Le sorprese di Dio, la gioia dei semplici

bimbo cicogna
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Prevedibile e stantio, il nostro Natale si trasforma grazie alle sorprese volute dal Dio che nasce. Sorprese che si ripetono ancora, rovesciandoci le carte in tavola. Nell’annuncio dell’angelo, “una grande gioia”. Buon Natale.

“Ecco vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”. Una nascita, una notizia, una grande gioia. E’ arrivato il giorno del grande annuncio, è arrivato il giorno del bambino Gesù, nato a Betlemme da Giuseppe e Maria. Strano il destino di questo bambino. E’ sempre stato atteso, è sempre stato aspettato. Per secoli di lui hanno parlato le parole dei profeti, per secoli e secoli è stato preannunciato, invocato, preconizzato. E anche dopo la sua venuta al mondo, anche dopo la sua vita terrena, la sua nascita –  quella che celebriamo in questo giorno – continua ad essere attesa, aspettata e celebrata. Stando così le cose, dovrebbe essere tutto previsto e prevedibile. Sempre lo stesso Natale, sempre la stessa rievocazione, sempre la stessa storia: Maria, Giuseppe, la stella, la mangiatoia, i pastori, i re magi. Dalle premesse dovrebbe essere tutto un po’ noioso e un po’ stantio.

E invece – duemila anni fa come oggi – la sua venuta è sempre una sorpresa. La sorpresa di un Dio che nasce uomo nella povertà e nell’umiltà, lontano dai clamori del mondo. La sorpresa di un Dio che chiama ognuno di noi, nei modi e nei tempi più impensati e impensabili. E’ la sorpresa, insomma, di un Dio che pur rispettando i tempi prestabiliti, rovescia ogni previsione. Noi questo Gesù che nasce ogni 25 dicembre lo diamo quasi per scontato. Pensiamo di conoscerlo bene. Lui ci ripaga sempre con la sorpresa e l’imprevisto. Diverso da come lo immaginiamo, diverso spesso da come lo vorremmo.

L’assurdità di un Dio che si fa uomo, e nascendo non fa sfoggio di sé, non chiama a raccolta i potenti, non indice conferenze stampa e non chiede la diretta tv, ci si pone davanti ancora una volta. La sua venuta al mondo passò sotto silenzio, passò inosservata alla cronaca dell’epoca; ma quel fatto è riuscito a cambiare il destino dell’umanità. Con sua madre e suo padre, i primi a sentirne l’annuncio, i primi a udire voce del gioioso avvenimento, i primi a vedere il piccolo con i loro occhi e a farsi primi testimoni della sua nascita furono i pastori. L’angelo regala lo scoop a gente che vive ai margini della società, a gente il cui mestiere è giudicato con severità e disprezzo dai sapienti, dai dottori della legge, dai colti, dai letterati. Sono poveri e disprezzati, ma la voce dell’angelo di Dio li trova attenti e disponibili.

L’augurio che ci facciamo, l’augurio che facciamo a tutti voi, è quello di vivere la loro stessa gioia, quello di venire “avvolti di luce”, quello di camminare “senza indugio” verso le vie che Dio riserva a ciascuno. E con tutto questo, l’augurio di conservare sempre, ogni giorno, quel po’ di umiltà necessaria a far si che l’angelo non ci passi accanto senza dirci nulla. 

Buon tempo di Natale.

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