224° giorno del #ArtsakhBlockade. Disastro umanitaria in Artsakh. Popolazione armena allo stremo. Non basta solidarietà a parole

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.07.2023 – Vik van Brantegem] – Non basta che la comunità internazionale faccia proclami ed esprima solidarietà alla popolazione stremata dell’Artsakh. Non basta condannare le pulizie etniche e i genocidi se poi non si fa nulla per evitarne altri. L’Azerbajgian deve essere obbligato in modo energico e risolutivo di rinunciare alla sua politica aggressiva, deve liberare il Corridoio di Berdzor (Lachin) e ritirarsi dai territori storicamente armeni dell’Artsakh, conquistati con la forza in piena pandemia nel 2020, con la guerra dei 44 giorni.

Gli Azeri anche questa mattina hanno ancora sparato contro contadini e macchine al lavoro nei campi dell’Artsakh. Ostacolare il lavoro agricolo vuol dire aggravare la crisi alimentare della popolazione armena dell’Artsakh. Aliyev lo sa ed è un criminale. Punto.

In fila per il pane a Stepanakert (Marut Vanyan).
Un’altra fila per il pane a Stepanakert. L’Eucaristia (Marut Vanyan).

Tutto il commercio/transito per l’Artsakh è stato completamente interrotto dall’Azerbajgian che controlla i territori circostanti, con il blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) in aperta violazione dell’Accordo trilaterale del 9 novembre 2020, firmato anche dal Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, e a dispetto delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, in violazione del Diritto Umanitario Internazionale.

Un’altra storia straziante dall’Artsakh. Una donna incinta del villaggio di Haterk nella regione di Martakert della Repubblica di Artsakh ha perso il figlio non ancora nato a seguito del disastro umanitario causato dal #ArtsakhBlockade azero. A causa della mancanza di carburante non è riuscita a raggiungere l’ospedale in tempo. Tali casi sono recentemente raddoppiati in Artsakh rispetto all’anno precedente, ogni caso significa la morte di un neonato o di un nascituro, ogni caso è una tragedia familiare.

Immagina di perdere tuo figlio tra la folla. Panico! Immagina di perdere tuo figlio perché non sei riuscito a raggiungere l’ospedale in tempo, perché non c’era carburante (so cosa significa, ma quando stavo per perdere mio primo figlio, andando in autostrada a Salzburg, è stato salvato, perché avevo macchina e carburante per portare la sua madre al più vicino ospedale, che ha potuto portare a termine la gravidanza).

Questa è la situazione in Artsakh, a seguito del blocco che l’Azerbajgian sta esercitando, a varie livelli, dal 12 dicembre 2022 nei confronti della popolazione armena della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

La malnutrizione cronica ha provocato oltre il 90% di anemia tra le donne incinte, il che causerà tragedie anche a lungo termine. Le fonti riportano un aumento degli aborti spontanei nell’Artsakh, poiché le vitamine, i medicinali e i prodotti alimentari sono stati esauriti e le cure mediche al di là delle basi non sono più disponibili.

«A causa della mancanza di carburante, i bambini malati di Artsakh a volte non possono arrivare dal medico in tempo, il che porta alla complicazione della malattia. Questo è il risultato del blocco in corso dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian e dell’inerzia delle forze di mantenimento della pace russe e della comunità internazionale» (Ararat Petrosyan).

Dal 15 giugno scorso, anche i modesti carichi di prodotti di prima necessità che comunque raggiungevano l’Artsakh tramite convogli del Comitato Internazionale della Croce Rossa o della forza di mantenimento della pace russa sono stati bloccati. Da oltre un mese, pertanto, non un solo bene può entrare in Artsakh in quanto il checkpoint illegale allestito dall’Azerbajgian presso il ponte sul fiume Hakari all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) impedisce il transito. Il regime autocratico di Ilham Aliyev ha vietato al Comitato Internazionale della Croce Rossa di trasferire gli aiuti umanitari dall’Armenia all’Artsakh e ha fatto l’oscena proposta di farlo dall’Azerbajgian attraverso la citta di Akna (Aghdam) occupata dalle forze armate azere. Neanche le forze di mantenimento della pace russe trasportano ancora beni umanitari in Artsakh.

