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Chiara di Assisi così come la racconta Susanna Nicchiarelli

Domenica 21 aprile a Roma si è conclusa la rassegna cinematografica in preparazione al Giubileo 2025 ‘Volti e contro-volti della Speranza’, curata dalla Prima sezione del Dicastero per l’Evangelizzazione, offrendo un ricco programma di proiezioni inaugurato e concluso da due capolavori del cinema italiano: ‘La porta del cielo’, di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini (1945), in una versione restaurata presentata dal curatore, mons. Dario E. Viganò, e ‘Cristo proibito’ (1951) di Curzio Malaparte con l’intervento del giornalista Enrico Magrelli.
Mons. Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione ‘MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo’ ha spiegato il motivo della rassegna cinematografica: “Filo rosso del ciclo di opere è la speranza, dare forma e sostanza alla possibilità di riscatto, del bene, che traspare oltre le nuvole oscure dell’esistenza. E’ il recupero del senso del tempo affrancato dalla frenesia, di forza del femminile nelle esperienze spirituali. Un percorso che cerca di rinnovare l’urgenza di uno sguardo profondo”.
Nella rassegna è stato inserito anche il film, che racconta la storia di Chiara, che si svolge ad Assisi nel 1211: Chiara ha 18 anni, ed una notte scappa dalla casa paterna per raggiungere il suo amico Francesco. Da quel momento la sua vita cambia per sempre. Non si piegherà alla violenza dei famigliari, e si opporrà persino al papa: lotterà con tutto il suo carisma per sé e per le donne che si uniranno a lei, per vedere realizzato il suo sogno di libertà: nel monastero.
Con questa inquadratura inizia il film ‘Chiara’ della regista Susanna Nicchiarelli, che ci ha raccontato questa storia ‘entusiasmante’: “La storia di Chiara e Francesco è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre che spirituale, della ‘radicalità’ delle loro vite (la povertà; la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità senza gerarchie e meccanismi di potere) significa riflettere sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico, interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù, ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo nome porta con sé”.
In cosa consiste la ‘forza’ di questa storia?
“La forza della storia di Chiara sta per me nella sua radicalità: una radicalità che è sempre attuale, e che ci interroga in qualsiasi epoca. E’ la storia di una diciottenne che, per quanto in un contesto davvero distante dal nostro, abbandona la casa paterna, la ricchezza, la sicurezza, per combattere per un sogno di libertà: la mia speranza è che il film trasmetta a tutti l’energia di questa battaglia, che racconti con forza quel sogno di rinnovamento, quella rivoluzione voluta e desiderata con l’entusiasmo contagioso della gioventù”.
Come è nato l’incontro con questa Santa?
“L’incontro con Chiara è arrivato per caso ma è andato a toccare delle corde importanti della mia vita e del mio pensiero di donna e di regista, in un momento così particolare della nostra storia. Il 7 marzo 2020, alla vigilia del primo lockdown, avevo portato i miei bambini ad Assisi per far vedere loro gli affreschi di Giotto, in quanto io sono di origine umbra, e la casa della mia nonna paterna non è distante da Perugia.
Come tutti, sono sempre stata affascinata dalla figura di san Francesco; di santa Chiara invece sapevo poco. Perciò in quella occasione, nella libreria della basilica, ho comprato due libri su Chiara d’Assisi: libri che poi ho letto nei giorni successivi del marzo 2020 a Roma, nell’atmosfera assurda e spaventosa che si era creata, durante la quale il Medioevo, con le sue paure, non sembrava poi così lontano.
Il primo libro era una biografia molto tradizionale, nella quale Chiara era raccontata come votata fin da bambina alla clausura e alla preghiera. Il secondo invece mi ha appassionato: era un testo di Chiara Frugoni, la grande medievalista italiana che allo studio di Chiara e Francesco ha dedicato tutta la vita e che sarebbe diventata un’insostituibile consulente per la sceneggiatura del film”.
In fondo per quale motivo un film su Chiara di Assisi?
“La storia di Chiara non era mai stata raccontata veramente. Era stata sempre raccontata in funzione di Francesco, ma mai la sua storia. Ho scoperto così che della vera Chiara si sa poco perché la storiografia ufficiale e religiosa non l’ha mai raccontata: Chiara era una giovane suo percorso, eventi il cui racconto è così forte nella credenza e nelle rappresentazioni popolari, e così vivo nelle testimonianze delle sorelle di Chiara documentate durante il processo di canonizzazione, che non può essere trascurato.
