Sulla rotta balcanica passa la vergogna europea

Condividi su...

Si aggrava sempre di più, anche per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’emergenza umanitaria per i migranti bloccati in una situazione disumana al campo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia e Erzegovina. Abbondanti nevicate e temperature che scendono fino a -10°C mettono a rischio la vita di circa 900 persone che vivono nel campo in condizioni molto carenti.

Le condizioni igieniche sono disastrose, dal momento che mancano completamente i servizi igienici, l’acqua potabile e un sistema fognario. Non ci sono nemmeno i collegamenti elettrici, le strade di accesso al campo sono ghiacciate e difficilmente percorribili, e l’altopiano di Lipa è di fatto isolato.

Mons. Komarica, vescovo di Banja Luka, ha lanciato un appello, chiedendo a tutti i rappresentanti politici che possono prendere decisioni di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”.

Il deputato europeo, Pietro Bartolo, ha raccontato la sua esperienza del  viaggio sulla rotta balcanica: “Ma nel nostro viaggio in direzione ostinata e contraria, oltre al ‘porto sicuro’ di chi è arrivato, abbiamo voluto vedere coi nostri occhi le tappe della traversata degli ultimi, dei poveri cristi in cerca di un futuro dignitoso.

E’ così che ci siamo addentrati nella foresta di Bojna, al confine tra la Croazia e la Bosnia, in territorio europeo, per vedere i varchi che i migranti cercano e capire in che modo avvengono quei respingimenti a dir poco discutibili”.

Nonostante la polizia era contraria alla ‘visita’ la delegazione europea è riuscita a raccontare con foto e video ciò che è stato visto: “Non ci siamo fermati neanche lì. In direzione ostinata e contraria abbiamo raggiunto Bihac e il campo lager di Lipa. E lì le parole non servono, ci sono le immagini che vi abbiamo mostrato e che continueremo a mostrarvi.

Qual è la colpa di un padre nato dalla parte sbagliata del mondo, che a piedi nudi è costretto a lavarsi con una tanica d’acqua sulla neve? Qual è la colpa di un bambino che trema dal freddo in un campo disperso in mezzo al nulla?”

Il racconto si conclude con un appello: “Quel che accade lungo la cosiddetta Rotta Balcanica e in particolare in Bosnia, a pochi chilometri dalla Croazia, quel che avviene a Lipa e tra Tuzla, Bihac, Velika Kladusa, non può più essere ignorato. La condizione di migliaia di migranti calpestati dall’assenza di un’adeguata politica comune deve provocare la mobilitazione delle istituzioni nazionali e comunitarie”.

E p. Alex Zanotelli ha scritto che è inaccettabile che l’Europa ignori i profughi: “E’ inaccettabile l’enorme sofferenza inflitta sui profughi che percorrono la ‘rotta balcanica’ che è diventata un’autentica Via Crucis. E’ inaccettabile che l’Italia respinga a Trieste i profughi della ‘rotta balcanica’ e li consegni alla polizia slovena che a sua volta li consegna a quella croata. E quest’ultima li deporta in Bosnia: fuori dall’Europa!

E’ inaccettabile che la UE non si commuova davanti allo spettacolo di migliaia e migliaia di profughi afghani, pakistani…nel campo di Lipa(Bosnia), abbandonati da tutti ,in questo gelido inverno balcanico… E’ inaccettabile che la UE usi l’Italia, la Grecia, la Turchia, la Slovenia, la Croazia per fare il lavoro sporco di tenere nel ‘limbo’ i disperati della terra che bussano alla porta della ricca Europa”.

Per questo Caritas Italiana ha lanciato con forza un allarme per la drammaticità della situazione a Lipa, come anche in molte altre località della rotta balcanica, come ha sottolineato il suo direttore, don Francesco Soddu: “Non si può più aspettare è assolutamente urgente fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura, rafforzare l’assistenza umanitaria a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia e Erzegovina”. 

Inoltre per la Caritas è necessario far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco-croata e ridiscutere le procedure e le politiche migratorie del paese e della regione, per sviluppare un sistema che tuteli maggiormente la vita e i diritti delle persone in transito o dei richiedenti asilo, procedure più snelle e sicure per il transito verso l’Unione Europea dei migranti, soprattutto di quelli in condizioni più vulnerabili, anche grazie a nuovi corridoi umanitari:

“Le persone in transito lungo la Rotta Balcanica sono infatti spesso in fuga da scenari di guerra e persecuzione, ed hanno pieno diritto alla protezione internazionale lungo il proprio percorso migratorio”.

Quindi  chiunque volesse sostenere gli interventi della Caritas per le popolazioni migranti in Bosnia Erzegovina e lungo la Rotta balcanica può donare on-line  oppure, specificando nella causale ‘Europa/ Rotta Balcanica’ può utilizzare i seguenti conti intestati a Caritas Italiana:

• conto corrente postale n. 347013; • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

Oppure a IPSIA Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli IBAN IT35S0501803200000011014347 BANCA POPOLARE ETICA Causale ‘Balkan route’.

(Foto: Pietro Bartolo)

Free Webcam Girls
151.11.48.50