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Per la Chiesa i giovani sono speranza di fratellanza

A Roma si sono svolte due giornate per celebrare i 40 anni del primo raduno dei giovani in piazza San Pietro, convocato da Giovanni Paolo II il 14 aprile del 1984, organizzate dal Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo (CSL) con il patrocinio del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù. Il 14 aprile del 1984, data dell’incontro giovanile, era stato pensato come Giubileo internazionale della gioventù, nell’ambito dell’Anno Santo della Redenzione, nel 1950^ anniversario della Risurrezione di Gesù, indetto da san Giovanni Paolo II e tenutosi dal 25 marzo 1983 al 22 aprile 1984 (giorni indelebili anche dopo 40 anni per un quasi neo maggiorenne).

In quell’occasione 300.000 giovani provenienti da tutto il mondo giunsero a Roma, ospitati da circa 6.000 famiglie romane. Il giorno dopo papa Wojtyla concluse il Giubileo dei Giovani durante l’Angelus della Domenica delle Palme ed a Pasqua, il 22 aprile, consegnò una croce di legno ai giovani per simboleggiare ‘l’amore del Signore Gesù per l’umanità e come annuncio che solo in Cristo morto e risorto c’è salvezza e redenzione’, dando appuntamento ai ragazzi giovani per la Domenica delle Palme dell’anno successivo, proclamato dall’Onu Anno internazionale della gioventù.

Il 31 marzo 1985 san Giovanni Paolo II pubblicò una lettera ai giovani, in cui si sottolineava l’interesse della Chiesa per i giovani: “Se l’uomo è la fondamentale ed insieme quotidiana via della Chiesa, allora si comprende bene perché la Chiesa attribuisca una speciale importanza al periodo della giovinezza come ad una tappa-chiave della vita di ogni uomo”.

I giovani sono un bene per l’umanità: “Voi, giovani, incarnate appunto questa giovinezza: voi siete la giovinezza delle nazioni e delle società, la giovinezza di ogni famiglia e dell’intera umanità; voi siete anche la giovinezza della Chiesa. Tutti guardiamo in direzione vostra, poiché noi tutti, grazie a voi, in un certo senso ridiventiamo di continuo giovani.

Pertanto, la vostra giovinezza non è solo proprietà vostra, proprietà personale o di una generazione: essa appartiene al complesso di quello spazio, che ogni uomo percorre nell’itinerario della sua vita, ed è al tempo stesso un bene speciale di tutti. E’ un bene dell’umanità stessa”.

I giovani sono un bene perché sono speranza: “In voi c’è la speranza, perché voi appartenete al futuro, come il futuro appartiene a voi. La speranza, infatti, è sempre legata al futuro, è l’attesa dei «beni futuri». Come virtù cristiana, essa è unita all’attesa di quei beni eterni, che Dio ha promesso all’uomo in Gesù Cristo. E contemporaneamente questa speranza, come virtù insieme cristiana e umana, è l’attesa dei beni che l’uomo si costruirà utilizzando i talenti a lui dati dalla Provvidenza”.

E la giovinezza è una ricchezza, perché sprigiona una domanda: “La giovinezza di ciascuno di voi, cari amici, è una ricchezza che si manifesta proprio in questi interrogativi. L’uomo se li pone nell’arco di tutta la vita; tuttavia, nella giovinezza essi si impongono in modo particolarmente intenso, addirittura insistente. Ed è bene che sia così.

Questi interrogativi provano appunto la dinamica dello sviluppo della personalità umana, che è propria della vostra età. Queste domande ve le ponete a volte in modo impaziente, e contemporaneamente voi stessi capite che la risposta ad esse non può essere frettolosa né superficiale. Essa deve avere un peso specifico e definitivo. Si tratta qui di una risposta che riguarda tutta la vita, che racchiude in sé l’insieme dell’esistenza umana”.

