Padre Cavalcoli: la rinuncia di Papa Benedetto XVI non può essere invalida e l’elezione di Papa Francesco è valida

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Ieri, 21 aprile 2020 ho letto sul sempre interessante blog Stilum Curiae, curato dall’amico e collega di lungo corso, decano dei vaticanisti Marco Tosatti un’interessante conversazione relativa alla rinuncia del Papa emerito Benedetto XVI e all’elezione del Papa regnante Francesco, e sulla loro assoluta validità. Un argomento di cui si parla molto, molte volte senza esserne qualificato e su cui vengono diffuse e condivise tante bufale.

Domande poste da Alessandra a Padre Giovanni Cavalcoli, O.P. [*]

[…] Quando, nel febbraio 2013, Papa Benedetto XVI si dimise improvvisamente e inspiegabilmente, lo IOR era appena stato escluso da SWIFT; con ciò, tutti i pagamenti del Vaticano erano resi impossibili, e la Chiesa era trattata alla stregua di uno stato-terrorista come l’Iran.
Era la rovina economica, ben preparata da una violenta campagna contro lo IOR, confermata dall’apertura di inchieste penali della magistratura italiana (che non manca mai di obbedire a certi ordini internazionali).
Pochi sanno che cosa è lo SWIFT (la sigla sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication – Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie): in teoria, è una “camera di compensazione” (clearing, in gergo) mondiale, che unisce 10.500 banche in 215 paesi. Di fatto, è il più occulto e insindacabile centro del potere finanziario globalista, il bastone di ricatto su cui si basa l’egemonia del dollaro, il mezzo più potente di spionaggio economico e politico e il mezzo più temibile con cui il la finanza globale stronca le gambe agli stati che non obbediscono.
La banca centrale dell’Iran ad esempio, per volontà israeliana, è stata esclusa dalla rete SWIFT per ritorsione contro il preteso programma nucleare. Ciò significa che l’Iran non può vendere in dollari il suo greggio, che le sue carte di credito non valgono all’estero, e che nessuna transazione finanziaria internazionale può essere condotta da Teheran se non in contanti e in clandestinità, in forme illegali secondo l’ordine internazionale: nel 2014 la banca francese BNP Paribas è stata condanna da un tribunale degli Usa a pagare (agli Usa) 8,8 miliardi di dollari per aver aiutato Teheran ad aggirare il blocco di Swift.
Sono state le minacce ventilate contro Mosca di escluderla dalla rete SWIFT come ritorsione per la cosiddetta annessione della Crimea – un danno enorme all’economia del paese – ad accelerare la messa in opera, da parte dei BRICS egemonizzati da Cina e Russia, di un proprio circuito di clearing alternativo a SWIFT, operante in yuan e rubli e non in dollari, per sottrarsi al ricatto che fa’ pendere sugli stati sovrani lo Swift.
Il sito belga Media-Presse (lo SWIFT è basato in Belgio) nel dare la notizia dello SWIFT alternativo lanciato da Pechino e Mosca, il 5 aprile, raccontava come esempio:
Quando una banca o un territorio è escluso dal Sistema, COME LO FU IL VATICANO NEI GIORNI CHE PRECEDETTERO LE DIMISSIONI di Benedetto XVI, nel febbraio 2013, tutte le transazioni vengono bloccate.
Poi, senza aspettare l’elezione del suo successore, il sistema Swift è stato sbloccato, al semplice annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI.
C’è stato un ricatto venuto da non si sa dove, per il tramite di Swift, esercitato su Benedetto XVI. Le ragioni profonde di questa storia non sono state chiarite, ma è chiaro che SWIFT è intervenuto direttamente nella direzione degli affari della Chiesa.
