In memoriam Meester Pieter Bocken, amico da una vita e consigliere in gioventù

Pieter Bocken
Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.03.2024 – Vik van Brantegem] – Avevo saputo dall’amica Hanneke, che suo padre – tra i miei amici grandi e consiglieri (e lui non solo per le questioni legali) degli anni sessanta-settanta nelle Fiandre – all’età di 94 anni ci aveva lasciato. Meester (l’appellativo per gli avvocati in fiammingo) Pieter Bocken, nato il 26 febbraio 1930 a Vroenhoven – un villaggio del comune di Riemst nel sud-est della provincia del Limburgo – è morto a Merksem – un distretto della città di Antwerpen – il 12 marzo 2024, rafforzato dal sacramento degli infermi. I funerali hanno avuto luogo sabato scorso, 16 marzo 2024 alle ore 10.00 nella chiesa di Santa Cordula a Schoten – un comune della provincia di Antwerpen. La sepoltura è avvenuta successivamente nella concessione di famiglia presso il cimitero di Lommel – un comune nella provincia del Limburg, confinante con i Paesi Bassi.

L’omelia è stata tenuta da Padre Anton Milh, OP, e all’inzio della liturgia funebre, Hanneke ha letto il saluto di Bart Fierens, Presidente dell’Algemeen Nederlands Zangverbond-ANZ [Unione Generale Fiamminga] (fondato nel 1948, è uno dei più importanti promotori della musica fiamminga, che organizza ogni anno il Vlaams Nationaal Zangfeest [Festival Nazional Fiammingo di Canto] nel Palazzo dello Sport di Antwerpen) e del Comitato 11 luglio di Schoten (per le celebrazioni della festa nazionale fiamminga).

Seguono – oltre i testi in lingua originale – anche la mia traduzione italiana dal neerlandese, sia l’omelia sia il saluto, come anche della poesia Levendig negentig (Vivacemente novantenne) composta per Pieter Bocken in occasione del suo 90° compleanno dal poeta fiammingo Victor Vroomkoning:

Oud worden is geen genade, geen gave, oud zíjn wel
zeker à la Pieter Bocken van wie je dat af kunt kijken:
modest leven, intiem spreken, langs de uren strijken nog
in een vehikel de horizot verdiepen, de liefde wijden
lust houden in louteren, blijvend reiken naar het dagelijks
ritueel, het koesteren en hoeden van het nageslacht
aandacht schenken aan het bijzondere zoals een Meester
aan de kleine lettertjes. Zo oud zijn is een verjongingskuur.

[Invecchiare non è una grazia, né un dono, ma essere anziano lo è
sicuramente à la Pieter Bocken, dal quale puoi copiare questo:
vivere modestamente, parlare in modo intimo, passare le ore
approfondendo l’orizzonte in un veicolo, consacrare l’amore
aver il piacere di purificarsi, nel raggiungere continuamente il quotidiano
rituale, la custodia e la cura della discendenza
prestare attenzione al particolare come un Maestro
ai minuscoli. Essere anziano così è una cura di ringiovanimento]

Ricordo oggi Pieter Bocken, ad una settimana dall’ultimo saluto – in memoria delle tante volte che a casa sua, sul Bosuil (Alocco) vicina al Castello di Schoten, ho pernottato nella stanza per gli ospiti del suo studio e presieduto davanti al cammino nel salone della casa, le riunioni della redazione di Alternatief [*]– con le parole della sua moglie, l’amica-poetessa Magda Buckinx, riportate sull’annuncio della sua morte tra la croce fiamminga AVV-VVK e la croce latina: Uw stem die rustte en zweeg omdat alles gezegd en geweten was [La tua voce che riposava e taceva perché tutto era stato detto e conosciuto].

Il monogramma AVV-VVK sta per Alles Voor Vlaanderen, Vlaanderen Voor Kristus [Tutto per le Fiandre, le Fiandre per Cristo], uno slogan storico del Movimento Fiammingo. Il monogramma campeggia anche in cima all’IJzertoren, il monumento alla pace a Kaaskerke nella città delle Fiandre occidentali di Diksmuide, inaugurato nel 1930.

Insieme a Pieter, a Magda e ai loro figli, ho preso parte più volte sia al Vlaams Nationaal Zangfeest ad Antwerpen, sia all’IJzerbedevaart, il pellegrinaggio che si svolge annualmente dal 1920 presso l’IJzertoren di Diksmuide, in ricordo dei soldati fiamminghi caduti sul fronte del fiume IJzer durante la Prima Guerra Mondiale. Con questo, il Movimento Fiammingo commemora il messaggio della Frontbeweging (Movimento del Fronte): «Mai più Guerra, Autogoverno e Pace di Dio», successivamente tradotto dal Comitato organizzatore dell’IJzerbedevaart in «Pace, Libertà e Tolleranza».

