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Festività del Corpus Domini: Popoli tutti, acclamate al Signore!
Questa festività, già celebrata il Giovedì santo, storicamente risale a1264 ed è arricchita dalla processione del Santissimo Sacramento. La celebrazione eucaristica rende presente ed attuale la promessa di Gesù: ‘Io sarò con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo’. L’istituzione dell’Eucaristia ci aiuta nel pellegrinaggio terreno sino a raggiungere il cielo; un pellegrinaggio prefigurato già nell’Esodo del popolo ebreo dall’Egitto verso la terra promessa (la Palestina).
Nell’esodo Dio nutrì il suo popolo con la ‘manna’ per quaranta anni; il popolo si chiedeva: ‘man hu?’ e Mosè rispose: ‘Questo è il pane che Dio vi ha mandato sino a quando entrerete nella Terra voluta da Dio’. Quel cibo prefigurava un altro cibo: l’Eucaristia, il cibo che nutre l’uomo in questo terreno pellegrinaggio. Gesù l’aveva promesso: ‘Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue avrà la vita eterna’ e mantenne la promessa nell’Ultima Cena quando, dopo aver lavato i piedi agli Apostoli, prese il pane e disse loro: ‘Prendete e mangiate: questo è il mio corpo’; aggiunse poi: ‘Fate questo in memoria di me’.
Gesù invita la sua Chiesa nascente a prendere parte con fede viva e amore a questo convito del suo corpo e del suo sangue: ‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno’. Questo convito, l’Eucaristia, diventa il pegno sicuro della vita eterna. Si hanno così due mense: la mensa della Parola di Dio e la mensa dell’Eucaristia; non sono due mense in contrasto ma complementari: in entrambi c’è la presenza di Gesù salvatore morto e risorto per la nostra salvezza eterna.
Da qui la celebrazione della messa con due momenti: l’ascolto della Parola di Dio (Antico e Nuovo Testamento) e il momento eucaristico che si conclude con la comunione: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo: prendete e bevete, questo è il calice della nuova Alleanza’. E’ molto chiaro ed evidente il riferimento al linguaggio sacrificale: Gesù presenta se stesso, che si sacrifica sulla croce, come l’unico e perfetto sacrificio; Gesù ripara il peccato che aveva precluso le porte del regno dei cieli.
Da qui la ‘Nuova Alleanza’ tra Dio e gli uomini dove l’uomo si innesta a Cristo Gesù con il Battesimo: ‘Chi crede e sarà battezzato sarà salvo’; ciò che necessita da parte dell’uomo è fede vera ed amore: ‘Amate come io vi ho amato’. Da qui la necessita di ravvivare la nostra fede e partecipare al sacro convito. Gesù diventa l’unico mediatore della Nuova Alleanza, grazie al dono di se stesso sulla croce e all’Eucaristia, memoriale della sua passione e morte.
Sulla croce Gesù è sacerdote e vittima: sacerdote perché offre se stesso al Padre per la salvezza di tutti; vittima vera, degna di Dio perché senza macchia né ruga. Da qui l’inno di ringraziamento: ‘Popoli tutti, acclamate al Signore’. L’Eucaristia è veramente il grande sacramento dell’amore di Cristo spinto sino all’estremo: offre la sua umanità e divinità per arricchirci in modo inesprimibile.
Nella Messa Cristo si rende presente realmente ma nell’Eucaristia è presente tutta la Chiesa: senza l’Eucaristia non ci sarebbe la Chiesa; senza la Chiesa non ci sarebbe l’Eucaristia. L’Eucaristia ci unisce a Dio e ci unisce ai fratelli: come diversi chicchi di grano costituiscono il pane, come diversi acini di uva realizzano il vino, che consacrati diventano corpo e sangue di Cristo Gesù, così tutti i battezzati, diversi per famiglia, colori, cultura, carismi e talenti costituiscono la Chiesa, la grande famiglia con la quale Cristo Gesù ha sancito la Nuova Alleanza; la grande famiglia che invoca Dio: Padre nostro che sei nei cieli.
La festa di oggi è la festa della Chiesa, che prega, che ama e nella celebrazione eucaristica estrinseca la sua fede in Dio che è amore. Maria, santa madre del Verbo incarnato, aiutaci a camminare uniti verso la meta celeste, nutriti del corpo di Cristo, pane di vita eterna e farmaco d’immortalità.
Chiese in festa per il Corpus Domini
Domenica 2 giugno ricorrerà la festa del Corpus Domini. Nella notte tra sabato 1 e domenica 2, la comunità patuense si riverserà nelle stradine del borgo dando ufficialmente inizio alla IX edizione dell’Infiorata di Patù, ormai conosciuta e apprezzata in tutta la Puglia e non solo. Alle ore 21 del sabato il Vescovo della diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, benedirà l’inizio dei lavori insieme al parroco don Carmine Peluso.
