226° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – 1

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.07.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il giorno 226 dell’assedio dell’Azerbajgian alla Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, che include il blocco totale del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte delle forze armate dell’Azerbajgian con l’occupazione del corridoio e l’installazione di posti di blocchi illegali, mentre nel contempo il Comandante in Capo, Ilham Aliyev, accusa gli Armeni dell’Artsakh di auto-bloccarsi, perché “rifiutano gli aiuti umanitari” dell’Azerbajgian attraverso la città occupata di Akna (Aghdam). Ulteriore proiettile sparata nella oscena e assurda propaganda azera, a cui risponde il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, durante la conferenza stampa con i media stranieri e della diaspora armena, riferendosi al blocco da 225 giorni e al blocco totale da 40 giorni dell’Artsakh: «L’Artsakh può essere considerato un campo di concentramento con tutte le sue conseguenze».

È la prima volta che Harutyunyan – che pesa sempre le parole – arriva ad usare il termine “campo di concentramento” per definire le condizioni dell’Artsakh, aggiungendo “con tutte le sue conseguenze”. Quindi, da oggi il titolo delle nostre “cronache dall’Artsakh” avrà come titolo Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Nella storia, il nome Artsakh verrà aggiunto alla serie di Auschwitz, Dachau, Treblinka, ecc. se la comunità internazionale non si decide di intervenire in tempo e di fermare la soluzione finale di Aliyev.

Oggi, in un articolo successivo, ritorneremo sulla conferenza stampa tenuta ieri dal Presidente della Repubblica di Artsakh e in un terzo articolo proseguiremo la cronaca della visita in Italia del Presidente della Repubblica di Armenia, che abbiamo iniziata ieri [QUI].

Al blocco totale dell’Artsakh si aggiungono attacchi quotidiani di cecchini azeri contro i civili armeni che lavorano nei campi agricoli vicini a tutta la linea di contatto (avendo l’Azerbajgian totalmente circondato l’Artsakh) e terrore psicologico, come le telefonate in perfetto armeno, che esortano i cittadini dell’Artsakh ad abbandonare la loro patria per l’Armenia attraverso l’Azerbajgian, come è stato riferito dal Servizio di sicurezza nazionale dell’Artsakh.

Il blocco dell’Artsakh rende irrilevante qualsiasi discorso sull’integrazione civile degli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, nella “regione economica di Karabakh dell’Azerbajgian”. Conferma i peggiori timori della popolazione armena dell’Arsakh/Nagorno-Karabakh nei confronti dello Stato azerbajgiano.

Quasi otto mesi dopo l’inizio del blocco e diverse settimane dopo che l’Azerbajgian l’ha reso totale, senza fare ancora arrivare i rifornimenti dall’Armenia al territorio, la catastrofe umanitaria da tempo annunciata in Artsakh sta ora  raggiungendo il punto di irreversibilità, di cui sono penalmente responsabili le autorità azerbaigiane e moralmente perché non l’hanno impedita i responsabili della comunità internazionale.

Come abbiamo annunciato ieri, a partire da oggi 25 luglio, i trasporti pubblici in tutto il campo di concentramento Artsakh sono completamente sospesi per mancanza di carburante. Ciò significa che:

  • I prodotti agricoli stagionali prodotti localmente non vengono più consegnati in aree densamente popolate, come Stepanakert, Martuni e Martakert, da diverse regioni e comunità dell’Artsakh.
  • I pazienti non sono in grado di raggiungere prontamente gli ospedali, tra cui migliaia di donne incinte, bambini, anziani, persone con disabilità e malattie croniche.
  • Le persone che lavorano nel settore dei trasporti pubblici stanno perdendo il lavoro e quindi la loro principale fonte di reddito, il che aggrava la terribile situazione socio-economica in Artsakh.
  • Le persone devono camminare a piedi verso tutte le possibili destinazioni, compresi i luoghi di lavoro e i negozi, che sono di vitale importanza per il mantenimento della loro vita normale.
  • Le persone sono private della comunicazione e dell’opportunità di vedere le loro famiglie e parenti in altre regioni dell’Artsakh.
  • L’importanza del ruolo del trasporto pubblico, soprattutto negli insediamenti urbani, è innegabile. La sua interruzione e la sua completa chiusura portano a sofferenze e difficoltà più umane per l’organizzazione della vita normale delle persone dell’Artsakh. Questa è un’altra conseguenza umanitaria del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, che dura già da 226 giorni.

«Le mie riserve di sale da cucina. A dire il vero non lo uso molto, perché da molto tempo nella nostra cucina non sale il vapore dei cibi. Ma non è davvero niente quando vedi le mamme che implorano il latte artificiale su Facebook» (Marut Vanyan).

«La grave carenza di prodotti per la pulizia della casa e prodotti per l’igiene individuale è visibile in tutti i negozi dell’Artsakh. Il deficit principale riguarda la carta igienica, i prodotti per l’igiene femminile, i prodotti per i neonati, i detersivi, i saponi e quant’altro necessario per il mantenimento di un adeguato tenore di vita.
Cosa faresti se non avessi, tra tutti, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale?
Cosa faresti se sapessi che la carenza è stata fatta deliberatamente per torturarti e pulirti?
Cosa faresti se vedessi che molti potrebbero/devono impedire ma non hanno fatto nulla?» (Artak Beglaryan, Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

«Le politiche dell’Azerbajgian contro l’Artsakh stanno portando alla distruzione quotidiana della vita. Diventa difficile discutere di diritti e sicurezza, quando l’Azerbajgian sta attivamente danneggiando la vita delle persone. Le condizioni di vita basilari come l’accesso al cibo, al carburante e ai mezzi di trasporto vengono negate alle persone, con conseguente esaurimento fisico, nonché terrore psicologico e morale. L’Azerbajgian sta intraprendendo azioni deliberate per prendere di mira e distruggere il gruppo etnico armeno in Artsakh» (Tatevik Hayrapetyan).