Chiudendo la lettera san Giovanni Paolo II affidò ai giovani il compito della fratellanza: “Palpita in voi, nei vostri giovani cuori, il desiderio di un’autentica fratellanza fra tutti gli uomini, senza divisioni né contrapposizioni né discriminazioni. Sì! Il desiderio di una fratellanza e di una molteplice solidarietà, voi giovani, lo portate con voi, e non desiderate certo la reciproca lotta dell’uomo contro l’uomo sotto qualsiasi forma.

Questo desiderio di fratellanza (l’uomo è il prossimo dell’altro uomo! l’uomo è fratello per l’altro uomo!) non testimonia forse il fatto (come scrive l’Apostolo) che ‘avete conosciuto il Padre’? Che i fratelli sono solo là dove c’è un padre. E solo là dove c’è il Padre gli uomini sono fratelli”.

La fratellanza permette la ‘dimora’ di Dio nel mondo attraverso la preghiera: “Se voi, dunque, portate in voi stessi il desiderio della fratellanza, ciò significa che «la parola di Dio dimora in voi». Dimora in voi quella dottrina che Cristo ha portato e che giustamente ha il nome di ‘Buona Novella’. E dimora sulle vostre labbra, o almeno è radicata nei vostri cuori, la preghiera del Signore, che inizia con le parole ‘Padre nostro’.

La preghiera che, mentre rivela il Padre, conferma al tempo stesso che gli uomini sono fratelli e si oppone nell’intero suo contenuto a tutti i programmi costruiti secondo un principio di lotta dell’uomo contro l’uomo in qualsiasi forma. La preghiera del ‘Padre nostro’ allontana i cuori umani dall’inimicizia, dall’odio, dalla violenza, dal terrorismo, dalla discriminazione, dalle situazioni in cui la dignità umana e i diritti umani sono calpestati”.

(Foto: Fondazione Giovanni Paolo II)

A papa Francesco e a mons. Yoannis Lazhi Gaid dedicato il saggio ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’

Nello shop on line della Casa Editrice TraccePerlaMeta https://shop.tracceperlameta.org/manualistica/la-comunicazione-creativa-per-lo-sviluppo-socio-umanitario-biagio-maimone-270.html, in tutti gli store online e nelle migliori librerie è disponibile il saggio di Biagio Maimone intitolato ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’, che propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.

“Nel mio saggio ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’ ho voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto  dell’importanza indiscutibile dell’uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni, ormai consuete, che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonchè di calunnie, che ledono la dignità umana dell’interlocutore.

Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della ‘Pedagogia della Vita’ definisce il significato autentico del mio impegno giornalistico, che sono certo possa essere condiviso da chi fa della comunicazione lo strumento mediante cui giungere al mondo interiore di chi ascolta, al fine di arricchirlo e non  impoverirlo attraverso un uso distorto e, pertanto, nocivo del linguaggio.

L’epoca contemporanea pone in luce un crescente smarrimento di naturale  spirituale e morale, che si riflette sulla relazione umana, sulle relazioni tra gli Stati e i Continenti dell’intero universo, generando conflitti e povertà morale e materiale. Ne è testimonianza l’insorgere continuo di conflitti in numerosi territori del mondo.

Quel che manca è la ‘Cultura Umana’, la ‘Cultura della Fratellanza Umana’ e la ‘Cultura’ intesa come conoscenza profonda della realtà e del significato autentico del valore dell’essere umano,  in quanto soggetto pensante, nel cui mondo interiore vivono i valori che gli  attribuiscono un valore regale rispetto a tutte le altre creature ed, ancor più, rispetto alle cose” ha dichiarato Biagio Maimone, il quale ha sottolineato:

“La cultura umana consente di cogliere la bellezza depositata nell’interiorità della persona, generata dallo splendore divino che alberga nell’animo umano. E’ compito di chi comunica porre al centro la ‘Cultura Umana’ ed, in tal modo, rimarcare il valore supremo dell’essere umano, che lo distingue dalle cose materiali.