Pure il trasporto dei malati gravi da Stepanakert all’Armenia ha subito ripetute interruzioni (l’ultima alcuni giorni fa perché su un mezzo con insegna del CICR erano state trovate delle sigarette e delle batterie per cellulare, considerata merce “illegale” dall’Azerbajgian).

«Le autorità del Nagorno-Karabakh hanno accusato l’Azerbajgian di aver tentato di costringere i pazienti trasferiti in Armenia affinché le cure fossero esaminate dai propri medici», ha scritto OC Media. «Immagina i nostri cittadini sottoposti a visita medica da parte degli azeri in queste condizioni? Oltre il 90% delle donne incinte soffre di anemia» (Marut Vanyan). Poi, il “tentato” si è verificato realtà, perché qualche convoglio del Comitato Internazionale della Croce Rossa che è riuscito a trasferire qualche malato grave dall’Artsakh all’Armenia, ha visto al checkpoint illegale sul ponte Hakari le borse passate allo scanner da parte delle guardie di frontiera azere, controlli medici per verifica patologia, divieto di riportare medicine a casa. Il regime autocratico di Aliyev risulta persino peggio dell’immaginabile.

Il Consiglio per la Comunità Armena di Roma in un comunicato ricorda che il disastro umanitaria in Artsakh si aggrava giorno dopo giorno: non c’è più cibo, mancano medicine, finito il carburante per i mezzi di trasporto pubblico e privato. I lavori nei campi sono interrotti perché i trattori non hanno più gasolio e i soldati azeri sparano sui contadini. Chiede alla stampa italiana una copertura mediatica per la tragedia che si sta consumando in Artsakh dove 120.000 Armeni sono sotto assedio da quasi otto mesi per colpa della politica dittatoriale del Presidente Ilham Aliyev.

Se nel dicembre dello scorso anno il governo azero sosteneva che erano degli “attivisti della società civile” a  bloccare il Corridoio di Berdzor (Lachin) per questioni ambientali, negando con dichiarazioni ufficiale la stessa chiusura del corridoio, ora è palese che quelle affermazioni non erano altro che ridicole bugie, dal momento che il governo azero ha installato all’ingresso del corridoio dall’Armenia all’Artsakh un  vero e proprio check-point presieduto dai militari azeri.

L’Azerbajgian sta minacciando letteralmente la popolazione dell’Artsakh, dove – ricorda il Consiglio per la Comunità Armena di Roma – vivono anche 30 mila bambini, con evidenti manifestazioni di odio etnico e terrorismo, e con lo scopo palese della pulizia etnica.

A seguito della sospensione di tutti gli aiuti umanitari dal 15 giugno 2023 la situazione umanitaria peggiora di giorno in giorno, in particolare c’è un peggioramento della scarsità di cibo, e questo per il fatto che prima del blocco, circa il 90% di tutto il cibo consumato veniva importato dall’Armenia.

A causa della crescente carenza di carburante e di altre risorse necessarie, circa il 70 percento dei lavori agricoli pianificati non è stato eseguito e questo ha delle ricadute enorme anche su altri settori dell’economia. Per lo stesso motivo la circolazione interna del trasporto pubblico è ridotta di circa il 50 per cento, e nel caso del trasporto privato, quasi del tutto.

La crescente carenza di medicinali, forniture mediche e igieniche e le limitazioni al trasporto di pazienti medici in Armenia rappresentano minacce crescenti per la vita e la salute delle persone. In condizioni di interruzioni di corrente quotidiane e carenza di carburante, le apparecchiature mediche funzionano con grande difficoltà. Basterebbe immaginare la situazione in cui un medico sta operando un malato grave e l’elettricità viene interrotta durante l’operazione. A causa della mancanza di alimenti e vitamine necessari circa 2.000 donne incinte e circa 30.000 bambini devono sopravvivere in condizioni di malnutrizione.

