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Suor Maria Grazia Cossu è la nuova priora del monastero ‘Santa Rita’ da Cascia

Suor Maria Grazia Cossu è stata oggi eletta dalle sue consorelle e alla presenza del Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Padre Alejandro Moral Anton, nel ruolo di Priora del Monastero Santa Rita di Cascia, che guiderà per i prossimi quattro anni. Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora uscente, chiuderà i suoi 8 anni di mandato passando formalmente il testimone alla nuova eletta nei prossimi giorni.

Originaria della Sardegna, Suor Maria Grazia è entrata nella famiglia delle claustrali di Cascia come postulante il 10 ottobre 2011, ed ha celebrato la sua consacrazione definitiva al Signore l’8 dicembre 2016. Negli ultimi anni si è presa cura delle consorelle più anziane, svolgendo il suo servizio presso l’infermeria del monastero, e contemporaneamente delle migliaia di persone che ogni giorno vengono ascoltate dalle monache, presso i parlatori per il loro ministero della consolazione, e che giungono a Cascia alla ricerca di nuova speranza e luce, attraverso la voce di Dio e il messaggio di Santa Rita.

Il capitolo del Monastero Santa Rita è ancora in corso, e nei prossimi giorni le monache definiranno anche gli altri ruoli della comunità, tra cui la vicaria, vice della Priora, e l’economa, fino a definire il nuovo consiglio, organo di governo della Comunità. Per i prossimi quattro anni sarà alla guida della comunità delle claustrali, eredi e custodi del messaggio della santa degli impossibili.

Una volta compiuti i passi formali, raccoglierà il testimone da Suor Maria Rosa Bernardinis, che termina il suo mandato dopo otto anni consecutivi. Nei prossimi giorni attese anche le elezioni della Vicaria e del consiglio del Monastero.

Suor Maria Grazia Cossu, succederà a suor Maria Rosa Bernardinis, anche nel ruolo di Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia, che sarà formalizzato a fine febbraio. La Fondazione è l’Ente del Terzo Settore che le monache hanno fondato nel 2012: da allora cammina al fianco del Monastero e di altre organizzazioni che sostiene in Italia e nel mondo, con l’obiettivo di rendere concreto l’esempio di Santa Rita, per contribuire a migliore la vita di chi si trova in situazioni di fragilità, attraverso progetti rivolti a infanzia, salute, formazione, sicurezza alimentare e inclusione sociale che portano speranza e costruiscono opportunità.

(Foto: Fondazione Santa Rita da Cascia)

In Calabria sulle tracce di san Francesco di Paola

‘Il Cammino di San Francesco di Paola’, curato da Angelina Marcelli, Vincenzo Astorino e Alessandro Mantuano propone un’esperienza escursionistica, culturale e spirituale plasmata sulla memoria storica del santo patrono della Calabria, alla scoperta degli aspetti umani e religiosi del frate, profondamente legato alla sua gente e al rispetto della natura. Un percorso che porta a conoscere l’affascinante storia del santo e a ripercorrere i suoi passi tra foreste secolari di faggi e il folklore di paesi dalle tradizioni antichissime; che si arricchisce con la visita a borghi di antica bellezza e con i sapori e l’ospitalità tipici delle tradizioni calabresi.

Alla coautrice della guida, prof.ssa Angelina Marcelli, docente di storia economica all’Università degli studi eCampus e responsabile della comunicazione e cultura dell’associazione ‘Il Cammino di San Francesco di Paola’, abbiamo chiesto di raccontare in cosa consiste tale cammino: “Il Cammino nasce nel 2017 con l’intenzione di proporre un’esperienza escursionistica e allo stesso tempo culturale e spirituale, plasmata sulla memoria storica e sulle tradizioni locali legate alla figura di Francesco di Paola (1416-1507).

Il patrono della Calabria era un eremita, fondatore dell’Ordine dei Minimi, che ha finito i suoi giorni in Francia, presso la corte del re più potente del suo tempo. Noi sintetizziamo il senso del cammino definendolo una ‘biografia su mappa’, perché vogliamo ricostruire i viaggi compiuti da Francesco in diversi momenti della sua vita. Ogni Via, dunque, è accompagnata da una narrazione che vuole mettere in evidenza motivazioni, luoghi e protagonisti di ogni viaggio. Attualmente sono attive tre Vie; a breve inaugureremo la Via per la Francia e speriamo di poter mettere mano presto sia alla Via per la Sicilia che al Pellegrinaggio ad Assisi”.

Perché è la ‘via del giovane’?

“All’età di 13 anni, Francesco Martolilla si reca a San Marco Argentano per adempiere un voto fatto dai genitori, che di fronte alla malformazione ad un occhio del loro bambino, avevano promesso che lo avrebbero concesso come oblato per un anno in una comunità francescana. Abbiamo quindi pensato di tracciare il percorso da San Marco Argentano a Paola (49 km in tre tappe) per fare memoria del ritorno a casa, un viaggio contrassegnato da una parte dalla certezza di essere chiamato a servire il Signore, ma dall’altra dall’inquietudine di non sapere esattamente come”.

In cosa consiste la ‘via dell’eremita’?

