Lo “strano caso Zanchetta”. Dopo la condanna in Argentina si attende notizie del processo canonico alla Congregazione per la Dottrina della Fede

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Il caso del Vescovo emerito di Orán, argentino e amico stretto di Papa Francesco, Mons. Gustavo Óscar Zanchetta abbiamo seguito da tempo [*], fino alla celebrazione in questi giorni del processo a suo carico in un Tribunale argentino, con resoconti giorno dopo giorno, fino a venerdì 4 marzo 2022 con la condanna a quattro anni e mezzo per violenza sessuale semplice continuato e aggravato per essere commesso da un ministro di culto religioso riconosciuto. Passato il weekend – preso atto dell’assordante silenzio sul caso da parte dell’Uomo Nero che Veste di Bianco e della Santa Sede, a differenza della Conferenza Episcopale Argentina (finalmente) – ritorniamo sul caso Zanchetta. Lo facciamo riportando due articoli, rispettivamente a firma del Dott. Francesco Antonio Grana per Il Fatto Quotidiano («Il vescovo argentino Zanchetta condannato a 4 anni e mezzo per violenza sessuale. È amico del Papa: lo ospitò a Santa Marta dopo l’inizio dell’inchiesta») e della Dott.ssa Franca Giansoldati per Il Messaggero («È forse il caso di abusi e cattiva condotta più scomodo e imbarazzante che esiste in curia, proprio per i legami evidenti con il pontefice»). Si tratta di articoli due vaticanisti certamente non anti-bergogliani, che abbiamo scelto a titolo di esempio per far capire come è cambiato l’aria che tira nei media – tradizionalmente bergogliani – verso Domus Sanctae Marthae.

Per primo, ascoltiamo un riassunto del caso Zanchetta con la voce della Dott.ssa Valentina Villano, psicologa clinica, che i nostri lettori conoscono bene e non solo per la sua rubrica La Mente-Informa https://www.korazym.org/la-mente-informa/.

Potrebbe essere anche vero che «la notizia è arrivata in Vaticano come un fulmine a ciel sereno», come scrive Giansoldati. Questo fa pensare che il Papa e il suo cerchio (diventato poco) magico dovrebbe leggere con più attenzione quello che scriviamo, perché per noi l’esito era scontato. Senz’altro il Papa regnante ha incassato il fulmine che è arrivato dalla sua Argentina sul Domus Sanctae Marthae, se dobbiamo dare credito al sito Silere non possum: «Sono emerse anche le pressioni messe in atto dall’attuale vescovo di Orán, Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM, anche lui amico fidato di Francesco che lo ha anche ordinato quando era Arcivescovo di Buenos Aires, nei confronti di chi aveva denunciato Zanchetta. Da Santa Marta infatti è arrivato un dictat specifico: “Far rientrare la cosa”. Questa volta però Francesco ha fallito e i seminaristi non si sono fatti intimidire. In Argentina, peraltro, già dai primi entusiasmi manifestati in piazza San Pietro nel marzo 2013, avevano fatto notare che quella visione idilliaca non corrispondeva alla reale personalità di Bergoglio». In fin dei conti, l’ha visto bene la vaticanista del Messaggero, che è stata «una gran brutta notizia per Papa Francesco».

Dott.ssa Valentina Villano.

Il riassunto del caso Zanchetta attraverso l’occhio della psicologa clinica

La Dott.ssa Villano continua a confermare la sua visione oggettiva, attenta e professionale sul mondo e su come va il mondo. Sviscerare conoscenza da tutti i pori in una umiltà che non trova precedenti, oggi come oggi, è un fatto più unico che raro. Lei è davvero grande perché è umile, ma si fa piccola nella sua immensa conoscenza della psiche umana applicata ai tribunali di meridiani e paralleli alla fine del mondo e quasi da fine del mondo. Con leggera eleganza che sfiora la perfezione della maestria che insegna con rispetto senza offendere, pone interrogativi metacognitivi all’ascoltatore attento. Con dolcezza e raffinatezza ficcante mai arrogante mette il dito sulla piaga dell’altrui debolezza senza infierire ma solo per informare e formare le menti ancora libere. Quelle menti capaci di pensare, senza compromessi, usando farina dal proprio sacco.

