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Il Terzo settore invade l’Europa: da Padova a Berlino

Dopo Padova la capitale del volontariato europeo sarà Berlino, come ha detto il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli: “Sono molto felice di festeggiare con voi il passaggio di testimone di Capitale europea del Volontariato. Padova a Berlino sono due città europee unite nel segno della fratellanza e della solidarietà. Il volontariato è un settore fondamentale non solo perché favorisce coesione tra comunità ma anche perché costituisce la radice del progetto europeo”.

Claudia Fiaschi, portavoce del Terzo Settore: con la società civile riparte l’Italia

Anche il Terzo Settore che non svolge attività di impresa o attività commerciale potrà accedere ai finanziamenti previsti dal Fondo di garanzia per le Pmi: è quanto prevede il testo del Dl Agosto approvato, salvo intese tecniche, dal Consiglio dei Ministri, che elimina il le limitazioni contenute nel precedente Dl Liquidità.

Il 5 per 1000 per la ‘democratizzazione’ del Terzo Settore

Il Terzo Settore è composto da una galassia variegata di organizzazioni che spesso – anche durante l’emergenza covid-19 – hanno dimostrato di svolgere un ruolo centrale nel completare i servizi di welfare del nostro Paese. Banca Etica, nata nel 1999 proprio per rispondere alle esigenze finanziarie delle realtà non profit, ogni anno realizza uno studio in cui – attraverso l’analisi delle scelte dei contribuenti sulle organizzazioni cui destinare il proprio 5 per 1000 – tratteggia le prospettive e le opportunità di sviluppo futuro di un settore tanto importante.

Riccardo Bonacina: un appello per la rinascita dell’Italia

“Mai come in questa terribile congiuntura siamo chiamati a diventare consapevoli di questa reciprocità che sta alla base della nostra vita. Accorgendosi che ogni vita è vita comune, è vita gli uni degli altri, degli uni dagli altri. Le risorse di una comunità che si rifiuta di considerare la vita umana solo un fatto biologico, sono un bene prezioso, che accompagna responsabilmente anche tutte le necessarie attività della cura”.

Il manuale per comunicare meglio il sociale

Il sociale siamo noi, le nostre relazioni, il nostro mondo in continua evoluzione: è la nostra vita quotidiana, diventata centrale nel mainstream dei media contemporanei i quali contribuiscono in ogni momento a modificare la realtà e la sua percezione. Per questo comunicare il sociale oggi diventa una strada irrinunciabile, non solo per le organizzazioni che vi operano -enti del terzo settore, imprese, amministrazioni pubbliche-, ma anche per le persone. Le quali possono esprimere un grande potenziale di cambiamento anche come attori della comunicazione.

Il volontariato marchigiano per un nuovo welfare

“Per essere sempre di più una Comunità nelle Marche, serve discutere di etica e di comportamenti positivi riconosciuti, come quelli che quotidianamente troviamo nei gesti degli oltre 40.000 volontari marchigiani, … dobbiamo anche disconoscere gli atteggiamenti ostili e l’indifferenza, dando valore alla solidarietà, un carattere che ci ha sempre contraddistinto ma che oggi, in una società in cui crescono le diseguaglianze, viene messo in discussione”.

Con queste parole si apre il ‘Manifesto per le Marche solidali’, il documento promosso da CSV Marche, Forum regionale terzo settore, Acli, Arci, Auser e Avis Marche, e presentato in occasione dell’evento ‘Ripartiamo dai valori’, organizzato ad Ancona per celebrare la Giornata internazionale del volontariato.

Un incontro al quale sono intervenuti i presidenti delle 6 organizzazioni promotrici, rappresentanti delle istituzioni (tra cui il Presidente della Regione Marche, che, impossibilitato a partecipare, ha inviato un video-messaggio) e del Consiglio regionale del volontariato, una platea di volontari e associazioni attive in numerosi settori (socio-assistenziale, donazioni, attività aggregative, salute mentale, pubblica assistenza…).