Nel primo numero della rivista De Student, il seminarista Frans Drijvers di Rotselaar nel 1881 firmò un articolo con il monogramma AVV-VVK. Drijvers mantenne a lungo segreta la sua collaborazione con De Student, per evitare difficoltà con le autorità ecclesiastiche del Belgio. La rivista «Voor het Vlaamse Studentenvolk» (per il popolo studentesco fiammingo) conduceva la campagna per l’introduzione della lingua neerlandese nelle istituzioni educative cattoliche delle Fiandre. L’organizzazione Heldenhulde (Tributo agli eroi) di Jozef Verduyn, Filip De Pillecyn, Cyriel Verschaeve, Frans Daels e Adiel Debeuckelaere ha apposto il monogramma AVV-VVK a forma di croce, secondo un disegno di Joe English, su un migliaio di lapidi, croce di pietra di tributo eroico per i soldati fiamminghi caduti, contro la volontà dei vertici dell’esercito belga, che imponevano lapidi uniformi e ufficiali, secondo quanto stabilito alla fine di agosto del 1915, che tutti i soldati sepolti ricevessero una croce di legno nera con lettere bianche, con nome e nome, reggimento, luogo e data di nascita e luogo e data di morte. E il tutto esclusivamente in francese. Nel 1925, 500 croci AVV-VVK furono frantumate e utilizzate nella costruzione di una massicciata ferroviaria.

Dal 1914 al 1918, Flanders Fields fu un importante teatro di battaglia sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. In Flanders Fields è il titolo di un poema di guerra in forma di rondò, scritto durante la Prima Guerra Mondiale dal medico canadese Tenente Colonnello John McCrae. Fu ispirato a scriverlo il 3 maggio 1915, dopo aver presieduto il funerale dell’amico e commilitone Tenente Alexis Helmer, morto nella Seconda battaglia di Ieper. Secondo la leggenda, i commilitoni recuperarono la poesia dopo che McCrae, inizialmente insoddisfatto del suo lavoro, la scartò. In Flanders Fields fu pubblicato per la prima volta l’8 dicembre dello stesso anno sulla rivista londinese Punch. Questo titolo di una delle poesie più citate della Prima Guerra Mondiale, Flanders Fields è il nome inglese comune per i campi di battaglia nelle Fiandre, in Belgio e Francia, dove un milione di soldati provenienti da più di 50 Paesi diversi sono rimasti feriti, dispersi o uccisi in azione qui. Intere città e villaggi fiamminghi furono distrutti, la loro popolazione dispersa in tutta Europa e oltre. La distruzione della città di Ieper e le atrocità durante la battaglia di Passchendaele (Terza battaglia di Ieper) divennero simboli mondiali dell’insensatezza della guerra. Oggi, questa regione pacifica testimonia ancora questa storia attraverso i suoi monumenti, musei, cimiteri e le innumerevoli storie individuali che la legano al mondo. La prima IJzertoren fu costruita a Diksmuide negli anni trenta, in memoria dei soldati fiamminghi morti al fronte, che correva tra il 1914 e il 1918 lungo la linea del fiume IJzer. Questa torre originale fu distrutta da un’esplosione nel 1946 e solo nel 1965 sorse che una nuova struttura, a forma di fenice, dalle sue ceneri.

In Memoriam Pieter Bocken
di Hanneke Bocken

«Geef acht en aandacht
aan de mens die naast u staat.
Aandacht en bekommernis
en alle zorg die er nodig is…
(Pieter Bocken)
.

[Ascolta e presta attenzione
alla persona che ti sta accanto.
Attenzione e preoccupazione
e tutte la cura che serve…]

Molti lo conoscevano ancora. Dopotutto, fino a due anni fa era ancora abbastanza attivo e visibilmente presente agli incontri fiamminghi locali. Nel 2020 è stato insignito dalle associazioni fiamminghe di Schoten del titolo di Cavaliere nell’Ordine del Leone di Schoten. Fu anche il fondatore di varie associazioni, come il Comitato 11 luglio di Schoten e il Circolo cultural-fiammingo Albe di Vroenhoeven.