Ciò spiega le inaudite dimissioni di Ratzinger, che tanti di noi hanno potuto scambiare per un atto di viltà; la Chiesa era stata trattata come uno stato “terrorista” (anzi peggio – perché si noti che la dozzina di banche cadute nelle mani dello Stato Islamico in Irak e Siria “non sono state escluse da SWIFT” e continuano a poter fare transazioni internazionali ) e così la finanza vaticana non poteva più pagare le nunziature, far giungere mezzi alle missioni – anzi, gli stessi bancomat di Città del Vaticano erano di fatto stati bloccati. La Chiesa di Benedetto non poteva più “né vendere né comprare”, la sua vita economica aveva le ore contate.
Dimissioni sotto costrizione:
Non resta che sottoscrivere quel che dice Saura Plesio sul suo blog: Ratzinger “mai, proprio lui che lottò contro il Relativismo imperante, avrebbe accettato ‘aperture’ sul mondo gay e sulle politiche gender. Mai si sarebbe prosternato al “mondo” (e al mondialismo) come il suo successore, il quale gareggia con il laicismo imperante della Ue nel creare una forma di “divorzio sacramentale”, attraverso “l’annullamento breve”. Mai si sarebbe prestato a fare la grande pagliacciata di Lampedusa fatta dal suo successore, che oltretutto non è nemmeno territorio suo, ma dello stato italiano. I grandi poteri mondialisti hanno fretta e Ratzinger era un intralcio palese, un rallentamento sulla loro fulminea traiettoria”.
Subito dopo la sua partenza, ecco che SWIFT sblocca le transazioni vaticane, riapre i bancomat, riporta all’onore del mondo lo Ior. Non hanno nemmeno aspettato che venisse eletto Bergoglio; gli è bastata l’espulsione del “terrorista bianco”.
Nei salotti buoni e irraggiungibili fra Wall Street e Washington e Londra, già sapevano che il conclave avrebbe dato il soglio ad un modernista, ad uno di cui potevano fidarsi. Come mai? La sanzione SWIFT era stata coordinata con i “congiurati” in porpora che, guidati da Carlo Maria Martini (un cardinale che ha chiesto per sé l’eutanasia, va ricordato..) (1) avevano segnato Bergoglio come loro candidato già da anni? C’è stato un accordo dei congiurati con un potere forte esterno, a cui sono vicini per ideologia?
Magari l’elezione di Bergoglio non sarà invalida. Ma sembra di capire che la dimissione di Ratzinger lo è – è sceso dal trono di Pietro sotto costrizione . Anche il successivo comportamento di Ratzinger, apparentemente ambiguo nel tenersi addosso la veste bianca e il titolo di Santo Padre, può confermarlo: vuol dare il segnale a chi può capirlo, senza poterlo dire, che è stato cacciato, non se n’è andato volontariamente.
Ora, come un matrimonio è nullo se uno degli sposi l’ha stretto sotto costrizione, lo sarà anche un Papa che rinuncia sotto costrizione, e fa anche sapere che lui resta Papa….
In questa ipotesi, si spiegano benissimo le accoglienze trionfali che Bergoglio ha ricevuto in America, all’Onu, da Obama, le standing ovation al Congresso – e i continui attestati di stima da parte delle logge massoniche ovunque vada. E il Papa si fa’ volonteroso mediatore degli Stati Uniti presso Cuba, fa’ sue le “battaglie radicali”, apre alla nuova morale obbligatoria, insomma smette di essere l’antagonista morale che “questo mondo” detesta.
Si spiegherebbe così anche l’astuta gestione per guadagnarsi la simpatia dei media progressisti; e la brutale ma precisa “purga” che Bergoglio (con il suo consiglio degli Otto) ha operato in Vaticano, quasi avesse in mano una lista da lungo tempo preparata. La sua volontà di disciogliere il cattolicesimo in un protestantesimo generale, vacuo, secolarizzato e mondano…
Bergoglio ingiunge ai cristiani di accogliere sempre più immigranti, senza limiti, con totale “accoglienza” e carità – Ebbene: “Con un comunicato ufficiale, firmato da ben 28 diverse obbedienze (tra cui ben 8 francesi ed una italiana, la Gran Loggia d’Italia), i massoni richiamano i governi europei ad accogliere gli immigrati, anzi ad accoglierne sempre di più. Dimostrando così una convergenza d’intenti con pochi precedenti non solo tra loro, ma anche rispetto alle nuove strategie seguite dagli Stati membri”.

