Sul rito romano usus antiquior più che semplici voci. Probabile proibizione di «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande»

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Dopo nostri due precedenti articoli [QUI e QUI] ritorniamo sulle voci insistenti, che sarebbe in preparazione una nuova Costituzione Apostolica con ulteriori restrizioni – dopo il sciagurato Motu proprio Traditionis custodes [QUI] – all’uso del Rito antico per le celebrazioni liturgiche della Chiesa Cattolica Romana (si tratta di molto di più della celebrazione della Santa Messa o dell’uso liturgico del latino), con la sua imminente emanazione (forse il 3 aprile 2023, l’anniversario della Costituzione Missale Romanum di San Paolo VI del 3 aprile 1969 [QUI]).

«E tutto ciò causa angoscia spirituale, e angoscia di coscienza, a tanti semplici credenti di buona volontà, i quali sentono che la loro angoscia di coscienza non tocca gli uomini che sono stati incaricati di tali decisioni. E così vivono in una sorta di desolazione spirituale, che è accentuata da ogni giro di vite mentre Roma soffoca lentamente ma inesorabilmente la pratica della liturgia antica» (Robert Moynihan, 6 febbraio 2023).

Di questo tema si parla in tre articoli che riportiamo di seguito:

  • Messa antica di Robert Moynihan su The Moynihan Letters del 6 febbraio 2023: «Molti non lo considerano una questione importante. Lo vedono come marginale, persino irrilevante. Altri, invece, lo considerano importante, anche critico e centrale, per la vita futura e la fede della Chiesa. (…) due punti di vista (…) a causa di opinioni divergenti sul fatto che l’una o l’altra liturgia sia più efficace nel comunicare ciò che la Messa ha sempre cercato di comunicare: lo spirito di Cristo, la sua stessa vita, a coloro che sono “in comunione” con Lui, e per Lui e in Lui, presso il Padre»
  • PERICOLO: ad aprile un nuovo documento contro la Messa tradizionale? Più che semplici voci: il probabile contenuto #traditioniscustodes #summorumpontificum su Messa in Latino del 6 febbraio 2023: «La recente «prassi romana» ci ha abituato a provvedimenti pontifici assunti al di fuori del «naturale» iter interno della Curia Romana; (…) in un periodo storico di evidente, innegabile ed oggettiva guerra dichiarata alla Tradizione (quindi alla dottrina tradizionale ed al rito tradizionale), è necessario non abbassare la guardia e tenere alta l’attenzione sugli immani pericoli che abbiamo di fronte»
  • Più che semplici voci: notizie dalla palude su Motu-proprio: Summorum Pontificum del 4 febbraio 2023: «Le intenzioni della nuova e indubbiamente «incostituzionale» legislazione del Papa Bergoglio, qui specificate, stanno diventando sempre più chiare: la liturgia tradizionale (e la dottrina, perché di questo si tratta in definitiva) deve essere resa sempre più invisibile e spinta oltre i limiti. (…) Abuso spirituale ai massimi livelli»

«Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto» (Lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai vescovi in occasione della pubblicazione della Lettera apostolica “Motu proprio data” Summorum Pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970, 7 luglio 2007 [QUI].

Messa antica
di Robert Moynihan
The Moynihan Letters  N. 42, 6 febbraio 2023
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Ci sono nuove segnalazioni sulla possibile emanazione (forse il 3 aprile), di ulteriori restrizioni all’uso del rito antico nella celebrazione della Messa.

Due articoli provenienti dall’Europa durante il fine settimana affermano che “fonti” anonime a Roma hanno appena “confermato” ancora una volta che esiste una bozza di “Costituzione apostolica” che limiterebbe ulteriormente l’uso della liturgia antica preconciliare – l’antico modo di celebrare la Messa e i Sacramenti (ad esempio, il Battesimo e l’Ordinazione) – che Papa Benedetto XVI nel 2007 ha affermato dovrebbe essere conservato nella Chiesa come un rito onorato e venerabile.

L’intento sembra essere quello di codificare definitivamente la nuova liturgia – la “nuova Messa” promulgata da Papa Paolo VI il 3 aprile 1969, in sostituzione della Messa antica latina usata per secoli prima del 1969 – come unica liturgia di rito latino nella chiesa.

Diamo uno sguardo un po’ più approfondito a questo argomento… Molti non lo considerano una questione importante. Lo vedono come marginale, persino irrilevante. Altri, invece, lo considerano importante, anche critico e centrale, per la vita futura e la fede della Chiesa.