«Rostislav Zhuravlev, un fotoreporter di guerra, documentarista e caro sostenitore dell’Artsakh, ha perso tragicamente la vita mentre svolgeva il suo lavoro nella zona di combattimento in Ucraina. Memoria eterna» (Agenzia 301).

Il governo dell’Artsakh e la compagnia armena Zangi (@zangi_messenger) hanno firmato un accordo per creare un sistema di comunicazione moderno e sicuro. Zangi è specializzata in soluzioni di comunicazione innovative, inclusi servizi di messaggistica e telecomunicazioni. Il fondatore e direttore esecutivo della società, Vahram Martirosyan, ha affermato che in caso di disconnessione da Internet di Artsakh, il sistema continuerà a funzionare con capacità limitate, fornendo comunicazioni all’interno di Artsakh. Tutti i server e i dati si troveranno all’interno dell’Artsakh, garantendo la trasmissione dei dati anche se la comunicazione viene interrotta dalla soppressione nemica dei sistemi elettronici. Il progetto è iniziato 6 mesi fa, ispirato dalla guerra di aprile e sarà presto accessibile a tutti i residenti dell’Artsakh. ArtsakhX di Zangi è una soluzione unica al mondo, che integra un operatore GSM civile e un sistema di messaggistica.

Serzh Tankyan e altri rappresentanti del mondo dello spettacolo di fama mondiale si sono rivolti all’Azerbajgian con una lettera aperta

Serzh Tankyan, il solista del gruppo rock di fama mondiale System of a Down, ha pubblicato una lettera aperta, invitando l’Azerbajgian ad aprire il Corridoio di Lachin e porre fine all’oppressione del popolo del Nagorno-Karabakh.

La lettera è stata firmata anche da noti rappresentanti del mondo dello spettacolo come Peter Gabriel, Roger Waters, Tom Morello, Stewart Copeland, Rosa Lynn, Atom Egoyan, Arsine Khanjian, Sebu Simonyan e altri.

Serzh Tankian ha anche rilasciato un’intervista al periodico Spin, osservando che tutti, compresi il Dipartimento di Stato americano e l’Unione Europea, sostengono lo sblocco del corridoio e hanno ripetutamente sollecitato la questione, ma gli appelli al regime dittatoriale non aiuteranno le persone a sopravvivere. «Sono solo parole. Non c’è azione e questo è il problema. Tutti l’hanno già condannato, ma nessuno sta facendo nulla», ha detto Tankyan, aggiungendo che ha cercato di contattare l’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti, che, ad esempio, potrebbe consegnare cibo in aereo.

Serzh Tankyan riconosce, che il problema è complicato dalle operazioni militari della Russia in Ucraina, dai forti legami tra Russia, Azerbajgian e Turchia.

Il musicista osserva, che si puoi leggere dell’Ucraina sui mass media ogni giorno, ma molte persone non sanno cosa sta succedendo nel Nagorno-Karabakh.

Allo stesso tempo, Tankyan ricorda, che il leader dittatore dell’Azerbajgian ha occupato anche alcune parti del territorio della stessa Armenia, circa 150 chilometri quadrati.

«Noi, come comunità internazionale, siamo ipocriti perché un paese non può essere sacrificato a spese di un altro», ha detto Tankyan.

«L’Azerbajgian ha tagliato fuori i civili dalle forniture alimentari e dagli aiuti umanitari.
Il 15 giugno l’Azerbajgian ha fermato tutti i movimenti sul Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabagh all’Armenia. La regione è sotto blocco dal dicembre 2022.
Da allora i residenti del Nagorno-Karabagh hanno fatto affidamento sugli aiuti umanitari delle forze di mantenimento della pace russe e della Croce Rossa. I soldati azeri stanno ora bloccando l’entrata e l’uscita dei convogli di aiuti e la crisi umanitaria si sta aggravando. Nei negozi gli alimenti di prima necessità stanno finendo. Gli ospedali hanno una grave carenza di farmaci e forniture mediche. A febbraio il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia, ha ordinato all’Azerbajgian di garantire la libera circolazione sulla strada. L’Azerbajgian continua a ignorare la sentenza.
Noi sottoscritti, ci uniamo ad Amnesty International e alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite nell’invitare il governo dell’Azerbajgian ad aprire il Corridoio di Lachin a tutti i movimenti e a cessare l’oppressione del popolo del Nagorno-Karabagh.
SERJ TANKIAN (System Of A Down)
HARRIET WALTER (Actor)
TOM MORELLO (Rage Against The Machine)
PETER GABRIEL (Musician)
ROSA LINN (Artist – Eurovision)
SEPIDEH MOAFI (Actor)
SEBU SIMONIAN (Capital Cities)
ROGER WATERS (Musician)
ALIA SHAWKAT (Actor)
ERIC BOGOSIAN (Actor)
ATOM EGOYAN (Director)
ARSINEE KHANJIAN (Actor)
STEWART COPELAND (Musician)
NICOLAS JAAR (Musician)
ALLEN HUGHES (Filmmaker)».

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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