“Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. 51° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina in Vietnam. Luce a Khe Nhao. Love Beyond Borders

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Il 28 aprile scorso abbiamo dato notizia [QUI] dell’inizio del 51° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina che porta Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami in Vietnam fino al 7 maggio, con Padre Giovanni, camilliano, Direttore del Mai Tai Center a Saigon, e Men Thi Bui, Rappresentante della Fondazione Santina ad Hanoi. Dopo aver presentato il programma provvisorio di questo viaggio dal tema Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, il 2 maggio abbiamo presentato il Report 50/1 – La pulce e la scolopendra [QUI]. Il 3 maggio abbiamo proseguito con il Report 50/2 – Ma tu hai una cicatrice nascosta? [QUI], che Don Gigi ci ha inviato da Yen Bai, nel Vietnam del Nord, in cui parla di Hien e il dramma dell’AIDS. E sempre da Yen Bai ci ha inviato il Report 51/3 – Luce a Khe Nhao. Love Beyond Borders, che segue, in cui Don Gigi ci parla dell’inaugurazione il 3 maggio di una rete elettrica portata dalla Fondazione Santina nel villaggio di Khe Nhao.

Apro la porta del terrazzo nella mia camera a Yen Bai, a due ore di macchina da Hanoi, e la natura lussureggiante esplode: sembra di avere una stanza nella giungla! Le montagne sullo sfondo mi fanno pensare alla Cina che non è lontana. Il verde è di un colore forte. Ti trovi immerso in incredibili e imprevisti colori come quelli di una farfalla viola che si posa sulla ringhiera del terrazzino. Mi sono svegliato all’ alba ed il sole rosso conferisce al verde intenso della natura, ai rami delle piante un magico scintillio. Lontano il rumore di un taglialegna. Da queste parti molte piante sono usate per la carta ed i pannelli di legno sottile sono posti ad essiccare prima della lavorazione dell’ormai costoso prodotto.

Dopo aver celebrato la Messa, la jeep mi attende. Oltre a Men, la nostra responsabile per il Vietnam, vi è il fratello Duan e il padre Doan. Sono felice. Stiamo partendo per Khe Nhao dove oggi inaugureremo la rete elettrica che è stata finanziata da Carlo Olmo. Il viaggio è un po’ complicato e non certo comodo. Durante il viaggio Men avrà diversi conati di vomito per la strada difficile e sterrata.

Partiamo felici per la bella realizzazione, che oggi festeggeremo. Da Yen Bai al villaggio di Khe Nhao dobbiamo percorrere circa due ore di strada normale, poi un ora con un fuoristrada più potente, ed infine 30 minuti di sola motocicletta. Il tutto dopo la giornata di pioggia torrenziale di ieri.

Qui in Vietnam mi sento penalizzato fortemente, perché le lingue europee non sono per nulla conosciute. In definitiva posso parlare solo con Men o attraverso Men, e poi? Tanti ma tanti sorrisi, inchini profondi, strette di mano, che questo popolo elegante e raffinato elargisce a tutti. Ci fermiamo alla casa del parroco, che cura in modo saltuario il villaggio. Padre Sin ha organizzato tutto e con lui vi è un altro sacerdote suo amico. Oltre ai sorrisi, inchini ed altro ancora, il Vietnam ti elargisce in modo compulsivo piccole tazze ti tè che non puoi però rifiutare. Altro che gli Italiani dipendenti dai caffè. Qui il tè sembra scorrere nelle vene!

Padre Sin salta in macchina e ci fa strada. Poi prendiamo il fuoristrada e mi scaraventa sulla moto. Siamo vicini al confine cinese e la povertà si vede. Povere capanne dove si cucina sulla legna, oppure nelle famiglie più ricche con la bombola del gas. Lasciamo i centri abitati ed il sentiero pieno di fango ci butta nella vegetazione incontaminata. Uno stanco bufalo sta percorrendo lentamente il sentiero.

Il ragazzo che guida la moto alza la mano e mi fa mi fa vedere il cavo della nuova rete elettrica, che come Fondazione Santina abbiamo finanziato. Intendiamoci bene, a Khe Nhao non vi sono lavatrici, oppure elettrodomestici, computer. Nulla di tutto questo e molta gente è analfabeta. L’elettricità che abbiamo con fatica portato, serve solo a portare in tutte le case la luce, in altre parole una lampadina. Forse ti sembrerà poco oggi, ma il poco ed il nascosto di oggi prepara le grandi cose del domani. Nelle famiglie del villaggio ora è possibile usare la corrente elettrica per attaccare quanto si vuole, ma soprattutto quanto si può in una povertà che si veste di miseria.

