Rigide disposizioni sanitarie anti-Covid-19 per i giornalisti ammessi al Volo Papale per il Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021)

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Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 218 in data di oggi, 18 febbraio 2021 con un Avviso N. 3 rende noto alcuni aggiornamenti alla Documentazione logistica per i giornalisti ammessi al Volo Papale per il Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq dal 5 al 8 marzo 2021:
“Si informa che, rispetto a quanto precedentemente comunicato, in occasione dell’annunciato Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq che si svolgerà, salvo variazioni, nei giorni dal 5 all’8 marzo 2021, sono stati ridefiniti sia il luogo del Centro Stampa principale a Baghdad che, di conseguenza, la residenza dei giornalisti ammessi al Volo Papale. Maggiori informazioni potranno essere reperite all’interno della Documentazione logistica pubblicata, aggiornata, in concomitanza con questo avviso”.

Nelle Prescrizioni e consigli sanitari elencati della summenzionata Documentazione logistica, pubblicata al momento dell’apertura della procedura di richiesta di ammissione al Volo Papale il 20 gennaio 2021, si legge:

A causa della attuale situazione pandemica, sarà necessario indossare i dispositivi di protezione individuale (mascherina chirurgica o di tipo FFP2/FFP3) in ogni occasione in cui si potrà entrare in contatto con almeno un’altra persona e non sia garantita la distanza di sicurezza di almeno un metro.

Poiché alcune situazioni impreviste e non dipendenti dall’organizzazione potrebbero rendere difficile il rispetto delle necessarie misure di protezione personale dal COVID-19, soprattutto quella del distanziamento sociale, per partecipare al Viaggio Apostolico del Santo Padre Francesco in Iraq è necessario essersi sottoposti per tempo alla vaccinazione contro il COVID-19.

Se già prevista, per tempo, nel proprio Paese di Residenza, i giornalisti ammessi al Volo Papale dovranno inviare copia del relativo certificato di vaccinazione, che ne attesti l’efficacia dal 1 marzo 2021.

Qualora non fosse prevista, o non lo fosse per tempo, nel proprio Paese di Residenza, i giornalisti ammessi al Volo Papale dovranno includere nella lettera di richiesta di ammissione al Volo Papale la richiesta di poter ricevere la vaccinazione.

Per i giornalisti ammessi al Volo Papale che ne faranno richiesta, si provvederà alla somministrazione del vaccino secondo un calendario vaccinale che sarà comunicato in seguito. Solo per finalità organizzative, si prevede che la prima vaccinazione venga effettuata nei primi giorni di febbraio e il richiamo nell’ultima settimana dello stesso mese.

Per quanto riguarda le prescrizioni sanitarie al rientro in Italia o nel proprio Paese di Residenza (periodi di quarantena, comunicazioni alle autorità sanitarie di competenza, ecc.), si prega di fare riferimento alla normativa vigente al momento del rientro.

Allo stato attuale, nonostante la vaccinazione, la normativa sanitaria prevede l’obbligo di sottoporsi a test PCR prima di ogni partenza internazionale. Nella remota possibilità che i giornalisti ammessi al Volo Papale, pur vaccinati, risultino positivi ai prescritti test PCR prima della partenza da Roma, questi non potranno partecipare al viaggio e dovranno sostenere le spese per le penali relative all’hotel in Iraq e al biglietto aereo. In caso di positività ai prescritti test PCR prima della partenza dall’Iraq, i giornalisti non potranno essere ammessi sul volo di ritorno e dovranno affrontare i periodi di sorveglianza sanitaria nel Paese, secondo quanto previsto dalle competenti autorità, provvedendo a quanto necessario per il soggiorno e le spese sanitarie”.

Al riguardo, l’amico e collega Francesco Antonio Grana ha osservato oggi su Ilfattoquotidiano.it, che c’è una polemica che anima la vigilia del Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Iraq, “il primo dopo il lungo stop causato dalla pandemia, in programma dal 5 all’8 marzo prossimi nonostante il lockdown stabilito dal Paese arabo per arginare i contagi. Finora, infatti, – prosegue Grana – il Vaticano ha deciso di vaccinare solo i giornalisti che saliranno sul volo papale e non tutti i vaticanisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede che frequentano quotidianamente il piccolo Stato. La richiesta della vaccinazione per tutti gli accreditati era stata avanzata da tempo ai vertici del Dicastero per la comunicazione ma, almeno finora, senza esito positivo”.

Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021)
Programma

Venerdì, 5 marzo 2021
ROMA – BAGHDAD

Mattina
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Roma/Fiumicino per Baghdad
Pomeriggio
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Baghdad
Accoglienza ufficiale presso l’Aeroporto Internazionale di Baghdad
Incontro con il Primo Ministro nella Sala VIP dell’Aeroporto Internazionale di Baghdad
Cerimonia ufficiale di benvenuto presso il Palazzo Presidenziale a Baghdad
Visita di cortesia al Presidente della Repubblica nello studio privato del Palazzo Presidenziale a Baghdad
Incontro con le Autorità, la Società civile e il Corpo Diplomatico nel salone del Palazzo Presidenziale a Baghdad
Incontro con i Vescovi, Sacerdoti, Religiosi/e, Seminaristi e Catechisti nella Cattedrale Siro-Cattolica di “Nostra Signora della Salvezza” a Baghdad

Sabato, 6 marzo 2021
BAGHDAD – NAJAF – UR – BAGDHAD

Mattina
Partenza in aereo per Najaf
Arrivo all’Aeroporto di Najaf
Visita di cortesia al Grand Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani a Najaf
Partenza in aereo per Nassiriya
Arrivo all’Aeroporto di Nassiriya
Incontro interreligioso presso la Piana di Ur
Partenza in aereo per Baghdad
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Baghdad
Pomeriggio
Santa Messa nella Cattedrale Caldea di “San Giuseppe” a Baghdad

Domenica, 7 marzo 2021
BAGHDAD – ERBIL – MOSUL – QARAQOSH – ERBIL – BAGHDAD

Mattina
Partenza in aereo per Erbil
Arrivo all’Aeroporto di Erbil
Accoglienza del Presidente della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno e delle Autorità Religiose e Civili della Regione all’Aeroporto di Erbil
Incontro con il Presidente e con il Primo Ministro della Regione Autonoma nella Presidential Vip Lounge dell’Aeroporto di Erbil
Partenza in elicottero per Mosul
Arrivo al campo di atterraggio di Mosul
Preghiera di suffragio per le Vittime della guerra presso Hosh al-Bieaa (piazza della Chiesa) a Mosul
Partenza in elicottero per Qaraqosh
Arrivo al campo di atterraggio di Qaraqosh
Visita alla Comunità Di Qaraqosh  nella Chiesa dell’“Immacolata Concezione” a Qaraqosh
Trasferimento a Erbil
Pomeriggio
SANTA MESSA nello Stadio “Franso Hariri” a Erbil
Partenza in aereo per Baghdad
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Baghdad

Lunedì, 8 marzo 2021
BAGHDAD – ROMA

Mattina
Cerimonia di congedo presso l’Aeroporto Internazionale di Baghdad a Baghdad
Partenza in aereo per Roma
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Roma/Ciampino

Razzi a Erbil e attentati dello Stato islamico: preoccupazione per la visita del Papa in Iraq

Roma, 18 feb 14:28 – (Agenzia Nova) –
C’è grande attesa in Iraq per la storica visita di papa Francesco prevista dal 5 all’8 marzo in quello che è il primo viaggio di un pontefice della Chiesa cattolica nel Paese. Le tappe toccheranno la capitale, Baghdad, ma anche Najaf, Ur, Mosul, Qaraqosh ed Erbil. Proprio nella provincia di Ninive e nella regione autonoma del Kurdistan iracheno risiede la maggior parte della comunità cattolica irachena composta soprattutto da fedeli delle chiese assira e caldea. Il viaggio, già preso in considerazione da San Giovanni Paolo II ma mai realizzato a causa della Seconda guerra del Golfo, è stato annunciato ufficialmente il 7 dicembre 2020 a anno dall’invito ufficiale inoltrato nel giugno 2019 dal presidente iracheno Barham Salih. Molte sono le incognite che incombono sul viaggio di Francesco in Iraq, non solo per quanto riguarda la pandemia di Covid-19 che continua a diffondersi nel Paese (30 mila casi registrati dal 4 al 17 febbraio), ma anche per la sicurezza.