Il suo impegno verso i suoi prossimi ha fatto di lui un avvocato che si preoccupava di tutti, compreso il “piccolo” uomo con i suoi problemi che sembravano piccoli al mondo esterno. In questo senso, anche la sua carriera politica è stata una ricerca di giustizia. Giustizia che andava di pari passo con il rispetto per il prossimo. Alla fine lasciò la scena politica perché deluso da quella mancanza di rispetto.

Molti non lo hanno dimenticato. Lo ha dimostrato anche la grande partecipazione al suo funerale nella chiesa di Santa Cordula a Schoten, dalla politica e da tutti gli ambienti ed appartenenze possibili. Il “discorso” di Bart Fierens, Presidente dell’ANZ, all’inizio della funzione religiosa ha dato un quadro bello e rispettoso di chi era e di cosa significava per la causa fiamminga.

Ho letto il testo scritto da Bart Fierens, Presidente del Comitato 11 luglio di Schoten, che non ha potuto essere presente. Il testo è scritto in prima persona, l’ho letto così com’è scritto [segue il testo originale in neerlandese, seguito dalla mia traduzione italiana. V.v.B]:

Beste familie, beste vrienden van Piet Bocken.
Met het overlijden van Meester Piet Bocken verliest het 11 Juli Komitee Schoten zijn laatste levende stichter.
Piet was mede-initiatiefnemer van ons Komitee omdat de viering van onze Vlaamse Feestdag meer moest zijn dan zomaar wat inhoudsloos feesten. Hij hield niet van banale oppervlakkigheid. 11 juli moest gevierd worden met overtuiging, met een boodschap; stijlvol en waardig.
Piet was bovendien meer dan stichter van onze vereniging. Hij inspireerde, hij ondersteunde, hij luisterde, hij was aanwezig. Bij iedere ontmoeting met Piet ging het over “iets”. Nooit zomaar wat simpel gepraat over koetjes en kalfjes.  Meester Piet Bocken was mijn raadgever. Telkens opnieuw dat schouderklopje, die bevestigende glimlach, dat ondersteunend wijze woord, dat eenvoudige “doe zo voort”.
Zelfs op latere leeftijd, als het al wat moeilijker ging, dan nog was Piet altijd aanwezig. Alleen al zijn bescheiden glimlach was voldoende. Dan wist ik, het zit goed, Meester Bocken had het goedgekeurd.

Beste Mensen, met onze trouwe vriend Meester Piet Bocken verliest het 11 Juli Komitee en bij uitbreiding de Vlaamse Beweging een grote intellectueel, een inspirator, een fiere Ridder in de Orde van de Schotense Leeuw.
Piet Bocken is onmogelijk te vervangen maar even onmogelijk te vergeten.
Dank je wel steun en toeverlaat.
Vaarwel grote inspirator.

[Cara famiglia. Cari amici di Piet Bocken.
Con la morte di Meester Piet Bocken, il Comitato 11 luglio di Schoten perde il suo ultimo fondatore vivente.
Piet è stato il cofondatore del nostro Comitato perché la celebrazione della nostra Festa Fiamminga doveva essere qualcosa di più di una semplice festa senza senso. Non gli piaceva la banale superficialità. L’11 luglio doveva essere celebrato con convinzione, con un messaggio; elegante e dignitoso.
Piet è stato molto più che semplicemente il fondatore della nostra associazione. Ha ispirato, ha sostenuto, ha ascoltato, era presente. Ogni incontro con Piet riguardava “qualcosa”. Mai solo semplici chiacchiere. Meester Piet Bocken è stato il mio consigliere. Di volta in volta quella pacca sulla spalla, quel sorriso di affermazione, quella parola di saggezza di sostegno, quel semplice “continua così”.
Anche più tardi nella vita, quando le cose erano un po’ più difficili, Piet era sempre presente. Bastava solo il suo sorriso discreto. Allora capivo che andava tutto bene, Meester Bocken approvava.
Carissimi, con il nostro fedele amico Meester Piet Bocken, il Comitato 11 Luglio e per estensione il Movimento Fiammingo perde un grande intellettuale, un ispiratore, un fiero Cavaliere dell’Ordine del Leone di Schoten.
Piet Bocken è impossibile da sostituire ma altrettanto impossibile da dimenticare.
Grazie sostegno e rifugio.
Addio grande ispiratore]

Queste erano le parole di Bart Fierens.

