“Se non è concreta, non è fede”. Testimonianze estate 2022 – 4. Ritornando al futuro. Quanti padroni hai?

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.09.2022 – Veronica Cireneo] – Ho sognato di essere nell’aldilà (Oh, mamma! Eh, sì, prima o poi tocca, a tutti!). Dove fossi esattamente non lo dico, ma ero lì che pensavo a quei tempi cupi e confusi della terra, dove era diventato vero: tutto e il contrario di tutto. È falso: tutto e il contrario di tutto. Come ne uscimmo, nemmeno lo ricordo. Ah, sì! Avevo sempre in mente Padre Pio e Santa Teresina, con i loro insegnamenti fantastici. Quali fossero, li diciamo alla fine.

Ricordavo in particolare un giorno, quando dovendo lavare la mia coscienza da più di un peccato mortale, non sapevo cosa fare e da chi andare. Perché non sapevo cosa fare e da chi andare? Come perché?! Non avevamo sentito dire più di una volta, che la misericordia di Dio è un diritto dell’uomo, e che Dio perdona tutti qualunque cosa facciano, e che le anime malvagie possono stare tranquille, tanto evaporano, visto che l’inferno non esiste?

Sì. L’avevamo sentito dire tante volte, ma ci ricordavamo pure, che un tempo trovavamo in ogni chiesa, sacerdoti disponibili ad ascoltare ed assolverci dai peccati più gravi, a condizione del pentimento sincero, e a condizione di versare lacrime per averli commessi (così diceva Sant’Ignazio di Loyola: “Cerca di arrivare a piangere i tuoi peccati, prima di confessarli, perché se non piangi per averli commessi, è difficile che tu sia pentito veramente!”).

Ci ricordavamo pure, che trovavamo facilmente sacerdoti disponibili a compiere la loro missione di legare e di sciogliere, quello che sarebbe rimasto sciolto o legato anche in cielo, in confessionali con le grate dove era facile confessare, non visti, anche quei peccati gravissimi che vis à vis si faticava ad ammettere, facendo il gioco del demonio che invitava ad evitare di fare brutta figura con: “Un uomo come te è  il sacerdote”, diceva lui, mentre prima di commetterlo il meschino spronava: “Ma dai, che male c’è!”

Eppure non ci bastava avere un sacerdote così. Cercavamo proprio quello che si chiamava “guida, spirituale”, ovvero un sacerdote fisso, di notoria bontà e rettitudine di costumi, che conoscendo ben bene la nostra anima, avesse potuto lanciarla più avanti e più rapidamente sui gradini alti della santità.

Così quel giorno non trovando né l’una, né l’altra occasione, dovetti viaggiare qualche centinaio di km per arrivare da un sacerdote che non mi conoscesse proprio, visto che non eravamo neppure più sicuri che quelli moderni, mantenessero quello che in altri ambiti chiamavamo “segreto professionale”.

Giunta a destinazione mi tuffai nella prima chiesa che incontrai sui miei passi. Un sacerdote vecchissimo trovai lì. Avrà avuto cent’anni. Padre Candido, disse di chiamarsi. Mi confessò. Mi assolse. Deo Gratias. Era un sabato. È felicissima che il giorno dopo avrei potuto partecipare al Santo Sacrificio in Grazia, tornai a casa.

La domenica mattina, durante la Messa, proprio prima della distribuzione dell’Eucaristia, la coscienza mi fece notare, che nella confessione del giorno precedente avevo dimenticato di piangere e citare un altro paio di peccati, che mi stava opportunamente ricordando e rimproverando. “Nooooo! Centinaia di km per una confessione incompleta?! Un viaggio a vuoto?!

Devo rinunciare all’Eucarestia?”, pensai, mentre l’altra voce, sibillina: “Ma no dai, il più l’hai detto!” E la coscienza a lei: “Se il più l’aveva detto, non le starei a ricordare queste due colpe!” E a me: “Vuoi ricevere Gesù in queste condizioni, quando ti dico che non sei in stato di Grazia? Ti ricordo che non puoi servire due padroni. Devi scegliere: Dio o mammona”. “OK. Riscelgo: vada ancora per Dio!”, risposi tra me e lei.

Che combattimenti sulla terra! Meno male che ora sono finiti! Deo gratias! Persi tre chili in quei due giorni. Beh, almeno questo poco male. Ero una donna sulla terra. Ci tenevo così tanto alla linea!

Così fu deciso: all’Eucarestia non mi mossi dal banco. “La Messa è finita. Andate in pace!”, disse il sacerdote. E con l’acquolina alla bocca, anzi a bocca asciutta presi il toro per le corna e cominciai a girare la città, per più di una chiesa fino a trovare un sacerdote disponibile, che mi assolse di nuovo, fornendomi pure, ed inaspettatamente, qualche efficace indicazione pratica e spirituale: miracolo!

Mentre nei banchi eseguivo la riparazione, lo stesso iniziò la celebrazione della Messa, la seconda della giornata per me, dove potei nutrirmi delle Sacre Specie: in pace, in Grazia e con estrema gratitudine.

Ripeto: che combattimenti sulla terra! Ma benedetti quei combattimenti! Benedette le cadute che frenano la superbia; benedetta la Voce di Dio nella coscienza!

Concludo, che laggiù avete così tante cose da fare, che non mi va nemmeno di farvi perdere troppo tempo!

Dicevo: cosa ricordavo sulla terra dei fantastici insegnamenti di Santa Teresina e di Padre Pio? Questi.
Di Lei: “Se penso ai patimenti degli uomini degli ultimi tempi, vorrei per me quei dolori!” E noi li avevamo. Quindi, tutto ok.
Di Lui: “Quando arriveranno quei tempi non ascoltate più nessuno! Fate tutto alla luce della coscienza, nella fede dei padri, nella fede dei padri, nella fede dei padri!” Si. Proprio così. Lo disse tre volte: “Nella fede dei padri!”

E noi così facevamo. “E chi ha orecchie per intendere, intenda”.

Veronica Cireneo

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Foto di copertina: incisione di “lo Somni de Johan Johan” (1497) dello scrittore valenciano Juame Gassull. Scena didattica. Si legge la locuzione latina “qui habet aures audiendi audiat”, che tradotta letteralmente significa “chi ha orecchie per intendere, intenda”. Questa frase è ripetuta in vari passi dei Vangeli, e invita ad approfittare dei consigli dati, traendo profitto per sé dalle cose dette in generale.

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