A Milano presentato il bilancio di missione dell’Arcidiocesi

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Nei giorni scorsi è stata presentata, alla presenza dell’arcivescovo mons. Mario Delpini, la prima edizione del Bilancio di missione dell’Arcidiocesi di Milano, che ha deciso per la prima volta di dotarsi di questo strumento in un’ottica di trasparenza e verifica, anche interna, del livello di coerenza rispetto alla propria missione.

Nell’intervento introduttivo mons. Bruno Marinoni, vicario episcopale per gli Affari generali e Moderator Curiae, il Bilancio di missione è “una modalità che abbiamo ritenuto molto utile per confrontare in modo strutturato strumenti e risorse: la sua predisposizione è così andata di pari passo con una riorganizzazione funzionale e una semplificazione”.

Una seconda caratteristica convincente è lo stile narrativo: “Lo sforzo fatto in questo documento è quello di rendere trasparenti e comprensibili a tutti le dinamiche attraverso cui la Diocesi assolve ai propri compiti: anzitutto ai cristiani che vivono sul territorio e a coloro che operano negli enti descritti, ma più ampiamente all’insieme dell’opinione pubblica”.

Mons. Marinoni ha illustrato la struttura del documento e i criteri con cui sono stati organizzati i contenuti, individuando tre dimensioni che caratterizzano in modo rilevante, sebbene non esclusivo, il servizio di un vescovo e dei suoi collaboratori alla Chiesa, in particolare nei confronti delle realtà locali che operano sul territorio (le parrocchie, ma non solo): ovvero la ‘cura pastorale’ (indirizzo, coordinamento, formazione), la ‘cura amministrativa’ (vigilanza canonica, consulenza amministrativa, servizi), il sostegno di attività e progetti sul territorio (la gestione diretta di opere e l’erogazione di contributi per finalità specifiche, fondi diocesani e 8xmille):

“L’auspicio è che questo progetto, che qui trova una prima esplicitazione e che potrà certamente essere arricchito e perfezionato, possa anche diventare punto di riferimento per l’insieme del mondo diocesano e dei vari enti che lo compongono, a partire naturalmente dalle stesse parrocchie, che in questa prima edizione non è stato possibile prendere in considerazione”.

Mentre Antonio Antidormi, economo della Diocesi di Milano, ha illustrato i numeri del documento, l’arco temporale di riferimento (l’anno pastorale 2021-22 per l’Ente Arcidiocesi e il 2021 per gli altri enti) e il metodo con cui le cifre sono state calcolate: “Al fine di descrivere il flusso di risorse economiche impiegate, i singoli bilanci della Curia Arcivescovile, degli Enti centrali e delle società diocesane di servizi sono stati analizzati ed aggregati operando una riclassificazione per destinazione riguardo agli oneri sostenuti per promuovere le tre dimensioni della ‘cura pastorale’, della ‘cura amministrativa’ e del sostegno diretto”.

Tali risorse sono pari ad € 51.899.868, destinate per il 30% ad attività di vigilanza canonica, consulenza amministrativa e servizi, per il 19% ad attività di indirizzo pastorale, coordinamento e formazione, e per il 51% al sostegno di attività e progetti sul territorio tramite la gestione diretta di opere e l’erogazione di contributi per finalità specifiche.

Con riferimento alla cifra di € 51.899.868, il 38% proviene da fondi della Conferenza episcopale italiana (8×1000 ordinario, straordinario e bandi), il 37% da contributi tipici provenienti da parrocchie, enti e privati, il 23% da servizi relativi alle attività commerciali delle società diocesane; il restante 2% proviene dall’utilizzo di riserve, il che significa che le risorse impiegate hanno superato di poco le fonti.

Nel bilancio di missione si precisa il compito del vescovo: “Il compito di guida del Vescovo verso la Chiesa particolare deve essere svolto con la cooperazione di tutta la comunità credente, anche attraversi gli organismi di comunione previsti a tale scopo.

Il primo organismo in termini di rappresentatività è il Sinodo diocesano, che raduna una rappresentanza di tutti i fedeli per dare suggerimenti al Vescovo in ordine alla legislazione diocesana, ed è tuttavia una realtà non stabilmente in atto: viene infatti convocato solo quando ne sussistono le condizioni”.

Concludendo l’incontro mons. Mario Delpini, ha ripreso il senso di quanto scritto nella prefazione del Bilancio di missione: “Questo documento è frutto di una esperienza spirituale: ha richiesto tempo, ha impegnato a interpretare i numeri come un linguaggio che parla di persone, di servizio, di attenzione ai bisogni delle comunità e delle persone.

Ha richiesto competenza per elaborare con precisione i dati e proporli alla lettura in modo che siano comprensibili come un messaggio, piuttosto che come tabelle di cui importa solo il numero finale.

Il Bilancio di missione invita a considerare la bellezza e i limiti della Chiesa che amiamo; suscita ammirazione per l’immenso bene che si compie; invita ciascuno e ciascuna comunità a porre domande e a interrogarsi sulle proprie responsabilità”.

(Foto: Arcidiocesi di Milano)

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