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Papa Francesco: Maria Immacolata è una bellezza per noi

“In questa solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, sono vicino in modo particolare ai nicaraguensi. Vi invito ad unirvi in preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua, che celebra la Purissima, come Madre e Patrona, e innalza a Lei un grido di fede e di speranza. Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà e nelle incertezze, e apra i cuori di tutti, affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia nel Paese. E continuiamo a pregare per la pace, nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente (Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria), in Myanmar, Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze. Faccio appello ai Governanti e alla Comunità internazionale, perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra…  Oggi, mi viene al cuore chiedere a tutti voi di pregare per i detenuti che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte. Credo che sono 13 o 15. Preghiamo perché la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”.

Sono gli appelli di papa Francesco al termine della recita dell’Angelus della festività dell’Immacolata Concezione, che ha concluso la celebrazione eucaristica con i nuovi cardinali, soffermandosi a contemplarLa in tre aspetti: “Maria figlia, Maria sposa e Maria madre. Prima di tutto guardiamo all’Immacolata come figlia. Della sua infanzia i Testi sacri non parlano. Il Vangelo ce la presenta invece, al suo ingresso sulla scena della storia, come una giovane ragazza ricca di fede, umile e semplice. E’ la ‘vergine’, nel cui sguardo si riflette l’amore del Padre e nel cui Cuore puro la gratuità e la riconoscenza sono il colore e il profumo della santità. Qui la Madonna ci appare bella come un fiore cresciuto inosservato e finalmente pronto a sbocciare nel dono di sé. Perché la vita di Maria è un continuo dono di sé”.

Essendo figlia è potuta diventare sposa, come è stata definita dalla costituzione dogmatica ‘Lumen Gentium’: “Il che ci porta alla seconda dimensione della sua bellezza: quella di sposa, cioè di colei che Dio ha scelto come compagna per il suo progetto di salvezza. ‘Serva’ non nel senso di ‘asservita’ e ‘umiliata’, ma di persona ‘fidata’, ‘stimata’, a cui il Signore affida i tesori più cari e le missioni più importanti. La sua bellezza allora, poliedrica come quella di un diamante, rivela una faccia nuova: quella della fedeltà, della lealtà e della premura che caratterizzano l’amore reciproco degli sposi”.

Mentre la terza dimensione è la bellezza della Madre: “Qual è questa terza dimensione della bellezza di Maria? Quella di madre. E’ il modo più comune in cui la raffiguriamo: con in braccio il Bambino Gesù, oppure nel presepe, chinata sul Figlio di Dio che giace nella mangiatoia. Sempre presente accanto a suo Figlio in tutte le circostanze della vita: vicina nella cura e nascosta nell’umiltà; come a Cana, dove intercede per gli sposi, o a Cafarnao, dove è lodata per il suo ascolto della Parola di Dio o infine ai piedi della croce (la mamma di un condannato), dove Gesù stesso ce la consegna come madre. Qui l’Immacolata è bella nella sua fecondità, cioè nel suo saper morire per dare la vita, nel suo dimenticare sé stessa per prendersi cura di chi, piccolo e indifeso, si stringe a Lei”.

Per il papa tale bellezza non è irraggiungibile: “Il rischio, però, sarebbe di pensare che si tratti di una bellezza lontana, una bellezza troppo alta, irraggiungibile. Non è così. Anche noi infatti la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo liberati dal peccato e fatti figli di Dio. E con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla, come la Vergine, con amore filiale, sponsale e materno, grati nel ricevere e generosi nel donare, uomini e donne del ‘grazie’ e del ‘sì’, detti con le parole, ma soprattutto con la vita (è bello trovare uomini e donne che con la vita dicono grazie e dicono ‘sì’); pronti a far posto al Signore nei nostri progetti e ad accogliere con tenerezza materna tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino”.

Per questo la Madre di Dio è una donna che è a ‘portata’ di tutti: “L’Immacolata allora non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo. Vediamo purtroppo, attorno a noi, come la pretesa del primo peccato, di voler essere ‘come Dio’, continui a ferire l’umanità, e come questa presunzione di autosufficienza non generi né amore, né felicità.

Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento, non diffonde gioia né futuro”.

(Foto: Santa Sede)

Papa Francesco: Maria è discepola dello Spirito Santo

“Tra i diversi mezzi con cui lo Spirito Santo attua la sua opera di santificazione nella Chiesa (Parola di Dio, Sacramenti, preghiera) ce n’è uno in particolare ed è la pietà mariana. Nella tradizione cattolica c’è questo motto, questo detto: ‘Ad Iesum per Mariam’, cioè ‘a Gesù per mezzo di Maria’. La Madonna ci fa vedere Gesù. Lei ci apre le porte, sempre! La Madonna è la mamma che ci porta per mano verso Gesù. Mai la Madonna indica sé stessa, la Madonna indica Gesù. E questa è la pietà mariana: a Gesù per le mani della Madonna”: continuando la catechesi sullo Spirito Santo nell’udienza generale odierna papa Francesco ha sottolineato il rapporto tra Esso e la Madre di Dio.

