Card. Scola: l’Azione Cattolica è una preziosa forma associativa

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Domenica scorsa, presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si è tenuta la XV Assemblea diocesana dell’Azione Cattolica ambrosiana: ‘Persone nuove in Cristo. Corresponsabili della gioia di vivere’, titolo che apre il documento nazionale per l’avvio dell’iter assembleare verso l’assemblea nazionale in svolgimento nei primi giorni di maggio.

Il titolo dell’assemblea nazionale si pone in continuità con il percorso che l’Azione Cattolica sta compiendo in quest’ anno alla riscoperta della fede: rinnovati dalla fede in Cristo siamo chiamati ad essere suoi collaboratori nella missione di portare e testimoniare la gioia di vivere, a credenti e non, in questi tempi non certo facili. Nel documento sono delineate le peculiarità dell’associazione chiarendo il rapporto tra Chiesa locale e Chiesa universale.

L’insegnamento prezioso del Concilio aiuta a cogliere gli ulteriori passi in avanti che l’AC è chiamata a compiere nella prospettiva della unità e della cattolicità: “L’AC sceglie con convinzione di spendersi per favorire l’incontro tra ragazzi, giovani e adulti e Gesù Cristo. La sequenza accogliere, uscire e accompagnare indicano uno stile e un desiderio con cui giocare la propria missione educativa mettendo a disposizione della Chiesa e delle sue comunità la propria esperienza, i propri cammini e la propria vita associativa”.

All’incontro ha partecipato anche l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che ha riflettuto sul tema assembleare: “Vorrei riflettere con voi sul titolo di questa XV Assemblea Ordinaria: Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere. Si tratta, a mio modo di vedere, di una piccola sintesi di cosa sia la Chiesa stessa e, per questo motivo, mi sembra estremamente significativa. La prima parte del titolo, ‘Persone nuove in Cristo Gesù’, dice nello stesso tempo l’origine della Chiesa e il suo avvenire nei fedeli. Essa infatti, per esprimerci con la celebre formula di Romano Guardini, ‘deve rinascere nelle anime’. Con parole di oggi potremmo dire che essa deve avvenire nelle persone”.

Dopo aver richiamato il n^ 1 della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ‘Lumen Gentium’, che recita: ‘La Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano’, il cardinale di Milano si è soffermato sull’espressione ‘Persone nuove’: “Non si tratta, ovviamente, di far dipendere l’origine dal frutto, ma piuttosto di sottolineare che l’origine si compie proprio nel frutto. Infatti, la fecondità del dono di Sé che Cristo fa eucaristicamente alla Chiesa, in ogni istante della storia, è documentata dal fiorire dell’uomo nuovo che è il cristiano. Si tratta di quella novità di vita che scaturisce dalla Pasqua del Signore. I fedeli cristiani, infatti, sono il volto del Risorto…

Non si dà annuncio del Vangelo senza il suo farsi concretamente presente nella storia attraverso la novità di vita dei testimoni. Per questo il nostro tempo ha più che mai bisogno di testimoni che assumano e vivano il presente, in tutte le sue dimensioni ed espressioni, e, in questo modo, incontrino tutti i nostri fratelli uomini”. Ciò vuol dire che gli associati di A.C. sono corresponsabili della gioia di vivere:

“Il termine corresponsabilità è un sinonimo di missione. Esso dice, contemporaneamente, il nostro essenziale essere insieme (co-) e l’esserlo nella nostra risposta (responsabili) al Signore che ci precede e ci chiama. Questa responsabilità o missione è, nello stesso tempo, comunitaria e personale, perché viene assunta da ogni singolo fedele secondo la fisionomia propria dei rapporti, delle circostanze e delle situazioni che intessono la trama della sua esistenza…”.

Concludendo la sua riflessione il card. Scola che la gioia di vivere si manifesta nell’unità: “una via maestra di compiuta comunicazione a tutti i fratelli nella fede e a tutte le donne e uomini di oggi. Nella Lettera pastorale “Il campo è il mondo” abbiamo richiamato con forza la pluriformità nell’unità. E’ il criterio con cui il Sinodo straordinario del 1985, a venti anni dal termine del Concilio Vaticano II, ha identificato il principio di attuazione e di verifica della comunione nella Chiesa. Vi esorto con forza a documentare che questo è un aspetto centrale del carisma dell’Azione Cattolica”.

Nel pomeriggio i delegati hanno eletto 37 membri del Consiglio diocesano per i prossimi tre anni; si tratta di un Consiglio molto giovane, il cui membro più anziano ha 62 anni e l’età media è pari a 35 anni. Il Consiglio, molto qualificato sia culturalmente, sia ecclesialmente, è formato da 20 rappresentanti del settore adulti (di cui due coppie di coniugi), 10 del settore giovani e 7 del settore ACR (Azione Cattolica Ragazzi) ed è espressione di tutta la Diocesi.

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