La finanza vaticana è sempre più trasparente

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La Santa Sede sempre più trasparente in materia finanziaria. Sarà pubblicato a dicembre, come da normale procedura, il “progress report” (rapporto sui progressi) di valutazione del sistema finanziario della Santa Sede. La quale ha chiesto di informare sui progressi fatti riguardo non solo le “core recommendations” (la raccomandazioni centrali per l’antiriciclaggio), ma anche tutti gli ambiti coperti dalle “Key Recommendations” (le raccomandazioni chiave). Una scelta di trasparenza – secondo le procedure nel progress report dovrebbero essere discusse solo le raccomandazioni “core” – dalla quale si potrebbe anche presumere che sarà approvata una importante riforma sul piano legislativo e internazionale per rafforzare il sistema interno nel solco degli impegni assunti dalla Santa Sede.

Prosegue, dunque, il cammino della Santa Sede verso la piena aderenza agli standard internazionali. Un cammino che non si ferma mai, dato che gli standard internazionali sono continuamente aggiornati. Per questo, gli Stati si sottopongono a una “mutua valutazione” sotto l’egida di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che si occupa proprio di questo, e cominciano insieme un cammino. Lo ha fatto anche la Santa Sede, che ha chiesto di entrare nella procedura di mutua valutazione di MONEYVAL a marzo del 2011, incoraggiata dallo sforzo per la trasparenza di Benedetto XVI.

A luglio 2012 era stato pubblicato il rapporto di MONEYVAL sulla Santa Sede. Un rapporto generalmente favorevole, che trovava la Santa Sede positiva in 9 delle 16 “key and core recommendations” (le raccomandazioni “chiave” e “centrali” perché il sistema finanziario fosse aderente agli standard internazionali) delineate dal GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale).

Per quanto positiva, era solo una tappa del percorso. Alla 41esima plenaria di MONEYVAL è stato deciso che, come da normali procedure, il “progress report” sulla Santa Sede  sarà presentato a dicembre.

Secondo le normali procedure di MONEYVAL, ogni Paese è obbligato a presentare all’Assemblea Plenaria di Moneyval, nel corso dell’anno successivo, un “Progress Report” limitato soltanto alle “Core Recommendations”. La Santa Sede ha invece voluto estendere il rapporto anche sulle raccomandazioni  “key” (chiave), a testimonianza – scrive il comunicato pubblicato sul sito di Radio Vaticana – della volontà “di un dialogo costruttivo con MONEYVAL per rafforzare ulteriormente il sistema di prevenzione del riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo”. La scelta potrebbe anche far presumere una importante riforma sul piano legislativo e internazionale.

Il rapporto di MONEYVAL di luglio offriva, del resto, l’immagine di una realtà in movimento. Molto era stato fatto con le modifiche alla Legge n. 127. Modifiche sostanziose, che avevano già a suo tempo dimostrato come la Santa Sede avesse preso con decisione la strada indicata dai valutatori di MONEYVAL.

Per quanto le valutazioni del Rapporto MONEYVAL fossero in linea di massima positive (9 valutazioni positive sulle 16 Raccomandazioni GAFI essenziali), rimanevano molte questioni aperte.

Già lo scorso dicembre, la legge sull’antiriciclaggio dello Stato di Città del Vaticano era stata modificata in due punti, piccoli ritocchi dal notevole impatto. Le modifiche (che riguardavano gli articoli 2 septies e 41 della Legge n. 127) avevano permesso all’AIF (Autorità di Informazione Finanziaria) di stipulare dei protocolli di intesa con analoghe autorità di altri Stati senza il nulla osta della Segreteria di Stato. La nuova legge (la n. CLXXXV del 2012) favorisce ulteriormente la cooperazione e lo scambio internazionale di informazioni, questo anche in vista dell’adesione dell’AIF al Gruppo Egmont, la rete globale delle Unità di Informazione Finanziaria.

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