Sievernich il gesuita che ha spiegato la teologia della liberazione a Bergoglio
Micheal Sievernich è un gesuita, un teologo, un professore. I suoi libri sulla teologia pastorale e missionaria sono punti di riferimento. Ma quello che lo rende davvero interessante oggi per il grande pubblico è che è stato il professore di Jorge Mario Bergoglio a Francoforte tra il 1985 e il 1986. “ Bergoglio, dice Sievernich, aveva deciso di svolgere delle ricerche su Romano Guardini.” Per questo il futuro papa studia ed impara il tedesco, e usa la biblioteca della facoltà di teologia della Sankt Georgen, il collegio dei gesuiti.
Sievirnich ha un ricordo particolare del gesuita, ex provinciale, in “esilio” in Germania dopo il termine del mandato nella Compagnia in Argentina.
Sivernich è uno studioso attento della Teologia della Liberazione in America Latina, ha scritto più di un libro sul tema, in particolare ha studiato Gustavo Gutierrez il teologo che ha fatto pace con Roma negli anni ’80 grazie a Joseph Ratzinger.
“ La teologia latinoamericana è tutta intrisa del concetto di liberazione, spiega, è una necessità storica. Nasce addirittura con il libertador Simon Bolivar.” Questa è certamente una base per capire Bergoglio. La passione per il popolo, per il rapporto con la gente nasce dalla storia del continente.
Prosegue Sivernich: “ bisogna conoscere l’America Latina per capire Bergoglio. Con la pietà popolare, con la storia, con quella pastorale missionaria urbana che nasce nelle grandi metropoli. Insomma le idee di Bergoglio nascono da quella atmosfera che si puù capire Non è un teologo di professione, ma un pastoralista figlio delle scuola argentina.
E poi non bisogna mai dimenticare che Bergoglio è un gesuita completamente permeato dalla spiritualità ignaziana.
“ I punti centrali sono quelli tipici, dice Padre Sievernich, dal discernimento, alla mistica che cerca Dio nel mondo, fino al sentire cum ecclesia, nel senso di sentire con il popolo. Così si mischia la mistica ignaziana con l’epica di Martin Fierro, il gaucho protagonista di un classico della letteratura argentina di fine ‘800.” In effetti è uno dei libri preferiti del Papa. Nella sua carriera di insegnante al liceo Bergoglio ha dato spazio all’epica della libertà e della indipendenza del popolo.
Ma allora Papa Francesco sarà un riformatore? “ La riforma che ha in mente Bergoglio non ha nulla di rivoluzionario, ma piuttosto è quella necessità di riforma continua del cuore e della mente che si fa sempre, Ecclesia semper reformanda. E questa è anche l’energia tipicamente ignaziana.”
Dopo un primo periodo di consenso generale, ora iniziano a levarsi le prime voci critiche e anche Papa Francesco deve far i conti con i “dissidenti”. Sarà un problema per la sua agenda?
“ Bergoglio- dice Sievernich- ha creatività e coerenza. Per questo ha deciso di mettere subito sul tavolo alcune tematiche. E questo sarà molto importante per la Chiesa. E del resto la sua idea di riforma inizia dall’alto, occorre iniziare a riformare dall’alto, dalle gerarchie.”
Il teologo gesuita ricorda che i temi “caldi” almeno in Germania che tutti si aspettano che Papa Francesco affronti sono legati alla sessualità. “ Ma per Bergoglio- spiega- i temi morali sono in secondo piano perchè per lui le cose più importanti sono la fede, la Grazia, l’etica sociale. Bergoglio ha una nuova agenda su cui molti sono d’accordo.”
Un tema che ritorna spesso nella predicazione di Papa Francesco è il ruolo delle donne nella Chiesa.
“ In questo caso- dice Sievernich- non si tratta certo del sacerdozio femminile, quanto piuttosto del ruolo pratico che hanno e possono avere e donne nella vita della Chiesa. Basta ritornare anche alle storie delle missioni. Dall’ ‘800 , con l’arrivo di presenze femminili, la vita missionaria della Chiesa ha permesso uno sviluppo decisamente maggiore nel campo sanitario e dell’istruzione.”
C’è poi un altro tema molto importante che interroga il mondo cattolico. Papa Bergoglio è il primo pontefice da dopo il Concilio che non ha partecipato all’ Assise. “ Ma per Bergoglio il Concilio è importante, significa quella apertura al mondo di cui parla spesso.”
Papa Francesco è certamente un Papa dei gesti, un uomo che piace ai media. “ Questo anche perché è un uomo del popolo, conclude il professore, si fa capire facilmente, è questo il suo nuovo stile.”