203° giorno del #ArtsakhBlockade. Narrazioni menzognere azere in preparazione ad una nuova “Operazione Vendetta” nella campagna azera di pulizia etnica

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.07.2023 – Vik van Brantegem] – Un altro giorno, un’altra sparatoria (quotidiana) da parte delle forze armate del guerrafondaio Aliyev dell’Azerbajgian, dalle posizioni nei territori occupati dell’Artsakh con l’aggressione del 2020, sugli agricoltori per interrompere il sostentamento della popolazione dell’Artsakh e la loro fonte di cibo. «Tutte le persone qui capiscono il pericolo che stiamo affrontando. Ci possono essere dei disaccordi tattici su come procedere, ma non vedo disaccordi fondamentali» (Ruben Vardanyan).

Papa Francesco oggi dopo la recita dell’Angelus Domini in Piazza San Pietro ha detto: «Anche in questo periodo estivo non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo speciale per il popolo ucraino, tanto provato. E non trascuriamo le altre guerre, purtroppo spesso dimenticate, e i numerosi conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della Terra; tante guerre ci sono oggi… Interessiamoci di quello che accade, aiutiamo chi soffre e preghiamo, perché la preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo». Dell’Ucraini tutti parlano. Sarebbe opportuno con ogni appello nominare a turno alcune delle altre guerre, conflitti e scontri trascurati e dimenticati, di cui non si parte. Noi continuiamo a non far dimenticare e trascurare l’assedio dell’Azerbajgian all’Artsakh, parlandone quotidianamente. Noi non ci stanchiamo e non rimaniamo in silenzio.

«La gente fa la fila per il pane a Stepanakert» (Marut Vanyan).

«La mancanza di pane è dovuta alla mancanza di carburante, affermano le autorità del Karabakh. La carenza di carburante causata dal blocco ha costretto i fornai a consegnare il pane ai negozi una volta al giorno invece di tre. Il pane viene venduto nei negozi con restrizioni, di solito uno o due pagnotte a persona» (Marut Vanyan).

«Gli agricoltori mi hanno detto che camminano per chilometri per lavorare qui a causa della scarsità di carburante. Uscendo dalla capitale Stepanakert si ha l’impressione che la vita si sia fermata. È così calmo (spaventoso) che ti sembra di essere solo in questo mondo» (Marut Vanyan).

«La mia casa è abbastanza lontana dalla chiesa. Oggi la città è così vuota e calma che riesco a sentire in casa mia le campane della chiesa che suonano. Tutte le macchine si fermarono in silenzio lungo le strade di Stepanakert» (Marut Vanyan).

«A causa del blocco azero, 30.000 bambini in Artsakh/Nagorno Karabakh non hanno un’infanzia normale, senza accesso a frutta e verdura o aiuti umanitari. Nonostante le minacce quotidiane dell’Azerbajgian, questi bambini si sforzano di trovare gioia e a giocare…» (Tatevik Hayrapetyan – Foto di Lilit Asryan).

«I bambini di Askeran trascorrono le vacanze estive» (Marut Vanyan).

«Le formazioni militari illegali armene trasportano armi nel territorio sovrano dell’Azerbajgian con l’aiuto delle forze di mantenimento della pace russe» (Fariz Ismailzade).

Viene riscaldata una vecchia menzogna, già più volta sbugiardata in passata, da un “accademico” pagato dal Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian. Ismailzade è Vice Rettore per gli affari esteri, governativi e studenteschi dell’Università ADA, Gestione delle relazioni dell’Università ADA con il corpo diplomatico, Ministero degli Affari Esteri e altre agenzie governative, che supervisionano il dipartimento di marketing e comunicazione, le ammissioni e gli affari degli studenti, gli affari degli economo e degli ex studenti, l’ufficio internazionale e i programmi di scambio. L’Università ADA è un’università istituita dal Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian nel marzo 2006. Inizialmente fondata come l’Accademia Diplomatica dell’Azerbajgian, con l’obiettivo principale di formare specialisti per una carriera diplomatica negli affari esteri dell’Azerbajgian, ha in seguito ampliato i suoi programmi e cambiato nome.

