Non solo l’India. La violenza contro i cristiani si allarga al Pakistan

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Non si ferma la violenza contro i cristiani in Asia. Nello stato indiano dell’Orissa sono state incendiate altre sei chiese; centinaia di case di cristiani sono state devastate e poi bruciate, mentre aumentano i profughi e gli scomparsi. Secondo notizie diffuse dall’agenzia AsiaNews, a Bhubaneshwar, è stata assalita, razziata e demolita la chiesa cattolica di Padunbadi.

 Il 1° settembre, inoltre, sono state distrutte e bruciate la chiesa battista a Durgaprasad; la chiesa cattolica di Chadiapally; le chiese cattolica e battista di Balligada e la chiesa cattolica di Mondasore, una costruzione artistica di oltre un secolo. Anche la casa parrocchiale ha subito lo stesso destino, insieme all’auto del parroco, p. Jugal Kishore Digal.

Intanto a New Delhi, la Corte suprema, sollecitata dall’arcivescovo di Bhubaneshwar, mons. Raphael Cheenath, ha domandato al governo dell’Orissa una relazione sulle violenze contro i cristiani. Il governo dell’Orissa è sospettato di aver dato i permessi ai radicali indù di radunarsi senza preoccuparsi della sicurezza. Un consigliere del governo ha affermato che il governo non sapeva nulla dei raduni e che la situazione attuale è ‘sotto controllo’.

Nell’ondata di violenza, tuttavia, non è coinvolta solo l’India. Anche in Pakistan “i cristiani vivono nella paura e sono vittime della persecuzione religiosa”, come denunciato dall’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. “Ancora oggi – ha detto padre Emmanuel Asi, francescano cappuccino, parroco a Lahore e segretario della Commissione biblica cattolica del Pakistan – essere cristiani in Pakistan equivale a essere cittadini di serie B, ma nonostante questo essi vanno molto fieri della loro appartenenza religiosa”.

In Pakistan, i cristiani appartengono spesso ai ceti sociali più disagiati e intere famiglie sono costrette a lavorare per i grandi proprietari terrieri. Senza contare che ai cristiani è interdetto l’accesso a determinate professioni e perfino ai colloqui di lavoro. Il dialogo interreligioso è reso difficile anche dalle accuse di proselitismo rivolte ai cattolici. Negli ultimi due anni, informa Acs, c’è stato in Pakistan “un rilevante aumento degli attacchi nei confronti delle minoranze religiose”, realizzati sotto forma di ‘fatwa’, di rapimenti e di assalti ai luoghi di culto.

Giovanni Grande, direttore del centro studi ‘J. Maritain’ del Veneto, ha scritto sul sito www.benecomune.net: “Il cuore del dramma, però, consiste in qualcosa di poco luminoso di cui tutti facciamo esperienza: da dove sorge questa ostilità verso chi ci invita, talvolta senza il bisogno di parole, a ciò che potremmo essere – e nell’intimo evidentemente desidereremmo essere? Che cosa rende così inviso il giusto, al punto che, come ricorda spesso la Scrittura, in molti sono coloro che tramano per toglierlo di mezzo? È sufficiente il fatto che ci prospetti percorsi faticosi ed impegnativi? I martiri di ogni tempo, i giusti di ogni civiltà e cultura invitano anche a meditare sul mistero di questa intensa lotta che attraversa la storia, spesso tingendosi di sangue, e che – proprio come ci ha aiutato a dire Dostoëvskij – si svolge anzitutto nel cuore dell’uomo”.

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