Il Vescovo parteciperà alla cerimonia di posa dei primi petali, dando così il via alla realizzazione dell’Infiorata che quest’anno ha come tema la simbologia dell’albero nella Sacra Scrittura. Questo momento segna l’inizio di un processo creativo-collettivo che vede coinvolta l’intera comunità inclusi i giovani ospiti dei centri SAI di Patù e Castrignano del Capo (anche di religione musulmana), gestiti dall’ARCI Lecce solidarietà cooperativa sociale.
Realizzando in tal modo un forte segno di inclusione sociale e di pace tra i popoli di cui oggi si avverte un forte bisogno. Domenica 2 giugno alle ore 8 il Vescovo sarà di nuovo presente per benedire i quadri artistici a conclusione dei lavori. Alle 9, la comunità si riunirà per la Santa Messa in Piazza Indipendenza, seguita da una seconda celebrazione alle ore 10:30 nella Chiesa di San Michele. Il tappeto ‘fiorito’ coprirà via Principe di Napoli per una lunghezza di circa 250 metri dove passerà la processione del Corpus Domini prevista subito dopo la Messa delle 18.30 con partenza dalla Chiesa dell’Immacolata. I quadri artistici potranno essere ammirati per tutta la serata.
Come ogni anno sono poche le indiscrezioni che trapelano sui quadri e sui personaggi che animeranno la colorata manifestazione ma i protagonisti di questa edizione saranno ‘gli alberi biblici’. L’albero, per sua natura, suscita sempre grande attenzione e mai come in questo tempo la scelta della piccola comunità appare più pertinente.
La parrocchia ‘Santissimo Corpo e Sangue di Cristo’, presente nel quartiere Appio Tuscolano, è affidata alla cura pastorale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. All’interno della comunità parrocchiale si riscontrano diverse realtà, quali i gruppi Neocatecumenali, i giovani del Centro Oratori Romani (che si occupano sia della pastorale sacramentaria che dell’oratorio domenicale), il gruppo ‘Unione Sanguis Christi’ (USC), il Rinnovamento dello Spirito, la Confraternita della Misericordia e i gruppi famiglie (di cui uno di questi è dedicato esclusivamente a persone che vivono la difficoltà della separazione o una seconda unione).
Oltre a queste realtà, vi è tutta la pastorale ordinaria, come i gruppi post cresima o il prezioso servizio che fa la Caritas parrocchiale, per finire con l’iniziativa delle ‘docce solidali’ rivolta ai senzatetto che non hanno possibilità di lavarsi. Don Benedetto Labate, parroco uscente, afferma: “Da qualche anno la Parrocchia, intitolata al Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, ha deciso di vivere la propria festa comunitaria seguendo le indicazioni di papa Francesco di ‘una Chiesa in uscita’, che possa raggiungere anche quelle persone che sono lontane.
Perciò, abbiamo organizzato per venerdì 31 maggio, su via Nocera Umbra, una Celebrazione Eucaristica su strada, seguita poi da un momento prolungato di Adorazione del Santissimo Sacramento. Con questo evento desideriamo ricordare la vicinanza di Dio verso ciascuno di noi, facendoci più vicini al quartiere e alle persone che vi abitano”.
Quindi domenica 2 giugno alle ore 18:00 si terrà in Parrocchia la recita della Coroncina del Preziosissimo Sangue, seguirà la Celebrazione Eucaristica e, alle ore 20:30, si terrà un momento conviviale di festa organizzato ed animato dai diversi gruppi della comunità parrocchiale.
Corpus Domini e Sacra Sindone, un legame indissolubile
La solennità del Corpus Domini chiude il ciclo delle feste del periodo post pasquale e celebra il mistero dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena. La ricorrenza è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava.
Nella solennità del Corpus Domini l’VIII edizione dell’infiorata di Patù
Papa Francesco: Gesù dà senso alla vita
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: ‘Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta’. Gesù disse loro: ‘Voi stessi date loro da mangiare’.
Solennità del ‘Corpus Domini’: Dio si fa corpo
La solennità del Corpus Domini (l’Eucaristia) corona tutte le feste dell’anno liturgico; se oggi (domenica) è un giorno particolare, è perché il popolo cristiano sente la necessità di dire ‘grazie’ a Gesù che volle rimanere in mezzo a noi, compagno del nostro viaggio terreno, sempre pronto a sovvenire alle necessità. Aveva detto, prima di salire al cielo, ‘non vi lascerò orfani’: attua tale promessa nell’ultima cena: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; prendete bevete questo è il mio sangue; fate questo in memoria di me!”
Dopo 2 anni di pausa ritorna l’infiorata a Patù sulla strada di mons. Bello
Mons. Delpini: l’Eucarestia stabilisce l’alleanza
“Il significato della Festa del Corpus Domini, che trova i suoi inizi nel Medio Evo, richiama la centralità dell’Eucaristia, come memoriale del sacrificio di Cristo, nella vita della Chiesa. Da questo punto di vista, questa solennità ha un suo sviluppo soprattutto nell’epoca post-tridentina, quasi in risposta polemica alla negazione protestante della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Possiamo, quindi, dire che il Corpus Domini, con la sua processione in modo particolare, diventa la festa che caratterizza in maniera singolare la spiritualità cattolica dal Seicento fino ai nostri giorni”.