Un ringraziamento alla Dott.ssa Villano, perché con la sua presenza e con il suo coraggio di metterci sempre la faccia, rende il mondo migliore. Un mondo che, ora più che mai, di umanità e intelligenza fine, ne ha bisogno per davvero.

Un riassunto del caso Zanchetta con la voce della Dott.ssa Valentina Villano, psicologa clinica e psicoterapeuta, che conosciamo bene e non solo per la sua rubrica La Mente-Informa su Korazym.org. QUI.

Perciò, in attesa di futuri sviluppi, invitiamo i nostri attenti lettori ad ascoltare questo suo breve intervento riassuntivo dei punti cruciali del caso Zanchetta [QUI].

Francesco Antonio Grana con Papa Francesco.

Giustizia & Impunità
Il vescovo argentino Zanchetta condannato a 4 anni e mezzo per violenza sessuale. È amico del Papa: lo ospitò a Santa Marta dopo l’inizio dell’inchiesta
Bergoglio lo nominò Assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica a fine 2019. Poi ha avviato un processo nella Congregazione per la Dottrina della Fede
di Francesco Antonio Grana
Il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2022


Il vescovo argentino Gustavo Óscar Zanchetta è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per violenza sessuale su due ex seminaristi. Lo ha deciso il Tribunale di Orán, in Argentina, città della quale il presule è stato vescovo dal 2013 per volontà di Papa Francesco a cui è legato da un’antica amicizia. Monsignor Zanchetta, che ha sempre negato le accuse, nell’estate del 2017 era stato costretto a lasciare la guida della diocesi motivando ufficialmente la sua decisione per “un problema di salute” che non gli permetteva di “svolgere pienamente il ministero pastorale”, tenendo anche conto “della vasta estensione del nostro territorio diocesano e delle enormi sfide che abbiamo come Chiesa nel nord del Paese”. Per questo, aggiungeva in una lettera ai fedeli, “ho posto nelle mani del Santo Padre la decisione che credo sia la migliore, anzitutto pensando a voi prima che a me stesso e perché la cura che devo seguire non può essere intrapresa qui. Dal momento che devo partire prima possibile per iniziare il trattamento, mi congedo con questa lettera, anche se mi piacerebbe stringere la mano a tutti, specialmente ai più poveri, ai più deboli e ai più sofferenti”.

La scelta di Monsignor Zanchetta, però, era sembrata subito una fuga dai guai giudiziari. Dimissioni ufficializzate dalla Sala Stampa della Santa Sede il 1° agosto 2017. Nel frattempo il presule aveva lasciato l’Argentina per vivere nella residenza di Francesco, Casa Santa Marta. Pochi mesi dopo, il 19 dicembre, il Vaticano comunicava a sorpresa che il Papa lo aveva nominato Assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Una decisione che Bergoglio spiegò pubblicamente: “C’era stata un’accusa e, prima di chiedergli la rinuncia, l’ho fatto venire subito qui con la persona che lo accusava. Alla fine si è difeso dicendo che gli avevano hackerato il telefonino. Allora di fronte all’evidenza e a una buona difesa resta il dubbio, ma in dubio pro reo. Ed è venuto il cardinale di Buenos Aires per essere testimone di tutto. E l’ho continuato a seguire in modo particolare”.

