica realtà di mente, corpo ed anima. In questo capitolo trovi la testimonianza dello scrittore Giorgio Ponte, ripresa da un’intervista rilasciata a Punto Famiglia.

Capitolo 3: Il disegno di Dio sull’amore non includeva farsi male

La sessualità può fare male quando svuotata di ogni significato e se vissuta in modo compulsivo, alla ricerca di un mero piacere che, come arriva, svanisce, lasciandoci un vuoto. La sessualità fa male quando ci porta a consumarci a vicenda. In questo capitolo trovi una catechesi di Don Alberto Ravagnani sulla sofferenza che la sessualità causa ai ragazzi quando la vivono con disimpegno solo per “sperimentarsi”.

Capitolo 4: Cosa non ci permette di vivere in modo sano la sessualità?

Dio c’entra col sesso, ce lo ha donato Lui. Lo ricordano con forza alcuni percorsi sull’affettività improntati sulla chiamata evangelica all’amore e sulla vocazione sponsale promossa dalla Chiesa. Una di queste opere di evangelizzazione, ad esempio, è stata realizzata da Alessandra e Francesco di 5pani2pesci, di cui si parla in questo capitolo. Eppure, c’è una ferita, noi cristiani la chiamiamo ‘peccato originale’.

La comunione tra un uomo e una donna – che si verifica nella donazione dei corpi – può essere compromessa dall’egoismo, dal possesso, dalla concupiscenza. Gesù, però, ha redento i nostri corpi e anche la sessualità: quanto ne siamo consapevoli? In questo capitolo trovi la testimonianza di un attore che ha vissuto secondo i dettami mondani la sfera della sessualità, per poi recuperare la purezza.

Capitolo 5: L’intimità fisica secondo la teologia del corpo

Diventare una sola carne significa “fare l’amore a 360 gradi”: cioè, coinvolgendo mente, anima, fisicità. Attraverso l’atto sessuale, infatti, abbiamo la possibilità non solo di provare piacere (che è assolutamente sano, in una relazione sana!), ma anche di comunicare, esprimere, incarnare, affermare e testimoniare tutto l’amore che desideriamo trasmetterci l’un l’altra.

Attraverso il dono totale del nostro corpo diciamo: “Desidero che tu accolga tutto di me ciò che mi caratterizza e delinea la mia unicità: ti do i lati più belli e quelli meno belli della mia personalità, ti affido i misi sogni e le mie paure. Ti do tutto, mi metto a nudo con te, mi affido a te”. 

E, al tempo stesso, rassicuriamo l’altro che Io amiamo nel medesimo modo in cui desideriamo essere amati noi: “Mi faccio custode della tua persona. Accolgo, facendoli diventare una parte di me, il tuo corpo unico e irripetibile, la tua mente, la tua anima, il tuo cuore, le tue difficoltà e i tuoi successi”. In questo capitolo trovi la testimonianza di una coppia di sposi che ha compreso il valore sacro della sessualità.

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