La missione di monitoraggio dell’ONU in Artsakh era una squadra di imbianchini dell’Azerbajgian

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.10.2023 – Vik van Brantegem] – Il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, ha annunciato di aver donato un milione di dollari al Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (UN-Habitat) dal Fondo di emergenza presidenziale [QUI]. Questa donazione è arrivata il giorno prima che una missione delle Nazioni Unite faceva una gita turistica in Artsakh. La missione dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Baku (che è diretto da un diplomatico del regime genocida di Baku) ha riferito che durante la visita a Stepanakert non hanno osservato danni visibili agli edifici pubblici e non vi erano segni di violenza contro i civili in seguito all’ultimo cessate il fuoco, stimando che nell’Artsakh rimangano tra i 50 e i 1.000 cittadini di etnia armena.

Le Nazioni Unite hanno sottolineato la “necessità di creare fiducia per il potenziale ritorno della popolazione locale e hanno chiesto la protezione dei loro diritti”. Il rapporto anomalo delle Nazioni Unite è contrastato da prove fotografiche e video che mostrano i danni alle case e agli effetti personali dei civili e il numero di vite umane uccise dall’attacco terroristico dell’Azerbajgian contro l’Artsakh. La cosiddetta missione delle Nazioni Unite in Artsakh ha fatto del suo meglio per legittimare la pulizia etnica, le detenzioni arbitrarie, la distruzione delle infrastrutture civili e altri crimini commessi dall’Azerbajgian.

I “rappresentanti dell’ONU” in questa missione hanno screditato l’ONU come istituzione. Invece di una “missione di monitoraggio” dell’ONU in Artsakh, si è trattato di una squadra di imbianchini dell’Azerbajgian, per coprire la pulizia etnica.

L’autocrate di Baku allarga un milione di dollari all’ONU, qualche giorno dopo aver concluso la pulizia etnica degli Armeni in Artsakh e il giorno prima della visita turistica della missione di monitoraggio dell’ONU in Artsakh ripulito dagli Armeni autoctoni da almeno 3.000 anni. Con quella missione l’ONU ha legittimato la pulizia etnica di Baku e ha convalidato la violenza come strumento di risoluzione dei conflitti, nel mezzo di un intenso processo di pace. Uno schifo, una corruzione profonda, ormai persino esibita, combinato con crimini contro l’umanità tollerati, quindi stimolati, dal mondo cosiddetto “civile”.

E cosa fa l’Ambasciatore Giulio Terzi, già Ministro Affari Esteri nel governo Monti, attualmente Senatore di Fratelli d’Italia? Si fa complice, scrivendo in un post su Twitter: «ONU: UN teams complete mission to Karabakh [Le squadre delle Nazioni Unite completano la missione in Karabakh (ricordiamo, della durata di un giorno scarso)]. Importante notare, in questo rapporto reso dalla missione di osservatori ed esperti dell’ONU, come non siano emerse prove, testimonianze, o anche semplici indizi di distruzioni sistematiche di culture, allevamenti, abitazioni, infrastrutture, né di violenze riconducibili a “pulizie etniche” di cui Baku è stata in queste settimane accusata o sospettata da alcune parti».

In precedenza, Terzi aveva condiviso un post di Nasimi Aghaev, il fascista armenofobo Ambasciatore dell’Azerbajgian in Germania, famigerato per i suoi quotidiani post pieno di odio anti-armene: «Nazioni Unite: Nessuna violenza contro i civili di etnia armena nella regione di Garabagh in Azerbajgian a seguito del cessate il fuoco del 20 settembre. Nessun danno alle infrastrutture civili a Khankendi».

L’agenzia de stampa statale azero Trend ha scritto: «L’Azerbajgian non ha commesso alcuna “pulizia etnica” in Karabakh, ha scritto su X (Twitter), il Senatore Giulio Terzi». Il Senatore Terzi sputa sui “valori” del partito di Georgia Melloni e i media statali azerbajgiani applaudono.