Perciò ho provato ad immaginare questi episodi così come gli stessi protagonisti li hanno raccontati, inserendoli nella loro quotidianità; ed ho provato anche a immaginare l’effetto che dovevano avere questi eventi miracolosi su quelli che, come Chiara e Francesco, si trovavano a fare i conti con la propria ‘santità’.
Quando inizia la sua avventura Chiara infatti non solo scopre di avere un carisma inaspettato, che la porterà a guidare un gruppo sempre più numeroso di donne: si trova anche a fare i conti con una serie di miracoli che non sempre comprende né controlla. Miracoli che non possono non creare una distanza tra lei e le sue sorelle, tra lei e la gente: sono perlopiù miracoli quotidiani, persino alimentari, che semplicemente accadono, e per rappresentarli, senza cercare spiegazioni razionali né trascendenti, ho scelto la strada della semplicità. Affrontando questo aspetto della vita di Chiara ho voluto interrogarmi su come la santità ed il culto popolare, che ne conseguiva, non poteva che spaventare o entrare in contrasto con il bisogno di semplicità e di umiltà di Chiara e di Francesco”.
Quale è il rapporto tra Chiara e Francesco?
“E’ un rapporto fondamentale: senza Francesco non ci sarebbe stata Chiara, ma in qualche modo senza Chiara non ci sarebbe stato Francesco”.
Cosa l’ha colpita di più nella storia di Chiara?
“La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua giovinezza: quando ha iniziato con il suo carisma a farsi seguire da donne di tutte le età. La cosa che maggiormente mi ha colpito è stato il suo sogno e con quanta energia si è contrapposta al potere per realizzare il suo sogno”.
In cosa consiste la ‘modernità’ di Chiara?
“La modernità di Chiara sta nella modalità delle sue scelte e nel coraggio con cui si è contrapposta al potere maschile. La sua modernità sta nella comunità che ha costruito, che ancora oggi è molto moderna”.
In quale modo una non credente racconta la storia di una santa?
“L’ho raccontata come una storia di un essere umano. Naturalmente ho raccontato anche i miracoli e tutti quei fenomeni che non possono avere una spiegazione razionale, anche se hanno cercato di dare una spiegazione razionale alla santità ed ai miracoli. Io li ho raccontati così come vanno raccontati nelle storie di vita di Chiara. Ho raccontato la sua umanità e di come lei si stupiva di fronte a questi miracoli, perché sono convinta che in qualche modo fosse così”.
(Tratto da Aci Stampa)
#Giffoni53: tutti i numeri di un’edizione senza precedenti

A fine luglio si è conclusa la 53^ edizione del ‘Giffoni Film Festival’: in 10 giorni di festival in totale sono state registrate 360.000 presenze fisiche; 6500 sono stati i giurati presenti provenienti dall’Italia e da oltre 35 Paesi stranieri. Fanno il paio con questi numeri quelli relativi alle sale cinematografiche che ospitano le giurie ed i film in concorso. Sono quattro le sale fisse per un totale di circa 1550 posti a cui si aggiungono due tensostrutture da 1600 posti per un totale di 3150 posti a sedere su doppi e tripli turni per consentire a tutti i Giffoner di assistere alle proiezioni in programma.
Circa 70.000 partecipanti hanno preso parte ai concerti di ‘Giffoni Music Concept’ che si sono svolti in Piazza Lumiere. Poi ci sono i numeri relativi all’ospitalità che restituiscono l’immagine di un territorio in fermento, un territorio che, grazie a Giffoni, produce ricchezza, mette in moto economia, determina condizioni per nuova occupazione.
Centinaia sono le abitazioni e le camere di bed & breakfast occupate nei giorni del Festival nell’area di Giffoni Valle Piana e dei Picentini, ma anche di Salerno, della Costa d’Amalfi e della Piana del Sele. A questi si aggiungono i numeri della ristorazione che sono davvero imponenti e che fanno riferimento alle attività aperte tutto l’anno ma anche a quelle temporanee, quelle, cioè, che aprono proprio in concomitanza con il festival.
A questi dati si aggiungono i numeri, relativi alla comunicazione: dal 5 al 31 luglio gli OTS ((Opportunity to see) sono stati 1.368.296.618. Si tratta della frequenza media e del numero di opportunità che un pubblico ha di vedere e capire un annuncio di qualsiasi genere e veicolato attraverso qualunque strumento relativo ad un evento. In questo caso #Giffoni53.
