La decennale iacovella tra lo IOR e il fondo Futura-Kappa sull’investimento nel palazzo della Borsa Budapest ha sollevato paragoni con l’affare della Segreteria di Stato con il palazzo Harrods a Londra

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Condividiamo di seguito un articolo di The Pillar nella nostra traduzione italiana dall’inglese, in riferimento all’affare dell’investimento ungherese dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR), «che risale a quasi un decennio fa, è stato oggetto di una prolungata battaglia giudiziaria, e ha sollevato paragoni con l’affare immobiliare londinese attualmente al centro di un processo penale vaticano»: Il Vaticano ha chiesto al Governo ungherese il salvataggio del palazzo di Budapest.

Il Palazzo della Borsa, Budapest.

Sulla questione ha scritto Andrea Gagliarducci alcuni giorni fa, il 6 dicembre 2021 (La questione finanziaria e la vaticanizzazione della Santa Sede: un vaso di Pandora [QUI]): «Senza entrare nei dettagli della vicenda, per quanto intricata possa essere solo la questione finanziaria, è arrivata da Malta una denuncia secondo cui l’Istituto per le Opere di Religione (IOR) si è rifiutato di pagare la sua parte dell’accordo [QUI]. L’accusa è che si è preferito tenere nella pancia un investimento indebitato piuttosto che accettare di venderlo al miglior prezzo offerto, coprendo i debiti, e quindi pagando le insolvenze. Da parte di Malta, il sospetto è che lo IOR insista nel non accettare alcuna offerta nel tentativo, non troppo nascosto, di screditare la passata amministrazione». Come aveva scritto Ivo Pincara un anno fa, il 2 gennaio 2021: Esuli vaticani: Cipriani e Tulli scaricati e isolati a Malta. Lo IOR e il caso del palazzo ungherese  2 gennaio 2021 [QUI].

Il Vaticano ha chiesto al Governo ungherese il salvataggio del palazzo di Budapest
The Pillar, 13 dicembre 2021

(Nostra traduzione italiana dall’inglese. I link contenuti nell’articolo possono essere consultati nell’originale)

Funzionari vaticani si sono rivolti al Governo ungherese quest’estate per chiedere se il Governo ungherese potesse rilevare la partecipazione del Vaticano in un travagliato investimento immobiliare a Budapest.

L’investimento vaticano, che risale a quasi un decennio fa, è stato oggetto di una prolungata battaglia giudiziaria, e ha sollevato paragoni con l’affare immobiliare londinese attualmente al centro di un processo penale vaticano.

Durante la preparazione di una visita papale in Ungheria a settembre, i funzionari vaticani hanno chiesto al Governo ungherese se potesse prendere in considerazione l’ipotesi di rilevare un investimento della banca vaticana [Istituto per le Opere di Religione-IOR] in un fondo che controlla un edificio storico nel centro di Budapest, secondo diverse fonti vicine alla Segreteria di Stato e allo IOR, la banca vaticana che nel 2013 ha investito nell’edificio 17 milioni di euro.

L’investimento in Ungheria è uno dei numerosi investimenti vaticani ora coinvolti in contenziosi o procedimenti penali. L’instabilità dei portafogli di investimento della Santa Sede solleva interrogativi sulla professionalità delle pratiche di investimento a lungo termine in Vaticano, per le quali Papa Francesco ha intrapreso diversi passi per affrontare la questione. Ma i critici affermano che la supervisione fiscale centralizzata non è ancora una realtà nella Santa Sede, con i gestori degli investimenti che resistono a meccanismi di responsabilità sistematica e audit periodici per valutare il loro lavoro.

Una fonte vicina allo IOR ha detto a The Pillar che un piano per contattare il Governo ungherese per rilevare la partecipazione del Vaticano nell’edificio è stato concepito come un modo per trovare un investitore interessato al progetto. “L’edificio non è di per sé una prospettiva poco attraente”, ha detto la fonte, parlando a condizione di anonimato perché non era autorizzato a parlare dell’investimento del Vaticano. “Si pensava che [il governo ungherese] potesse essere nella posizione migliore per vedere il suo potenziale”.