Interruzioni di corrente elettrica quotidiane e carenze di carburante e altri beni di prima necessità causano gravi interruzioni nell’approvvigionamento idrico e nelle infrastrutture di telecomunicazione in molti insediamenti. In particolare, a rischio l’approvvigionamento di acqua a Stepanakert, capitale della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’azienda idrica e fognaria dell’Artsakh avverte che a causa delle continue interruzioni di corrente, c’è un problema con l’acqua potabile in Artsakh: «Fino ad ora, siamo riusciti a fornire ai residenti di Stepanakert acqua 24 ore su 24 con le risorse che abbiamo. Tuttavia, se il blocco continua, ci saranno seri problemi».

A causa del blocco e dell’interruzione delle forniture di elettricità e gas, circa 12.000 persone sono diventate disoccupate e hanno perso la loro fonte di reddito, che rappresenta oltre il 60% delle persone che lavorano effettivamente nel settore privato.

La grave carenza di prodotti chimici per la casa e prodotti per l’igiene individuale è visibile in tutti i negozi dell’Artsakh. Il deficit principale riguarda la carta igienica, i prodotti per l’igiene femminile, i prodotti per i neonati, i detersivi, i saponi e quant’altro necessario per il mantenimento di un adeguato tenore di vita.

«A condannare alla fame, infatti, i 120.000 Armeni del Nagorno-Karabakh è il piano di integrazione predisposto dal Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev. Già da oggi, l’Azerbajgian rivela ciò che attende gli Armeni integrati sotto il dominio azerbajgiana. Cosa significa?

Quando vivranno integrati in Azerbajgian, gli Armeni del Nagorno-Karabakh riceveranno cibo se e quando Ilham Aliyev lo vorrà. Gli Armeni del Nagorno-Karabakh saranno curati in ospedale e non moriranno se quel giorno Aliyev non si sveglia sulla gamba sinistra. Gli Armeni del Nagorno-Karabakh avranno servizi comunali se l’umore di Aliyev è alto quel giorno. Chi lo conosce bene dice che spesso si arrabbia, come un dittatore d’altronde.

In questi giorni, Aliyev non registra i partiti di opposizione e stabilisce una monarchia costituzionale in Azerbajgian [In Azerbajgian è stata instaurata la dittatura monopartitica di Ilham Aliyev [QUI]]. Le forze di opposizione bandite non avranno nemmeno il diritto di tenere riunioni o firmare accordi finanziari. Molti saranno costretti a lasciare l’Azerbajgian o saranno imprigionati. Insomma, prima salvate gli azerbajgiani da Ilham Aliyev e integrateli nel dittatoriale Azerbajgian, poi pensate agli Armeni del Nagorno-Karabakh» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