In veste di Direttore della Comunicazione dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’, fondata da mons. Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di papa Francesco, ho avuto la possibilità di fare esperienza della bellezza interiore, cogliendola nell’impegno di coloro che si prodigano a favore dei bambini abbandonati e poveri, di coloro che vivono nella povertà, di quanti non godono i loro diritti sociali, umani e civili fondamentali.

Ho avuto modo e avrò modo di comunicare la solidarietà concreta  impegnandomi sul piano giornalistico a favore dei contenuti del Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto, il 4 febbraio 2019, da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.

Il suddetto Documento  ha dato vita a numerosi frutti, dei quali ho avuto l’onore, grazie a mons. Yoannis Lahzi Gaid, che in me ha riposto fiducia, di poter scrivere, collaborando, in tal modo, nell’impegno di divulgazione. Ho avuto la possibilità anche di poter scrivere relativamente alla  realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, edificata nella città di Abu Dhabi, che è uno tra i progetti più rilevanti in quanto pone le basi del dialogo  interreligioso creando uno spazio fisico, un territorio comune su cui sono stati edificati tre luoghi di culto diversi (Chiesa, Sinagoga e Moschea), posti l’uno accanto all’altro, in ciascuno dei quali si praticano religioni diverse, le quali si interfacciano reciprocamente per dialogare su ogni tema della vita religiosa ed umana.

Altrettanto rilievo rivestono i seguenti progetti: l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, i ‘Convogli medici’, l’Ospedale Pediatrico ‘Bambino Gesù del Cairo’, primo ‘Ospedale del Papa’ fuori dall’Italia, la ‘Scuola della Fratellanza Umana’ per le persone portatori di  disabilità, la Catena dei Ristoranti della Fraternità Umana ‘Fratello’, che offre pasti gratuiti alle famiglie bisognose egiziane. Anche di essi ho potuto scrivere ampiamente ed esserne molto felice.

Dedico il mio libro, pertanto, a Monsignor Gaid Yoannis Lahzi per la  fiducia che ha riposto in me e, nel contempo, a Sua Santità Papa Francesco, in quanto promotore della  realizzazione dei progetti, per i quali ho potuto collaborare nell’impegno di divulgazione, che ha visto l’opinione pubblica destinataria di un’informazione inerente all’impegno del dialogo interreligioso promosso, in via prioritaria, dalla Chiesa Cattolica e dalla religione musulmana sunnita.

Ritengo che comunicare la pedagogia dell’amore, del rispetto della dignità umana e del valore della vita spirituale sia compito primario dei mass media, degli operatori che in essi riversano le proprie energie. La dimensione socio-umanitaria della vita non può essere sottovalutata da una comunicazione priva di ‘anima’, in quanto la società rischia di regredire verso la barbarie, in cui dominerà  la violenza in tutte le sue forme. 

La vita non può essere un campo di battaglia, ma l’incontro amorevole e fraterno di ogni essere umano. Perché sia così è necessario veicolare messaggi che ricreino la consapevolezza smarrita del valore sacro di ogni persona. In tal modo la bellezza, intesa come espressione magnifica dei valori spirituali e morali,  tornerà – come ho scritto – ad illuminare ogni ambito dell’esistenza: la Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita.

La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male! E’ scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano”.

A Londra serata benefica dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ per l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’

Una serata di Fundraising per la raccolta fondi destinata alla realizzazione della ‘Cucina Scuola Francesco Mazzei’ dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, con sede a Il Cairo, è stata organizzata ieri dalla ‘Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui presidente è mons. Yoannis Lahzi Gaid, già segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, presso l’Ambasciata d’Italia a Londra, con la partecipazione e il sostegno di Sua Eccellenza Inigo Lambertini, Ambasciatore d’Italia presso il Regno Unito, alla quale hanno partecipato più di cento illustri personaggi. La notizia è stata diffusa in Italia dal Direttore della Comunicazione dell’Associazione Biagio Maimone.

La ‘Cucina Scuola Francesco Mazzei’ è il risultato dell’accordo sottoscritto tra l’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e lo Chef Francesco Mazzei,  che si qualifica come iniziativa finalizzata a trasformare la cucina dell’ ‘Oasi della Pietà’ in scuola cucina per garantire il futuro professionale degli ospiti della Casa di Accoglienza, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo.