È stata una Celebrazione Eucaristica molto bella, con tanta gente. Wilfried Van den Brande ha cantato Im Abendrot (Schubert), Schlummert ein (Bach), Heilig, Deutsche Messe (Schubert), Ich bin der Welt abhanden kommen (Mahler) e ovviamente anche Onze Lieve Vrouw van Vlaanderen [Nostra Signora delle Fiandre] (de Vocht). È stato bellissimo, “vecchio stile”, una Messa che i presenti dificilmente sperimenteranno di nuovo, che temo. Una bella consolazione…

Mi manca molto. Il lunedì, quando tornavo a casa dal lavoro un po’ più tardi, lui mi aspettava sempre e quando “apparivo” c’era un bel, caloroso sorriso di benvenuto. Ieri la sua sedia è rimasta vuota e nessun sorriso… So che mi sorride dal Cielo, ma non ci sono ancora arrivato. Ancora troppo perso».

Omelia
di Padre Anton Milh, OP

(Al testo orginale in neerlandese segue la mia traduzione italiana)

Beste zusters en broeders, familie en vrienden van Pieter.

Dat het in de twee geboden die Jezus naar voren schuift als de voornaamste van heel de Wet – de liefde tot God en de liefde tot de naaste – wezenlijk om één gebod gaat, is dikwijls louter horizontaal geïnterpreteerd. Onze caritas, onze solidariteit, ons activisme zouden dan meteen voldoende eer brengen aan God, ons ontslaan van de moeilijke zoektocht naar een gepaste taal en houding tegenover Hem. Nochtans is Jezus duidelijk. Binnen het dubbelgebod van de liefde is er één aspect dat op de eerste plaats komt: het beminnen van God met geheel uw hart, geheel uw ziel en geheel uw verstand. Het is die liefdesrelatie met God die ons spontaan oriënteert op onze naaste. En vervolgens noopt de liefde tot de naaste ons weer tot de contemplatie van God.

Deze dynamiek voelde Pieter Bocken haarfijn aan. In zijn bijbel zat bij het tweeëntwintigste hoofdstuk van Mattheüs een briefje met daarop een zelfgeschreven gedicht, getiteld Het ene gebod. Het begint aldus:

Respecteer, respecteer,
Schepping en de scheppende Heer.
Zie de wereld, leven en heelal
en de samenhang van al met al.

Net als zijn echtgenote Magda leefde Pieter in een contemplatieve verwondering en met ontzag voor God en zijn Schepping, een mysterie dat hun stem evenwel niet deed stokken maar juist liet zoeken naar woorden. Stamelen rondom het mysterie, radicaal afgelijnde en aflijnende definities afzwerend. Hun poëzie – want ze schreven ook samen gedichten – gold als verweer tegen ideologen, tegen ‘weters’, die uiteindelijk de naaste, de liefde en God zelf dreigen te versmachten.

Het was ook sub specie Dei, vanuit Gods oogpunt, dat Pieter keek naar de hem omliggende werkelijkheid. Net als bij de profeet Habakuk, die we hoorden in de eerste lezing, leidden voor hem het onrecht en de pijn van deze wereld niet tot Godsontkenning, maar wel tot een kreet naar God, een schreeuw, opdat Hij het vanuit zijn barmhartigheid en zijn rechtvaardigheid hierbij niet zou laten. Met deze onrechtvaardigheid werd Pieter geconfronteerd als jonge jurist-in-opleiding in Luik, waar hij merkte hoe sommigen er neerkeken op de Vlamingen. Het deed in hem een Vlaams bewustzijn ontluiken, hij, die nochtans niet uit een flamingantisch nest kwam en later steeds met enige argwaan het Vlaams-nationalisme gadesloeg, zeker in z’n partijpolitieke vorm. Tegen ongerechtigheid vocht hij in zijn lange loopbaan als advocaat. In de vele “beschààrmelingen” die deken Van der Molen naar hem zond om juridische bijstand, herkende Meester Bocken de “kleinen van het Evangelie”.

Zijn gedicht bij Mattheüs tweeëntwintig loopt verder:

Geef acht en aandacht
aan de mens die naast u staat
aandacht en bekommernis
en alle zorg die er nodig is.

Menselijke vrijheid, maatschappelijke integratie, zo luidde Pieters slagwoord. Ongerechtigheid kon hem – de steeds minzame – doen ontsteken in een heilige woede, en wakkerde in hem een vuur aan dat hij verder alleen op de Bosuil toonde.