Il papa ha incentrato la meditazione prendendo spunto dalla lettura del brano dagli Atti degli Apostoli: “Maria, in quanto prima discepola e figura della Chiesa, è anch’essa una lettera scritta con lo Spirito del Dio vivente. Proprio per questo, ella può essere ‘conosciuta e letta da tutti gli uomini’, anche da chi non sa leggere libri di teologia, da quei ‘piccoli’ ai quali Gesù dice che sono rivelati i misteri del Regno, nascosti ai sapienti”.

Il ‘sì’ pronunciato dalla ragazza di Nazareth all’Angelo è un’offerta di ‘abbandono’ a Dio: “In quel tempo, si usava scrivere su tavolette incerate; oggi diremmo che Maria si offre come una pagina bianca su cui il Signore può scrivere ciò che vuole”.

Tale offerta diventa ‘strumento’ per la santità: “Ecco, dunque, come la Madre di Dio è strumento dello Spirito Santo nella sua opera di santificazione. In mezzo al profluvio interminabile di parole dette e scritte su Dio, sulla Chiesa e sulla santità (che pochissimi, o nessuno, è in grado di leggere e capire per intero) lei ci suggerisce due sole parole che tutti, anche i più semplici, possono pronunciare in ogni occasione: ‘Eccomi’ e ‘fiat’. Maria è colei che ha detto ‘sì’ al Signore e con il suo esempio e la sua intercessione ci spinge a dire anche noi il nostro ‘sì’ a Lui, ogni volta che ci troviamo dinanzi a una obbedienza da attuare o a una prova da superare”.

Ed anche oggi la Chiesa è chiamata a ripetere quel ‘sì’ di Maria: “In ogni epoca della sua storia, ma in particolare in questo momento, la Chiesa si trova nella situazione in cui la comunità cristiana era all’indomani dell’Ascensione di Gesù al cielo. Deve predicare il Vangelo a tutte le genti, ma è in attesa della ‘potenza dall’alto’ per poterlo fare. E non dimentichiamo che in quel momento, come si legge negli Atti degli Apostoli, i discepoli erano riuniti intorno a ‘Maria, la madre di Gesù’…

L’evangelista Luca volutamente mette in risalto la corrispondenza tra la venuta dello Spirito Santo su Maria nell’Annunciazione e la sua venuta sui discepoli a Pentecoste, usando alcune espressioni identiche nell’uno e nell’altro caso”.

Ecco il motivo per cui la Madonna è ‘discepola’ dello Spirito Santo: “Come tutte le immagini, anche questa di ‘sposa dello Spirito Santo’ non va assolutizzata, ma presa per quel tanto di verità che contiene, ed è una verità molto bella. Ella è la sposa, ma è, prima ancora, la discepola dello Spirito Santo.

Sposa e discepola. Impariamo da lei a essere docili alle ispirazioni dello Spirito, soprattutto quando Egli ci suggerisce di ‘alzarci in fretta’ e andare ad aiutare qualcuno che ha bisogno di noi, come fece lei subito dopo che l’angelo la lasciò”.

Prima dell’udienza generale papa Francesco aveva incontrato una delegazione del ‘Foyer Notre-Dame des Sans Abris’ e dell’associazione ‘des Amis de Gabriel Rosset’, chiamandoli ‘artigiani della misericordia: “Mi piace contemplare la Madonna dei Senzatetto come Vergine di Misericordia, che spalanca le braccia per accogliere tutti, perché tutti hanno un posto vicino a Maria, vicino a Cristo. Ella non ha paura di aprire il suo manto, per farne un riparo contro la pioggia e il fuoco cocente del sole. Dona il suo bene più prezioso, che è Gesù, lasciando che i poveri si avvicinino il più possibile a lei per ricevere dalle sue mani tese tenerezza e sollievo”.

E’ stato un invito a mettersi alla ‘scuola’ della Madre di Dio: “Mettetevi alla sua scuola. Maria è prima di tutto donna di vita interiore: medita e custodisce nel suo cuore la Parola di Dio che alimenta ogni sua azione. E’ anche una donna aperta, una donna disponibile alle sorprese di Dio. Per questo veglia e cammina. Maria risponde ai bisogni dei fratelli e delle sorelle vulnerabili, ma soprattutto anticipa i loro bisogni: come a Cana, dove sa che il vino è finito. Segue suo Figlio lungo la strada, fino al Calvario; non ha paura di toccare la sofferenza del mondo, quando lo accoglie tra le sue braccia ai piedi della croce”.

(Foto: Santa Sede)

La domenica della samaritana

Nel rito ambrosiano, per tradizione, la seconda domenica è la domenica della samaritana e il brano biblico di riferimento, pertanto, è il bel capitolo di Giovanni 4. In questo testo si narra della vicenda di una samaritana che viene condotta da Gesù a riconoscere in lui il Messia atteso.

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