Le altre iniziative in essere dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ sono l’ospedale pediatrico e materno ‘Bambino Gesù del Cairo’, la catena di ristoranti ‘Fratello’,  volta a offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere e la Scuola della Fratellanza Umana. Lo Chef Francesco Mazzei ha voluto organizzare questa iniziativa per coinvolgere un significativo numero di persone. Nel suo discorso Mazzei ha incoraggiato i partecipanti a sostenere tale iniziativa ringraziando tutti per aver accettato l’invito e per la loro partecipazione. Mazzei, inoltre, ha ringraziato gli sponsor che hanno contributo  alla realizzazione di questo importante evento benefico.

Sua Eccellenza Inigo Lambertini ha dato il benvenuto a tutti i presenti sottolineando l’importanza di questo genere di iniziative, che dimostrano il volto umano della nostra società e la bontà dei cuori generosi che rendono il mondo un posto migliore. Mons. Yoannis Lahzi Gaid ha ringraziato per l’opportunità ricevuta di poter parlare dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, che l’associazione, insieme a tanti benefattori, sta portando avanti:

“E’ una Casa di Accoglienza in cui saranno accolti tanti bambini orfani o abbandonati dalle proprie famiglie per diversi motivi. E’ una ‘Casa’ ed è una ‘Famiglia’ in cui i bambini vivranno in famiglia. Ogni gruppo sarà di sei bambini e verrà affidato a una coppia di giovani volontari. In tal modo essi potranno vivere insieme in un appartamento. Studieranno insieme, giocheranno insieme e così sperimenteranno l’abbraccio di una vera famiglia. La casa offrirà ai suoi piccoli ospiti tutto ciò che vogliamo dare ai nostri bambini”.

Mons. Gaid ha sottolineato altresì: “L’Oasi della Pietà è un progetto completo, studiato bene per poter dare a questi bambini tutto ciò che la vita  ha tolto loro. La Casa di Accoglienza ‘Oasi della Pietà’ è stata concepita per dare la possibilità a questi bambini di avere una casa in cui poter crescere serenamente e ricevere educazione, formazione, cure mediche, opportunità di crescita e imparare un lavoro.

Ogni bambino, pertanto, che entrerà nella casa sarà accolto, accompagnato sia durante il tempo di permanenza, sia successivamente quando raggiungerà l’età della maturità. L’iniziativa ‘Cucina, Suola Francesco Mazzei’ risponde all’intento di trasformare la cucina in scuola per insegnare ai giovani e a tutte le persone interessate l’arte della cucina e poter lavorare  negli  alberghi e nei  ristoranti”. La maestosità della Sede diplomatica e la generosità delle persone hanno reso la serata un momento di serena e vera umanità e fratellanza.

Associazione.’ Bambino Gesù’ del Cairo: Il Giorno della Memoria inno alla dignità umana

Il giorno della memoria rischia di essere contaminato ed inficiato da erronee interpretazioni da parte di coloro che ritengono che la Palestina sia vittima della violenza di Israele, dimenticando che, a sua volta, Israele è vittima del fondamentalismo e che entrambi i popoli sono vittime dello stessa ingiustizia che vuole renderli popoli avversari.  Non si può offuscare il ricordo dell’olocausto subito dagli ebrei, sterminati dai nazisti, ponendo in luce che la Palestina attualmente sia vittima dello stesso odio da parte di Israele.

Il ricordo dell’olocausto deve essere scevro da confronti assurdi con i fatti bellici che coinvolgono, nel contempo, Israele e la Palestina, entrambe vittime del fondamentalismo più bieco. L’olocausto è stato il più tragico evento dell’umanità che ha visto lo sterminio di uomini, donne e bambini innocenti, colpevoli solo di essere ebrei.