Sono affascinato dal lungo cavo che corre per circa trenta chilometri sospeso a dei tralicci in cemento. Don Gigi, cosa abbiamo finanziato? Non ti immaginare una centrale elettrica, ma una cosa molto più semplice un grosso cavo che supporta alta tensione, quando ci sarà, e dei tralicci di cemento sui quali i cavi sono stati montati. Non è un lavoro appariscente ma, come sempre l’essenziale è invisibile agli occhi, come non era per nulla appariscente mia madre Santina!

Chiedo al ragazzo di fermarsi, faccio un breve video, mi fermo a palpare i tralicci, provo a vedere ingenuamente la loro solidità, il ragazzo ride divertito, perché il linguaggio dei gesti è universale. Ma come ben sapete, questi viaggi non sono tanto per inaugurare, ma per controllare ed a me piace palpare le opere che costruiamo, vederne la solidità. Vi garantisco che l’operosità dei Vietnamiti è granitica ed il traliccio non cade certamente, anzi sono abbastanza sicuro che potrebbe costituire un pericolo per coloro che scivolando, come facciamo noi con la moto nella strada fangosa, rischiano di spaccarsi la testa.

Quel cavo mi affascina, risalgo in moto, lo osservo inerpicarsi sulla montagna e immagino l’abilità degli artigiani nel piantare i tralicci e nel tirare il pesante cavo elettrico. Piano piano la nostra moto sale verso il villaggio fatto di risaie. Il mio cavo elettrico mi fa compagnia e mi dà una grande, grande gioia. Davvero un bel lavoro: robusto, ben fatto ed invisibile. Questa per me è la qualità più bella di questo progetto datato 3 maggio 2022.

Tra tutti i progetti che abbiamo sostenuto nel mondo, questo è il meno visibile. Non puoi benedire l’intero tratto di chilometri. Mi metto a ridere. Ma questa rete elettrica mi affascina, perché è importante e nascosta. Di una mano o di un piede vedi l’esistenza ma nessuno pensa ai nervi o alle vene che permettono alla mano di essere tale. Questa rete elettrica che serve a circa duemila persone ha proprio queste caratteristiche: un piccolo sistema nervoso o arterioso che permette una vita più sicura a gente che non ha nulla! Forse quando accendi una lampadina nella tua camera non fai tutti questi ragionamenti, ma durante la festa per l’inaugurazione i vecchi del villaggio mi dicono la meraviglia del vedere la sera nella propria capanna la luce e una luce forte e bella senza fumo e di grande potenza paragonata alla candela.

Queste meditazioni mi assorbono profondamente. Ho gli scarponi infangati e pieni di schizzi. Durante il tragitto devo scendere alcune volte, perché pozze di acqua allagano il sentiero e non ho la voglia come a Saigon la prima sera di calpestare le pozze di acqua. Finalmente giungiamo al villaggio.

Avete visto il famoso e vecchio film Beyond Borders con Angelina Jolie? [Beyond Borders, un film drammatico diretto da Martin Campbell, uscito negli USA il 24 ottobre 2003 e in Italia il 6 febbraio 2004. Nelle edizioni home video la pellicola è stata successivamente re-intitolata Beyond Borders-Amore senza confini].

Ecco il mio villaggio di Khe Nhao assomiglia al villaggio vietnamita dove è girata una triste parte del film, vi consiglio di vederlo. Non ci sono più Vietkong, se non Doan il padre di Men, ma non è pericoloso. Sorrido divertito e certamente mi guardano in modo divertito per il gran patatone costituito dal mio enorme naso. I bambini ridono divertiti e i più audaci mi toccano il naso, le donne nei loro costumi tradizionali per la festa ridono divertite.

Siamo ancora vicini alla festa nazionale del 30 aprile, quando si festeggia la vittoria del governo di Hanoi sugli invasori americani. Era il 30 aprile 1975. Arrivai in Vietnam la prima volta il 30 aprile 2015, per il quarantesimo della festa e Hanoi era piena di luci e bandiere rosse con la stella gialla in mezzo. Qui vi sono alcuni segni di questa festa nazionale ancora in vista a motivo della festa di oggi, 3 maggio 2022, nella quale non festeggiamo la vittoria dei Vietkong, ma la vittoria della luce sulle tenebre a Khe Nhao. Per gente vissuta sempre al buio è un grande salto di qualità.