L’investimento dello IOR nell’edificio risale al 2013, ed è stato – per anni – oggetto di una serie di cause legali relative agli investimenti effettuati dallo IOR nel Fondo Futura-Kappa. Il fondo è stato creato come veicolo per investire in una quota di proprietà in una società che mirava a ristrutturare e vendere il palazzo della Borsa di Budapest, un edificio di pregio nella capitale ungherese.

Nel 2013, la banca vaticana ha accettato di effettuare un investimento complessivo di 41 milioni di euro nel fondo, poche settimane prima della rinuncia di Benedetto XVI.

Dopo l’elezione di Papa Francesco, e una successiva revisione della leadership e delle politiche di investimento dello IOR, la banca ha rivisitato il proprio interesse nel progetto e, dopo aver già consegnato 17 milioni dell’investimento concordato, ha trattenuto i restanti 24 milioni di euro, innescando un battaglia legale tuttora in corso.

Nel marzo 2020 un tribunale di Malta ha emesso un’ordinanza che autorizzava il sequestro di beni dello IOR per un valore di quasi 30 milioni di euro durante il contenzioso legale in corso tra la banca vaticana e i gestori del fondo.

Una fonte vicina alla Segreteria di Stato ha confermato la proposta al governo ungherese e ha affermato che i tempi dell’approccio, poche settimane prima della visita di Francesco in Ungheria, erano “non esattamente intenzionali e non esattamente casuali”. “C’era una grande conversazione reciproca in quel momento. [La proposta] era una parte molto piccola di ciò”, ha detto la fonte.

All’inizio di settembre, Papa Francesco ha compiuto il suo primo viaggio all’estero dopo essersi ripreso da un intervento chirurgico a luglio. Il Papa ha visitato la Slovacchia e l’Ungheria, con un itinerario che includeva la Santa Messa di chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest il 12 settembre. Era previsto che Papa Francesco avrebbe trascorso solo alcune ore in Ungheria, e inizialmente non era chiaro se avrebbe incontrato alti rappresentanti del Governo, o se solo presiedesse la Santa Messa di chiusura del Congresso Eucaristico prima di trascorrere tre giorni nella vicina Slovacchia. Quando il programma è stato pubblicato originalmente, vari media hanno ipotizzato che il viaggio abbreviato fosse inteso come un calcolato affronto papale al Primo ministro ungherese Victor Orbán. Mentre Papa Francesco ha trascorso solo un giorno in Ungheria, ha anche incontrato personalmente Orbán, in un incontro insieme al governo ungherese che il Vaticano ha descritto come cordiale [*]. La proposta di investimento non è stata sollevata né discussa durante quell’incontro, ha detto a The Pillar una fonte vicina alla Segreteria di Stato, e non ha avuto alcun ruolo nella definizione del programma del viaggio del Papa. “La proposta è stata fatta nell’ambito del discorso ordinario tra la Santa Sede e l’Ungheria”, ha detto la fonte. “Era, forse, insolito, ma è stato ricevuto educatamente e non ha avuto alcuna relazione con i piani del Santo Padre di visitare l’Ungheria, che era un discorso separato”.

La fonte vicina allo IOR ha detto a The Pillar che il Vaticano non ha ricevuto alcuna risposta ufficiale alla sua proposta. “È una possibilità aperta”, ha detto la fonte, “niente è stato deciso”.

Se il Governo ungherese decidesse di impegnarsi nell’investimento, si troverebbe a infilarsi in una disputa che risale a quasi un decennio fa. Una serie tentacolare di azioni legali collegate al fondo ha visto la banca e diverse società registrate a Malta e Lussemburgo intentare causa l’una contro l’altra. La controversia legale tra lo IOR e diverse società di gestione di investimenti ha portato a un groviglio di azioni legali sovrapposte, con la banca vaticana che sosteneva che i suoi investimenti stavano perdendo denaro e non venivano gestiti in modo appropriato e i gestori di fondi insistevano sul fatto che lo IOR stava rinnegando i suoi obblighi contrattuali.

La decisione dello IOR di ritirarsi dall’accordo seguiva la nomina da parte di Papa Francesco di un nuovo Presidente del Consiglio di sovrintendenza della banca, Ernst von Freyberg, che fu incaricato nel 2013 di ripulire gli investimenti e le pratiche della banca dopo una serie di scandali. Gli è succeduto nel 2014 Jean-Baptise de Franssu. Da quel momento, lo IOR ha subito una serie di riforme finanziarie interne volte a rafforzare la credibilità della banca e il rispetto degli standard internazionali.