Per quanto riguarda il web, con particolare riferimento ai due portati www.giffonifilmfestival.it e giffoni.it gli utenti online hanno interagito 2.000.000 di volte, restando nelle pagine dei siti per una media di due minuti e 27 secondi. Dopo le home, le pagine più visitate e cliccate sono state quelle del programma. L’età media degli utenti è tra i 18 ed i 45 anni. Oltre all’Italia i Paesi che hanno interagito di più con Giffoni sono Brasile, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania, Francia, Irlanda, Olanda, Canada, India, Australia, Svezia, Polonia e Russia.
Interessanti, sempre in riferimento al web, anche il picco di esposizione massima, che si è registrato tra il 28 ed il 29 luglio, ultime due giornate di festival, a conferma di un’attenzione crescente a mano a mano che si andava avanti con il programma, con una media pari al +25% rispetto ai giorni precedenti. In termini assoluti quest’anno i dati sono superiori al doppio di quelli raggiunti lo scorso anno, con un numero di visite che è più che raddoppiato rispetto a #Giffoni52.
Inoltre in 10 giorni sono stati pubblicati 451 articoli da parte dei principali quotidiani e dalle principali riviste. Nello stesso periodo di riferimento sono stati 3600 i lanci di agenzia nazionali e le news pubblicate dalle testate online. Significativa anche la copertura garantita dalla stampa internazionale. Oltre 300, invece, i servizi realizzati dalle principali emittenti televisive e dai principali network nazionali. Infine, cliccando Giffoni su Google si ottengono 1.300.000 risultati. Invece se si digita Giffoni Film Festival i risultati sono pari a 6.700.000 voci.
Infine per quanto riguarda i social oggi sono state registrate 13.598.370 ‘impression’ sui social di Giffoni: 9.018.567 da Facebook e 4.579.803 da Instagram. A questi si aggiungono i numeri relativi ai social di Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni, che hanno raggiunto 5.349.760 utenti, che ha commentato:
“Non sono solo freddi numeri, ma dati che restituiscono l’immagine di un’iniziativa che è nel cuore della gente, che le persone amano perché rappresenta un’iniezione di felicità, di condivisione. Sono numeri che vanno oltre i numeri stessi. Sono la narrazione stessa di una storia corale che appartiene all’Italia e al mondo. I bilanci sociali e umani sono altre storie raccontate da tutti quelli che hanno vissuto e partecipato. Storie incredibili, storie vere, segni indelebili soprattutto per quei ragazzi e per quelle ragazze meno fortunati, da chi aiuta questi giovani a ritornare ad appropriarsi della propria vita e della propria identità”.
Nel ringraziamento conclusivo il direttore generale, Jacopo Gubitosi, ha affermato che l’obiettivo è stato raggiunto: “Sono state 10 giornate fantastiche, quest’anno è stato incredibile: abbiamo lanciato tanti sassi in un lago e queste onde di propagazione continueremo a sentirli. Il nostro obiettivo è rimanere vicino alle nuove generazioni e ai nostri giurati. L’anno prossimo cercheremo di averne ancora di più. Questo programma è creato sulle loro impressioni. Musica, sport, arte, cultura: dinamismo è la parola che dedico a questa edizione che è vostra. Ringrazio le famiglie che hanno deciso di gestire il loro tempo qui. Siamo tantissimi a portare avanti questa macchina sempre più strutturata e organizzata. Se siamo arrivati a questo è grazie ai nostri giurati che raccontano il festival in maniera straordinaria”.
Ed ecco i premiati. Nella sezione ELEMENTS +6, il premio è stato assegnato al film A CAT’S LIFE (Vita da gatto, Francia), diretto da Guillaume Maidatchevsky e verrà distribuito in Italia da Plaion Pictures. È il viaggio di Clémence e del suo gattino, Rroû. Partiti da Parigi per trascorrere le vacanze estive nella campagna francese, i due amici immersi nella fauna selvatica, fanno amicizia con Câline, un gattino bianco che si aggira nei boschi.
Nella categoria ELEMENTS +10, il lungometraggio primo classificato è LIONESS (Olanda), regia di Raymond Grimbergen. La protagonista è la calciatrice Rosi, una ragazza di 14 anni con più talento calcistico che fiducia in se stessa. Quando Rosi viene a sapere che deve trasferirsi in Olanda, niente sarà più come prima. Nella nuova scuola Rosi fatica ad ambientarsi, ma grazie alla sua bravura con il pallone, viene accolta nella squadra di calcio. Tuttavia, i suoi successi suscitano l’invidia delle altre giocatrici e mettono a rischio l’amicizia nata da poco con Jitte.