La moto gira l’ultima curva. All’ingresso del villaggio un grande rosso striscione con scritta in giallo festeggia la Fondazione Santina per il dono dell’elettricità. Il comprensorio che riceve la corrente elettrica è di circa duemila persone. Anche se il piccolo villaggio non ha più di 400 abitanti, da qui si dirama la corrente elettrica per altri centri popolati di 50/80 persone, che nel pomeriggio visito. Sotto il grande striscione rosso vi sono dei tappeti sui quali alcune bambine stanno danzando sulle note di una tipica musica orientale. La situazione è di forte impatto emotivo.

Cerco Men per avere la possibilità di parlare con qualcuno. Lei arriva con Padre Sin e mi spiega il programma: “Gigi, prima di tutto ci sediamo e ci gustiamo queste belle e tradizionali danze contadine, poi Padre Sin prenderà la parola, sarà poi il tuo turno ed infine il capovillaggio concluderà i discorsi per poi giungere al solenne taglio del nastro.

Ci sediamo, alcune ragazzine aprono sopra di noi dei grandi ombrelli per proteggerci dal forte sole della mattina. Il tempo passa velocemente. Padre Sin apre la cerimonia con un grande ringraziamento a Fondazione Santina e coloro che con grande volontà hanno lavorato in diversi modi e gratuito. Padre Sin da la parola a me e Men in modo simultaneo e sicuro traduce dall’inglese al vietnamita. “Sono contento che questa inaugurazione avvenga nelle vicinanze della festa del 30 aprile. In questi giorni ricordiamo come in questa data nel 1975 la guerra sia finita con la liberazione di una potenza usurpatrice nella vita del Vietnam: ha un grande valore simbolico portare la luce in questi giorni a Khe Nhao”.

I contadini applaudono contenti.

“Oggi è il 3 maggio 2022 e un anno fa come oggi lasciavo per sempre il Vaticano. Ero in macchina e vivevo un senso profondo di liberazione e di gioia. Pensavo al mio passato ed ero pieno di mille paure sul futuro. Venivano meno molte sicurezze e mi aprivo all’incertezza, una specie di salto nel buio. Nel cuore avevo la pace di essere nella volontà di Dio, mai avrei pensato che un anno dopo mi trovassi così, così lontano da Roma e così felice sulle montagne del Vietnam in occasione del 30 aprile, la festa nazionale. Ed oggi sono qui a festeggiare insieme con voi la luce, la luce che ogni sera illumina le vostre case e capanne, che vi porta un po’ più di sicurezza e di agio, che contribuisce a togliere la paura che ognuno di noi ha del buio. Sono orgoglioso di essere prete qui a Khe Nhao oggi, molto più di esserlo stato degli anni passati. Papa Francesco ci dice che i preti devono avere l’odore delle pecore, forse qui direbbe che deve avere l’odore dei bufali, quei bufali che ho accarezzato appena ora, qui vicini e la mia mano puzza ancora”.

Men si ferma, la gente guarda due bufali che stanno bruciando a pochi metri da noi, guardano le mie mani e la mia camicia rossa sporca e scoppia a ridere, una risata sana e genuina di quella gente che applaude. Sono pastori, contadini sdentati, ragazze bellissimi, giovani dai grandi ed atletici muscoli, bimbi meravigliosi che giocano, i piccoli in braccio alle loro mamme: una piccola giostra di colori e di età. Quella risata sana e il loro applauso sciolgono la mia emozione e il grande affetto che quella massa di persone effonde su di me con sguardi, sorrisi e applausi esplode nel cuore. E dentro di me dico a me stesso: incamera tutto questo bene che ricevi, fotografa con gli occhi la loro bontà e cerca di rivedere nella tua mente questa scena quando ti prende lo sconforto o il disorientamento, che assale ogni persona; quando vive la sua fragilità senza compromessi e senza piegare la schiena all’opportunità in dinamiche tanto lontane dalla puzza di bufalo che oggi emano. Gigi, ricorda anche questa puzza di bufalo che oggi hai mostrato, quando ti lasci prendere dalle cose di ogni giorno e non metti troppa preghiera nella tua giornata.