Lo IOR, negli atti propri della banca, sostiene che il proprio Comitato per gli investimenti sia stato tratto in inganno dagli allora amministratori di Futura Investment Management, Alberto Matta e Girolamo Stabile, sui termini dell’operazione, che ha visto il Fondo Futura-Kappa acquisire 32 milioni di euro di inesigibilità nei confronti della società proprietaria dell’edificio di Budapest, che Futura-Kappa ha convertito in una quota di proprietà dell’86% nella società. Lo IOR sostiene che i gestori di fondi hanno realizzato un profitto non dichiarato di oltre 11 milioni di euro dall’operazione, mentre i gestori del fondo hanno sostenuto che lo IOR ha optato per un’opzione di investimento a più basso rischio nel progetto, che ha ridotto la sua quota di redditività.

Fonti vicine all’investimento hanno riferito a The Pillar che uno studio legale indipendente sta agendo per mediare una risoluzione per entrambe le parti e trovare investitori che assumano la quota dello IOR nel fondo.

Nel suo Prison Journal recentemente pubblicato, il Cardinale George Pell, Prefetto emerito della Segreteria per l’Economia, creata da Papa Francesco per sovrintendere alla riforma delle finanze vaticane, ha suggerito che una soluzione alla controversia era stata concordata nel 2017, ma era stata respinto senza alcuna logica apparente, portando alle cause in corso. In una voce nei suoi diari datata 22 dicembre 2019, Pell ha scritto che prima di lasciare Roma per tornare in Australia nel 2017, “le autorità dello IOR avevano negoziato una soluzione di questa controversia, che era pronta per la firma e l’esecuzione, quando questa fu bloccato dalle autorità vaticane”. “Questa decisione è stata certamente sbagliata”, ha scritto Pell, “ed è stata forse il risultato di un’incompetenza ipocrita; ma è difficile scrollarsi di dosso il sospetto che le forze delle tenebre fossero all’opera per i loro nefasti scopi».

La gestione dello IOR è supervisionato da una Commissione cardinalizia. Nel 2017 il Presidente della Commissione era il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità. Mentre il Segretario di Stato guida abitualmente quella Commissione, Papa Francesco ha rimosso Parolin dal Consiglio dei cardinali sorveglianti dello IOR nel 2019, rompendo con la tradizione vaticana di lunga data. Il Papa ha rimosso Parolin dal Consiglio di sorveglianza dopo l’emergere dello scandalo immobiliare londinese, e con la Segreteria di Stato sotto inchiesta penale da parte dei pubblici ministeri vaticani.

L’investimento dello IOR a Budapest assomiglia al passaggio dell’affare di Londra alla Segreteria di Stato, che ha portato all’incriminazione di 10 persone a luglio, tra cui diversi ex funzionari della Segreteria di Stato. Entrambi gli affari coinvolgono denaro vaticano investito in fondi che hanno preso quote importanti in investimenti immobiliari di pregio nelle capitali europee, ed entrambi hanno portato dei dicasteri vaticani a incorrere in pesanti sanzioni quando hanno tentato di allontanarsi dai loro gestori di investimenti.

Per coincidenza, nello stesso scandalo bancario italiano sono stati coinvolti sia Raffaele Mincione, il gestore degli investimenti attraverso il quale la Segreteria di Stato ha investito nell’immobile londinese, sia Optimum, la società di investimento utilizzata dallo IOR nella sua partecipazione nel fondo Futura-Kappa. Nel 2015, le autorità italiane hanno scoperto che la Banca Popolare di Vincenza aveva utilizzato Optimum per re-incanalare denaro destinato a investimenti esterni nella banca stessa, uno sforzo per aggirare le normative europee sul mantenimento di un portafoglio di investimenti diversificato per evitare rischi per la banca. Le autorità italiane hanno scoperto che BPV ha usato la stessa tattica, incanalando surrettiziamente fondi destinati a investimenti esterni in sé stessa, attraverso l’Athena Global Fund, gestito da Mincione.

[*] Cosa si sono detti Orbán e Francesco nella Sala Romanesca a Budapest? – 17 settembre 2021 [QUI].

Foto di copertina: Il Palazzo della Borsa, Budapest.

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