I juror della sezione GENERATOR +13 hanno votato il film THE FANTASTIC THREE diretto dal regista francese Michaël Dichter. In un Francia periferica, e raccontata con occhi che hanno smesso di sognare, tre adolescenti inventivi e volitivi fanno i conti con la dura realtà. Si sentono isolati, abbandonati a loro stessi e, allo stesso tempo, hanno dalla loro parte l’energia della giovinezza e la forza della loro amicizia.
Nella categoria GENERATOR +16 i giurati hanno votato il lungometraggio NORMAL, diretto da Olivier Babinet (Francia/Belgio) che sarà distribuito in Italia da No.Mad Entertainment. La quattordicenne Lucie è un’adolescente che si prende cura del padre William, affetto da sclerosi multipla. Lucie fa del suo meglio a scuola mentre si destreggia tra un lavoro in una paninoteca e tutte le faccende domestiche. Con il padre elabora un piano complesso per far credere ai servizi sociali che vivono una vita perfettamente normale.
Il vincitore della sezione Generator +18 è film italiano IL PIÙ BEL SECOLO DELLA MIA VITA diretto da Alessandro Bardani, distribuito in Italia da Lucky Red. Una storia incentrata su una Legge italiana secondo la quale, il figlio non riconosciuto alla nascita, può conoscere l’identità dei genitori biologici, solo al compimento del centesimo anno di età. Giovanni, un giovane ragazzo adottato, grazie all’aiuto di Gustavo, unico centenario non riconosciuto, partiranno per un viaggio pieno di emozioni ed imprevisti, con l’intento di far cambiare questa norma obsoleta e disumana.
A vincere la categoria GEx Doc, dedicati ai documentari, è stato il film MIGHTY AFRIN: IN THE TIME OF FLOODS (Francia,Grecia) diretto dal regista Angelos Rallis. In un villaggio del Bangladesh vive un’orfana di 12 anni, che per volere della famiglia, dovrà sposarsi. Decisa a cambiare il suo futuro, il giorno dell’ennesima inondazione che coinvolge il suo villaggio, Afrin, decide di scappare per la città di Dhaka.
Il Gryphon Award come miglior cortometraggio, per la sezione Elements +3 è stato assegnato al corto argentino THE MERRY-GO-ROUND diretto da Augusto Schillaci. Un racconto commovente sugli amati giostrai argentini che hanno dedicato la loro vita a offrire divertimento e felicità ai bambini e ai loro quartieri. Una storia di perseveranza e comunità.
La sezione Elements+6 ha premiato il corto THE GHASTLY GHOUL diretto dai registi Kealan O’Rourke e Maurizio Parimbelli. La notte di Halloween, quando un piccolo mostro di Halloween Town rimane bloccato nel mondo umano per aver fatto troppo dolcetto o scherzetto, toccherà ad una bambina affrontare le sue paure e aiutare il mostriciattolo a tornare a casa.
I giurati degli Elements +10 hanno assegnato il premio al corto italiano LOOP per la regia di Luigi Russo.Ciro è il bullo della scuola ma nella sua vita accadrà un evento sconvolgente: si ritroverà a rivivere sempre lo stesso giorno come un girone infernale. Per uscirne sarà costretto a rivalutare le sue azioni che fanno soffrire gli altri, ma anche lui stesso.
Ed infine, nella sezione PARENTAL EXPERIENCE, ha trionfato il corto An Irish Goodbye diretto dai registi Tom Berkeley e Ross White. Ambientato in una fattoria nelle zone rurali dell’Irlanda del Nord, si tratta di una commedia nera che segue il ricongiungimento dei fratelli Turlough e Lorcan dopo la prematura morte della madre.