“Lungo la Via dell’Eremita (62,7 km in tre tappe) accompagniamo frate Francesco ormai maturo (aveva circa 56 anni) verso Paterno dove fonda il suo secondo romitorio dopo quello di Paola. Si tratta di un viaggio importante per diversi aspetti. E’, infatti, un passo che compie solo dopo che la Chiesa aveva formalizzato la nascita della sua congregazione eremitica, ma soprattutto segna il tempo dell’affermazione di un’identità comunitaria basata sull’osservanza del suo stile di vita. Per diversi anni, Francesco (curava personalmente la costruzione dei romitori) fece la spola tra Paola e Paterno e per questa ragione abbiamo pensato di tracciare la Via in modo bidirezionale”.

Ed infine come si sviluppa la ‘via dei monasteri’?

“Più che un singolo viaggio, è un andirivieni che frate Francesco compie per congiungere i romitori fondati in Calabria dopo quello di Paola, cioè Paterno (1472), Spezzano (1474) e Corigliano (1476). Questo viaggio ideale, segno di maturità spirituale, sigilla il forte legame tra Francesco e la sua terra, ma anche della intensa relazione con i suoi confratelli, che si assumono la responsabilità di guidare le nuove comunità. Da Paterno, il percorso si dirige verso l’Area MaB UNESCO della Pre-Sila e arriva nel Golfo di Corigliano (135 km in 6 tappe)”.

Perché san Francesco da Paola fondò l’Ordine dei Minimi?

“Nonostante il divieto imposto dal Concilio Lateranense IV, Francesco di Paola ottenne l’approvazione della regola dell’Ordine dei Minimi, sintesi della natura e del carisma impressi alla sua famiglia religiosa. L’umiltà del Fondatore è incisa in questo nome che sembra voler indicare ai frati una strada di continua conversione per diventare piccoli, semplici, minimi appunto”.

Per quale motivo il viandante si mette in cammino?

“Le ragioni sono tante e una non esclude l’altra. Quasi sempre c’è una motivazione personale di natura spirituale. Molti, infatti, lo fanno a mo’ di pellegrinaggio. Tanti, soprattutto quelli proveniente da altre regioni, invece, sono attratti dalla natura, dalla varietà di paesaggi, dalla bellezza e dalle tradizioni culturali dei borghi attraversati e solo dopo entrano in contatto con la spiritualità dell’eremita paolano. Tutti, poi, finiscono per apprezzare il volto più bello della Calabria, che è l’accoglienza”.

Quale è la spiritualità del cammino?

“Percorrere il cammino significa un po’ vestirsi dell’abito di Francesco, fatto di sobrietà ed essenzialità, di contemplazione del creato e di amore per il prossimo e per la natura. Si tratta di un abito che in qualche modo si trasmette di più con l’esperienza stessa che con le parole”.

Per qualsiasi informazione: info@ilcamminodisanfrancesco.it

(Tratto da Aci Stampa)

Tazert: un monastero nella notte

Tazert. Un villaggio berbero, alle pendici della catena montuosa dell’Atlante, spina dorsale del Marocco. Qui si ritorna indietro di secoli. Il ritmo, gli sguardi, gli incontri… tutto conserva una lentezza primordiale. E una particolare densità. Non è il clima delle grandi città della costa, come Casablanca, Essaouira, Rabat… dove modernità, tradizione e frenesia si sposano felicemente. Qui nel Sud lo sguardo si arresta.

Fratel Barducci: Charles de Foucauld insegna che Gesù è Carità

Domenica 15 maggio in piazza san Pietro papa Francesco presiederà la celebrazione eucaristica e il rito della canonizzazione dei Beati Titus Brandsma, Lazzaro detto Devasahayam, César de Bus, Luigi Maria Palazzolo, Giustino Maria Russolillo, Charles de Foucauld, Marie Rivier, Maria Francesca di Gesù Rubatto, Maria di Gesù Santocanale e Maria Domenica Mantovani.

A Tolentino ritornano le Carmelitane Scalze a 6 anni dal sisma

A metà dicembre, nella tensostruttura del complesso monumentale della basilica di San Nicola a Tolentino, la cerimonia di ‘posa del primo tronco’ del monastero delle Carmelitane Scalze di Tolentino, che sorgerà sul sedime del vecchio monastero ed irrimediabilmente compromesso dal sisma del 30 ottobre 2016; quindi demolito.

Il ministro Bonetti accoglie l’appello della priora del monastero di santa Rita da Cascia

“Accolgo il suo appello con serietà e sollecitudine, grata per l’attenzione riservata ai temi del Ministero a me affidato”: si apre così la lettera con la quale il Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, ha risposto via email alla priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis, che lo scorso 18 giugno, rivolgendosi al Ministro in una nota, aveva messo in luce la necessità di maggiore attenzione alle famiglie con fragilità psichiche e socio-economiche, in riferimento alla strage di Ardea, auspicando più sensibilità generale per scongiurare l’isolamento, condizione non umana.

Sarà beatificata Maria Lorenza Longo

Appena sarà possibile sarà beatificata la fondatrice delle clarisse cappuccine, Maria Lorenza Longo (1462 – 1539) e al raggiungimento di tale traguardo ha contribuito papa Francesco, che ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare sia il decreto che ne riconosce le virtù eroiche (9 ottobre 2017) sia quello riguardante il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Requenses in Longo, fondatrice dell’Ospedale degli Incurabili in Napoli e delle Monache Cappuccine, nonché anche di una casa per accogliere le prostitute che volevano lasciare quel ‘mestiere’ (27 ottobre 2020).

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