Nel manifesto le associazioni promotrici mettono in evidenza un punto importante per la società, la possibile fine della solidarietà: “Nell’attuale clima di diffidenza, cresciuto anche a causa di una politica che ne trae consenso, sempre più spesso le nostre organizzazioni finiscono nel mirino di attacchi strumentali e generalisti, sono chiamate a giustificarsi, a dimostrare trasparenza, a misurare progetti e bilanci.

Questo è il frutto di una narrazione parziale del nostro operato, è una tendenza che necessita di essere invertita attraverso il racconto reale del nostro impegno. La ricchezza di legami e di possibilità che noi offriamo a tutti i marchigiani che hanno voglia di essere cittadini attivi è ampissima. Donazione, ambiente, socio-sanitario, longevità attiva, promozione culturale e ricreativa, protezione civile sono solo alcuni dei campi nei quali siamo in prima linea, attraverso una forma di collaborazione sussidiaria con tutti i livelli di organizzazione pubblica”.

Il manifesto riconosce ancora di più la necessità di Europa: “Crediamo in un’Europa dove i volontari siano riconosciuti come fondamentali attori nella costruzione di una società coesa, sostenibile e inclusiva, basata sulla solidarietà e sulla cittadinanza attiva. Abbiamo bisogno di un’Europa capace di sostenere lo sviluppo di politiche e programmi che possano incoraggiare, inspirare e sostenere un associazionismo qualificato, preparato ed efficace.

Che sappia facilitare e incoraggiare la collaborazione intersettoriale di qualità, basata su buone pratiche per la promozione dei valori di cui siamo portatori, per l’affermazione a livello europeo del giusto ruolo del volontariato, che non è quello di sostituzione di lavoratori a basso costo ma di elemento rafforzativo della partecipazione dei cittadini, della coesione sociale e può essere volano per la creazione di nuovi posti di lavoro in professioni ed attività nuove rispetto a quelle già esistenti”.

Ed invita l’Italia a riconoscere l’operato del Terzo Settore e del volontariato: “Crediamo che l’Italia saprà uscire a testa alta da questo momento di crisi valoriale e saprà ritrovare la sua vocazione solidale, tendendo la mano a chi è più fragile. Per questo ci vuole l’aiuto di tutti noi, dobbiamo lottare ogni giorno per affermare i nostri valori, anche quelli che abbiamo sempre considerato ormai scontati. La cura dell’ambiente, l’aiuto verso chi è in difficoltà, l’equità sociale sembrano oggi in discussione nella nostra società. Il Terzo settore invece li traduce quotidianamente in azioni, per migliorare la condizione delle persone e dei territori”.

Infine l’intento del manifesto è quello di sancire il legame che unisce l’associazionismo marchigiano e rilanciare il ruolo che il volontariato può e deve giocare come protagonista di un nuovo welfare regionale: “Nella Regione Marche, grazie alla nostra capacità di dialogo, ai contenuti del nuovo piano sociale regionale e al percorso di recepimento della riforma del terzo settore, ci sono oggi le condizioni per promuovere un modello di welfare partecipato e sostenibile.

Possiamo ambire ad aggiungere alcuni elementi di efficacia al programma della L.328/2000, nell’ambito della sussidiarietà con le istituzioni chiedendo che siano potenziati gli strumenti istituzionali per realizzare veri percorsi di partecipazione che coinvolgano l’associazionismo e il Terzo Settore, che si possa davvero pianificare insieme in co-programmazione e promuovere co-progettazioni”.

Per questo il volontariato marchigiano è invitato ad essere protagonista del nuovo welfare: “Abbiamo di fronte sfide difficili; come tutti oggi siamo coinvolti in prima linea per la sostenibilità ambientale, a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici, dove le conseguenze sempre più evidenti e drammatiche, fanno pagare il prezzo più alto alle persone e ai territori più deboli e fragili. Il volontariato può e deve giocare un ruolo determinante nell’accompagnare le Marche verso un nuovo modello di progresso, un coraggioso ‘green new deal’, per una comunità più bella, equa e solidale ed una economia ‘umanizzata’ più sostenibile, circolare e civile”.

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