Donbas, la guerra in Europa dal 2014. La memoria cancellata. La lotta tra l’efficacia dei mezzi militari e quella della narrazione – Parte 1

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Il fotogiornalista Giorgio Bianchi ospite a Tg3 Nel Mondo nel 2019: «Seguo la vicenda ucraina dal 2014, sono tornato molte volte in Donbass, e la cosa più particolare che mi capita girando l’Italia e mostrando le mie foto sono i volti esterrefatti della gente che non immagina che nell’Europa del XXI secolo si combatta una guerra con armi pesanti e che ci siano morti civili».

I combattimenti tra Ucraina e separatisti filorussi del Donbas vanno avanti da quattro anni, tra periodi di tregua e improvvise esplosioni di violenza. Giorgio Bianchi, ospite di Tg3 Nel Mondo il 10 febbraio 2018, ci racconta attraverso le sue fotografie questo universo parallelo in cui gli orrori della guerra convivono con la normalità della vita quotidiana: IL VIDEO.

«Baricco in una celebre lettura affermò che depurando la realtà dai fatti, ciò che resta è storytelling.
Nel mondo occidentale è rimasto solo questo.
Oramai è tutto storytelling, la sostanza è caduta in secondo piano. Vai al ristorante e il cameriere ti fa lo storytelling del piatto; compri un fuoristrada per girare in città, perché la pubblicità ti ha detto che si adatta al tuo carattere indomito; giri con la maschera all’aperto, perché le istituzioni ti hanno convinto che così sei responsabile.
Ogni azione è dettata dall’emotività, dal desiderio di accedere a pieno titolo all’immaginario che viene di volta in volta proposto.
L’acquisto di un bene, ma anche delle idee, oramai propagandate e vendute con le stesse tecniche con le quali ti rifilano a 300 euro un paio di jeans stracciati fatti in Cina, avvengono con le stesse modalità, attraverso i medesimi canali.
Il design e la moda hanno sostituito la sostanza, anche per ciò che dovrebbe riguardare la coscienza. Oramai le idee si indossano a seconda della tendenza del momento.
Per questo motivo questa non è una guerra tra stati, ma un conflitto tra realtà e storytelling, tra la concretezza dell’acciaio delle armi e la fumosità e l’evanescenza della narrazione.
È una lotta tra l’efficacia dei mezzi militari e quella della propaganda.
Riusciranno le sanzioni prodotte dalla propaganda ad abbattere la Russia prima che le sue armi facciano capitolare Kiev e che gli effetti della crisi comincino a falcidiare le popolazioni europee?
La risposta è no, e lo abbiamo visto in Siria.
La realtà è che il mondo si regge sui rapporti di forza.
Lo storytelling anche questa volta perderà, e alla fine tutti dovranno tornare alla realtà.
E quando tutti torneranno alla realtà, sarà guerra totale» (Giorgio Bianchi Photojournalist – Telegram, 5 marzo 2022).

Segue la parte 2: QUI.

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