Papa Francesco alla Sacra Rota: il matrimonio non si improvvisa

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Incontrando i  partecipanti al corso di formazione organizzato dalla Sacra Rota papa Francesco ha chiesto “tutela del matrimonio e cura pastorale delle coppie ferite. Inconsciamente siamo subito attratti da questo secondo aspetto, perché è anzitutto qui che si manifesta la sollecita e materna premura della Chiesa, di ieri e di oggi, dinanzi alle diverse situazioni dolorose che una coppia di sposi può incontrare lungo il suo cammino”.

Ed ha chiesto di usare meno burocrazia con le persone: “Quelle che vi sono state esposte sono tipologie che non possono essere trattate con un approccio meramente burocratico, quasi meccanico. Si tratta piuttosto di entrare nel vissuto delle persone, che soffrono e che hanno sete di serenità e di felicità personale e di coppia”.

Per il papa occorre curare le ferite del matrimonio che “provengono da tante e diverse cause: psicologiche, fisiche, ambientali, culturali; a volte sono provocate dalla chiusura del cuore umano all’amore, dal peccato che tocca tutti. Non mi soffermo su questo. Vorrei solo dire che queste cause scavano solchi profondi e amari nel cuore delle persone coinvolte, ferite sanguinanti, dinanzi alle quali la Chiesa non riuscirà mai a passare oltre girando la faccia dall’altra parte”.

Ha chiesto di mostrare vicinanza e delicatezza: “E’ per questo che la Chiesa, quando incontra queste realtà di coppie ferite, prima di tutto piange e soffre con loro; si avvicina con l’olio della consolazione, per lenire e curare; essa vuole caricare su di sé il dolore che incontra. E se, poi, si sforza di essere imparziale e oggettiva nel ricercare la verità di un matrimonio infranto, la Chiesa non è mai estranea né umanamente, né spiritualmente a quanti soffrono.

Non riesce mai ad essere impersonale o fredda di fronte a queste tristi e travagliate storie di vita. Per questo, anche nei suoi procedimenti canonici e giurisprudenziali, la Chiesa cerca sempre e solo il bene delle persone ferite, cerca la verità del loro amore; non ha altro in mente che sostenere la loro giusta e desiderata felicità, la quale, prima di essere un bene personale a cui tutti umanamente aspiriamo, è un dono che Dio riserva ai suoi figli e che da Lui proviene”.

Ai partecipanti del convegno ha chiesto di lasciarsi guidare dallo Spirito Santo: “Per questo ogni causa ecclesiastica che affronta un matrimonio ferito, e dunque gli operatori, i giudici, le parti coinvolte, i testimoni, devono sempre prima di tutto affidarsi allo Spirito Santo, perché, guidati da Lui, possano ascoltare con giusto criterio, sappiano esaminare, discernere e giudicare. E questo è molto importante!

Un processo non è una cosa matematica, per vedere semplicemente quale motivo pesa più dell’altro. No. C’è lo Spirito Santo che deve guidare il processo, sempre. Se non c’è lo Spirito Santo, quello che facciamo non è ecclesiale”.

Per il papa il matrimonio non si improvvisa: “Questo Sacramento non si improvvisa. E’ necessario prepararsi da fidanzati. Non è sufficiente che i fidanzati cristiani si preparino a diventare sposi raggiungendo una buona integrazione psicologica, affettiva, relazionale e progettuale, che pure è necessaria per la stabilità della loro futura unione.

Essi devono anche nutrire e accrescere progressivamente in sé stessi quella specifica chiamata a modellarsi come sposi cristiani. Ciò significa coltivare, all’interno della vocazione cristiana, la vocazione particolare a diventare discepoli missionari come sposi, testimoni del Vangelo nella vita familiare, lavorativa, sociale, là dove il Signore li chiama; la vocazione a manifestare la bellezza della loro appartenenza a Lui e a dare ragione di quel ‘di più’ di vita e di amore, che è l’epifania nel mondo della speranza cristiana offerta da Cristo”.

Il Concilio Vaticano II è la strada da percorrere per riscoprire il matrimonio come missione: “E’ il Concilio Vaticano II, il Magistero della Chiesa, ma prima di tutto è la Parola di Dio che addita questo alto traguardo apostolico e missionario insito nel Sacramento del matrimonio. Ed è guardando a questo orizzonte che i fidanzati possono crescere, nutrendosi con la preghiera, con l’Eucaristia e la Riconciliazione, con la premura sincera l’uno verso l’altro, con la dedizione ai fratelli che incontrano”.

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