Le religioni del mondo a Roma a 50 anni dalla Pacem in Terris

Condividi su...

‘Il coraggio della speranza – Religioni e culture in dialogo’: dal 29 settembre al 1 ottobre molti leader di tutte le religioni e personalità del mondo della cultura e della politica, da più di 60 Paesi, convergeranno a Roma, facendo della città la capitale della pace e della convivenza, simbolo per il mondo intero, nella ventisettesima edizione di quegli incontri attraverso i quali, partendo dalla storica Giornata di Preghiera del 1986 voluta dal Beato Giovanni Paolo II, la Comunità di Sant’Egidio ha diffuso lo ‘spirito di Assisi’ in tanti Paesi europei e mediterranei.

“Oltre 25 anni di cammino nello spirito d’Assisi hanno dimostrato come la forza spirituale fondi una pace vera. Le religioni cambiano l’uomo dal di dentro, suscitando un atteggiamento pacifico. Crediamo che oggi sia quanto mai prezioso riaffermare con il coraggio della speranza la via del dialogo come indicazione per un futuro vivibile per tutti. Le numerose e qualificate conferme pervenute finora già permettono di disegnare un avvenimento ricco e importante, con contributi di grande significato, in un tempo come il nostro che finalmente presenta segni nuovi di ripresa umana e spirituale”, come è scritto nella lettera di invito.

Il convegno si articolerà in un’Assemblea Plenaria di Apertura, che avrà luogo domenica 29 settembre presso l’Auditorium ‘Conciliazione’. Numerosi Panel si svolgeranno nelle tre sessioni da lunedì 30 settembre a martedì 1 ottobre mattina, nel centro storico della città. La Cerimonia Finale del Meeting, dopo gli incontri di preghiera delle religioni, avrà luogo la sera di martedì 1 ottobre in Piazza del Campidoglio. Allora sarà proclamato l’Appello di Pace di Roma 2013. Il tema di quest’anno si inserisce nella nuova stagione apertasi con l’elezione di Papa Francesco, che fin dall’inizio del suo ministero quale Vescovo di Roma ha invitato l’umanità intera ad ‘aprire l’orizzonte della speranza’. In questa chiave, il ‘coraggio della speranza’ indica al mondo globalizzato la via del dialogo costruttivo per uscire dalla crisi antropologica e politica del nostro tempo, uno strumento per superare ogni scetticismo e immobilismo e per avviare un futuro di convivenza pacifica.

Fra i temi trattati nei panel vanno segnalati: a 50 anni dall’enciclica ‘Pacem in Terris’; la crisi in Siria e Medio Oriente; l’America latina di papa Francesco; il terrorismo religioso; Islam e cultura del convivere; le religioni e la violenza sulle donne; immigrazione: dall’accoglienza all’integrazione; città malate e periferie esistenziali; l’informazione al servizio della pace; il coraggio della speranza; e poi: il dialogo tra laici e credenti; il governo mondiale; il ruolo delle religioni nell’Asia globalizzata; gratuità e mercato; il valore della vita nel tempo della debolezza; la forza degli anni, longevità come benedizione; il martirio una realtà dell’oggi: “ Il martirio è una realtà attuale dei cristiani. Il Beato Giovanni Paolo II ha fatto scoprire che il numero di questi testimoni è più ampio di quelli dei primi secoli del Cristianesimo: ogni giorno abbiamo notizie di uomini e donne perseguitati e uccisi per la loro fede e per il servizio ai più poveri. Il panel a loro dedicato vuole raccogliere e dare voce alla loro testimonianza, come Sant’Egidio fa custodendo, nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina a Roma, la memoria dei martiri del nostro tempo”.

Ed a proposito del martirio, a pochi giorni dall’inizio a Peshawar, in Pakistan, domenica scorsa, è avvenuto il massacro di 83 fedeli e il ferimento di circa 200 nella chiesa di Ognissanti. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, prof. Marco Impagliazzo, nel condannare il massacro, ha rilanciato il dialogo interreligioso come unica via per la pace: “La drammatica notizia di un attentato sanguinoso, una vera e propria strage, contro la minoranza anglicana a Peshawar, in Pakistan, colpisce la Comunità di Sant’Egidio, presente in numerosi centri del paese, proprio mentre si sta ultimando la preparazione del XXVII Incontro Internazionale per la Pace che avrà luogo a fine mese a Roma e che vuol essere la risposta più chiara e argomentata agli sciagurati propositi di strumentalizzare le differenze religiose per alimentare conflitti di altro genere.

Con particolare impegno approfondiremo la riflessione sul terrorismo di matrice religiosa. Mentre condanniamo con la massima fermezza questi episodi, e sollecitiamo le autorità di governo pachistane ad impegnarsi più fattivamente per la tutela delle minoranze religiose, partecipiamo nella preghiera e nella solidarietà al lutto che ha colpito le famiglie di tanti nostri fratelli, certi che il martirio dei cristiani, realtà purtroppo attuale nel nostro tempo, non resterà uno sterile sacrificio ma potrà innescare un processo virtuoso di conversione degli animi… Dal dialogo fra più di 400 esponenti di culture e fedi diverse che parteciperanno agli incontri di Roma e sottoscriveranno, a conclusione, l’Appello di Pace 2013 scambiandosi un abbraccio fraterno sulla piazza del Campidoglio, emergeranno limpidamente le ragioni del confronto, della convivenza e della collaborazione fra le religioni, con una precisa assunzione di responsabilità per alimentare l’impegno comune per un futuro di pace per l’umanità intera”.

Ed in Pakistan è in atto un gioco politico che cerca di strumentalizzare gli attacchi subìti dai cristiani, come hanno denunciato alcuni missionari all’Agenzia Fides. Padre Robert Mc Culloch, missionario di San Colombano, per oltre 30 anni nel paese, ha ricordato che “Imran Khan, leader del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), in campagna elettorale aveva dichiarato che il Pakistan è ‘una terra solo per i musulmani’, dando fiato agli estremisti. Abbiamo capito che è un opportunista, e che si legherà a qualsiasi formazione gli porterà dei voti… Oggi i cristiani sono chiamati a rispondere con maturità e non sull’onda emotiva che può portare, come avvenuto a Karachi, a conflitti fra musulmani e cristiani”.

Mentre padre Gulshan Barkat, sacerdote pakistano dei missionari Oblati di Maria Immacolata, residente a Multan (in Punjab) ha riferito: “Il governo si sta impegnando a dare protezione a luoghi di culto e istituzioni cristiane. Il ministro dell’Interno, Chaudary Nisar, ha dichiarato che sarà presto messo a punto un piano di sicurezza per i luoghi di culto. In diverse città siamo stati inviatati, come leader religiosi, a incontri di emergenza e programmazione, organizzati dalle forze dell’ordine o dalle autorità civili”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50