«Media dell’Azerbajgian: unità militari illegali armene sono ancora nella regione del Karabakh dell’Azerbajgian. Finanziato, addestrato e comandato dall’Armenia. L’Armenia e la Russia stanno palesemente violando le dichiarazioni del 10 novembre 2020 e sono entrambe responsabili del fatto che perde la sua legittimità. Dovrebbe essere eseguita la completa smilitarizzazione (Rahman Mustafayev).

Al noto “diplomatico” propagandista di Aliyev, che rilancia fake news dei media azere, a sua volta fomentate dallo stesso regime azero, piacerebbe lasciare l’Artsakh anche sprovvista dal suo esiguo esercito di difesa. Mustafayev è Ambasciatore dell’Azerbajgian nei Paesi Bassi.

«Mentre gli abili attori internazionali sono riluttanti a inviare una missione e assistere alla crisi di 200 giorni dell’illegale #ArtsakhBlockade, i propagandisti razzisti del regime di Aliyev stanno diffondendo false narrazioni in preparazione di un nuovo attacco mortale nell’ambito della campagna di pulizia etnica» (Tigran Balayan, Ambasciatore dell’Armenia nei Paesi Bassi e in Lussemburgo).

«“L’Azerbajgian pianifica l’Operazione Vendetta–3 in Karabakh”, dichiara la TV di stato azera. I discorsi minacciosi di Aliyev non lasciano dubbi sulla loro intenzione di attaccare. Un’azione immediata da parte dei partner internazionali è imperativa per prevenire ulteriori aggressioni!» (Tatevik Hayrapetyan).

«Nuove provocazioni=Nuove tombe a Yerablur»

«Forte aumento di retorica dall’Azerbajgian, con Baku che accusa sia l’Armenia che gli Armeni del Nagorno-Karabakh di inscenare provocazioni. Caliber, testata legata al Ministero della Difesa azero, parla di operazioni di “antiterrorismo” mentre la TV di stato mette in scena la terza “Operazione Vendetta-3”» (Gabriel Gavino).

Dire una cosa e farne un’altra è indice di scarsa salute mentale. Si può curare, ma è grave. Si chiama dissonanza cognitiva. Dobbiamo certamente capire cosa potrebbe voler dire Ilham Aliyev nei suoi discorsi [QUI], che è un autentico autocrate e fa quello che dice. Quindi, non soffre di dissonanza cognitiva, ma – nonostante le apparenze dei suoi atteggiamenti bellicose, spavalde e strafottenti – è chiare che è molto spaventato, con una paura psicologica, geneticamente arrivata da Heydar Aliyev. In La paura, la tua migliore amica Alexander Huber dice, che la paura è un cattivo consigliere solo se non la affronti. E visto che Aliyev fa quello che dice, significa che le sue paure le affronta. Il che lo rende estremamente pericoloso.

I corpi di due militari dell’esercito di difesa dell’Artsakh, Yervand Tadevosyan e Samvel Torosyan, che hanno tragicamente perso la vita durante l’aggressione dell’Azerbajgian del 28 giugno scorso, sono stati trasportati ieri in Armenia, ha dichiarato Gegham Stepanyan, il Difensore dei diritti umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha facilitato il trasferimento, consentendo la loro sepoltura a Yerablur, secondo la volontà dei genitori. Stepanyan ha inoltre sottolineato che l’Azerbajgian afferma in modo persistente e impreciso che questi soldati caduti erano membri delle forze armate della Repubblica di Armenia, il che serve solo a creare un pretesto per futuri attacchi.

In precedenza, l’Azerbaigian aveva rifiutato di consentire il trasferimento dei resti dei soldati caduti in Armenia e ne ha fatto una trattativa. Purtroppo, a causa del blocco, i genitori che sono stati costretti a trasferirsi in Armenia in seguito all’occupazione dei loro insediamenti da parte dell’Azerbajgian non possono recarsi in Artsakh e dare l’ultimo saluto ai loro figli.

Fatti sulla falsità delle affermazioni dell’Azerbajgian sulla presenza di militari dell’Armenia in Artsakh/Nagorno-Karabakh

Il Difensore dei diritti umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Gegham Stepanyan, ha pubblicato documenti che sfatano le affermazioni azere secondo cui l’Armenia ha truppe nell’Artsakh.