“Certo, – aggiunse il Papa – aveva un modo di trattare, a detta di alcuni, dispotico, autoritario, una gestione economica delle cose non del tutto chiara, sembra, ma ciò non è stato dimostrato. È indubbio che il clero non si sentiva trattato bene da lui. Si sono lamentati, finché hanno fatto, come clero, una denuncia alla nunziatura. Io ho chiamato la nunziatura e il nunzio mi ha detto: ‘Guardi, la questione della denuncia per maltrattamenti è seria’, abuso di potere, potremmo dire. Non l’hanno chiamata così, ma questo era. L’ho fatto venire qui e gli ho chiesto la rinuncia. Bello e chiaro. L’ho mandato in Spagna a fare un test psichiatrico. Alcuni media hanno detto: ‘Il Papa gli ha regalato una vacanza in Spagna’. Ma è stato lì per fare un test psichiatrico, il risultato del test è stato nella norma, hanno consigliato una terapia una volta al mese. Doveva andare a Madrid e fare ogni mese una terapia di due giorni, per cui non conveniva farlo tornare in Argentina. L’ho tenuto qui perché il test diceva che aveva capacità di diagnosi, di gestione, di consulenza. Alcuni lo hanno interpretato qui in Italia come un ‘parcheggio’”.

Francesco spiegò anche come si era svolta l’indagine canonica su Monsignor Zanchetta: “Economicamente era disordinato, ma non ha gestito male economicamente le opere che ha fatto. Era disordinato, ma la visione è buona. Ho iniziato a cercare un successore. Una volta insediato il nuovo vescovo, ho deciso di avviare l’indagine preliminare delle accuse che gli erano state mosse. Ho designato l’Arcivescovo di Tucumán. La Congregazione per i Vescovi mi ha proposto vari nomi. Allora ho chiamato il Presidente della Conferenza Episcopale Argentina, l’ho fatto scegliere e ha detto che per quell’incarico la scelta migliore era l’Arcivescovo di Tucumán”. E aggiunse: “Mi è ufficialmente arrivata l’indagine preliminare. L’ho letta e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l’ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, stanno facendo il processo. Perché ho raccontato tutto questo? Per dire alla gente impaziente, che dice ‘non ha fatto nulla’, che il Papa non deve pubblicare ogni giorno quello che sta facendo, ma fin dal primo momento di questo caso non sono rimasto a guardare. Ci sono casi molto lunghi, che hanno bisogno di più tempo, come questo, e ora spiego il perché. Perché, per un motivo o per l’altro, non avevo gli elementi necessari, ma oggi è in corso un processo nella Congregazione per la dottrina della fede. Cioè non mi sono fermato”. Eppure il processo penale in Argentina è stato molto più rapido di quello canonico in Vaticano.

Franca Giansoldati con Papa Francesco.

Condannato in Argentina per abusi il vescovo amico di Papa Francesco, lo fece trasferire in Vaticano
Il prelato argentino, fatto vescovo da Papa Francesco, ha guidato la diocesi di Orano dal 2013 al 2017 quando fu raggiunto da alcune denunce
di Franca Giansoldati
Il Messaggero, 4 marzo 2022


La notizia è arrivata in Vaticano come un fulmine a ciel sereno. Una gran brutta notizia per Papa Francesco. Il vescovo argentino suo amico, Gustavo Zanchetta – che aveva accolto a Santa Marta nel 2017 creando per lui un ufficio all’APSA – è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. Il reato è l’abuso sessuale continuato e aggravato a danni di due ex seminaristi. La detenzione è scattata immediata, hanno sentenziato i giudici della Camera II del Tribunale di Orán, in Argentina, María Laura Toledo Zamora, Raul Fernando López e Hector Fabian Fayos. I giudici hanno anche deciso che Zanchetta vanga registrato nella Banca Dati Genetici.

Il procuratore ha parlato di sottomissione psicologica e di manipolazione da parte di Zanchetta sui seminaristi, costretti a raccontargli informazioni intime. Ha fatto riferimento al fatto che la difesa del vescovo voleva usare che uno dei denuncianti era stato abusato da bambino.  La parte più difficile delle arringhe è stata per la difesa di Gustavo Zanchetta, con circa il 90% delle testimonianze che accusavano l’ex vescovo di abuso di potere e abusi sessuali.

