Nei media europei l’Africa non esiste

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Nelle scorse settimane Amref ha pubblicato il pamphlet ‘L’Africa MEDIAta’, un rapporto a cura dell’Osservatorio di Pavia, che analizza l’Africa nella rappresentazione dei media e nell’immaginario dei giovani in un arco temporale che va dalla fine del 2019 ai primi mesi del 2021.

Il Rapporto 2021 registra una drastica diminuzione dell’attenzione complessiva per l’Africa nel 2020 sulla stampa, nei notiziari e nei programmi di informazione. Infatti l’analisi di sei quotidiani nazionali (nel periodo 1° luglio 2019/28 febbraio 2021) rileva che la media mensile di notizie in prima pagina, dedicate all’Africa, per testata, è pari a 10.

Una media inferiore del 55% rispetto alla rilevazione 2019, che prendeva in esame in primi sei mesi dello stesso anno. Sul versante ‘Africa qui’, notizie relative all’Africa e ai suoi protagonisti nel contesto italiano, spicca una diminuzione forte  del tema immigrazione nel 2020, sopraffatto dai temi sanitari; mentre per ‘Africa là’ il tema Guerra e terrorismo è al primo posto col 34,4%, mentre il COVID all’1,7%.

Nei notiziari del prime time vi è l’1,6% di notizie a tema Africa: i due picchi di attenzione sono tra dicembre e gennaio 2019, con la crisi libica e a febbraio 2021, con l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, del carabiniere e dell’autista che viaggiavano con lui. Temi prevalenti riguardanti i Paesi africani sono: guerra/terrorismo (32,9%); politica (28,7%); migrazione (12%). Chiudono sport (2,1%) e cultura (1,3%).

Nei programmi di informazione e di infotainment (analizzati 91 programmi di sette reti generaliste, nel periodo 1° gennaio/31 dicembre 2020) sono state 3217 le citazioni all’Africa e agli africani. Di queste solo 1/3 (1.049) erano riferimenti specifici a quella che il report definisce ‘Africa là’; quindi un riferimento ogni 58 ore di programmazione. La pandemia di COVID-19 ha raccolto il 13% dei riferimenti all’Africa.

Però per comprendere quale sia l’Africa trasmessa da prodotti televisivi di finzione per minori (scuola primaria e secondaria) è  stata condotta un’esplorazione su 30 diversi titoli, che avessero una qualche pertinenza africana (personaggi, ambiente, produzione, tema).

Il dato rilevante è che la diversificazione multietnica dei cast, che ha una grande importanza nel ‘normalizzare’ la diversità, sembra affermarsi progressivamente nelle produzioni recenti. Tale approdo presente nei prodotti di intrattenimento (fiction e lungometraggi) sfida alcuni degli stereotipi ancora presenti nell’informazione.

Per comprendere in che modo i ragazzi tra i 10 e i 13 anni recepiscono e ‘risignificano’ l’Africa proposta dai media, tra marzo e aprile 2021 sono stati condotti 8 focus group che hanno coinvolto 182 studenti in 5 istituti scolastici (primarie e secondarie di primo grado) nelle città di Roma, Milano e Pavia, coinvolgendo 182 studenti.

I giovani si mostrano molto abili a scorgere dinamiche di razzismo e discriminazione all’interno dei prodotti che guardano. Lamentano mancanze sul versante della normalità e della quotidianità. Una curiosità forte è anche quella per l’Africa ‘qui’, ovvero il racconto di come vivono gli africani in Italia e le testimonianze dirette di persone che hanno fatto esperienze di migrazione.

Analizzando il report Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia, ha sottolineato che nelle interviste ai ragazzi non sono emerse ‘sorprese’: “Non abbiamo purtroppo avuto grandi sorprese. La narrazione e lo spazio riservati all’Africa non sono stati diversi da quelli di due anni fa.

Complice una percezione di un trend poco preoccupante della curva dei contagi nel continente africano, si è parlato poco di Africa anche in tema Covid-19. Le notizie divulgate hanno riguardato anche nel 2020 e nei primi mesi del 2021 solo un numero ristretto di Paesi africani e si sono concentrate per lo più su eventi eccezionali, strettamente connessi all’Italia.

I dati contenuti nel report offrono la misura della marginalità dell’Africa nel dibattito italiano e rilevano, per esempio, che le notizie offerte al pubblico sono state prevalentemente incentrate su temi come guerre e terrorismo, immigrazione e razzismo”.

Mentre il giornalista Massimo Bernardini ha evidenziato che la narrazione dell’Africa non interessa: “Nel 2019 eravamo sul totale notizie appena sopra il 3%: siamo all’1,6&. A nessuno interessa che l’Africa sia il continente più grande e il secondo per popolazione dopo l’Asia: gli italiani si accendono, magari strumentalmente, solo se in qualche modo le sue contraddizioni ci vengono addosso, ci creano qualche problema.

Perché quando finalmente i nostri media trovano uno spazietto per occuparsene, sono solo i drammi dell’Africa a dominare, solo le sue emergenze (chissà se il Covid li avesse aggrediti come l’Aids: forse ce ne saremmo occupati per la paura del contagio…). E poi, al solito, le voci dell’Africa, dagli intellettuali ai musicisti, dai poeti ai teatranti, non ci arrivano mai”.

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