Perché i due punti di vista? Essenzialmente, perché gli osservatori hanno opinioni diverse sul fatto che le due liturgie siano in tale contrasto da influenzare effettivamente la credenza dei fedeli. In altre parole, a causa di opinioni divergenti sul fatto che l’una o l’altra liturgia sia più efficace nel comunicare ciò che la Messa ha sempre cercato di comunicare: lo spirito di Cristo, la sua stessa vita, a coloro che sono “in comunione” con Lui, e per Lui e in Lui, presso il Padre.

Qualcuno parlerebbe in termini di “grazia”: che tutto ciò che, nella liturgia o nella vita, è più “cristocentrico”, tutto ciò che avvicina le anime a Cristo, chiama le anime a centrarsi su Cristo, più efficacemente fornisce e infonde quella “grazia “che (in un modo misterioso che i teologi professionisti possono discutere e i comuni mortali possono semplicemente meditare in silenzio) è la vita dell’anima – l’energia che rende l’anima, quel mistero centrale che è il nucleo di ogni essere umano, ricco, vibrante, vivo, orientato alla fede, alla speranza e all’amore, orientato al sacrificio della propria volontà e all’abbraccio della volontà di Dio per trovare la propria volontà più completamente che mai…

Alcuni pensano che le due forme della liturgia, la vecchia e la nuova, siano ugualmente cristocentriche (e quindi ugualmente valide) ma semplicemente diverse “esteticamente”. In altre parole, superficialmente. Non essenzialmente. Cioè, alcuni pensano che le persone “anziane” (persone nate prima, diciamo, del 1955 o del 1960, prima dell’inizio del Concilio Vaticano II), e le persone con un legame con le tradizioni aristocratiche europee, e quindi con la venerabile lingua antica latina, semplicemente “come” (esteticamente) l’antica liturgia, con le sue cosiddette “solennità” e “formalità” (sebbene una messa antica in una cappella antica riesca ad essere straordinariamente semplice e accessibile e quindi, in qualche modo, anche “non -solenne” e “informale”), con il suo uso del latino (e un po’ di greco), con il suo uso dell’incenso e dei gesti prescritti, e così via, mentre “persone più moderne” (persone nate dopo, diciamo 1960 o 1965, dopo il Concilio) e persone meno “eurocentriche” (persone provenienti dai Paesi lontani dalla “patria” antica europea della Chiesa Cattolica) semplicemente “apprezzano” la nuova liturgia, il “Novus Ordo” promulgato da Papa Paolo VI nel 1969, con il suo aspetto “meno solenne”, il suo uso del volgare (non latino), la sua “informalità”, il suo uso minore di qualsiasi gesto prescritto, e così via.

Altri ancora ne sono persuasi (per tanti e vari motivi) — secondo il vecchio detto “lex orandi, lex credendi” (“la legge del pregare è la legge del credere”) che significa che il modo in cui si prega finisce per influenzare e plasmare le credenze effettive delle persone – che la “nuova Messa” non orienta le persone in modo così deciso e completo verso Dio come faceva la “Messa antica”.

Questo è semplicemente ciò che alcuni credono davvero. Sono stati persuasi che sia così. Così, quando sentono che Roma sta progressivamente eliminando la “Messa antica”, concludono che Roma ha frainteso qualcosa, che Roma ha sottovalutato la pietà profonda e rafforzante, e la fede, che l’antica liturgia significava e attuava (come ha scritto Papa Benedetto ), per milioni e milioni nel corso dei secoli. Semplicemente non riescono a capire perché Roma vorrebbe spezzare completamente, sopprimere completamente, questa preghiera tradizionale, questa tradizionale invocazione di Dio, questa tradizionale liturgia incentrata su Cristo.

E, sorprendentemente, Roma finora non ha fornito a queste persone alcuna argomentazione veramente persuasiva sul perché Roma desideri fare ciò che Benedetto XVI disse solo 15 anni fa non si sarebbe mai potuto fare: “Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso” (Papa Benedetto XVI nella lettera di accompagnamento al Summorum Pontificum, 7 luglio 2007).

E tutto ciò causa angoscia spirituale, e angoscia di coscienza, a tanti semplici credenti di buona volontà, i quali sentono che la loro angoscia di coscienza non tocca gli uomini che sono stati incaricati di tali decisioni. E così vivono in una sorta di desolazione spirituale, che è accentuata da ogni giro di vite mentre Roma soffoca lentamente ma inesorabilmente la pratica della liturgia antica.

PERICOLO: ad aprile un nuovo documento contro la Messa tradizionale? Più che semplici voci: il probabile contenuto #traditioniscustodes #summorumpontificum
Messa in Latino, 6 febbraio 2023


Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo pubblicato sabato 4 febbraio sul sito tedesco Motu proprio: Summorum Pontificum.

L’articolo riprende, con ulteriori preoccupanti dettagli, le indiscrezioni già rese note venerdì 13 gennaio sulla prossima pressoché totale abolizione del rito tradizionale.