La storia testimonia tale barbarie, non molto lontana, in quanto perpetrata nel secolo scorso, conclusosi solo pochi decenni orsono. Spiace osservare il tentativo di umiliare, ancora una volta, il popolo ebreo. Basta leggere i libri di storia per comprendere la realtà dei fatti. Quanta confusione si sta creando con l’intento di dar corso ad un nuovo olocausto nei confronti del popolo ebreo.

Forse con l’intento di sterminare il popolo ebreo definitivamente? Ci chiediamo cosa si nasconda dietro l’offuscamento della verità relativamente al conflitto che attualmente vede coinvolti due popoli vicini, la Palestina e Israele. E’ con un profondo senso di smarrimento che oggi affrontiamo il tragico evento della shoah, dello sterminio del popolo ebreo, proprio in quanto constatiamo amaramente che la lezione che tale dramma ha lasciato all’umanità sembra minacciata da una grave menzogna che vuole deturpare la realtà storica di un fatto che crea sgomento al solo ricordo.

Forse stiamo assistendo ad una nuova ondata di razzismo e di nazismo? Nell’epoca storica attuale, così confusa dall’imperante superficialità, che confonde il bene con il male, il valore dell’essere umano rischia di essere sommerso dalla menzogna, dalla negazione della verità, dal torpore della coscienza umana? Sicuramente no, in quanto le donne e gli uomini di buona volontà sapranno contrapporsi, con la forza della loro fede nel valore della dignità umana, a quelle minoranze che fomentano ancora la violenza più spietata.

Certamente sapremo inneggiare al valore della democrazia ogni giorno, dimostrando a chi dipinge provocatoriamente svastiche sui muri  che non ha compreso cosa significhi il valore della vita degli altri e neanche della propria vita, in quanto pervaso dal sentimento dell’odio che offusca la mente.

Sapremo diffondere la pedagogia dell’Amore, della Fraternità, della Pace, in tutti i modi, in tutti i luoghi, in ogni scuola, in ogni Chiesa. E, soprattutto, sapremo essere testimonianza, nel quotidiano, di amore verso l’altro, di rispetto e di tolleranza.

Riteniamo che questa sia l’unica via per scongiurare il razzismo e la morte della coscienza dell’essere umano. Sapremo dimostrare quotidianamente all’essere umano che è un Uomo e non un mostro. Il ritorno del mito del superuomo sembra volersi affermare. Con la violenza si vuole dimostrare il proprio  desiderio di potenza, che nessuno deve porre in discussione, pena la morte.

E’ il mito del superuomo che alcuni  nutrono nel proprio animo a determinare quei  gesti efferati di violenza e quell’ intolleranza che genera le guerre fratricide. Tale mito è alimentato dall’essere la società civile una società che pone al centro il denaro, il possesso e che aspira a tacitare i valori umani, unici valori che consentono ad ognuno di essere capace di autocoscienza rispetto agli effetti delle proprie azioni, se esse sono lesive o benevoli nei confronti degli altri. E’ forse tardi per riprendere in mano le sorti morali dell’essere umano?

No, certamente! Lo dimostrano tanti giovani che manifestano per un mondo migliore, i quali certamente, ogni giorno, sono testimoni autentici del ‘Giorno della Memoria’.

Desidero sottolineare l’importanza dell’impegno a cui esorta il Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, firmato nel 2019, a Abu Dhabi, da papa Francesco che rappresenta la Chiesa Cattolica e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb che rappresenta i musulmani sunniti d’Oriente e di Occidente.

Il suddetto Documento è foriero del dialogo interreligioso, che si prefigge la finalità autentica di essere una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, fondata sulla profonda comprensione della verità suprema che tutti gli esseri umani sono fratelli e che, per tale ragione, devono attingere ai valori del dialogo e della tolleranza, dai quali si genera la pace e, nel contempo, l’emancipazione umana a livello universale, al di là delle barriere religiose, delle barriere ideologiche e delle atroci barriere del razzismo.