L’Armenia non mantiene alcuna presenza militare nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, ma l’Azerbajgian diffonde false accuse che l’Armenia avrebbe truppe lì. La più recente falsa accusa è avvenuta dopo l’attacco azero del 28 giugno, che ha provocato la morte di quattro soldati dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’Azerbaigian ha affermato falsamente che due dei quattro soldati uccisi erano membri delle forze armate dell’Armenia.

Stepanyan ha pubblicato documenti che dimostrano invece, che erano militari dell’esercito di difesa dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh e ha pubblicato su Facebook il post che segue, nella nostra traduzione italiana:

«La richiesta dei genitori di trasportare in Armenia i corpi di Samvel Torosyan e Yervand Tadevosyan, due dei quattro soldati morti a seguito dell’aggressione dell’Azerbajgian nella notte tra il 27 e il 28 giugno 2023 contro l’Artsakh, e di seppellirli in Yerablur, e le circostanze del loro trasporto da parte del Comitato della Croce Rossa Internazionale sono usate dalla macchina della propaganda azera per affermare che le forze armate della Repubblica di Armenia sarebbero schierate nell’Artsakh.

Con questa affermazione, l’Azerbajgian sta apertamente preparando un terreno informativo per l’avvio di nuovi attacchi contro l’Artsakh, di cui si sta già discutendo nei media azeri․

Le affermazioni dell’Azerbajgian sono false e non hanno nulla a che fare con la realtà. Per dimostrarlo, con il permesso dei parenti dei militari caduti, pubblichiamo i fatti raccolti dal Difensore dei diritti umani dell’Artsakh.

Samvel Tigran Torosyan è nato a Stepanakert, nella Repubblica di Nagorno-Karabakh, il 16 dicembre 2003 (Foto 1: certificato di nascita di Samvel Torosyan). Ha frequentato la scuola elementare n. 7 di Stepanakert. Ha continuato la sua formazione nel programma di istruzione professionale secondaria dell’Università Tecnologica di Shushi con la qualifica di catasto urbano (Foto 2: diploma di Samvel Torosyan). Stava ricevendo un’istruzione superiore presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Mesrop Mashtots di Stepanakert, specializzandosi in sistemi informatici (Immagine 3: la tessera di studente di Samvel Torosyan). Samvel Torosyan era cittadino della Repubblica di Artsakh, registrato nella città di Stepanakert (Foto 4: passaporto di Samvel Torosyan). Fu arruolato nell’esercito dal commissariato militare di Stepanakert. La famiglia e i parenti vivono stabilmente a Stepanakert.

Yervand Hovhannes Tadevosyan è nato il 27 maggio 2003 nella città di Berdzor, regione del Kashatagh della Repubblica di Nagorno-Karabakh (Foto 5: certificato di nascita di Yervand Tadevosyan). Ha frequentato la scuola secondaria n. 2 intitolata a V. Zatikyan di Berdzor. Ha completato l’istruzione primaria nel 2018 (Immagine 6: certificato di istruzione primaria di Yervand Tadevosyan). Yervand Tadevosyan era un cittadino della Repubblica di Artsakh, era registrato nella città di Berdzor (Foto 7: Passaporto di Yervand Tadevosyan). È stato arruolato nell’esercito dal commissariato militare di Kashatagh. Dopo la guerra del 2020, la famiglia di Yervand Tadevosyan, in quanto famiglia sfollata con la forza, ha trovato rifugio nella provincia di Ararat della Repubblica di Armenia, continuando a mantenere la cittadinanza della Repubblica di Artsakh.

Per evitare possibili speculazioni sui documenti presentati, ricordiamo che i documenti di identità di tutti i cittadini della Repubblica di Artsakh sono rilasciati dalla Repubblica di Armenia, con l’indicazione del loro indirizzo di registrazione. È un approccio ben noto, utilizzato a causa del mancato riconoscimento dell’Artsakh, in modo che i residenti dell’Artsakh possano viaggiare ed esercitare i propri diritti anche in altri Paesi. Questo approccio viene applicato ai cittadini di quasi tutti gli Stati non riconosciuti del mondo, tenendo conto delle lacune del diritto internazionale e delle relazioni internazionali in materia di protezione dei diritti umani.