Precisiamo che le informazioni riportate nell’articolo – per quanto assai circostanziate e verosimili – al momento non hanno ancora trovato riscontro tra le nostre fonti; ciononostante, dopo una ponderata riflessione che ha coinvolto l’intera Redazione di MiL, abbiamo ritenuto opportuno pubblicarle, in quanto:

1. la recente «prassi romana» ci ha abituato a provvedimenti pontifici assunti al di fuori del «naturale» iter interno della Curia Romana (ed il provvedimento in questione ha l’aria di essere stato pensato nel cosiddetto «gruppo di Sant’Anselmo»), per cui le nostre fonti qualificate (interne ai Sacri Palazzi e… Case limitrofe) ne potrebbero venire a conoscenza solo nell’immediatezza della pubblicazione, se non addirittura contestualmente;

2. ieri pomeriggio, sul volo di ritorno dal Viaggio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo ed in Sud Sudan – durante l’ormai consueta chiacchierata pseudo-spontanea con i giornalisti – ad una non casuale domanda sul suo predecessore, Papa Francesco risponde di averlo consultato più volte in questi anni e che «non era amareggiato per quello che io ho fatto» [*] [QUI]; ora, posto che tali affermazioni vanno contro tutto ciò che si sa per certo sul pensiero di Sua Santità Benedetto XVI e risultano in aperto contrasto con quanto scritto dal fededegno Mons. Georg Gänswein [QUI e QUI], alle cui dichiarazioni sembra evidente il riferimento (ed è veramente improbabile che quest’ultimo abbia platealmente mentito [il diretto interessato non c’è più per poter rispondere e il “fededegno” con ogni probabilità rimarrà in silenzio… [V.v.B.]), sorge il sospetto (e, anzi, qualcosa di più) che tale uscita apparentemente innocua voglia essere la giustificazione preventiva di una prossima azione già pianificata in forte discontinuità con Benedetto XVI, e sappiamo che uno dei principali terreni di scontro fu proprio il rito tradizionale;

3. in un periodo storico di evidente, innegabile ed oggettiva guerra dichiarata alla Tradizione (quindi alla dottrina tradizionale ed al rito tradizionale), è necessario non abbassare la guardia e tenere alta l’attenzione sugli immani pericoli che abbiamo di fronte;

4. infine, e soprattutto, affinché anche questo nostro articolo possa sollecitare l’«alleanza dei buoni», che – se uniti – possono ancora fare ed incidere molto, come è stato possibile in occasione delle indiscrezioni che – in esclusiva mondiale e tra il dileggio di molti – MiL pubblicò sin dal 25 maggio 2021 [QUI] (con numerosi articoli) su quello che, quasi due mesi dopo, fu il Motu proprio Traditionis custodes [QUI] e ancor prima (e ancor meglio) per l’Istruzione Universae Eccleasiae, 2022 [QUI].

«Tutto quello che sappiamo, e anche questo in larga parte per diretta esperienza, è che il male agisce con grande potenza e successi continui – inutilmente : preparando sempre e solamente il terreno perché il bene, inaspettatamente, germogli» (J.R.R. Tolkien, dalla lettera del 30 aprile 1944 a Christopher Tolkien).

[*] Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan (Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan) (31 gennaio – 5 febbraio 2023)
Incontro del Santo Padre con i giornalisti ammessi al Volo Papale duranti il volo di ritorno, 5 febbraio 2023


Alexander Hecht (ORF TV): «(…) vorrei chiederle se lei sente che dopo la morte di Benedetto XVI è stato più difficile per lei il suo lavoro e la sua missione, perché si sono rafforzate le tensioni tra le diverse ali della Chiesa Cattolica?».
Papa Francesco: «Su questo punto, vorrei dire che ho potuto parlare di tutto con Papa Benedetto, e scambiare opinioni, e lui sempre era al mio fianco, appoggiando; e se aveva qualche difficoltà me la diceva e parlavamo e non c’erano problemi.
Una volta io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e noi non possiamo fare un sacramento, ma c’è la possibilità di assicurare i beni con la legge civile – è incominciata in Francia, non ricordo come si chiama –; qualsiasi persona può fare una unione civile, non necessariamente di coppia, le vecchiette in pensione fanno un’unione civile… e così via. Allora una persona, che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro Cardinali teologi di primo livello e ha detto: “Spiegatemi questo fatto”, e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia.
È un aneddoto per far vedere come si muoveva Benedetto quando c’era una denuncia. Alcune storie che si dicono, che Benedetto era amareggiato per questo o quell’altro che ha fatto il nuovo Papa… sono “storie cinesi”. Anzi, Benedetto, io l’ho consultato per alcune decisioni da prendere e lui era d’accordo.
Credo che la morte di Benedetto è stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E la gente che, in un modo o in un altro, strumentalizza una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, quella gente non ha etica, è gente di partito, non di Chiesa. Si vede in ogni parte la tendenza di fare con le posizioni teologiche dei partiti e poi portare a questo… Lasciar perdere… Queste cose cadranno da sole, o alcune non cadranno e andranno avanti, come nella storia della Chiesa è successo. Ma ho voluto dire chiaramente chi era Papa Benedetto, non era un amareggiato».