L’Azerbajgian sta rivendicando in questo momento la terza parte dell’Armenia, la regione meridionale di Syunik, come “Zangezur”. Questo per gli ingenui che esultano per “la fine della guerra nel Caucaso meridionale”. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea (incluso il Senatore Terzi) sanno che non è possibile respingere pacificamente le pretese dell’Azerbajgian su una porzione gigantesca dell’Armenia. Quindi, l’Armenia capitola, altrimenti scoppia la guerra. Se c’è la guerra: l’Armenia riceve parole di solidarietà, appelli e richieste che “entrambe le parti” si fermino (anche da Piazza San Pietro); l’Azerbajgian riceve il sostegno del secondo esercito più grande della NATO, la Turchia.

Ieri sono arrivati in Armenia Artur Harutyunyan, attuale Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh; Karen Sargsyan, attuale Ministro degli Interni; e Ararat Melkumyan, attuale Capo del Servizio di Sicurezza Nazionale (che certi fonti armene davano per sequestrato dall’Azerbajgian). Lo ha confermato ad Armenpress Artur Harutyunyan.

Attualmente sono confermati 8 prigionieri politici dell’Artsakh a Baku. Ieri, il regime genocida dell’autocrate Ilham Aliyev ha annunciato di aver arrestato gli ex Presidenti della Repubblica di Artsakh, Arkadi Gukasyan (1997 al 2007), Bako Sahakyan (2007 al 2020) e Arayik Harutyunyan (dal 2020 al settembre 2023) nonché l’attuale Presidente dell’Assemblea Nazionale, Davit Ishkhanyan (eletto in agosto 2023). Si aggiungono ad altri 3 cittadini Armeni sequestrati illegalmente dal Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Azerbajgian: Ruben Vardanyan, ex Ministro di Stato; Davit Manukyan, ex Ministro degli Esteri; Levon Mnatsakanyan, ex Ministro della Difesa; e il suo Vice, Davit Manukyan.

Tutti loro sono ora prigionieri politici nelle mani di uno dei più spietati regimi del mondo, con una ricca storia di pogrom, crimini contro l’umanità, crimini di guerra, corruzione e molte altre atrocità di massa. Vengono perseguiti semplicemente per aver protetto il proprio popolo e lottato per l’autodeterminazione. Il resto sono storie. Sputate sulle vostre garanzie di diritti e sicurezza per il popolo dell’Artsakh.

Riportiamo quanto riferito ieri dall’agenzia di stampa statale azero (da notare il linguaggio che viene usato anche da politici e media occidentali): «Gli ex “presidenti” dei separatisti del Karabakh Arkady Gukasyan (1997-2007) e Bako Sahakyan (2007-2020), il “rappresentante del Karabakh” del partito “Dashnakasutyun” e l’ex presidente del parlamento del regime separatista David Ishkhanyan, sono perseguiti per i loro atti criminali, sono stato arrestato dal Servizio di Sicurezza dello Stato e portato a Baku. Secondo le informazioni ottenute da Report, queste persone risponderanno davanti alla legge degli atti criminali che hanno commesso e condotto per anni. Va notato che dopo la vittoriosa fine della Guerra Patriottica il 27 settembre 2020, secondo la dichiarazione tripartita, il contingente militare russo controllava quelle aree e la strada Lachin dalla regione all’Armenia. Successivamente, l’Azerbaigian ha compiuto passi decisivi e ha distrutto tutti i piani insidiosi dei separatisti. Il 19 e 20 settembre, dopo le misure antiterroristiche locali adottate dal nostro esercito, il regime separatista è stato costretto ad andarsene alzando bandiera bianca».

«Gli Armeni hanno lasciato il Garabagh, lasciando 16 corpi dei loro morti nell’obitorio di Khankendi. L’Azerbaigian ha consegnato questi corpi al CICR per essere inviati a Irevan. Apparentemente si trattava dei corpi di membri di gruppi armati armeni illegali, che nemmeno gli stessi Armeni volevano portare con sé» (Ali Alizada, Ambasciatore dell’Azerbajgian in Iran).

Pensavamo che questo “ambasciatore” fascista armenofobo avesse raggiunto il fondo della cloaca con i suoi post quotidiani nei 10 mesi passati. Ci siamo sbagliati, ha trovato il modo per scavare ancore più in profondità.