«Il Presidente dell’Azerbajgian ha ammesso a Shushi che si sta preparando a nuovi scenari militari. Aliyev ha rivelato che non sta negoziando con l’Armenia ma presentando un ultimatum da una posizione massimalista. Aliyev ha detto a Shushi che è realistico firmare un trattato di pace con l’Armenia entro la fine dell’anno. “Ora spetta all’Armenia fare l’ultimo passo, firmare ciò che ha già detto verbalmente (il riconoscimento del Nagorno-Karabakh nel quadro dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian). Se l’Armenia lo accetta e rinuncia completamente a qualsiasi tipo di invasione sul territorio dell’Azerbajgian, allora la firma del trattato di pace sarà possibile entro la fine di quest’anno”.
Aliyev sta manipolando quando afferma che la proposta dell’Armenia di negoziare diritti e sicurezza con gli Armeni del Nagorno-Karabakh attraverso un meccanismo internazionale è una presentazione di una rivendicazione territoriale all’Azerbajgian. A proposito, questa proposta è sostenuta anche dagli USA. Il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, ha smentito la dichiarazione di Aliyev in un’intervista al principale quotidiano austriaco Der Standard. “L’Armenia e l’Azerbajgian non possono regolare le loro relazioni senza tenere conto della sicurezza e dei diritti della popolazione armena nel Nagorno-Karabakh. L’Azerbajgian ha sempre parlato delle rivendicazioni territoriali dell’Armenia. Tuttavia, per moi, la questione riguarda la sicurezza delle persone e i diritti fondamentali”.
Ararat Mirzoyan ha ritenuto importante che Armeni e Azeri evitassero di entrare in un altro pericoloso ciclo di inimicizia. “Nel Caucaso meridionale è già stato versato abbastanza sangue. Il riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale sarà fondamentale. Anche sbloccare l’infrastruttura di trasporto regionale è importante. E per quanto riguarda la questione della sicurezza e dei diritti degli Armeni del Nagorno Karabakh, riteniamo che il miglior meccanismo per questo sarebbe il dialogo con la partecipazione internazionale”, ha affermato il Ministro degli Esteri armeno.
Nel frattempo, il Presidente dell’Azerbajgian vuole che l’Armenia accetti per iscritto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, includendo il Nagorno-Karabakh, in un trattato di pace, ma lui stesso si rifiuta di negoziare con gli Armeni del Nagorno-Karabakh in formato internazionale sulle questioni dei diritti e della sicurezza. In altre parole, l’Azerbajgian non sta negoziando ma presentando un ultimatum, senza tener conto della posizione della parte armena.
Perché Aliyev ha bisogno della firma dell’Armenia senza fornire forti garanzie agli Armeni del Nagorno-Karabakh? L’obiettivo dell’Azerbajgian è ottenere la firma dell’Armenia che affermi che il Nagorno-Karabakh è territorio dell’Azerbajgian, senza concedere nulla in cambio, e iniziare la pulizia etnica nel Karabakh. L’Azerbajgian ha già avviato la pulizia etnica in Karabakh usando metodi soft. Chiuse il Corridoio di Lachin e condannò alla fame 120.000 Armeni in modo che fossero costretti a lasciare il Karabakh. Aliyev odia gli Armeni. L’odio armeno è il fondamento della statualità dell’Azerbajgian. È in fase di attuazione un piano per rimuovere gli Armeni dal Karabakh. Aliyev ha bisogno della firma dell’Armenia per rendere Yerevan complice dei sanguinosi eventi pianificati da Baku. Oltre a compiere massacri, affermerà che l’Armenia ha riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian e, quindi, ha anche acconsentito all’estensione della sovranità dell’Azerbajgian sul Karabakh. Aliyev interpreterà la sottomissione forzata degli Armeni come l’estensione della sovranità dell’Azerbajgian sul Nagorno-Karabakh.
È delirante pensare che ci sarà la pace solo firmando il trattato di pace. L’Azerbajgian ha un piano diverso. Ovvero, ottenere la firma dell’Armenia (con la formulazione “Il Nagorno-Karabakh è il territorio dell’Azerbajgian”) e portare avanti la pulizia etnica in Karabakh attraverso metodi soft/hard sotto il nome di programma di integrazione.
La vera pace può essere stabilita se una missione internazionale di mantenimento della pace viene dispiegata nel Nagorno-Karabakh, con la presenza di strutture internazionali che non consentano conflitti ed eventi sanguinosi. L’Azerbajgian non è d’accordo, perché la presenza internazionale interferirà con gli obiettivi di Aliyev di conquistare il Karabakh. Questo è anche il motivo per cui Aliyev si oppone a negoziare con il Karabakh attraverso un meccanismo internazionale.
L’Azerbajgian ha un piano per le operazioni militari e Aliyev ha rivelato chiaramente a Shushi che si sta preparando per una nuova guerra contro il Karabakh e l’Armenia. Come Putin, Aliyev crede che i conflitti nel mondo si risolvano con la forza. Sto citando direttamente il discorso di Aliyev: “Dopo la vittoria, l’Azerbajgian si è reso conto che doveva essere pronto per qualsiasi scenario e ha fatto riforme radicali nell’esercito perché oggi la forza decide tutto. Oggi il nostro esercito è più potente di tre anni fa”.
E cosa succede se la firma fallisce? Secondo Aliyev, in quel caso non ci sarà pace. “Non è lo scenario migliore per la regione; non fornirà stabilità e sicurezza e causerà complicazioni in futuro”, ha affermato.
Aliyev ha ricordato le aggressioni militari dell’Azerbajgian contro l’Armenia e il Karabakh dopo il 9 novembre 2020. “… l’operazione Parukh, la situazione al confine armeno-azerbajgiano nel maggio 2021, cosa è successo nel settembre 2022…”. In realtà minaccia di ripetere queste aggressioni. Aliyev dice che se l’Armenia non firma il suo ultimatum di capitolazione, allora non ci sarà pace. In altre parole, significa che l’Azerbajgian inizierà una nuova guerra e non ci sarà pace.
Spero che il Presidente dell’Azerbajgian sia ascoltato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, dal Consiglio Europeo e da altre organizzazioni internazionali, e che si traggano conseguenze nei prossimi negoziati» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

