Papa Francesco, ad Assisi chiarisce la “spogliazione” che ha in mente
“Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa distaccata dal mondo emerge in modo più chiaro.” Nel testo originale in tedesco la parola esatta era entweltlichte demondanizzata, più forte giornalisticamente e facilmente accostabile a “mondanità spirituale”, l’espressione che usa Francesco. La frase iniziale è di Benedetto XVI che l’ha pronunciata a Friburgo il 25 settembre del 2011. Non vi sembra che siano le stesse idee di Francesco? Allora perchè il mainstream ideologizzato parla di “rivoluzione” e nuova primavera della Chiesa come se i predecessori di Bergoglio fossero papi rinascimentali?
Certo la memoria del benpensantismo nostrano è davvero corta. Forse volutamente. Perché è facile mettersi a creare contrasti nella Chiesa cattolica usando solo gli aspetti più esteriori e passeggeri. Ma più difficile è capire che la Chiesa è di Dio e non dei Pontefici, e il messaggio di Gesù è uno solo.
Si certo, a volte gli uomini lo hanno frainteso e strapazzato. Come ha detto recentemente Francesco : “siamo una Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo chiamati a lasciarci trasformare, rinnovare, santificare da Dio.” Ecco il “distacco dal mondo” come lo si legge nel Vangelo e come lo leggono i pontefici.
Ad Assisi Francesco ha chiarito molto bene che intende per “spogliarsi”, a dispetto dei sensazionalismi che cercano sempre eventi show e che alla fine rischiano di rovinare anche Papa Francesco rendendolo una macchietta.
Eppure il Papa si è spiegato molto bene: “In questi giorni, sui giornali, sui mezzi di comunicazione, si facevano fantasie. “Il Papa andrà a spogliare la Chiesa, lì!”. “Di che cosa spoglierà la Chiesa?”. “Spoglierà gli abiti dei Vescovi, dei Cardinali; spoglierà se stesso”. Questa è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi. Ma la Chiesa siamo tutti! Tutti! Dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa, e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù, che ha percorso una strada di spogliazione, Lui stesso. E’ diventato servo, servitore; ha voluto essere umiliato fino alla Croce. E se noi vogliamo essere cristiani, non c’è un’altra strada. Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano – dicono – senza croce, senza Gesù, senza spogliazione? In questo modo diventeremo cristiani di pasticceria, come belle torte, come belle cose dolci! Bellissimo, ma non cristiani davvero! Qualcuno dirà: “Ma di che cosa deve spogliarsi la Chiesa?”. Deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella Chiesa, tutti: il pericolo della mondanità.”
Mondanità, demondanizzare. Stessa idea, precisa. Si certo espressa con parole diverse, perchè fortunatamente non siamo tutti uguali, e solo chi non conosce il Vangelo può immaginare che lo stile personale del Papa possa essere segno di una diversa lettura della dottrina.
“Non si tratta qui di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa. Si tratta piuttosto di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità, che non trascura né reprime alcunché della verità del nostro oggi, ma realizza la fede pienamente nell’oggi vivendola, appunto, totalmente nella sobrietà dell’oggi, portandola alla sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità è convenzione ed abitudine.”
Lo ha detto Ratzinger a Friburgo e letto ora sembra un monito per coloro che anche dentro la Chiesa, pensano ai tatticismi, al “metodo comunicativo”. Certo, il mondo moderno vive di comunicazione. Ma se poi la comunicazione racconta cose che non esistono? E comunque, come dice Papa Francesco, sui giornali le notizie le si ascoltano “uno, due, tre giorni, poi viene un altro, un altro…” E per questo sembra anche che il Papa abbia voluto così ridimensionare il valore delle sue interviste, che ha sempre detto del resto di non amar fare.
Insomma quello che insegna un Papa non viene da come si veste o da come abbraccia i bambini. Quelli sono gesti legati al carattere, alla personalità. Impariamo ad ascoltarlo il Papa, in continuità con i predecessori, e non solo ad applaudirlo come fosse una pop star se dice: buon pranzo.