Per capire una persona, si deve immaginare di essere quella persona, “pensare” come essa. Ma immaginare di essere come Alizada con ci riesce. Ma come vive con se stesso? Poi, visto che scrive Khankendi per Stepanakert, visto che “Garabagh è Azerbajgian”, usando Irevan per Yerevan, trasmette che “Armenia è Azerbajgian occidentale”.

Ieri, in una conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, il Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, arrivato ieri in Armenia, ha definito crimini le azioni compiute dall’Azerbajgian contro la popolazione dell’Artsakh. Gli Armeni del Nagorno-Karabakh non hanno lasciato volontariamente le loro case, si è trattato di uno sfollamento forzato, ha detto, definendolo una grave violazione del diritto internazionale: «Sento il bisogno di annunciarlo ancora una volta. perché stiamo ascoltando dichiarazioni secondo cui le persone hanno lasciato volontariamente le loro case. Non è così». Ha sottolineato che è importante valutare chiaramente questo fatto, aggiungendo che questa menzogna non inganna nessuno.

«Di fronte a questo terribile disastro umanitario, la Francia ha stanziato 12,5 milioni di euro di aiuti all’Armenia, che mirano a garantire condizioni dignitose alle persone sfollate con la forza. Prometto che questa assistenza sarà continua e sarà fornita nuovamente in caso di necessità”, ha affermato, sottolineando che le voci secondo cui la Francia non sarebbe stata abbastanza attiva e avrebbe reagito tardi alla situazione non sono vere: «La Francia è sempre stata dalla parte degli Armeni. Noi siamo stati dalla parte degli Armeni alle Nazioni Unite e ovunque, così come in tutti i contatti ai massimi livelli con Armenia e Azerbajgian. Siamo stati al fianco dell’Armenia anche durante l’istituzione della missione di osservazione nell’ambito dell’Unione Europea. E vi informo che stiamo cercando di creare le condizioni che permettano di avere un progetto di risoluzione, secondo il quale gli Armeni del Nagorno-Karabakh che lo desiderano potranno tornare alle loro case in condizioni di sicurezza», ha affermato Colonna.

Per dimostrare che gli Armeni autoctoni sfollati con la forza sono benvenuti in Artsakh (rinominato Garabagh), Il regime della Repubblica di Baku ha iniziato a rinominare le strade di Stepanakert (rinominato Khankendi). Uno di questi prende il nome da Enver Pascià. Già in diversi occasioni abbiamo ricordati chi è, come recentemente [QUI].

Durante l’incontro di ieri, 3 ottobre 2023, i Ministri degli Esteri di Armenia e Francia hanno discusso, tra l’altro, di questioni relative alla difesa e alla sicurezza, ha detto il Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, nella conferenza stampa seguita all’incontro con il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan. «Dico pubblicamente che la Francia ha dato il suo consenso alla conclusione di un futuro contratto con l’Armenia, che le consentirà di fornire attrezzature militari all’Armenia, in modo che l’Armenia possa garantire la sua difesa. Per ora non posso fornire ulteriori dettagli».

La Francia sa cosa intendono fare l’AzerbaJgian (e la Turchia). L’Armenia e la Francia stanno compiendo il primo passo serio verso la cooperazione nel campo della sicurezza militare: «Siamo consapevoli che accanto all’Armenia c’è un vicino che porta avanti azioni ostili». Pochi giorni fa, il Ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, ha fatto riferimento alle questioni della cooperazione militare armena-francese. Ha ripetuto le parole del Presidente Macron secondo cui l’integrità, la sovranità e la protezione della popolazione armena sono obiettivi assoluti: «Sono il primo Ministro delle Forze Armate che ha così tanti contatti con il suo omologo armeno. Abbiamo aperto una missione di difesa in Armenia, che fino ad ora non esisteva. Ciò ci consente di garantire un dialogo quotidiano con l’esercito armeno e le autorità armene e, se necessario, di studiare le loro esigenze, soprattutto in materia di sicurezza e difesa».