«C’è un’illusione tra alcune forze in Armenia che se avessimo dato il Corridoio di Zangezur richiesto da Azerbajgian e Russia, Aliyev non avrebbe inviato eco-attivisti al Corridoio di Lachin, non avrebbe chiuso illegalmente il corridoio, non avrebbe istituito un posto di blocco e non avrebbe fatto morire di fame i 120.000 Armeni del Nagorno-Karabakh. E la Russia l’avrebbe impedito ad Aliyev.
I sostenitori di questo punto di vista appartengono alla linea politica filo-russa. Sostengono che il Corridoio di Zangezur poi non è così male, che l’Armenia non sarà in grado di proteggere questa comunicazione dai Turchi e dagli Azeri con le proprie forze, e sarebbe bene dare il corridoio al Servizio di sicurezza federale russo in modo che i Russi possano presidiare il corridoio che collega Nakhichevan all’Azerbajgian.
Questo è un grosso errore perché l’Azerbajgian ha ripetutamente attaccato l’Armenia e il Karabakh negli ultimi tre anni, ma la Russia non ha adempiuto al suo ruolo di garante della sicurezza. Pertanto, non vi è alcuna garanzia che il corridoio Nakhichevan-Azerbajgian che passa attraverso il territorio dell’Armenia sarà protetto dagli Azeri.
Queste persone affermano che lo scopo di non fornire all’Azerbajgian un corridoio sotto il controllo russo è spingere la Russia fuori dal Caucaso meridionale.
Questi analisti non considerano la concessione del Corridoio di Zangezur all’Azerbajgian e alla Russia una minaccia all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Armenia, sostenendo che il Corridoio Azerbajgian-Nakhijevan sarebbe stato dato ai Russi, non agli Azeri; quindi, il legame con l’Iran non andrebbe perso.
L’assurdità non sarebbe così perfetta se i giornalisti e i media che hanno scritto queste narrazioni non lavorassero nei media che operano con programmi di sovvenzioni occidentali. Sono sicuri che se si concedesse un corridoio alla Russia e all’Azerbajgian, il Nagorno-Karabakh non si troverebbe in una crisi umanitaria e l’Azerbajgian non avrebbe soggetto a un disastro umanitario a causa del blocco. Lasciatemelo dire subito, questo è un calcolo estremamente sbagliato. Queste persone non capiscono bene cosa vuole l’Azerbajgian.
Cedendo il Corridoio di Zangezur, l’Armenia perderà il collegamento con l’Iran, poiché il controllo delle comunicazioni a Syunik passerà ai Russi e agli Azeri. Potranno ostacolare la connessione Armenia-Iran in qualsiasi momento.
Non c’è alcuna garanzia che Aliyev non occuperà il Nagorno-Karabakh dopo che l’Armenia avrà fornito il Corridoio di Zangezur alla Russia e all’Azerbajgian. In poche parole, non c’è alcuna garanzia che l’Armenia non perda il Nagorno Karabakh se non ceda il corridoio, perdendo la sua sovranità su Syunik.
È assurdo affermare che se l’Armenia avesse assegnato il Corridoio di Zangezur alla Russia e all’Azerbajgian, Aliyev non avrebbe chiuso il Corridoio di Lachin e non ci sarebbe stato un disastro umanitario. Semplicemente non esiste una tale garanzia. Siamo stati convinti molte volte che la Russia è uno stato incompetente e non può garantire nulla.
