Scandalo a Cremona

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Anche quest’anno sono tornate le polemiche contro abiti, atteggiamenti e provocazioni presenti nelle manifestazioni dell’orgoglio Lgbtqia+ a causa di una statua vestita da Madonna e con il seno scoperto, di pessimo gusto, portata in spalla da un gruppo di manifestanti durante il corteo di Cremona.

Al centro delle polemiche è finito anche il sindaco della città, Gianluca Galimberti, che ha concesso il patrocinio al primo pride di Cremona e ha partecipato alla manifestazione. La sfilata arcobaleno nelle vie del centro aveva il patrocinio del comune di Cremona, e questo ha fatto finire anche il sindaco Gianluca Galimberti al centro delle critiche.

Di fronte alle immagini della Vergine così rappresentata e alle fotografie che ritraggono nel corteo dei 1.500 anche un attivista sosia di papa Francesco abbigliato come il pontefice, è montata l’onda delle polemiche politiche.

La bambola travestita da Madonna ha fatto uscire dalle abituale riservatezza che lo contraddistingue anche Giovanni Arvedi, imprenditore dell’acciaio, patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in città ha costruito il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell’Università Cattolica:

“Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofobia e alle discriminazioni. Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui”.

Per questa blasfemia il vescovo della diocesi cremonese, mons. Antonio Napolioni, ha scritto una lettera alla città, raccogliendo lo sconforto dei cittadini: “All’indomani della manifestazione ‘Cremona Pride’ tenutasi sabato 4 giugno in città, raccolgo lo sconcerto di numerosi cittadini, credenti e non credenti, per la presenza di immagini offensive ed evidentemente blasfeme, che non possono avere alcun valore educativo o comunicativo di valori e diritti. Sono gesti che non fanno bene a nessuno, e che feriscono anche i tanti che si stanno impegnando con reciproco rispetto per una società senza discriminazioni”.

Ed il vescovo ha ribadito che il dialogo si costruisce nel rispetto: “Esprimo il dolore mio e della comunità cristiana, nel desiderio di imparare sempre dalla Madre di Dio e dell’umanità uno sguardo di accoglienza, comprensione e riconciliazione verso tutti.

La Chiesa cremonese, impegnata in un aperto dialogo sinodale con tante voci ed esperienze delle proprie comunità e della società civile, alimenterà nella preghiera l’ulteriore impegno di annuncio e dialogo, che questi tristi episodi non hanno la forza di intaccare”.

(Foto: Open)

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