Il prelato argentino, fatto vescovo da Papa Francesco, ha guidato la Diocesi di Orano dal 2013 al 2017 quando fu raggiunto da alcune denunce, anche se ufficialmente ha lasciato la diocesi per ragioni di salute. Papa Francesco per aiutarlo non esitò a farlo arrivare in Vaticano, garantendogli l’immunità e creandogli un posto in curia ad hoc. “In dubio pro reo” ha sempre ripetuto il pontefice, anche in una intervista a Valentina Alazraki di Televisa, («dopo la denuncia alla nunziatura (…) l’ho fatto venire qui e gli ho chiesto la rinuncia»). È forse il caso di abusi e cattiva condotta più scomodo e imbarazzante che esiste in curia, proprio per i legami evidenti con il pontefice.
Resta ancora da chiarire quando effettivamente sono arrivate le prime accuse di abusi contro Zanchetta alla Nunziatura a Buenos Aires. Un particolare non indifferente che ha dato adito a molte speculazioni perché Zanchetta è stato nominato vescovo nel 2013 proprio da Papa Francesco.

Formalmente il caso è esploso nel 2015 quando le autorità ecclesiastiche argentine ricevettero una serie di denunce, tra cui alcuni imbarazzanti selfie sul telefonino di Zanchetta con immagini piuttosto esplicite, immagini che riguardavano giovani uomini con i quali sarebbe stato in stretto contatto. A quel punto sono emersi altri particolari, tra cui le lamentele da parte di alcuni sacerdoti di Orano che sostenevano di avere avvertito anni prima la nunziatura della cattiva condotta sessuale di Zanchetta, oltre che del suo comportamento eccessivamente autoritario.

Il Vaticano finora ha sempre smentito di avere ricevuto denunce anteriori alla nomina a vescovo di Zanchetta; un particolare importante perché vorrebbe dire che le procedure interne di indagine sulla moralità dei candidati all’episcopato o sono state ignorate o non hanno funzionato. Papa Francesco nel corso di questi anni, durante una intervista, ha ammesso di essere stato a conoscenza di immagini pornografiche sul telefonino del suo amico, aggiungendo che in ogni caso valeva per tutti la presunzione di innocenza e che bisognava aspettare il processo. «In dubbio pro reo».

Formalmente il Vaticano ha riconosciuto le accuse di abusi sessuali contro il vescovo nel gennaio 2019, e poi Francesco ha autorizzato la Congregazione per la dottrina della fede ad aprire un processo canonico, anche se nel frattempo Zanchetta è tornato al lavoro in Vaticano all’inizio del 2020. Solo di recente ha terminato il suo lavoro all’APSA.

L’episcopato argentino, dopo la condanna di Zanchetta, ha rilasciato una dichiarazione in cui si impegna a rinnovare «il compito urgente di sradicare gli abusi» dalla Chiesa. Il testo firmato da Monsignor Oscar Ojea, Presidente della Conferenza Episcopale, manifesta vicinanza alle vittime e chiede perdono.

[*] Articoli precedenti

Processo Zanchetta: quattro anni e mezzo di carcere per il Vescovo emerito di Orán (Argentina), amico di Papa Francesco – 4 marzo 2022
– Il sesto giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta: ieri i pm hanno chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione effettiva e arresto immediato. Oggi 4 marzo la sentenza – 4 marzo 2022
– Il quinto giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta. Le argomentazioni conclusive delle parti in diretta su YouTube il 3 marzo – 26 febbraio 2022
– Il quarto giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta. Le perizie psicologiche hanno evidenziato che gli accusatori sono credibili – 24 febbraio 2022
– Il terzo giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta. Cittadini davanti al Tribunale: «I peccati saranno perdonati ma i crimini puniti!» – 23 febbraio 2022
– Il secondo giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta – 22 febbraio 2022
– Oggi è iniziato ad Orán il processo a carico del Vescovo Zanchetta, che respinge le accuse. I due ex seminaristi confermano quanto denunciato – 21 febbraio 2022
– Lo “strano caso Zanchetta”. Al via il processo in Argentina a carico del Vescovo emerito di Orán. La Santa Sede non ha inviato i fascicoli del processo canonico richiesti su istanza della difesa – 17 febbraio 2022

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