Credo che l’Azerbajgian abbia trasformato la richiesta del Corridoio di Zangezur in uno strumento di pressione sull’Armenia per bloccare il Nagorno-Karabakh. È probabile che l’obiettivo di Aliyev non sia nemmeno quello di ottenere il Corridoio di Zangezur, ma di tenere in mano la questione del Corridoio di Lachin e bloccare il Karabakh.
Sono sicuro che se l’Armenia avesse ceduto il Corridoio di Zangezur a Russia e Azerbajgian, Aliyev avrebbe comunque istituito un checkpoint nel Corridoio di Lachin.
L’Armenia non dovrebbe soddisfare le richieste illegali che le vengono presentate. È ovvio che l’Azerbajgian attuerà presto uno scenario militare contro il Nagorno-Karabakh, e la concessione del Corridoio di Zangezur non impedirà ad Aliyev di intraprendere un’azione militare. E la Russia non lo impedirà, anche se l’Armenia si unisse allo Stato dell’Unione.
Oltre a Russi e Azeri, anche figure filo-russe in Armenia accusano Yerevan di aver violato la dichiarazione del 9 novembre 2020 e di non aver fornito il Corridoio di Zangezur. Questa è una falsa accusa. Cosa mostrano i fatti?
Nelle ultime settimane l’Azerbajgian ha condannato alla fame gli Armeni del Nagorno- Karabakh chiudendo il Corridoio di Lachin e impedendo il trasporto di beni umanitari dall’Armenia all’Artsakh. Pertanto, l’Azerbajgian e la Russia hanno violato la dichiarazione del 9 novembre 2020, perché secondo essa il Corridoio di Lachin dovrebbe essere tenuto sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace russe e l’Azerbajgian dovrebbe garantire la sicurezza delle comunicazioni di trasporto.
L’Armenia non ha promesso di fornire il Corridoio di Zangezur alla Russia e all’Azerbajgian né nella dichiarazione del 9 novembre né verbalmente. Secondo la dichiarazione del 9 novembre, il Servizio di Sicurezza Federale russo dovrebbe effettuare il controllo sulla comunicazione di trasporto Nakhichevan-Azerbajgian. Cosa significa? A quel tempo (novembre 2020), Putin ha firmato un decreto, secondo il quale il Servizio di Sicurezza Federale russo dovrebbe monitorare l’adempimento degli obblighi dell’Armenia in merito alla revoca delle comunicazioni di sblocco.
In altre parole, quale lavoro sta svolgendo l’Armenia in termini di sblocco? Sta costruendo un checkpoint o no? Le strade sono sicure e percorribili o no? Il controllo delle comunicazioni da parte del Servizio di Sicurezza Federale russo non significa affatto rinunciare alla sovranità sulla strada Nakhichevan-Azerbajgian attraverso l’Armenia. Può esserci un soldato russo nei convogli di camion in movimento, non di più.
Qualunque concessione Yerevan faccia a Russi e Azeri a spese dei territori sovrani armeni, l’Azerbajgian non abbandonerà il suo piano per conquistare e soggiogare il Karabakh. L’Armenia dovrebbe compiere sforzi, con l’aiuto di partner internazionali, per prevenire la pulizia etnica, il massacro e la fame pianificati dall’Azerbajgian nel Nagorno-Karabakh» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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