I referendum sulla Giustizia e il caso Becciu: intervista di Radio Radicale a Renato Farina

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L’intervista a Renato Farina (giornalista di Libero) è stata registrata mercoledì 28 luglio 2021 alle ore 20.00 da Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale.

I referendum sulla Giustizia e il caso Becciu: intervista a Renato Farina.

Perché ha firmato questi referendum della giustizia e secondo lei spiega il grande successo dei referendum con quello che sta succedendo nel corpo della magistratura?
Prima ancora di quello che sta succedendo nel corpo della magistratura credo che il successo dei referendum dipenda da quello che sta succedendo nel corpo degli italiani, che pagano i disservizi della giustizia e la percezione nettissima che la giustizia sia tutto meno che giusta. Questa è una evidenza, in questo momento la grande parte degli italiani se potesse tagliare le unghie a chi ha un potere straordinario di limitare la libertà e rallentare l’evidenza di certe cause buone, per ragioni imperscrutabili lo farebbe. Paradossalmente funziona in questo caso in senso positivo, se vogliamo dire, non proprio diciamo nobile, lo stesso sentimento che fa sì che si firmerebbe qualsiasi cosa contro la politica. Tagliare deputati al 10% invece che a 60 come è successo, avrebbe avuto successo, una sorta di inerzia come dicono i telecronisti di calcio della partita. In questo momento la marea va contro le dighe della magistratura, la fortezza della magistratura. Non è bellissimo da dirsi ma questa cosa ha consentito con l’intelligenza che è consueta nei radicali nell’elaborare i quesiti, di mettere sulla carta ciò che secondo me è sacrosanto, una maggior garanzia di libertà e di giustizia. Io sulle questioni di giustizia dei radicali mi fido, non sono iscritto al partito radicale perché…

Lo aveva fatto due anni fa.
Sono stato iscritto. Adesso sono iscritto solo a “Nessuno tocchi Caino”, perché apprezzo molto il lavoro che viene fatto da questa associazione che ritengo assolutamente il rompighiaccio che può tirare avanti l’umanizzazione della società anche in tutti gli altri campi. Per cui ho una stima profonda. Sergio D’Elia, Rita Bernardini, Francesca Mambro, è lei che a suo tempo mi spiegò, non fece fatica a convincermi, ma mi fa piacere citarla.

Parlavo prima con lei del caso Becciu. Voi vi siete schierati tra gli innocentisti.
Mi sembra che era Magi che citando Sciascia e Pannella diceva noi non si è né innocentisti né colpevolisti, né garantisti, né giustizialisti, noi siamo per la legge e quello che sta succedendo è successo sia nelle indagini che adesso nel modo con cui si è arrivati al processo, è un grido di ingiustizia palese. Siamo davanti a un processo rispetto a cui quelli dell’inquisizione erano caramelle. E mi colpisce moltissimo che dinanzi a un tribunale che si comporta come si comporta e lo dice, obbedendo non al Santo Padre ma al Monarca assoluto della Città del Vaticano, le truppe di anticlericali e di laici che esaltano il 20 settembre lasciano tranquillamente che dall’oltre Tevere partano dei siluri che di fatto incidono negativamente sulla giurisdizione italiana. Faccio un esempio. In questo momento non intendo perorare l’innocenza di Becciu o altri. Quello che ho studiato capisco che esistono elementi che possono consentire a Becciu e non so agli altri di smontare le accuse. Feltri ed io ci siamo mossi perché questa unanimità nel considerare colpevole Becciu solo perché il Papa prima che iniziassero le indagini e Becciu fosse informato hanno stabilito che era il vampiro che rubava i soldi dei poveri. Questa cosa è inaccettabile. Cosa è venuto fuori da questo processo? Dalle indagini? Ieri è stato il primo giorno di processo. È venuto fuori che nel 2019 poi nel 2020 il Santo Padre che è l’unica fonte del diritto insieme al diritto canonico del codice penale Vaticano ha fatto, dopo aver ricevuto in udienza la procura, in Vaticano si chiama promotori di giustizia, cioè il prof. Milano e Alessandro Diddi che a Roma fa l’avvocato e difende un Casamonica, è quello che ha difeso Buzzi nel processo Mafia Capitale, sono usciti da questa udienza con un rescritto del Papa che autorizza i magistrati vaticani, i pm vaticani, a derogare dalle regole della legge nel prevedere provvedimenti cautelari su persone e cose. Significa che dal Papa si sono fatti dare carta bianca per fare ciò che vogliono. La magistratura italiana ha collaborato a una magistratura straniera che lavora in deroga a qualsiasi principio dello Stato di diritto. Cosa che se la magistratura italiana lo avesse saputo forse non avrebbe arrestato la Marogna, non avrebbe fatto dei sequestri, non avrebbe collaborato a delle perquisizioni.

Oggi la Marogna è libera.
Sì perché la Corte di Cassazione ha stabilito che il mandato di arresto che era stato spiccato dal Vaticano e che i giudici di Milano avevano avallato era illegittimo, non avevano il diritto di farlo. Tenete presente questo: in questa deroga che è stata data consente ai pm vaticani di arrestare e intercettare senza il vaglio di un giudice terzo.

