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Simone Riccioni racconta una storia di bullismo con ‘Neve’

Una bambina di 10 anni vittima di bullismo. Un attore in piena crisi artistica. Nasce dal loro incontro ‘Neve’ (prodotto da Linfa Crowd 2.0. NVP), ultimo film (dal 7 marzo nelle sale cinematografiche) del regista ed attore marchigiano Simone Riccioni, nato in Uganda ma cresciuto a Corridonia, in provincia di Macerata nelle Marche. La protagonista, Neve, è Azzurra Lo Pipero, 12 anni, di Lido di Fermo, al suo primo film, ‘che spero non sarà l’ultimo’, ha affermato con un sorriso.

Il film, interpretato dallo stesso Simone Riccioni, con Azzurra Lo Pipero, Margherita Tiesi, Simone Montedoro, Alessandro Sanguigni, è girato tra Treia, Sefro, Sarnano, Macerata, Civitanova Marche e Moresco, come racconta Simone Riccioni: “E’ il sesto film che ambiento nelle Marche, ma a questo tengo particolarmente perché viene da una mia storia personale. Quando tornai dall’Africa in Italia, fui vittima di bullismo. E’ una storia che pensavo di aver dimenticato e che invece è riaffiorata durante la pandemia. Da lì la necessità di portarla al cinema”.

Quindi Neve deve affrontare i compagni di scuola che la prendono in giro e la isolano per motivazioni stupide, si chiude in se stessa finché la madre Marta (Margherita Tiesi) decide di iscriverla ad un workshop teatrale tenuto dall’attore Leonardo Morino (Simone Riccioni). Leonardo ha 35 anni, ha sempre solo pensato a se stesso e si trova in un momento discendente della sua carriera: durante il workshop, affrontando Neve e nel rapportarsi con lei, dà il via ad una storia emozionante che trasformerà entrambi. A fare da mediatore, don Carlo (Simone Montedoro), un sacerdote umano che gestisce una casa famiglia e che saprà accompagnare Simone nella sua crescita.

Al termine delle anteprime al multiplex ‘Giometti’ di Tolentino, a conclusione di una giornata ‘sold out’, che ha visto la presenza di 980 spettatori, mentre nelle sale cinematografiche il film sta riscuotendo successo da parte delle giovani generazioni, abbiamo chiesto al regista Simone Riccioni di raccontarci il significato del film: “Neve è un film del rapporto bellissimo che ha questa bambina con sua mamma Marta. Invece Leo è un ragazzo abbastanza egoista, che fa l’attore, ma è caduto un po’ in disgrazia e quindi si arrabatta a fare il presentatore. ‘Neve’ è un film che affronta la tematica del bullismo e del rapporto tra genitori e figli”.

Perché è stato affrontato proprio il tema del bullismo?

“Questo tema nasce da una mia storia personale, perché sono stato bullizzato dall’età di 8 anni fino a 12 anni. Questa ferita è riemersa nel periodo del Covid. Da qui ho deciso di intraprendere questa strada e di portare al cinema un film che potesse toccare il cuore delle persone attraverso una storia, che con semplicità toccasse questo tema”.

Quindi il film è una tua storia personale?

“Io sono nato e cresciuto, come i miei due fratelli, in Uganda da due genitori missionari, mio padre faceva parte dell’Avsi. Quando tornammo in Italia, a Macerata, a scuola mi chiamavano ‘brutto negro’ e ‘mangiabanane’. Essere considerato diverso in Italia mi fece rimanere molto male”.

Come se ne viene fuori dal bullismo?

“Si viene fuori dal bullismo, per la mia esperienza, perché si è circondato da persone che ti vogliono bene, dove ci sono amici ed una famiglia che ti sostiene. Quindi occorre spostare la propria attenzione sulla bellezza della vita”.

In sintesi quale è il ‘messaggio’ del film?

“Nella realtà ci sarà sempre chi ti tratta male; noi dobbiamo essere bravi a cambiare prospettiva! Siamo responsabili non solo per quello che facciamo, ma per quello che non facciamo, il bullismo finirà quando non ci gireremo dall’altra parte. Con il film vogliamo dare occasione ai genitori ed ai ragazzi di mettersi in discussione, ed invitare gli insegnanti ad una maggiore attenzione nelle scuole per non soprassedere sulle cose apparentemente insignificanti”.

