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Viva la parrocchia! Un racconto a due voci di quanto è bello vivere la fede così

“Un racconto coinvolgente, a tratti commovente, della loro esperienza di parrocchia. Una trama bella di ricordi dell’adolescenza e della giovinezza. Una trama di legami, di amicizia, di impegno, di creatività e di risate. Ma soprattutto la storia di un percorso di fede e di vita che, nella parrocchia, ha avuto il luogo del suo maturare. Perché la parrocchia è veramente il luogo in cui la Chiesa si fa casa tra le case, in una prossimità alla vita delle persone che rende possibile accompagnarne le sofferenze, le gioie, gli affetti, e sostenerne la ricerca”.

Papa Francesco invita a pregare lo Spirito Santo

“Dopodomani, 24 febbraio, si compirà un anno dall’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra assurda e crudele. Un triste anniversario! Il bilancio di morti, feriti, profughi e sfollati, distruzioni, danni economici e sociali parla da sé. Potrà il Signore perdonare tanti crimini e tanta violenza? Egli è il Dio della pace. Restiamo vicini al martoriato popolo ucraino, che continua a soffrire.

Papa Francesco chiede di non stare alla finestra

“L’indifferenza è la malattia più brutta che possiamo avere: diventare indifferenti, asettici ai problemi degli altri, come i due ecclesiastici passati davanti al povero uomo ferito dai ladri. Guardare e non voler vedere”: lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio ai responsabili del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della CEI.

La Giornata della Vita consacrata apre alla missione

Oggi, festa della Presentazione del Signore, la Chiesa, da 27 anni, celebra la Giornata mondiale della Vita consacrata; e quest’anno il card. João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, presiede nel pomeriggio la celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria Maggiore, preceduta dalla preghiera del Rosario, che inizia alle ore 17.15.

Papa Francesco: l’unità dei cristiani nasce dal battesimo

Nella giornata di giovedì papa Francesco ha ricevuto due delegazioni in occasione di altrettante ricorrenze, come quella ecumenica della Finlandia in occasione della festa di sant’Enrico di Uppsala, patrono dello Stato, dove portò la Parola di Dio partendo da Uppsala, in Svezia, città di cui era vescovo. E nel discorso ha ripreso il tema dell’acqua come fonte del battesimo, evocata nell’immagine del mar Baltico, affermando che la guerra è sempre una sconfitta:

Papa Francesco: la vita consacrata è acqua che scorre

Ieri papa Francesco ha incontrato i membri del Consiglio primaziale della Confederazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, ricordando che la confederazione è stata istituita nel 1959 da papa san Giovanni XXIII per favorire la comunione tra le Congregazioni che la compongono e che condividono lo stesso carisma.

Papa Benedetto XVI nel ricordo della Comunità di Taizè

Nell’ultima giornata degli incontri europei dei giovani, organizzato dalla comunità di Taizè a Rostock, frère Alois ha ricordato il papa emerito Benedetto XVI, deceduto nell’ultimo giorno dello scorso anno: “La morte del papa emerito Benedetto XVI tocca i nostri cuori a Taizé perché la nostra comunità è in relazione con lui da più di mezzo secolo. In realtà, Joseph Ratzinger e frère Roger si conoscevano già al Concilio Vaticano II, dove uno era un esperto e l’altro un osservatore”.

Papa Francesco all’World Jewish Congress chiede di lavorare per la fraternità

Questa mattina papa Francesco ha ricevuto i partecipanti dell’ ‘Executive Committee Meeting del World Jewish Congress’, fondato a Ginevra nel 1936 nel segno della solidarietà con gli ebrei perseguitati nella Germania nazista, della lotta all’Antisemitismo in Europa, della repressione degli ebrei nell’Unione Sovietica e delle rivendicazioni di una politica migratoria e sociale ebraica (Giudaismo). Scaturì principalmente dal Comité des délégations juives, creato nel 1919.

