Uomini e donne, per fortuna, NON SONO uguali

Donna e uomo in piedi
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.04.2024 – Aurelio Porfiri] – Negli ultimi decenni abbiamo ascoltato molto l’appello per riconoscere l’uguaglianza fra uomo e donna. Ma cosa significa questa uguaglianza? Perché sull’idea io credo tutti potremmo trovarci d’accordo, uomini e donne devono avere pari diritti e pari dignità.

Purtroppo però, anche qui, quando scendiamo al livello pratico e vediamo come un certo mondo legge questa uguaglianza, dobbiamo renderci conto che c’è qualcosa che non va.

Purtroppo da parte di alcuni l’uguaglianza fra i due sessi è concepita come livellamento di un sesso sull’altro. Gli uomini si femminizzano e le donne si maschilizzano. Ora, questo non è uguaglianza, questo è appiattimento, è tradimento delle specificità e delle caratteristiche dei due sessi. Mi piace citare quanto dice Alain de Benoist, che parlando della parità tra uomo e donna la legge nel senso che ognuno sia messo in grado di potenziare e sviluppare le caratteristiche del proprio sesso, quindi che l’uomo sia più maschio e che la donna sia più femmina.

Non dimentichiamo che accanto all’esempio di grandi uomini abbiamo l’esempio di grandi donne e queste non hanno dovuto rinunciare alla loro femminilità per, come si dice oggi, realizzarsi.

Io ancora voglio pensare che sia importante esaltare il ruolo della donna come madre, un ruolo veramente fondamentale nella vita di tutti noi e che le da un posto nella famiglia di primissimo piano, se non il principale. Oggi alcune donne sembrano quasi offendersi quando si esalta la maternità della donna, ma io credo questo essere un abominio.

Io trovo molto più offensivo quelle donne che rincorrono atteggiamenti da maschio perché semplicemente non è cosa per loro, allo stesso modo per cui è offensivo parlare di uomini che rincorrono atteggiamenti da donna, è uno snaturare la bellezza e la specificità dei due sessi voluta da Dio. E qui bisogna ben comprendere che il sesso non è “assegnato alla nascita” come se ci fosse la possibilità di scegliere l’uno o l’altro, ma esso è stabilito da Dio che ci ha creati maschi e femmine. Non sembra incredibile che a dire queste cose si rischia quasi di essere considerati degli estremisti? Allora bisognerebbe dire che non siamo noi gli estremisti, ma Dio è un estremista perché ci ha voluto così.

Ed è ovvio che, se rimuoviamo Dio dall’equazione, per alcuni è naturale pensare di poter auto determinarsi, di “sentirsi” uomini, donne o tutto quello che possiamo escogitare nel mezzo.

Io invece penso che noi abbiamo sempre più bisogno di grandi uomini e di grandi donne, e questo e queste possono offrire il loro contributo peculiare allo sviluppo e all’ avanzamento del genere umano, composto da loro. Non abbiamo bisogno di surrogati dell’uno o dell’altra, ma del pieno sviluppo dell’uno e dell’altra in modo che possano scoprire le infinite possibilità che il sesso donato da Dio alla nascita mette a disposizione. Risvoltiamo i valori buoni e positivi di femminilità e virilità senza avere paura e senza vergognarcene. Sarà sicuramente un enorme bene per tutti noi.

Questa riflessione è stata pubblicata oggi dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI].

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