Verso il Sinodo, 38 scatti per una “foto di famiglia”

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Trentotto scatti per una foto che faccia emergere lo “status quaestionis” della famiglia al giorno d’oggi, così da calibrare una pastorale incisiva anche in situazioni fino a pochi anni fa tutto sommato inedite. A questo è finalizzato il questionario messo a punto dalla Segreteria del Sinodo dei vescovi in vista dell’assemblea di ottobre 2014. Le 38 domande – divise in nove sezioni – sono la terza parte del documento preparatorio inviato a tutte le conferenze episcopali, e ne sono in qualche modo la sintesi e anche la parte più operativa.Il breve testo – che sostituisce i Lineamenta – si compone di una prima parte che introduce il tema del Sinodo “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, di una seconda che offre le basi dottrinali utili al lavoro, offrendo punti di vista e strumenti biblici e teologici, e tocca la dimensione sociale e giuridica della questione. Nel Questionario vengono tematizzati tali aspetti. Le conferenze episcopali – e analogamente tutti gli organismi consultati – dovranno rispondere entro il 31 gennaio alle domande, dopo aver svolto nei rispettivi ambiti la più ampia e capillare consultazione possibile. Bisogna che le questioni trattate “calino fino alla base” ha riassunto efficacemente monsignor Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo. Le modalità della consultazione – che si raccomanda siano le più ampie possibili – sono lasciate all’autonomia di ogni episcopato.  Dalle domande emerge l’impronta fortemente pastorale di Francesco, ma non manca un forte accento sulla dottrina. Si chiede ad esempio: quanto l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia è oggi compreso? È accettato pienamente o ci sono difficoltà nel metterlo in pratica? Così, nelle varie situazioni, oltre a chiedere un quadro socio-giuridico nelle varie realtà nazionali, le domande partono sempre dalla coscienza che le persone hanno del proprio stato e di ciò che la Chiesa richiede, per giungere a capire quali sono le difficoltà nel praticare tali insegnamenti e le risposte pastorali. Su questo dovranno innestarsi riflessioni e proposte dei vescovi. I cattolici divorziati risposati “come vivono la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?”. “Quante tra queste persone chiedono i sacramenti” e “quali sono le richieste” in questo senso?. Ancora: “Come la misericordia di Dio è annunciata” a queste persone?. Significativa la domanda sulle nullità: “Lo snellimento della prassi canonica (…) potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? E se sì, in quali forme?”. Da qui potrebbe effettivamente passare la via principale – già indicata da Benedetto XVI – per risolvere buona parte di questi casi. Sui matrimoni omosessuali si chiede alle varie Chiese locali quale sia il loro atteggiamento sia nei confronti dello Stato che se ne fa promotore, sia nei confronti delle persone coinvolte in questo tipo di unione. “Quale attenzione pastorale bisogna avere” verso di loro? E nel caso in cui ci sono bambini adottati “cosa si può fare per la trasmissione della fede?”. Un tema – quello dell’educazione alla fede e della somministrazione dei sacramenti – che ritorna anche rispetto ai bambini che vivono in famiglie in situazioni matrimoniali irregolari. C’è il tema della contraccezione: “Quali aspetti sono i più difficili per l’accettazione di questo insegnamento?” Il riferimento è alla dottrina esplicitata nella Humanae Vitae. Si chiede anche ai pastori come favorire la trasmissione di questi contenuti e aiutare le coppie a metterli in pratica. “Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite?”. Da ultimo anche una domanda aperta, in cui si chiede se ci siano altre sfide e proposte che i destinatari ritengono utili da mettere a tema. Fatto salvo il carattere “straordinario” della convocazione, che riguarda contenuti che esigono una “rapida definizione”, forma e metodologia rimangono pressoché le stesse delle precedenti edizioni, solo più “dinamiche” per usare un’espressione più volte risuonata nel corso della presentazione del documento, a indicare la particolare sollecitudine di Francesco ad affrontare rapidamente le questioni all’ordine del giorno. Ma anche a non ragionare per compartimenti stagni: così il tema della famiglia non si esaurisce nell’arco di un Sinodo, ma avrà tempo di essere ripreso, sviluppato e integrato anche dopo e oltre. Per questo, al termine dell’assise di ottobre 2014 si darà probabilmente risposta ad alcune questioni (non si sa ancora in quale forma) mentre le altre verranno consegnate a una ulteriore riflessione che troverà il suo sbocco naturale nella seconda tappa di questo cammino – l’assemblea generale del Sinodo del 2015 -, ma che potrà man mano arricchirsi, e comunque non esaurirsi nel Sinodo stesso.

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