I sottili confini della verità

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La notizia è dirompente – forse non abbastanza sottolineata nella stampa – e dall’indubbio valore politico. Giustamente evidenziata a caldo ieri sera dall’Editore di Korazym.org [QUI]. E sappiamo bene quanto Francesco da valore alla politica nel suo pontificato. Un interesse preminente – oserei dire – non raramente oggetto di critiche, per quel po’ di eccessivamente terreno che riecheggia posizioni teologiche non in linea con la tradizione, secondo alcuni.

E pur tuttavia, è stato proprio Francesco a ribadire recentemente un concetto ovvio, ma ancora non ben compreso. La pandemia si vince con i vaccini e visto che sembra che i vaccini abbiano dato grandi risultati in Israele, in Gran Bretagna, ecc. s’impone il problema della loro accessibilità. Che sembrerebbe scontato, anche ai fini del mantenimento dell’equilibrio economico mondiale, se vogliamo metterci dalla parte dei più sfegatati capitalisti, ma che così non è. Perché il male ha sempre complottato contro l’uomo. Chi pensasse, che in una situazione di pandemia il male abbia un minimo rispetto per la sofferenza, pensa male. L’autolesionismo è sempre in agguato. Le posizioni politiche mondiali in epoca di pandemia – anziché semplificarsi – si complicano. Si contorcono e si avvitano nelle più perverse involuzioni.

Sicchè, quand’anche come si è fatto – giustamente – da parte della Santa Sede, si sottolinei come i grandi gruppi farmaceutici abbiano beneficiato di imponenti sovvenzionamenti, che li hanno sollevati dal rischio industriale nella loro ricerca, tuttavia sembra che tale vantaggio non venga riversato equamente alla umanità tutta.

Il sospetto che gli Stati siano drammaticamente succubi di una finanza senza limiti di ingordigia, sta rimodellando la politica mondiale. E quand’anche ci sbagliassimo, rivendichiamo comunque una chiarezza di comunicazione, che – al momento – non ci è dato di scorgere.

In questo contesto, la visita di Papa Francesco al Cardinal Becciu nel Giovedì Santo, ha sicuramente il valore umano di misericordia. Ma potrebbe avere – e sicuramente ha – il senso di un riallacciare forze e sensibilità, che in un simile delicato frangente potrebbero essere preziose.

Il famoso detto dividi et impera ha dilaniato la Chiesa Cattolica Romana nell’ultimo secolo. Solo uno spirito miope potrebbe privilegiare il pensiero schematico e convenzionale su una riflessione, che – invece – deve farsi aperta e tollerante verso i fratelli.

D’altronde noi, nei nostri corsivi severi, non abbiamo mai criticato il Papa per il suo procedere, diciamo psicanalitico, ma al contrario quando quel procedere si è fatto improvvisamente rigido e clericale, nel senso deteriore del termine. Aspetto peraltro riconosciuto dallo stesso pontefice, che si è definito succube di un volere troppo immediato.

La verità agli occhi di Dio è semplice, ma gli uomini oscurati da passioni e gelosie hanno sempre difficoltà a scoprire i sottili confini della verità. E di verità il mondo ha bisogno, per battere la pandemia e soprattutto per rintuzzare il male, che dentro ognuno di noi tende a creare ed alimentare caos.

La Santa Sede, per anni scossa da scandali e incomprensioni, ieri ha avuto un lampo di incredibile originalità: anche il Papa, forse il primo Papa nella storia, è andato a Canossa.

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