Il papa: la fame si sconfigge con il rilancio dell’agricoltura

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”L’aiuto fornito ai produttori locali serve per ricostruire l’economia”. Il papa rilancia l’ importanza dell’ agricoltura per combattere crisi e povertà endemica con L’obiettivo di sradicare la fame nel mondo. Una possibilità concreta e non un’utopia, anzi un obbligo per tutta la comunità internazionale.

Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano i partecipanti alla sessione del Consiglio dei governatori dell’Ifad, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, nel trentesimo anniversario di questa agenzia dell’Onu.

“I progetti di ‘credito rurale’, destinati ad aiutare-ha detto- i piccoli agricoltori e lavoratori agricoli senza terra di loro proprieta’, possono stimolare l’economia e garantire una maggiore sicurezza alimentare per tutti”. Inoltre “questi progetti aiutano inoltre le comunità indigene a prosperare sui propri territori e a vivere in armonia con le proprie culture tradizionali, invece di essere costrette a sradicare se stesse per cercare lavoro in città sovraffollate, piene di problemi sociali, dove spesso devono sopportare squallide condizioni di vita”. E c’è anche un appello alle nazioni nel discorso del papa per un vero rilancio dell’ agricoltura:“Troppo spesso, ai contadini delle nazioni in via di sviluppo viene negata questa opportunità, quando il loro lavoro è sfruttato avidamente, e la loro produzione viene deviata verso mercati lontani, con poco o nessun beneficio per la comunità locale”. “C’è bisogno – rileva il Papa – di una rinnovata determinazione ad agire in armonia e solidarietà con tutti i vari elementi della famiglia umana, al fine di garantire un accesso equo ai beni della terra, ora e in futuro”.

In mattinata il papa aveva anche ricevuto consiglieri e membri della Pontificia Commissione per l’America Latina, nata nel 1958, che nella loro assemblea plenaria hanno approfondito proprio il tema della formazione sacerdotale nei seminari. ”Oggi piu’ che mai – ha spiegato Benedetto XVI-e’ necessario che i seminaristi, con intenzioni rette e disinteressate, aspirino al sacerdozio spinti unicamente dalla volonta’ di essere autentici discepoli e missionari”. Per avere buoni preti ”bisogna avere fiducia nell’azione dello Spirito Santo, piu’ che nelle strategie e nei calcoli umani”. Quindi ”la necessita’ di sacerdoti per affrontare le sfide del mondo di oggi, non deve far trascurare un accurato discernimento dei candidati, ne’ le esigenze necessarie, anche le piu’ rigorose, affinche’ il processo formativo li aiuti a diventare dei sacerdoti esemplari”. Percio’, ha ribadito, ”e’ di grande importanza dare molta attenzione alla formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale, insieme alla scelta adeguata dei loro formatori e professori, che devono distinguersi per le capacita’ accademiche, lo spirito sacerdotale e la fedelta’ alla Chiesa, perche’ sappiano trasmettere ai giovani cio’ che chiede e spera il popolo di Dio”.

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