Wanneer Thomas van Aquino in de Summa theologiae de vraag stelt op wie de menselijke eerbied moet gericht zijn, houdt hij in zijn antwoord de volgorde aan die Jezus aangeeft in het dubbelgebod. De menselijke eerbied moet vooreerst gericht zijn op God, bron van elk bestaan en stuurman van de hele Schepping. Van hieruit moeten wij ook eerbied hebben voor onze ouders, die ons dit bestaan van Godswege hebben doorgegeven, en voor het vaderland, dat een geordend kader biedt om in Gods Schepping te leven.

Vanuit dit beeld van God als Schepper was Pieters vaderland dit vlakke land, doorkruist met rivieren en kanalen – meer bepaald het Albertkanaal, dat in zijn prille jeugd werd gegraven in zijn geboortedorp Vroenhoven en waarlangs hij maar liefst vijfenzestig jaar zou wonen in Schoten. In Schoten, “in diesem Haus da in den Ecken”, waar “vleugels van bomen het licht filteren zodat het nergens scherp wordt”, zoals twee bevriende poëten dichtten ter gelegenheid van Pieters tachtigste verjaardag. Vanuit deze theologische klemtoon op God als Schepper was Pieters volk het Vlaamse volk, dat hij met al zijn talenten trachtte te dienen.

Maar door zijn diepe Godsgeloof wist Pieter ook dat dit land niet zijn vaderland was, en dit volk niet zijn volk. Hij had ‘heimwee’, hij verlangde naar iets méér, iets beter, zoals we lezen in de Brief aan de Hebreeën. Of om het met de profeet Habakuk te stellen: hij zag het voor zich als een visioen, dat hijgt naar zijn vervulling. Het gaf hem – de rustige – een zekere onrust, hem – de sedentaire – iets nomadisch. Iets zoekend. Het vervulde hem van idealen, die in deze wereld echter niet door mensen te verwezenlijken zijn. Zo moest Pieter langzaam ook dit aardse vaderland loslaten om naar het hemelse vaderland te gaan. Vertrouwen wij hem, die bij leven steeds ijverde voor billijkheid en menselijkheid, nu aan Gods barmhartige oordeel toe. Moge hij nu woorden-voorbij-woorden vinden, schouwend en opgenomen in het mysterie van Gods liefde. Amen.

[Cari sorelle e fratelli, famiglia e amici di Pieter.

Il fatto che i due comandamenti, che Gesù propone come i più importanti di tutta la Legge – amore di Dio e amore del prossimo –, siano essenzialmente un unico comandamento, è stato spesso interpretato in modo puramente orizzontale. La nostra carità, la nostra solidarietà, il nostro attivismo renderebbero allora immediatamente sufficiente onore a Dio, liberandoci dalla difficile ricerca di un linguaggio e di un atteggiamento adeguati nei Suoi confronti. Gesù però è chiaro. Nel doppio comandamento dell’amore c’è un aspetto che viene prima: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. È quella relazione d’amore con Dio che ci orienta spontaneamente verso il prossimo. E allora l’amore per il prossimo ci spinge nuovamente alla contemplazione di Dio.

Pieter Bocken ha sentito intimamente questa dinamica. Nella sua Bibbia, nel ventiduesimo capitolo di Matteo, c’era una nota con una poesia scritta da lui stesso, intitolata L’Unico Comandamento. Inizia così:

Rispetto, rispetto,
La creazione e il Signore creatore.
Guarda il mondo, la vita e l’universo
e la coerenza di tutto ciò.

Come sua moglie Magda, Pieter viveva nella meraviglia contemplativa e nel timore reverenziale per Dio e la Sua Creazione, un mistero che non fermava le loro voci ma piuttosto li lanciava alla ricerca di parole. Balbettare attorno al mistero, rifiutando definizioni radicalmente delineate e definitive. La loro poesia – perché scrivevano anche poesie insieme – serviva da difesa contro gli ideologi, contro i “conoscitori”, che alla fine minacciano di distruggere il prossimo, l’amore e Dio stesso.

È anche sub specie Dei, dal punto di vista di Dio, che Pieter guarda la realtà che lo circonda. Come per il profeta Abacuc, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, per lui l’ingiustizia e il dolore di questo mondo non hanno portato ad una negazione di Dio, ma ad un grido a Dio, un grido perché sia Lui a risolvere la situazione. della Sua misericordia e della Sua giustizia, non lascerei le cose a questo. Pieter si è confrontato con questa ingiustizia quando era un giovane avvocato in formazione a Liegi, dove ha notato come alcune persone disprezzassero i Fiamminghi. Ciò risvegliò in lui una coscienza fiamminga, che non proveniva da una famiglia fiamminga e che in seguito guardò sempre con un certo sospetto il nazionalismo fiammingo, soprattutto nella sua forma partitica. Ha lottato contro le ingiustizie durante la sua lunga carriera di avvocato. Meester Bocken riconobbe i “piccoli del Vangelo” nei tanti “protetti” che il Decano Van der Molen gli inviò per assistenza legale.