Nel territorio vaticano.
Si ma di fatto fanno queste richieste all’estero dove credono, in Inghilterra, ad esempio, in Svizzera, credono che siano state vagliate dal corrispondente del gip, il giudice istruttore. In Vaticano le figure coincidono e oltretutto c’è la deroga a rispettare la legge. Tutto questo nella prima giornata di udienza è stato messo in luce. Gli imputati sono otto laici, quasi tutti italiani, c’è anche uno svizzero, un paio di svizzeri, un monsignore italiano e poi il cardinale Becciu. Il monsignore è il segretario di Becciu, poi ci sono altri funzionari vaticani, c’è un funzionario vaticano, Tirabassi, poi il resto sono personaggi che non mi permetto di giudicare ma che hanno affidato ai loro avvocati, in particolare all’avvocato Luigi Panella che è stato un po’ il re della prima udienza, hanno scardinato la procedura penale vaticana praticata in questo caso dimostrando che siamo davanti a un tribunale speciale. A me colpisce una cosa dei giornali italiani. Se in Russia Putin fa processare Novalny, nessuno sta a vedere se l’accusa di frode è più o meno vera ma si parte dall’esame della procedura per vedere se sono stati rispettati i diritti umani…io non sto dicendo che i fatti non permettono di accusare nessuno. Sto dicendo che in modo in cui si è proceduto è una forma di tortura. Io sono un papista però a me sembrava che per l’inquisizione, Papa Giovanni Paolo II abbia chiesto scusa a suo tempo.

Papista anche di questo Papa?
Ma certo, viva il Papa. Come diceva san Giovanni Bosco, non dico viva Pio IX, dico viva il Papa, vado in coda a un salto per dire viva il Papa. Nello stesso tempo gli atti del Papa quando nello stato del Vaticano, non dico santa sede, esercita il governo lo fa come monarca assoluto. Di questa cosa mi colpisce sia che i giornali italiani non abbiano, siano succubi. È così grave l’accusa di essere il vampiro del sangue dei poveri che tutto il resto passa in secondo piano. Altra cosa ancora. Sapete chi è l’avvocato di parte civile dello Ior e della segreteria di Stato vaticana? Paola Severino. Ex ministro e credo anche alto consulente di questo governo ma non si sa bene, io ho molta stima della sua persona ma è intervenuta sostenendo che questa è la giurisdizione vaticana e va bene così perché siamo davanti a fatti di gravità eccezionale che richiedono procedure eccezionali. Ma andava bene a dirlo Vyšinskij. Ma questa è la stessa giustificazione dei regimi totalitari. I tribunali speciali non vanno bene. In questo caso siamo davanti a una causa dove si pratica una legge eccezionale, siamo davanti a un tribunale speciale. Nessuno denuncia. Se accadeva nel Brunei, invece siamo a un chilometro da qui, ci sono dentro otto italiani. Becciu non ha sollevato questo problema perché non può mettersi contro la casa madre. I suoi avvocati non possono dire la giurisdizione vaticana…non può farlo, secondo me lo pensa anche il Papa nel profondo. Ricordo i suoi discorsi contro le pene che non sono educative e impediscono il rientro sociale e civile. Io penso che oltre le pene non si dovrebbe neanche fare una pena preventiva. Alberto Melloni su Repubblica ha parlato a proposito del trattamento a cui è stato sottoposto Becciu di crocefissione cautelare. Melloni è stato il teorico di questo pontificato, della sua forza progressista.

Se dice questa cosa…
Possibile che nessun cardinale…ci si confonde tra l’autorità del Papa in quanto Papa e gli atti di un tribunale. Se non neanche i difensori dovrebbero esserci visto che la sentenza è già stata cumminata nel momento in cui è stato licenziato Becciu non cautelarmente.
Se mi scomunicano…

Facciamo un referendum in Vaticano. Non so se è possibile comunque in una settimana si raccolgono le firme.
Bisognerebbe studiare come andarono le cose con il plebiscito che mise…

1870?
Non fu del tutto regolare. Ci furono le elezioni anche al Colosseo dove si votava alzando il cappello. Non si è capito come abbiano potuto votare quelli che il cappello non ce lo avevano.

L’hanno fatto in un periodo che era freddo, novembre e dicembre, lo portavano tutti il cappello.
Settembre quando furono fatte le elezioni della giunta.

Del ’71?
Del ’70.
Ci fu un comizio…

Penso che lo abbiano fatto nel tardo autunno.
Le votazioni sì. Le ho seguite io, come inviato del consiglio d’Europa…

Anche io, ero dietro di te!

Postscriptum

1. I concetti e le parole dell’amico e collega Renato Farina andrebbero messi nero su bianco sulla scrivania del Monarca assoluto dello Stato della Città del Vaticano, per la meditazione serale. Nella speranza che la notte porti più di un buon consiglio (V.v.B.).

2. “Quei rescritti, vedrete, alla fine rappresenteranno un boomerang per l’accusa. Difficile condannare qualcuno dopo aver sospeso il codice di procedura penale ledendo il diritto alla difesa con atti di quel genere. Atti peraltro, a quanto mi risulta, neanche pubblicati sull’Osservatore Romano. Dunque segreti, se mi si passa il termine. Adesso per il collegio giudicante sono gatte da pelare e l’analisi di Farina è assolutamente condivisibile. Il giornalista sbaglia soltanto quando definisce il Santo Padre l’unica fonte del diritto vaticano: semmai è il supremo legislatore; a ogni modo la sostanza non cambia. Va da sé che lo SCV è uno Stato assoluto e non fa mistero di esserlo: basta leggerne la legge fondamentale per averne subito contezza. Deve però quantomeno simulare certe procedure proprie dello Stato di diritto per rimanere nel consesso dei Paesi occidentali: qui non si è fatto neppure quello. Vediamo adesso cosa succede. Intanto bisogna rilevare che i mass media hanno sùbito steso un velo (troppo?) pietoso sul discutibile operato del Sovrano e dell’Ufficio del Promotore di Giustizia” (Gianluigi Chiavacci).

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