Nel discorso il papa ha evidenziato i tratti comuni tra ebrei e cristiani: “Ebrei e cattolici, abbiamo in comune inestimabili tesori spirituali. Professiamo la fede nel Creatore del cielo e della terra, che non solo ha dato origine all’umanità, ma plasma ogni essere umano a sua immagine e somiglianza. Crediamo che l’Onnipotente non è rimasto distante dalla sua creazione, ma si è rivelato, non comunicando soltanto con alcuni, isolatamente, ma rivolgendosi a noi come popolo. Tramite la fede e la lettura delle Scritture trasmesse nelle nostre tradizioni religiose, possiamo entrare in relazione con Lui e diventare collaboratori della sua provvidente volontà”.

Ma ebrei e cristiani tendono anche verso un fine comune: “Abbiamo anche uno sguardo simile sulla fine, abitati dalla fiducia che, nel cammino della vita, non procediamo verso il nulla, ma incontro all’Altissimo che ha cura di noi, incontro a Colui che ci ha promesso, alla conclusione dei giorni, un regno eterno di pace, dove terminerà tutto ciò che minaccia la vita e la convivenza umana”.

Il fine è la salvezza, secondo le parole della Sacra Scrittura: “Il nostro mondo è segnato dalla violenza, dall’oppressione e dallo sfruttamento, ma tutto ciò non ha l’ultima parola: la promessa fedele dell’Eterno ci parla di un futuro di salvezza, di un nuovo cielo e di una nuova terra dove pace e gioia avranno stabile dimora, dove la morte sarà eliminata per sempre, dove Egli asciugherà le lacrime su ogni volto, dove non vi saranno più lutto, lamento a affanno. Il Signore realizzerà questo futuro, anzi Lui stesso sarà il nostro futuro”.

E tale salvezza alimenta la speranza, nonostante idee diverse: “E, sebbene esistano idee diverse nell’ebraismo e nel cristianesimo su come si configurerà tale compimento, la confortante promessa che abbiamo in comune permane. Essa alimenta la nostra speranza, ma non meno il nostro impegno, affinché il mondo che abitiamo e la storia che viviamo rispecchino la presenza di Colui che ci ha chiamati ad essere adoratori suoi e custodi dei nostri fratelli”.

Il discorso del papa è un invito a ‘lavorare’ per la fraternità: “Alle nostre due comunità di fede è affidato il compito di lavorare per rendere il mondo più fraterno, lottando contro le disuguaglianze e promuovendo una maggiore giustizia, affinché la pace non rimanga una promessa dell’altro mondo, ma sia già realtà in questo. Sì, la strada della pacifica convivenza comincia dalla giustizia che, insieme alla verità, all’amore e alla libertà, è una delle condizioni fondamentali per una pace duratura nel mondo”.

E’ un invito a lavorare per la pace: “Quanti esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio, sono sfigurati nella loro dignità, a causa di un’ingiustizia che lacera il pianeta e rappresenta la causa soggiacente a tanti conflitti, la palude in cui ristagnano guerre e violenze! Colui che tutto ha creato secondo ordine e armonia ci invita a bonificare questa palude di ingiustizia che affossa la convivenza fraterna nel mondo, tanto quanto le devastazioni ambientali compromettono la salute della terra”.

Queste iniziative comuni richiedono coraggio e creatività: “E beneficiano grandemente della fede, della capacità di riporre la fiducia nell’Altissimo e di lasciarsi guidare da Lui, piuttosto che da meri interessi terreni, che sono sempre immediati e non lungimiranti, particolari e incapaci di abbracciare l’insieme.

La fede ci ridesta invece al pensiero che ogni uomo è a immagine e somiglianza dell’Altissimo, chiamato a incamminarsi verso il suo regno… In altre parole, le nostre iniziative politiche, culturali e sociali per migliorare il mondo (quello che voi chiamate ‘Tiqqun Olam’) non potranno avere il buon esito sperato senza la preghiera e senza l’apertura fraterna alle altre creature in nome dell’unico Creatore, il quale ama la vita e benedice gli operatori di pace”.

(Foto: Santa Sede)

Arcidiocesi di Reggio Emilia-Guastalla: un cuor solo ed un’anima sola

“Non vuole essere una lettera pastorale, quanto piuttosto un’indicazione di alcuni spunti spirituali per il cammino di quest’anno.  Sono stati giorni e settimane intense, dove ho potuto constatare di persona la vitalità e la varietà di doni di cui è ricca e ricolma la nostra Chiesa”.

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