Non vi è dubbio che, aderendo ai principi del Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, si  potrà realizzare la Pace e quel  benessere materiale che tutti ingloba in quanto sorretto dal piano spirituale della vita, che conduce certamente oltre il razzismo e l’odio, che ancora affliggono amaramente l’umanità, lasciandola nell’ arretratezza e nella miseria morale, che è la più atroce forma di povertà, come il razzismo contro gli Ebrei ha dimostrato, che noi non solo condanniamo, ma, ogni giorno, combattiamo diffondendo la pedagogia dell’Amore.

A Il Cairo inaugurato il ristorante ‘Fratello’ che fornisce pasti gratuiti alle famiglie bisognose

Il Ministero della Solidarietà contribuirà a finanziare il 20% del progetto con l’intento di promuovere il suo nobile obiettivo teso al sostegno dei cittadini. Nevin Al-Kabbaj, Ministro della Solidarietà Sociale, ha inaugurato il primo ramo della Catena dei Ristoranti della Fratellanza Umana ‘Fratello’, alla presenza di mons. Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco e Presidente della Fondazione della Fratellanza Umana, dell’Ambasciatore Nabila Makram, ex Ministro dell’ immigrazione, Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim, e del Dottor Osama Al-Azhari, Consigliere del Presidente della Repubblica egiziana.

Nessuno può uccidere indisturbato, qualsiasi motivo lo animi: niente giustifica l’odio fratricida

La vita è un dono di Dio. E’ una verità che non può essere compresa dai terroristi, perché offuscati dalla ‘non verità’ rigida, schematica e perentoria, mai pronta al confronto. Assistiamo nuovamente allo sterminio di vite innocenti nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù, in cui Egli ha predicato l’Amore. Una nuova strage di vite innocenti. La storia si ripete?

Fabrizio Venturi: Cristiani, Musulmani ed Ebrei sul palco del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024 per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune

Fabrizio Venturi, Direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana,  che si terrà a Sanremo dal 7 al 9 febbraio 2024, nel teatro ‘Festival della Canzone Cristiana – Fos’, in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana, fa sapere che la manifestazione canora, giunta alla sua terza edizione, tratterà il tema della Pace e del Dialogo interreligioso. “Non solo Festival, ma anche conferenze, dibattiti e tavole rotonde caratterizzeranno la tre giorni sanremese”, ha dichiarato Venturi, il quale ha aggiunto:

Maimone: Papa Francesco, il Papa della Pace con il Documento Sulla Fratellanza Umana per la Pace e la Convivenza Comune

“In qualità di membro dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo, il cui Presidente è mons. Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, ho avuto modo di seguire sotto il profilo giornalistico la realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, che mi ha consentito di verificare come realmente e fattivamente Papa Francesco sia  il ‘Papa della Pace’.

Aperte le iscrizioni per la III Edizione del Sanremo Cristian Music Festival

“E’ quasi tutto pronto per la terza Edizione del Sanremo Cristian Music Festival 2024, non vedo l’ora di ascoltare le canzoni degli artisti che si iscriveranno alla terza edizione. Il Festival ha avuto un’evoluzione positiva sia per la qualità delle canzoni,  sia per la bravura degli interpreti. Anche per questa edizione sarà mia cura selezionare voci di rilievo  e canzoni di prestigio”, ha dichiarato il Direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana Fabrizio Venturi.

Da Berlino le religioni osano l’audacia della pace

“Mi chiamo Zohra Sarabi, ho 18 anni, e vengo dall’Afghanistan. Sono arrivata in Italia con il Corridoio Umanitario di Sant’Egidio nel mese di luglio del 2022 e da più di un anno vivo a Roma. Non ero ancora nata quando nel 1996 i talebani hanno conquistato per la prima volta il mio paese. A Kabul, con la presenza delle forze occidentali, la vita era ricominciata. I problemi c’erano ma almeno c’era anche la speranza”: con la testimonianza della giovane afghana Zohra Sarabi si è conclusa la giornata inaugurale degli incontri internazionali della preghiera per la pace, dal titolo ‘L’audacia della pace’, in svolgimento a Berlino.

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