Per quanto riguarda l’assegnazione dei Premi Speciali, i giurati della sezione Elements+6 hanno assegnato il CLEAR CHANNEL SPECIAL AWARD, al film d’animazione TONY, SHELLY AND THE MAGIC LIGHT di Filip Pošivač (Repubblica Cecca, Slovacchia, Ungheria). Clear Channel ha scelto come premio una bicicletta, simbolo di uno stile di vita green, di condivisione, di vicinanza tra le persone, congiunzione tra valori antichi e moderni, esplicitati perfettamente nel manifesto di questa edizione dedicata agli “Indispensabili”. La motivazione del premio ‘Innovazione e Sostenibilità’ a FILIP POSIVAC, perché il regista di “TONY, SHELLY AND THE MAGIC LIGHT” ha raggiunto vette di tenerezza e di profondità molto rare e delle quali si sente sempre, ogni giorno, il bisogno. Ci siamo sentiti immersi nella storia, e vorremo restarlo per sempre. Congratulazioni a Filip!”.
Nella sezione Elements+6, il Premio CONAI SPECIAL AWARD SEZIONE è stato assegnato a ADVENTURES IN THE LAND OF ASHA diretto da SOPHIE FARKAS BOLLA (Canada). La motivazione: “Ha saputo raccontare, attraverso una storia di amicizia, i valori fondanti del rispetto della natura e della sua tutela, ricordandoci che la terra non appartiene ad un solo uomo, ma sono gli uomini che appartengono alla terra”.
Ed infine, sempre nella sezione ELEMENTS +6, il Premio BPER BANK SPECIAL AWARD è stato assegnato a COCO FARM di Sebastien Gagné (Canada): “perché in questo film sono presenti tutti gli ingredienti fondamentali per realizzare con successo un’idea imprenditoriale. La creatività, come quella di Max, può portare lontano se accompagnata dalla determinazione e dalla giusta valutazione delle risorse disponibili. Un film in cui si parla di spirito di iniziativa, di ostacoli da superare, di collaborazione e soprattutto di ottimismo che ci consente di trasformare i momenti critici in tensione creativa da cui tutto nasce”.
(Foto: Giffoni Film Festival)
Papa Francesco invita al dialogo tra scienza e fede

Aprendo i lavori della plenaria della Pontifica Accademia per la Vita sul tema ‘Convergere sulle Persone. Le tecnologie emergenti per il bene comune’ papa Francesco ha delineato tre sfide che si devono necessariamente affrontare nel momento in cui le nuove tecnologie diventano sempre più pervasive e arrivano persino a toccare la natura stessa dell’essere umano con l’auspicio che il virtuale non sostituisca il reale:
‘Occhio al film’: un libro che spiega come educare attraverso il cinema

‘Occhio al film. Cinema e serie tv per educare’: questo il titolo di un libro appena uscito con Punto Famiglia Editore, scritto a quattro mani da Franco Olearo e Cecilia Galatolo. Il testo vuol essere uno strumento al servizio dell’educazione: gli autori credono, infatti, che il cinema e la fiction abbiano un’importante relazione con la formazione dei giovani.
A Giffoni gli ‘invisibili’ hanno visibilità

“Mi fa piacere ricambiare il saluto che mi hanno rivolto i ragazzi partecipanti al Giffoni Film Festival, che quest’anno è dedicato agli ‘invisibili’, cioè alle persone che vengono messe da parte ed escluse dalla vita sociale. Grazie e auguri!”: con questo breve ricordo al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha ringraziato i 5000 giovani giurati che fino a fine luglio saranno impegnati nella 52^ edizione del Giffoni Film Festival, che ha per tema ‘Gli invisibili’.
Al Terni Film Festival il prof. Bartoli racconta il seguito inedito di ‘Fratello Sole, Sorella Luna’
Al Giffoni Film Festival nasce l’Osservatorio su Next Generation EU

“Un’edizione intensa, morbida, molto più difficile di tante altre, che siamo riusciti a portare a termine con la stessa determinazione che l’anno scorso ci ha consentito di essere i primi a ripartire in presenza”: il fondatore e direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi, ha commentato nella conferenza stampa dell’ultimo giorno di #Giffoni50Plus, a cui hanno preso parte Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del Ministero della Cultura, Mariella Troccoli, dirigente del servizio cinema e audiovisivo presso il Ministero della Cultura e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Giffoni Film Festival fa 50

Dal 18 agosto #Giffoni50 si fa in quattro e il suo programma è ‘un vero e proprio inno alla gioia’, come ha dichiarato il fondatore e direttore del Festival, Claudio Gubitosi: “In un momento così complicato e difficile per tutti credo sia un esempio straordinario, che stupisce per l’imponenza, la qualità e anche per la presenza fisica di tantissimi protagonisti della vita artistica, culturale, scientifica ed istituzionale italiana”.