Dal rapporto sulle povertà: nel 2022 la diocesi di Arezzo ha accolto più di 2.065 persone

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In occasione della Giornata Internazionale per lo sradicamento della povertà indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ricorre ogni anno il 17 ottobre, la Caritas diocesana ha presentato il Rapporto diocesano sulle povertà, ‘Inermi’, ispirato alla sensazione manifestata dalle tante persone che si sono rivolte ai servizi promossi dalla Caritas diocesana e alle 42 Caritas parrocchiali sparse nel territorio, come ha spiegato nell’introduzione il vescovo di Arezzo-Cortona-San Sepolcro, mons. Andrea Migliavacca:

“Penso che la Caritas diocesana rivesta nel nostro territorio questo compito, quello di essere sentinella. Essa compie il proprio ruolo anzitutto vegliando per vedere la notte, per cogliere gli spazi bui, le povertà, le esigenze, le criticità del territorio, i bisogni, ma insieme è sentinella che sa anche intravvedere l’alba che rischiara la notte perché attivamente la Caritas promuove percorsi di positività, di solidarietà e di responsabilità verso le povertà e le varie ferite della società…

‘Sentinella, quanto resta della notte?’ è domanda che interpella allora gli attori vitali della nostra società: la famiglia anzitutto, da scoprire come risorsa positiva e non come anello debole della società;

i giovani capaci di vedere per primi le luci dell’alba che rischiara la notte e che dobbiamo sensibilizzare riguardo alle ferite della società o dai quali forse dobbiamo lasciarci scomodare; gli inermi, quelli che apparentemente sono in silenzio, magari invisibili, eppure capaci di gridare a tutti l’urgenza e la straordinarietà dell’amore;

le nostre parrocchie perché aprano le porte dell’amicizia e di una fede che sa incontrare l’umano e testimoniare l’amore”.

La 17^ edizione del Rapporto è il frutto del lavoro poco conosciuto di tanti operatori e volontari che ha permesso di incontrare, nel 2022, 2.065 persone/famiglie. Un numero che scaturisce da schede registrate, redatte a seguito di colloqui e ascolti personalizzati e che permette di fotografare la situazione a partire da dati ‘certi’, anche se non va dimenticato che molte persone, magari aiutate e sostenute concretamente, in virtù dello stile Caritas non vengono conteggiate nell’analisi.

I dati fotografati nel Rapporto evidenziano come nello scorso anno si è allargata una forma di povertà strutturale, frutto dei cambiamenti sociali in corso ormai da anni e molte famiglie e persone, che già vivevano poco al di sopra della linea della povertà, salvo repentini cambiamenti, saranno sempre più costrette a uscire dal sommerso per richiedere forme di aiuto e sostegno.

Ad aggravare questo lento, ma costante processo, sono intervenuti i negativi effetti dell’inflazione e una crescente precarietà lavorativa: “Interessante è vedere come anche ‘la forbice di genere’ sia tornata ad allargarsi, con la presenza femminile che nel 2022 ha rappresentato il 55,8% del totale delle persone incontrate.

E’ bene ricordare che se gli strumenti di rilevazione fossero sempre usati correttamente dagli operatori e dai volontari della rete Caritas/Sichem, il numero delle persone registrate ogni anno sarebbe sicuramente più alto. Difatti, chi opera nel contrasto alle povertà sa bene che il numero delle persone bisognose, non registrato o addirittura ancora sommerso e non visibile, è ben più significativo rispetto a quanto regolarmente documentato”.

Le prime cinque nazionalità rilevate nei centri della Caritas sono: Italia 35,2%, Marocco 12,4%, Romania 8,6%, Albania 6,6% e Nigeria 4,9%, a conferma di una costante presenza di persone italiane. La distinzione per fasce d’età evidenzia ancora una volta come persone relativamente giovani, solitamente meno vulnerabili, si rivolgano a Caritas:

il 59% ha fino a 49 anni; la maggior parte sono donne (55,8%); celibe/nubile (30,8%) o divorziato/separato (16,9%); che vive in affitto (58,2%), edilizia popolare (8%), senza alloggio (5,1%), casa di accoglienza/dormitorio (4,1%). Il 34,5% delle persone accolte ha dichiarato di avere figli minori a carico, per un totale di 1.292 minori sostenuti indirettamente. Il 63,4% degli utenti ha dichiarato di essere disoccupato/inoccupato.