Indice – La morte di Benedetto XVI [QUI]

Più che semplici voci: notizie dalla palude
Motu-proprio: Summorum Pontificum, 4 febbraio 2023

(Traduzione italiana dal tedesco a cura di MiL)

La nostra fonte romana ci ha fornito nuove informazioni e chiarimenti sull’attesa Costituzione Apostolica sull’eliminazione della dottrina tradizionale e del suo rito dalla vita della Chiesa.

Secondo questa, il documento si concentra sull’esplicita proibizione dell’amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali secondo la forma tradizionale come regolata nel Rituale Romanum tradizionale o nel Pontificale. Battesimo, matrimonio, cresima – solo nel nuovo rito e in latino solo nella misura in cui sono celebrati all’interno di una Messa del Novus Ordo in latino. La nostra fonte non ha saputo dire fino a che punto sia necessario un permesso speciale per quest’ultimo, come già avviene in alcune diocesi statunitensi.

Questo divieto riguarda espressamente anche le ordinazioni al diaconato e al sacerdozio: in futuro, anche nelle comunità fedeli alla tradizione, esse potranno avvenire solo secondo la liturgia della riforma. L’amministrazione dei sacramentali tradizionalmente chiamati «ordini inferiori» – per i quali non esiste un nuovo rito – è proibita.

La «libertà» dei sacerdoti delle comunità fedeli alla tradizione di celebrare la Santa Messa secondo il Messale tradizionale senza un permesso speciale è limitata all’uso all’interno delle case «canonicamente stabilite» di queste comunità.

Queste informazioni attuali, che a quanto pare vanno oltre lo status di semplici voci, indicano anche la Settimana Santa come data di pubblicazione del documento – quindi probabilmente l’anniversario della Costituzione Missale Romanum di Paolo VI, il 3 aprile.

Le intenzioni della nuova e indubbiamente «incostituzionale» legislazione del Papa Bergoglio, qui specificate, stanno diventando sempre più chiare: la liturgia tradizionale (e la dottrina, perché di questo si tratta in definitiva) deve essere resa sempre più invisibile e spinta oltre i limiti. Vai lì! Se possibile, il «normale credente» non dovrebbe più entrare in contatto con ciò che è stato cattolico per duemila anni – e se lo fa, con la coscienza sporca di aver fatto qualcosa di «proibito». Abuso spirituale ai massimi livelli; il Papa come assassino di anime?

Il secondo bersaglio dell’attacco sono le comunità di tradizione, che devono essere colpite nel profondo proibendo o limitando fortemente la loro attività pastorale e soprattutto vietando le ordinazioni con il rito tradizionale. Anche i loro membri devono essere costretti a comprendere i duemila anni di storia della Chiesa di Cristo come un capitolo superato, addirittura chiuso, e a prestare giuramento di fedeltà alla Chiesa dello Zeitgeist, riplastificata dallo «spirito del Vaticano II» e rifondata dal Pistolero della Pampa. Gli effetti concreti che questo avrà sui seminari e sulla situazione della nuova generazione negli istituti dovrebbero essere presto visibili.

Due osservazioni attuali confermano la tendenza e giustificano i peggiori timori. In primo luogo, l’attuale titolare della Cattedra di Pietro si era espresso in un recente discorso come se avesse delle riserve morali sull’omosessualità. Questo gli valse un «dubium» di rimprovero da parte del suo frate James Martin. Francesco ha prontamente risposto, contrariamente a quanto fa di solito con i dubia, con una lettera scritta a mano in cui si scusa assiduamente [QUI] e suggerisce una lettura delle sue osservazioni più gradita all’omo-papa.

Il secondo è forse ancora più tipico: con decreti dettagliati, Francesco ha fondato all’inizio del mese quello che probabilmente è un «Centro educativo Laudato Sì per la conversione ecologica», più orientato alla pratica, e un «Centro studi Laudato Sì per il riorientamento ecologico», più orientato alla teoria. Entrambe le istituzioni [QUI] sono dotate di ampi privilegi istituzionali e finanziari e hanno a disposizione la residenza estiva Castel-Gandolfo, utilizzata da precedenti papi, come sede per le loro attività indubbiamente estremamente benefiche. Si dice che siano già iniziati i lavori di ristrutturazione di questo che si chiamerà Borgo Laudato-Sì.

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