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Papa Francesco: il cristiano nutre speranza nell’attesa della Sua venuta

“Seguo ogni giorno quanto sta avvenendo in Siria, in questo momento così delicato della sua storia. Auspico che si raggiunga una soluzione politica che, senza altri conflitti né divisioni, promuova responsabilmente la stabilità e l’unità del Paese. Prego, per intercessione della Vergine Maria, che il popolo siriano possa vivere in pace e sicurezza nella sua amata terra, e le diverse religioni possano camminare insieme nell’amicizia e nel rispetto reciproco per il bene di quella Nazione, afflitta da tanti anni di guerra…

E penso sempre alla martoriata Ucraina che sta soffrendo tanto di questa guerra. Preghiamo perché si trovi una via di uscita. E penso alla Palestina, a Israele, al Myanmar. Che torni la pace, che ci sia pace! La guerra sempre è una sconfitta. Preghiamo per la pace”: al termine dell’udienza generale papa Francesco ha ricordato e pregato per i conflitti che affliggono i popoli, in particolar modo per la Siria, l’Ucraina, il Medio Oriente ed il Myanmar.

E nella catechesi dedicata allo Spirito Santo il papa ha riflettuto sul tema della speranza del ‘ritorno’ di Cristo: “In quella fase più antica l’invocazione aveva uno sfondo che oggi diremmo escatologico. Esprimeva, infatti, l’ardente attesa del ritorno glorioso del Signore. E tale grido e l’attesa che esso esprime non si sono mai spenti nella Chiesa.

Ancora oggi, nella Messa, subito dopo la consacrazione, essa proclama la morte e la risurrezione del Cristo ‘nell’attesa della sua venuta’. La Chiesa è in attesa della venuta del Signore. Ma questa attesa della venuta ultima di Cristo non è rimasta l’unica e la sola. Ad essa si è unita anche l’attesa della sua venuta continua nella situazione presente e pellegrinante della Chiesa”.

Infatti la Chiesa ‘grida’ la venuta di Gesù: “Esso non è abitualmente rivolto solo a Cristo, ma anche allo Spirito Santo stesso! Colui che grida è ora anche Colui al quale si grida. ‘Vieni!’ è l’invocazione con cui iniziano quasi tutti gli inni e le preghiere della Chiesa rivolti allo Spirito Santo: ‘Vieni, o Spirito creatore’, diciamo nel Veni Creator, e ‘Vieni, Spirito Santo’, ‘Veni Sancte Spiritus’, nella sequenza di Pentecoste; e così in tante altre preghiere.

E’ giusto che sia così, perché, dopo la Risurrezione, lo Spirito Santo è il vero ‘alter ego’ di Cristo, Colui che ne fa le veci, che lo rende presente e operante nella Chiesa. E’ Lui che ‘annuncia le cose future’ e le fa desiderare e attendere. Ecco perché Cristo e lo Spirito sono inseparabili, anche nell’economia della salvezza”.

Ecco che lo Spirito Santo è linfa della speranza cristiana: “Lo Spirito Santo è la sorgente sempre zampillante della speranza cristiana… Se la Chiesa è una barca, lo Spirito Santo è la vela che la spinge e la fa avanzare nel mare della storia, oggi come in passato!”

Quindi la speranza è una certezza: “Speranza non è una parola vuota, o un nostro vago desiderio che le cose vadano per il meglio: la speranza è una certezza, perché è fondata sulla fedeltà di Dio alle sue promesse. E per questo si chiama virtù teologale: perché è infusa da Dio e ha Dio per garante. Non è una virtù passiva, che si limita ad attendere che le cose succedano”.

Perciò il cristiano deve portare speranza: “E’ una virtù sommamente attiva che aiuta a farle succedere… Il cristiano non può accontentarsi di avere speranza; deve anche irradiare speranza, essere seminatore di speranza. E’ il dono più bello che la Chiesa può fare all’umanità intera, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra spingere ad ammainare le vele”.

Prima dell’udienza generale il papa aveva i membri del Movimento ‘Human Economic Forum’, che stanno svolgendo il loro convegno a Roma sul bene comune: “La ricerca di uno sviluppo umano sostenibile e integrale è decisiva per la salvaguardia e la promozione del bene comune universale.

Per questo è necessario porre la persona umana al centro del nostro interesse e delle nostre attività. Occorre tenere sempre lo sguardo sulle persone concrete, in tutte le loro dimensioni, per combattere la povertà, restituire la dignità agli esclusi e, nello stesso tempo, prendersi cura della casa comune”.

Mentre al termine dell’udienza generale papa Francesco ha incontrato una delegazione della ‘Onlus ResQ – People Saving People’, affermando che la vita è inalienabile: “Voi non guardate da un’altra parte. Alla base di questo atteggiamento c’è la convinzione che ogni essere umano è unico e la sua dignità è inviolabile, qualunque sia la sua nazionalità, il colore della pelle, l’opinione politica o la religione”.

Ed ha elogiato la loro attività: “Ben venga allora l’azione di coloro che non si limitano a osservare le cose, criticando da lontano, ma si mettono in gioco, offrendo un po’ del loro tempo, del loro ingegno e delle loro risorse per alleviare le sofferenze dei migranti, per salvarli, accoglierli e integrarli. Il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato. Questa generosità, questa operosità è in sintonia con il Vangelo, che invita a fare del bene a tutti e in modo speciale agli ultimi, ai più poveri, ai più abbandonati, ai malati, alle persone in pericolo”.

(Foto: Santa Sede)

A Loreto si accendono i falò per la venuta della Santa Casa

Con la festa della Venuta della Madonna, di origini antichissime, si rievocano i fuochi che nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 furono accesi per illuminare la via alla ‘Santa Casa’ in arrivo a Loreto. La festa liturgica della Madonna di Loreto ricorre il 10 dicembre, in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

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