Ad Azzurra Lo Pipero (‘Neve’), la più piccola del cast, invece abbiamo chiesto di raccontarci le sue sensazioni di protagonista nel film di Simone Riccioni: “Bellissimo! E’ stata un’esperienza unica e spettacolare. Dietro le ‘quinte’ ho fatto amicizia con tutti gli attori: è stata un po’ un’altra famiglia. Poi ho scoperto tutto il lavoro, che c’è dietro ad un film, dal trucco e parrucco alle luci, alla scenografia, alla segreteria di produzione”.

Come hai coniugato il tuo impegno scolastico con quello cinematografico?

“Abbiamo ‘girato’ il film nel periodo estivo; quindi non ho avuto la scuola. Per quanto riguarda la promozione del film ho ottenuto un permesso scolastico dalla preside, che rientra nelle norme della legge scolastica?

Infine a Margherita Tiesi, madre ‘filmica’ di Neve, abbiamo chiesto di raccontarci questo rapporto tra madre e figlia: “E’ un rapporto che sembra quasi alla pari, in quanto c’è anche poca differenza di età tra i due personaggi (ed anche tra noi attrici interpreti dei ruoli femminili), perché Marta è una ragazza madre che scopre di essere incinta da una relazione, che non era molto stabile. Nonostante ciò decide di partorire e di crescerla da sola. Così è e si vede che si crea un rapporto anche di gioco, vista la poca differenza di età tra le due protagoniste.

Però Neve è costretta dalle difficoltà in cui vivono a crescere velocemente, diventando molto indipendente. Nonostante questo, gli episodi di bullismo che riceve la abbattono moralmente e lei si chiude in un silenzio, smettendo di parlare anche con la madre. Ma la madre cerca di entrare nel suo silenzio e di far emergere i suoi problemi, ascoltandola non solo attraverso le sue parole non dette, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti ed i suoi comportamenti, invitando i genitori di ascoltare attentamente i propri figli”.     

La Fondazione ‘Patrizio Paoletti’ analizza le emozioni dei giovani

A fine ottobre alla Biblioteca della Camera dei Deputati la Fondazione ‘Patrizio Paoletti’ ha presentato il report ‘Mai più soli. Focus adolescenza: sfide e risorse positive nel post-pandemia’, facente parte del progetto ‘Prefigurare il futuro’, come approccio neuro-psicopedagogico di intervento a favore degli adolescenti nelle scuole italiane, e gli studi di ricerca condotti in collaborazione con l’Università di Padova che fotografano le problematiche che stanno mettendo a rischio il benessere degli adolescenti.

Save The Children: ragazzi al computer ma poco preparati

Quasi il 18% dei bambini tra gli undici e i quindici mesi sono esposti agli schermi per un’ora o più al giorno e il 3% per tre ore e oltre. Il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole usa tutti i giorni uno smartphone e il 30% dei bambini su scala nazionale.

Moige: il lockdown ha aumentato del 10% gli episodi di bullismo e del 8% quelli di cyberbullismo tra i minori

Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%). Questo è quanto è emerso oggi nel corso dell’evento di presentazione dei dati dell’indagine ‘Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web’, realizzata dal MOIGE in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari device, intervistando 1.316 minori dai 6 ai 18 anni. L’evento è stato l’occasione anche per lanciare la VII edizione della campagna ‘Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk’, che coinvolge ogni anno migliaia di studenti,docenti e genitori.

Bellismo VS Bullismo

Mi sono imbattuta nella parola Bellismo, che neanche il mio computer conosce. Una parola bellissima creata da Eleonora Galia, mamma della Testimone di Fede Giulia Zedda per educare i bambini alle cose belle. Lo Zecchino d’Oro ci ha spesso parlato del bullismo e delle cose belle, ci ha anche detto che c’è una parola magica. Eleonora, grazie a Giulia ce ne insegna di più.

Terre des hommes denuncia l’aumento del cyberbullismo

Terre des Hommes, che negli anni ha realizzato campagne di sensibilizzazione per la sicurezza dei minori online, anche a livello internazionale, lo scorso maggio ha presentato una proposta di riforma legislativa per rendere il web un ambiente più protetto.

Il Moige combatte il bullismo ed il cyberbullismo

La campagna ‘10, 100, 1000 km On the Road!’ intende permettere, ai progetti Moige di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, di arrivare in tante più città possibili, aiutando (talvolta salvando) molti bambini e ragazzi. Contribuendo all’obiettivo di € 10.000, si aiuterà a coprire almeno 70 pieni del Centro Mobile. 

Simone Feder: essere accanto ai giovani

Il Centro studi per l’infanzia e l’adolescenza ‘Semi di melo’ nasce dalla pluriennale collaborazione tra Casa del Giovane di Pavia e Fondazione Exodus in campo di prevenzione, accoglienza e trattamento del disagio giovanile.

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