Le problematiche registrate nel 2022 sono state 3.559, con una media di 1,7 problematiche per ogni registrazione. Esse sono così suddivise: povertà/problemi economici con il 54,5%; problemi di occupazione/lavoro con il 15,3%; problematiche abitative con il 6,3%; problemi familiari 5,2%; bisogni in migrazione 4,3%; problemi di istruzione 2,9%; dipendenze 1,8%; detenzione e giustizia 1,1%; handicap/disabilità 0,5%.

Tra i tanti servizi e attività svolte si segnala quella dell’ambulatorio medico che ha effettuato 260 visite per 91 persone di cui il 13,2% italiani. In merito al sostegno alimentare sono state registrate 167 persone nello scorso anno erogando 23.253 pasti (63,7 pasti al giorno in media) e 286 buoni spesa spendibili nei comuni supermercati.

Nel 2022 sono stati ritirate (evitando che finissero in discarica) e distribuite 16 tonnellate di prodotti caldi o freschi di qualità dalla Gdo a cui si aggiungono 9 tonnellate di alimenti a lunga conservazione dalle collette alimentari e circa 14,6 tonnellate di alimenti caricati in magazzino da altre fonti. Sono state accolte nella ‘Casa San Vincenzo’ (prima accoglienza) 42 persone e in ‘Casa Santa Luisa’ 12 adulti e 8 minori. Il dormitorio ‘San Domenico’ ha offerto ospitalità a 63 persone. Infine si segnala l’accoglienza ai profughi che nel 2022 ha raggiunto le 63 persone accolte di cui 44 nuovi inserimenti.

Tra gli italiani prevalgono le persone celibi/nubili, seguite dai coniugati e separati/divorziati (le due voci riunite rappresentano il 25,9% delle registrazioni). Tra gli stranieri la componente nettamente prevalente è quella dei coniugati, che riguarda più di 1 persona su 2.

Su 2065 registrazioni, tra italiani e stranieri sono ben 946 le persone coniugate con figli a carico che hanno beneficiato di supporti e sostegni. La famiglia, comprendendo anche coloro che sono separati/divorziati, rimane la principale destinataria dei servizi offerti dai Centri Caritas.

Il 34,5% delle persone regolarmente registrate nel 2022 ha dichiarato di avere figli minori conviventi nel proprio nucleo familiare: insieme alle 2.065 persone nominalmente registrate convivono sotto lo stesso tetto ben 1.292 figli minorenni che, tramite i propri genitori, hanno beneficiato indirettamente di uno o più servizi della Caritas diocesana aretina.

Invece, i figli maggiorenni ancora a carico delle famiglie censite sono stati 533: “Quindi, sommando i figli minorenni e quelli maggiorenni ancora conviventi, possiamo asserire che ben 1.825 figli sono stati indirettamente sostenuti, aiutati e supportati”.

Inoltre mons. Andrea Migliavacca ha indirizzato un messaggio di vicinanza ai lavoratori della Fimer di Terranuova Bracciolini, ai quali aveva portato la sua personale solidarietà e quella dell’intera comunità cristiana aretina lo scorso 8 giugno, all’apice di un momento molto delicato per l’impresa, nel corso di una visita presso lo stabilimento valdagnese:

“In questi mesi ho seguito gli sviluppi della vicenda e avevo sinceramente sperato che le nubi si fossero finalmente diradate ora, però, capisco che siamo di nuovo a uno snodo delicato e decisivo di questa lunga crisi, segnato dalla dichiarazione di insolvenza e dalla nomina dei commissari giudiziali.

Per questa ragione desidero esprimere, ancora una volta, la mia vicinanza ai lavoratori della Fimer, a tutti coloro che operano nell’indotto di quell’impresa e a tutte le loro famiglie.

So che sono in atto in questi giorni alcune iniziative, promosse da parte delle istituzioni e delle forze sociali, perché la nuova pagina che si è aperta non comprometta l’iter di rilancio dell’impresa che si era avviato, ma sia anzi l’occasione per indirizzare finalmente a soluzione questa difficile crisi.

Spero, di cuore, che esse trovino ascolto e disponibilità: tutti noi siamo consapevoli che il lavoro è un diritto fondamentale e un bene per ogni persona, perché consente di accrescere ed esprimere la propria dignità umana, di formare e mantenere una famiglia, di contribuire al bene comune”.

(Foto:Diocesi di Arezzo-Cortona-SanSepolcro)

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