Il Ministro degli Esteri francese ha sottolineato che questa sua visita in Armenia è un altro modo per dimostrare che la Francia sarà vigile contro ogni minaccia, ogni idea che aspiri all’integrità territoriale dell’Armenia: «La Francia sarà molto attenta alle minacce contro l’integrità territoriale di un Paese amico, la Repubblica di Armenia. Abbiamo parlato con il Primo Ministro della Repubblica di Armenia. esattamente un anno fa. Il Presidente francese ha avuto un incontro con il Primo ministro Pashinyan e il Presidente Aliyev a Praga, il cui risultato può essere considerato la base per i nostri sforzi futuri. Una delle conclusioni è stata l’accettazione dell’integrità territoriale reciproca basata sulla dichiarazione di Alma Ata. Penso che questo sia un progresso importante che deve essere mantenuto e portato avanti. Siamo con voi, con tutti coloro che condividono la sensazione che questo impegno debba essere rispettato».

Inoltre, il Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, detto di aver scritto al Capo della diplomazia dell’Unione Europea, Joseph Borrell, chiedendo di ampliare la missione di osservazione dell’Unione Europea in Armenia, per rafforzarne il mandato, in modo che possa essere ancora più utile all’Armenia: «Ho proposto di includere l’Armenia nel “Meccanismo europeo di pace”, che è attuato per la Moldavia. Il nostro obiettivo è che l’Unione Europea e i suoi membri inizino a mostrare gli stessi segnali chiari che la Francia sta mostrando riguardo all’integrità territoriale dell’Armenia. Qualsiasi azione che minacci l’integrità territoriale della Repubblica di Armenia riceverà una risposta molto chiara e dura, spero che potremo contare anche su altri partner, in particolare sto parlando degli Stati Uniti».

Gli Stati che utilizzano il “Meccanismo europeo di pace” hanno l’opportunità di addestrare le proprie forze armate e sviluppare le proprie capacità. Si tratta di uno strumento che consente all’Unione Europea di fornire capacità di sicurezza. Attraverso questo strumento sono stati forniti all’Ucraina carri armati, elicotteri, sistemi di difesa antiaerea, missili e altre munizioni. Mesi fa, l’Armenia ha chiesto all’Unione Europea di partecipare a questo programma, ma è stata respinta. Tuttavia, la situazione oggi è cambiata, ed è probabile che gli sforzi della Francia avranno successo, e questa volta l’Unione Europea accetterà che l’Armenia aderisca al “Meccanismo europeo di pace”.

Il Ministro degli Esteri francese ha espresso rammarico per il fatto che, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, non ha potuto visitare la regione di Syunik, in particolare Goris, perché Syunik è stata la prima a mobilitarsi per accogliere gli sfollati forzati, persone che hanno dovuto lasciare le loro terre: «Sottolineo che abbiamo nominato un nuovo console onorario, che rafforzerà la presenza della Francia in questa parte molto importante dell’Armenia, la regione di Syunik».

Infine, la Francia sta cercando di creare le condizioni per l’adozione di una risoluzione sulla questione dell’Artsakh presso le Nazioni Unite, ha affermato il Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, nella conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, riferendosi alla questione della mancata adozione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di una risoluzione sul diritto della popolazione del Nagorno-Karabakh a vivere in sicurezza. nelle loro case.

«Stiamo cercando di trovare nuovi modi, come possiamo imparare dalle discussioni che hanno avuto luogo nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite circa 10 giorni fa, con una possibile risoluzione in futuro. Continuiamo a lavorare in quella direzione. Penso che in questo senso la nostra visione sia la stessa e possiamo unire attorno ad essa altri membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», ha detto Colonna, sottolineando che, nonostante i tentativi fatti, prima non era possibile unire più forze ideologiche.

«Ogni Azerbajgiano non fascista con cui ho parlato la scorsa settimana ha il cuore spezzato. Sanno che questo conflitto è appena peggiorato e non hanno alcuna speranza per un futuro normale, nessuna» (Simon Maghakyan). «È positivo che ci siano esperti e attivisti umanisti azeri, nonostante l’educazione basata sull’odio etnico e il lavaggio del cervello. Sfortunatamente, non hanno alcuna influenza nella società azera» (Sossi Tatikyan).

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