In questi mesi sono proseguiti gli attacchi dello Stato islamico (Is). Il più sanguinoso è avvenuto lo scorso 21 gennaio quando due attentatori suicidi hanno colpito un affollato mercato del centro di Baghdad, uccidendo 32 persone e facendo oltre un centinaio di feriti. Ad una nuova insorgenza dello Stato islamico, che nella sua avanzata del 2014 nel nord dell’Iraq aveva perseguitato soprattutto le comunità cristiane e yazide, si aggiunge il problema della vasta galassia delle milizie sciite filo-iraniane la cui attività si è acuita dopo l’uccisione il 3 gennaio 2020 del generale dei pasdaran iraniani Qasem Soleimani a Baghdad in un attacco effettuato dagli Stati Uniti. Protagoniste della lotta contro lo Stato islamico dal 2014 al 2017, dopo la caduta di Mosul (capitale dell’autoproclamato califfato) e in parte regolarizzate nel 2018, le milizie sciite meglio note come Pmu (Popular Mobilization Units) hanno avviato dopo l’uccisione di Soleimani e del loro leader Abu Mahdi al Muhandis, una campagna di pressione fatta di continui lanci di razzi e missili contro compound militari per costringere il governo iracheno, dal maggio 2020 guidato da Mustafa al Kadhimi, a ordinare il ritiro delle forze della Coalizione internazionale contro l’Is guidata dagli Stati Uniti.

L’ultimo attacco in ordine di tempo, e anche il più grave avvenuto negli ultimi mesi, è quello che ha colpito il 15 febbraio l’aeroporto internazionale di Erbil, sede di uno dei principali compound militari della Coalizione, provocando un morto (un contractor civile straniero) e sei feriti, tra cui un militare Usa. L’attacco condotto è stato rivendicato dalla poco conosciuta milizia Awliya al Dam (brigate di sangue) che secondo un alto ufficiale delle Pmu, Mohammed al Basri, non farebbe parte della galassia delle milizie ufficialmente parte della coalizione sciita. Le autorità della regione autonoma del Kurdistan hanno puntato il dito proprio contro le Pmu ritenendole responsabili dell’accaduto, mentre per le Forze armate irachene vi sarebbe invece la regia dello Stato islamico dietro l’attacco.

Nonostante i rischi per la sicurezza, sia le autorità governative che i leader politico religiosi sciiti si sono impegnati a garantire non solo la sicurezza del Papa, ma anche una calorosa accoglienza da parte della comunità musulmana sciita che rappresenta il 65 per cento degli oltre 40 milioni di abitanti dell’Iraq. Particolare importanza rivestono in merito le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dal politico e religioso sciita iracheno, Muqtada al Sadr, che in un messaggio molto forte diffuso sui social network ha condannato le critiche emerse nel Paese contro il viaggio di Papa Francesco. “Ho ricevuto informazioni che alcune parti sono contrarie alla visita del Papa. Il Papa è il benvenuto, i nostri cuori e le nostre porte sono aperte”, ha dichiarato Al Sadr il cui movimento Al Sairoon è la principale coalizione nella Camera dei rappresentanti dell’Iraq. “Najaf al Ashraf è la capitale delle religioni, quindi lo accogliamo come amante della pace. La pace sia sui seguaci del Profeta Gesù e del Profeta Mosè, a meno che non dichiarino ostilità verso le religioni (come l’entità sionista). Tutti i seguaci del Profeta Maometto sono tuoi fratelli nella pace e nell’Islam”, ha dichiarato Al Sadr rivolgendosi al Papa. Importanti anche le parole del primo ministro dell’Iraq ed ex capo dell’intelligence, Mustafa al Kadhimi, il quale ha sottolineato durante un incontro con il nunzio apostolico Mitja Leskovar, che la visita di Papa Francesco contribuirà a rafforzare la stabilità e a diffondere lo “spirito della fraternità” in Iraq e in tutta la regione.

Foto di copertina: il logo e il motto del Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021). “Siete tutti Fratelli”: è questo il motto della visita di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo) reso noto dal Patriarcato caldeo insieme al logo del viaggio che mostra Papa Francesco nel gesto di salutare il Paese, rappresentato in mappa e dai suoi simboli, la palma e i fiumi Tigri ed Eufrate. Il logo mostra anche una colomba bianca, nel becco un ramoscello di ulivo, simbolo di pace, volare sulle bandiere della Santa Sede e della Repubblica dell’Iraq. Il motto della visita, “Siete tutti fratelli”, tratta dal Vangelo di Matteo, è riportata in arabo, curdo e caldeo.

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