L’esperto risponde: quattro chiacchiere ai tempi del Covid-19 con il dr. Giordano

Attilio Giordano
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In esclusiva per Korazym.org abbiamo intervistato Attilio Giordano, farmacista, che porta avanti la tradizione di famiglia che si tramanda da tre generazioni – anche se come precisa lui, già sul finire del 1500 alcuni suoi antenati già erano farmacisti. Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, vicino ai Cavalieri Costantiniani ramo spagnolo, di cui don Pedro di Borbone è il Gran Maestro, grazie al quale ha conosciuto Paolo Rivelli, Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone ed insieme abbiamo creato la Sezione San Michele Arcangelo di Ottajano del Real Circolo che dirige. Appassionato di storia napoletana, frequenta vari archivi ed ultimamente, nel novembre del 2019, ha organizzato una manifestazione per i 250 anni dalla nascita del matematico Annibale Giordano – suo antenato – con l’inaugurazione di una lapide commemorativa.

Secondo il suo punto di vista scientifico, l’approccio alla gestione del Covid-19 è stato corretto, sia da parte della comunità scientifica che da parte del Governo italiano?

La scelta del Governo di gestire la Pandemia, avvalendosi della collaborazione di un CTS è ineccepibile. Si è andati a cercare l’ago nel pagliaio, o la pagliuzza nell’occhio, come nel caso dell’istituzione del lockdown del 7 marzo, contro il parere del CTS, poi prontamente smentita da Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma e componente del CTS. Lo stesso dicasi per Fabio Ciciliano della protezione civile, anch’egli facente parte del CTS. Secondo loro, il lockdown istituto dal Governo era in linea con le indicazioni del CTS e veniva giustificato con un verbale del 10 marzo, non ancora pubblicato.

Che idea si è fatto sulla questione legata al vaccino? La tematica è molto attuale e trova in disaccordo anche la comunità scientifica

Per il vaccino anti COVID-19 posso dire che, da farmacista, mi sono sempre battuto per l’utilità dei vaccini, in particolare l’Ordine dei Farmacisti di Napoli ha sempre svolto una campagna di sensibilizzazione sull’utilità dei vaccini, anche con convegni organizzati che hanno visto la partecipazione di virologi del calibro del Professore Tarro.

Ritornando al vaccino anti COVID-19, nel mondo sono quasi 200 quelli in fase di sviluppo, di cui una ventina in fase sperimentazione clinica e di questi 5 sono arrivati all’ultimo step, la cosiddetta fase III. La scorsa settimana in Russia si è avviata la sperimentazione della fase III del vaccino chiamato Sputnik-V, il cui annuncio è stato dato in pompa magna dallo stesso Presidente Putin che ha dichiarato l’avvenuta somministrazione anche a sua figlia, a volerne garantire la sicurezza.

In Italia, invece, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) il 31 luglio ha autorizzato la sperimentazione di fase I (quella in cui il farmaco viene somministrato ad un piccolo gruppo di volontari sani per valutarne la sicurezza e l’immunogenicità) del vaccino anti COVID-19 chiamato GRAd-COV2 e prodotto dall’azienda bio-tecnologica italiana ReiThera, dopo il parere positivo dell’Istituto Superiore di Sanità e del Comitato etico dell’INIMI Spallanzani. Questo vaccino si basa su un vettore adenovirale rivolto contro il SARS-CoV-2, responsabile della sindrome respiratoria acuta grave, meglio conosciuta come COVID-19, nome ufficiale dato dall’OMS.

Così il 24 agosto si è avviata la sperimentazione di fase I del vaccino GRAd-COV2 allo Spallanzani di Roma, fase I che a detta del dottore Giuseppe Ippolito, Direttore dell’INIMI Spallanzani, durerà dalle 12 alle 24 settimane, il che significa che, se tutto va bene, arriveremo a fine febbraio, dopodiché si avvierà la fase II (quella in cui verrà indagata l’attività terapeutica e dimostrata la non tossicità su un discreto numero di pazienti) e successivamente la fase III (quella in cui verrà determinata la tolleranza e l’efficacia del farmaco, quindi valutato il rapporto rischio-beneficio) che verrà condotta in Sudamerica, dove i focolai sono ancora endemici.

Tutto ciò per arrivare a dire cosa? Che, per quanto possano essere lecite le speranze che ognuno di noi ripone nel vedere quanto prima un vaccino in commercio, esistono dei tempi tecnici da rispettare per l’espletamento di un clinical trial (tempi tecnici che già per i vaccini, rispetto ad altri farmaci che richiederanno un’immissione in commercio, sono ridotti all’osso) al fine di garantirne l’efficacia, la sicurezza e la qualità, requisiti fondamentali che ogni farmaco deve portare in dote per ottenere un’autorizzazione all’immissione in commercio da parte delle agenzie regolatorie (e su questo punto in Italia non abbiamo nulla da temere in quanto la legislazione sul farmaceutico è tra le più articolate e sicure): il fine ultimo, infatti, è la tutela della salute pubblica!

Nel frattempo sul lato epidemiologico stiamo assistendo ad un incremento delle persone positive al virus, persone che in genere sono giovani di ritorno dalle vacanze in Sardegna, Grecia o Est Europa, che non necessitano di un trattamento ospedaliero. Su cento tamponi effettuati all’ospedale Cotugno di Napoli, venti sono risultati positivi e di questi una percentuale bassissima, inferiore all’1%, richiede ospedalizzazione. Il problema qual è? Questi giovani vengono spediti in quarantena nelle proprie abitazioni e si auspica che venga seguita alla lettera, quindi bisognerà valutare che il virus non venga trasmesso ai familiari, in particolare a quelli anziani, in quanto in quel caso potrebbero reagire in maniera e modo totalmente differente, richiedendo magari l’ospedalizzazione che, per l’aumento esponenziale dei casi, potrebbe non essere garantita a tutti. Ed è sinceramente quello che nessuno di noi si augura. L’indicazione in questo momento è: mantenere alto il livello di guardia, massima attenzione e pazienza.

Come reputa l’esposizione mediatica di certi virologi, ormai ospiti fissi in TV? Nei mesi scorsi Panorama per mettersi in contatto con loro ha anche contattato preventivamente gli agenti che li rappresentano.

Tra questi c’è sicuramente Roberto Burioni, il quale è titolare di cattedra, dirige un laboratorio di immunologia, ha fondato una società, la Pomona, titolare di diversi brevetti di anticorpi monoclonali, intrattiene rapporti con tante big-pharma e cosa che più mi ha colpito: è iscritto alla massoneria ‘a sua insaputa’. Allora penso che, in termini di legge, si sia ampiamente tutelato, come per i cachet che percepisce in televisione essendo persona competente e titolata per poterlo fare, d’altronde in un mondo regolato dal dio denaro la spregiudicatezza è una regola primaria. Il tutto si riduce a sè questo sia moralmente giusto. È una questione personale: la morale è come un elastico, ognuno lo tende a suo piacimento verso ciò che gli conviene. Di certo ha ragione quando dice che la scienza non è democratica. Qualche gaffe l’ha commessa anche lui, ad esempio quando a gennaio dichiarava l’inutilità delle mascherine e tuttora al riguardo assume una posizione ambigua, allorché dichiara che l’uso della mascherina è necessario, sebbene non vi siano studi clinici a riguardo.

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