I genitori di Samvel Torosyan e Yervand Tadevosyan hanno deciso di seppellire i loro figli nel pantheon commemorativo militare di Yerablur della Repubblica di Armenia in conformità con i loro diritti. È interessante notare che questo non è un nuovo approccio e, negli anni precedenti, anche molti militari della Repubblica di Artsakh sono stati sepolti a Yerablur, tenendo conto dell’importanza nazionale di quel pantheon.

Per quanto riguarda le false affermazioni dell’Azerbajgian sul servizio militare dei cittadini della Repubblica di Armenia nei ranghi dell’esercito di difesa dell’Artsakh, i continui sforzi di accertamento dei fatti del Difensore dei diritti umani dimostrano che dal 2021 solo i cittadini e i residenti della Repubblica di Artsakh svolgono il servizio militare nell’Artsakh . Pertanto, attiriamo l’attenzione degli attori responsabili della comunità internazionale sul fatto che la parte azera, incoraggiata dall’impunità per il blocco dell’Artsakh e le sue aggressioni militari contro di esso, sta cercando nuove giustificazioni per compiere nuove azioni criminali contro il popolo dell’Artsakh».

Altri esempi della campagna di fake news dei troll azeri sui social, definendo l’illegale e disumane #ArtsakhBlockade, “menzogne armene”.

«Hai visto questo nuovo dipinto ad olio su tela? “Tre Ashot affamati in Karabakh”. Racconta la storia del #ArtsakhBlockade #Azerbaigian #Armenia».
«Nuove foto mostrano come gli Armeni continuano a fare festa e “morire di fame” in Karabakh con tanto cibo gustoso nei ristoranti. #TheHungerGames #ArtsakhBlockade #ArmenianLies #Azerbaigian».

«Sembra che una nuova parola sia apparsa nel vocabolario della propaganda azera: “Khankendi”. Non l’ho sentito molto prima. Adesso tutti lo ripetono in coro ogni giorno» (Marut Vanyan).

Della storia del nome azero “Khankendi” per la capitale della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Stepanakert (in cui nome antico era Vararakn, prima di essere converito in Khankendi), abbiamo parlato alcuni giorni fa [QUI].

«Abitanti del villaggio di Söyüdlü: “Siamo sotto pressione, sono venuti nelle case, stanno pressando tutti”. I residenti di Söyüdlü hanno detto al giornalista della BBC che a coloro che vengono nel loro luogo di lutto e ai loro pazienti non è permesso entrare nel villaggio. Nazim Abbasov, un abitante del villaggio, ha detto che la polizia ha riportato i suoi ospiti da Baku (…).
“Siamo terroristi, cosa siamo? Non abbiamo visto una cosa del genere in TV o sentito da nessun’altra parte in nessun altro paese. Sono qui, i miei ospiti da Baku sono arrivati e non li lasciano passare. Per quanto tempo giocheranno in questo modo contro questo villaggio?”, ha detto.
“Siamo venuti da Ganja. La polizia non ci ha fatto entrare nel villaggio. Abbiamo chiesto loro di controllare la macchina e lasciarci andare, hanno detto di no, non possiamo farlo”, ha detto alla BBC Narmina Abdullayeva, che è venuta a trovarla malata parente che era appena uscito dall’intervento» (Programma azero di BBC News [QUI]).

«E a quanto pare, i residenti di Söyüdlü non hanno mai sentito parlare del #ArtsakhBlockade attuato dallo stesso regime dispotico azero, un blocco che va avanti da 7 mesi. Oppure gli Azeri pensano ingenuamente che queste pratiche dispotiche fossero riservate solo per gli Armeni…» (Nara Matini).

Sul blocco del villaggio Söyüdlü da parte della polizia azera dopo le proteste ambientali dei cittadini abbiamo riferito alcuni giorni fa [QUI].

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

Free Webcam Girls
151.11.48.50