La risposta di Padre Giovanni Cavalcoli, O.P.

Cara Alessandra,
se abbiamo rispetto per Benedetto XVI, dobbiamo credergli, quando ha dato pubblicamente le ben note motivazioni della sua rinuncia. Essa dunque non può essere invalida. Segno ne è che egli, all’elezione di Francesco, ha fatto pubblica professione di fede a Francesco.
Benedetto, certo, ha dovuto cedere al prepotente sacrilego per il bene della Chiesa, ma ha compiuto un atto libero e prudente.
E lo SWIFT sarà colpito dai fulmini dell’ira divina, come dimostra l’attuale pandemia, che colpisce anche innocenti, affinché si uniscano alla croce di Cristo per la salvezza del mondo.
Questa rete SWIFT sembra essere infatti quella “bestia” dell’Apocalisse, che porta il numero “666” (Ap 13,18), la quale “farà sì che nessuno possa comprare o vendere senza avere il marchio della bestia” (Ap 13,17).
Tuttavia un angelo dell’Apocalisse annuncia: “chiunque adora la bestia e ne riceve il marchio, berrà il vino dell’ira di Dio e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto dei santi angeli e dell’Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli” (Ap 14,10-11). Checchè ne dicano i modernisti, i castighi di Dio esistono e ne faranno esperienza.
Posso quindi credere a questo intervento della SWIFT contro la Chiesa di Benedetto e posso credere che il detto intervento sia stato sospeso con l’elezione di Papa Francesco. Tuttavia voglio fare le seguenti precisazioni.
Ho elementi sufficienti per ritenere che la Mafia di San Gallo, guidata dal Card. Martini e dal Card. Danneels, gruppo modernista, filomassone e filorahneriano, abbia complottato per far eleggere Bergoglio a Papa. Ma la sua elezione è valida.
È vero d’altra parte che mentre era evidente l’opposizione di Benedetto al modernismo, al rahnerismo e alla massoneria, Francesco dimostra di non riuscire ad opporsi a questi mostri, ma anzi dimostra una riprovevole debolezza e negligenza nel castigare gli eretici, che hanno invaso la Chiesa e in essa spadroneggiano.
Tuttavia, ciò non compromette affatto l’ortodossia del Papa, il quale resta il Maestro infallibile della Fede, che, con la potenza dello Spirito Santo, libererà la Chiesa dalla persecuzione e dall’oppressione dell’anticristo.

P. Giovanni

[*] Padre Giovanni Cavalcoli è nato a Ravenna il 9 agosto 1941.
Si è laureato in filosofia a Bologna nel 1970 sotto la guida di Gianfranco Morra con una tesi dal titolo “La crisi dell’intellettuale nella società moderna”.
Entrato nell’Ordine Domenicano nel 1971, è stato ordinato sacerdote nel 1976.
Ha insegnato teologia dal 1979 al 1982 presso l’allora Studio Teologico Accademico Bolognese (STAB).
Nell’A.A. 1980-1981 tenne un corso sul linguaggio teologico presso lo Studio Teologico “Antoniano” di Bologna.
Dal 1980 al 1982 ha insegnato psicologia e metafisica presso il Seminario di Ravenna.
Ha conseguito la licenza in filosofia nel 1981 e il dottorato in teologia presso la Facoltà Teologica Pontificia “S. Tommaso d’Aquino” di Roma nel 1984 sotto la guida di P. Alvaro Huerga, OP, con una tesi dal titolo “Il giudizio per affinità nel dono della sapienza”.
Dal 1988 al 1989 ha tenuto corsi sulla Sapienza presso l’Istituto di Magistero “Maria Assunta” di Roma.
Ha ripreso l’insegnamento insieme con quello di Metafisica al ritorno da Roma nello STAB, elevato a Facoltà Teologica nel 2004.
Dal 1992 è socio della Pontificia Accademia Teologica Romana.
Dal 2011 è docente emerito di Teologia Dogmatica nella Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna e di Metafisica nello Studio Filosofico Domenicano di Bologna.

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