La sua poesia a Matteo ventidue continua:

Ascolta e presta attenzione
alla persona che ti sta accanto.
Attenzione e preoccupazione
e tutte la cura che serve.

Libertà umana, integrazione sociale, questo era lo slogan di Pieter. L’iniquità poteva infiammare lui – il sempre affabile – in una santa rabbia, ed accendere in lui un fuoco che altrimenti avrebbe mostrato solo sul Bosuil.

Quando Tommaso d’Aquino nella Summa theologiae pone la domanda a chi debba essere rivolta la riverenza umana, segue nella sua risposta l’ordine che Gesù indica nel doppio comandamento. La riverenza umana deve anzitutto dirigersi verso Dio, fonte di ogni esistenza e timoniere di tutta la Creazione. Da qui dobbiamo avere rispetto anche per i nostri genitori, che ci hanno trasmesso questa esistenza da parte di Dio, e per la Patria, che offre un quadro ordinato per vivere nella Creazione di Dio.

Secondo questa immagine di Dio come Creatore, la Patria di Pieter era questa terra pianeggiante, attraversata da fiumi e canali – più precisamente l’Albertkanaal, che fu scavato durante sua prima giovinezza nel suo villaggio natale di Vroenhoven e lungo il quale avrebbe vissuto a Schoten addirittura per sessantacinque anni. A Schoten, “in diesem Haus da in den Ecken” [in questa casa lì all’angolo], dove “ali di alberi filtrano la luce affinché non diventi tagliente da nessuna parte”, come scrivevano due amici poeti in occasione dell’ottantesimo compleanno di Pieter. Sulla base di questa enfasi teologica su Dio come Creatore, il popolo di Pieter era il popolo fiammingo, che egli cercò di servire con tutti i suoi talenti.

Ma a causa della sua profonda fede in Dio, Pieter sapeva anche che questo Paese non era la sua Patria, e questo popolo non era il suo popolo. Aveva “nostalgia di casa”, desiderava qualcosa di più, qualcosa di meglio, come leggiamo nella Lettera agli Ebrei. O per dirla con il profeta Abacuc: egli la vide davanti a sé come una visione, ansando per il suo adempimento. Dava a lui – quello tranquillo – una certa inquietudine, a lui – quello sedentario – qualcosa di nomade. Cercare qualcosa. Lo ha riempito di ideali, che, tuttavia, non possono essere raggiunti dalle persone in questo mondo. Quindi, Pieter dovette lasciare lentamente andare questa Patria terrena per recarsi nella Patria celeste.

Affidiamo ora al giudizio misericordioso di Dio lui, che durante la sua vita ha sempre operato per la giustizia e l’umanità. Possa ora trovare parole oltre le parole, contemplando e assorbito nel mistero dell’amore di Dio. Amen]

[*] L’Avv. Pieter Bocken era insieme a sua moglie, la poetessa Magda Buckinx, tra i co-fondatori di Alternatief. Con loro e alcuni altri amici giovani (tra cui Johan Verplancke, deceduto il 2 luglio 2021 [QUI], ho fondato nel 1973 Alternatief, rivista bimestrale fiamminga per giovani intellettuali, che trattava principalmente argomenti sociali e politici, dal 1973 al 1978. “La pubblicazione ha subito un grosso handicap: la pubblicazione era troppo in anticipo sui tempi. E questa è una delle posizioni più ingrate da prendere. Chi è troppo in anticipo sui tempi, è sempre accusato di essere superato dai suoi tempi” (Paul Belien, terzo caporedattore di Alternatief). Ma Meester Bocken era già da tempo tra i miei consiglieri, da quando era un leader dei studenti all’Università Statale di Gent (la prestigiosa Rijksuniversiteit Gent-RUG, fra i più grandi istituti universitari europei, con una lunga storia nel Movimento Fiammingo, fondata nel 1817 dal Re Guglielmo I dei Paesi Bassi) e li rifondò il gloriosa KVHV-Katholiek Vlaams Hoogstudentenverbond (Union dei Studenti Universitari Cattolici Fiamminghi), nel 1969.

Free Webcam Girls
151.11.48.50