Mentre questa girandola di pensieri mi trapana il cuore, quasi come un automa con Men e padre Sin tagliamo lentamente il grande nastro rosso. La gente regala a Men ed a me due mazzi di fiori gialli e tutto il villaggio di Khe Nhao si avvia allegro verso la chiesetta in legno dove mangeremo tutti insieme. Percorro la strada assalito dai contadini che vogliono stringermi la mano. Men mi è vicino, tira la mia camicia e mi dice: “Ascolta questa donna: ti vuole raccontare una bella storia”. Appena arriviamo alla chiesetta, mentre le donne preparano il pranzo, fuori con Men ascolto la storia della donna: “Mi chiamo Huè e come vedi sono anziana. Io non sono cristiana, ma buddista, come lo è da secoli la mia gente e la mia famiglia. Non abito al villaggio, ma a circa 30 minuti di strada da qui su di una montagna. Vedi, da quando ci avete portato la luce elettrica, la sera e la notte è molto diversa. Devi pensare che da più di 70 anni sono stata abituata a vivere al buio e non sai quale sia la gioia quando all’imbrunire si accende la luce in casa. È una sensazione bellissima e tutta nuova di gioia, serenità, sicurezza e pace: posso vedere, continuare la vita fino a tardi, mentre prima con il tramonto ero costretta a dormire. Il buio divenne poi più forte con la perdita del mio marito e di due figli, allora il tramonto e il buio entravano nel cuore. Ora la sera invece si riempie di calma e di pace”.

Mi prende molto il suo discorso semplice di donna analfabeta, ma pieno di verità e significato. Men continua a tradurre: “Ma devi sapere padre, che dalla mia capanna posso vedere le più basse colline, la foresta e la giungla. E la sera succede un’altra cosa meravigliosa. Guardo attorno a me e come in cielo appaiono le stelle così sulla terra appaiono luci. Anzi un trionfo di luci che entra in gara con le stelle del cielo e mi sento meno sola nel pensare che non lontano da me abitano altre persone. Pensa, sento più vicini gli altri nella notte che di giorno, e sono tanti”.

Queste ultime parole mi colpiscono particolarmente e rispondo lasciando parlare il cuore: “Hai ragione Huè. Quando sei al buio, gli altri li vedi più facilmente e diventano tanti tuoi riferimenti. Io l’ho provato in questo anno sulla mia pelle”. Men capisce di cosa sto parlando e con il tono del conforto mi prende la mano e smette di tradurre dicendomi: “Hai ragione Don Gigi. Tu hai provato questo in modo molto forte in questo anno, ma guarda quante stelle ti ha messo vicino Dio e di cui mi hai detto il nome. Emanuele, Silvana, Blanca, Natale, Marzia, Fabrizio ed Ernestina, il tuo Vescovo Francesco, Don Davide, i tuoi amici preti di Bergamo e poi Don Gianluca, Don Tino, Don Paolo e Don Mauro, il Cardinale Comastri o Parolin. Davvero hai tante luci attorno a te”.

Huè rimane in silenzio osservando quasi la potenza delle parole di Men. Me ne accorgo, stringo forte la mano alla giovane vietnamita e il nostro discorso torna alla buona anziana “illuminata” dalle nostre luci elettriche. Huè parla lentamente e in modo pensato: “Don Gigi, ho deciso di farmi battezzare e di divenire cristiana. Se i cristiani del villaggio contadino di Khe Nhao sanno regalare luce a tutti i contadini che qui vivono, allora voglio regalare luce anche io”.

La guardo con ammirazione. Non mi aspettavo una conclusione simile. “Davvero?”, rispondo io e lei annuisce. “Huè non sai quanto mi fa felice quello che tu dici, noi come cristiani non facciamo proselitismo, tentiamo di attirare per l’esempio. Forse la vita di questa semplice comunità agricola ci è riuscita con te. Aggiungo solo una cosa: ricordati che anche tu la sera accendi la luce come mi hai detto e proprio in quel momento un contadino che non vive lontano da te la vede e divieni per lui consapevolezza di non essere solo. Sono felice Huè, posso dirti una cosa? Quando ti farai battezzare mi dici la data? Vorrei essere io a farlo e verrò per questo dall’Italia”.

La gente ormai attende solo noi per il pranzo.

Khe Nhao, il mio villaggio “Beyond Borders” diventa oggi per me davvero il villaggio di un amore senza confini e l’anziana Huè ne è la commovente testimonianza.

A proposito, se vedi Beyond Borders-Amore senza confini pensa a me e a Khe Nhao.

Ora sono le ore 23.58 del 4 maggio 2022, invio da Yen Bai questo report e mi butto in branda.

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