Sanremo, fiera dell’ideologia del gender. Legge tutela uova d’aquila ma condanna a morte bambini
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.01.2023 – Vik van Brantegem] – Fra pochi giorni inizierà il Festival di Sanremo e c’è da scommettere che anche quest’anno sarà la fiera dell’ideologia gender e delle lobby LGBTQIA+, osserva Jacopo Coghe, il Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, spiegando il motivo della petizione al riguardo. Poi, oggi è partita sul territorio di Sanremo una serie di affissioni di una nuova campagna di sensibilizzazione di Pro Vita & Famiglia Onlus, con al centro del messaggio la domanda: «Che differenza c’è tra un uovo d’aquila e un bambino nel grembo materno? Perché il primo, l’aquilotto, viene giustamente protetto e chi lo distrugge viene perseguito e multato, ma il secondo, il bambino, invece, può tranquillamente essere abortito, entro la dodicesima settimana, se sano, altrimenti anche oltre, per di più gratuitamente negli ospedali pubblici?».
Una nota del Circolo territoriale locale di Pro Vita & Famiglia spiega: «Come è possibile che la nostra legge tuteli la vita del primo, ma non custodisca la vita del secondo? Nell’era delle ecografie accessibili a tutti non si può continuare a raccontare alle donne la bugia del “grumo di cellule”. Le donne si meritano di più del grande inganno dell’aborto, che elimina la vita del loro figlio e causa loro conseguenze fisiche e psicologiche troppo spesso taciute. L’aborto non può essere una soluzione a una gravidanza inaspettata o difficile».
Per quanto riguarda il Festival di Sanremo, Jacopo Coghe afferma: «Basta dare un’occhiata alle persone con cui Amadeus ha deciso di condividere la conduzione dell’evento: l’influencer Chiara Ferragni, paladina della comunità LGBTQIA+ e abortista sfegatata; l’atleta Paola Egonu, che si definisce “pansessuale” fidanzandosi sia con uomini che con donne; l’attrice Chiara Francini, anche lei icona della comunità LGBTQIA+ e conduttrice di uno show televisivo sul travestitismo. Basta usare il nostro canone obbligatorio per finanziare propaganda gender sulla Rai».
Prosegue Jacopo Coghe: «Non voglio soffermarmi sul Festival in sé, che ognuno è libero o no di vedere e apprezzare (io, di sicuro, preferivo le edizioni di una volta e quest’anno avrò di meglio da fare). Il punto è che il Festival di Sanremo viene letteralmente usato per diffondere nelle case di milioni di italiani messaggi ideologici o addirittura blasfemi (penso al finto “battesimo” inscenato l’anno scorso da Achille Lauro). Quest’anno ben due canzoni in concorso esaltano l’amore omosessuale, e questo influenzerà i moltissimi bambini e adolescenti che guarderanno la TV o seguiranno l’evento sui social network. Questa operazione è finanziata anche col canone Rai che noi (io e te) siamo costretti a pagare ogni anno – e questo deve finire».
A prescindere da cosa si pensa di Sanremo, Jacopo Coghe invita a firmare la petizione per chiedere al Governo di impedire alla Rai di continuare a usare il canone per promuovere l’ideologia del gender e l’agenda LGBTQIA+ nel Festival e negli altri programmi Rai. Questa petizione sarà consegnata quanto prima al Ministro delle Imprese, Adolfo Urso. È con questo Ministero infatti che la Rai firma il contratto per esercitare in esclusiva il servizio pubblico radiotelevisivo. La petizione sarà consegnata fisicamente anche al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI (che sarà nominata a breve).
All’interno del testo della petizione sono inclusi alcuni esempi di fiction o programmi con cui la Rai nel 2022 ha veicolato messaggi ideologici improntati al gender. È stato un vero stillicidio, e non possiamo permettere che ciò si ripeta quest’anno, a cominciare dal Festival di Sanremo che inizierà tra pochi giorni.
Firma adesso la petizione per dare forza alla protesta di Pro Vita & Famiglia Onlus [QUI]: il Governo deve intervenire sulla Rai per impedire l’abuso a fini ideologici dei nostri soldi.
Basta propaganda Gender sulla Rai: intervenga il Governo
Nel corso del 2022 la Rai ha usato i suoi programmi, finanziati col canone obbligatorio dei cittadini, per promuovere una visione ideologica e faziosa in tema di sessualità e identità di genere.
Tra le occasioni di propaganda ricordiamo:
- Marzo 2022: programma “D-SIDE, Il lato diverso delle cose” (RaiPlay), puntata sull’identità di genere con Francesca Vecchioni, esponente di spicco della comunità LGBTQIA+, e Leonardo Santuari, giovane “influencer transgender” che ha raccontato sui social la sua transizione sessuale da ragazza a ragazzo.
- Marzo 2022: programma “Next Level” (Rai Gulp – canale per bambini dagli 8 anni!), puntata sull’orientamento sessuale in cui il giovane conduttore “spiega” ai bambini che “scoprire che ti piacciono i ragazzi o le ragazze o entrambe non ha importanza”, sponsorizzando i simboli e la comunità LGBTQIA+.
- Aprile 2022: programma “Via delle Storie” (Rai1), puntata sull’identità di genere con la partecipazione di Maddalena Mosconi, una psicologa che sostiene la necessità di accompagnare anche i minori che ne facciano richiesta alla transizione.
- Agosto 2022: programma “SEX” (Rai3), puntata sull’identità di genere con Vladimir Luxuria e giovani ragazzi e ragazze transgender.
- Ottobre 2022: fiction “Mina Settembre” (Rai1), episodio con la presenza di uno studente maschio che “si sente” femmina.
- Dicembre 2022: programma “Fame d’Amore” (Rai3), ben due puntate con la presenza di storie di giovani con disforia di genere e che hanno intrapreso o desiderano intraprendere terapie ormonali a base di testosterone od operazioni chirurgiche per sembrare uomini (modifica del tono di voce, aumento della massa muscolare, crescita di peluria maschile, rimozione del seno, etc).
In una di queste due puntate la ragazza che sta assumendo da mesi il testosterone per sembrare un uomo afferma davanti ai suoi amici che “la terapia ormonale è la chiave che ti libera a livello sociale”.
Un messaggio ideologico potenzialmente pericolosissimo per migliaia di giovani confusi e a disagio con la loro identità, che potrebbero così essere indotti a desiderare l’assunzione di pesanti farmaci ormonali per alterare il loro corpo e sentirsi “liberati” da disagi di ben altra natura.
Firmando ora questa petizione aiuti Pro Vita & Famiglia Onlus a chiedere al Governo di intervenire con urgenza sulla dirigenza della Rai per impedire che il nostro canone continui ad essere usato anche nel 2023 per promuovere l’ideologia gender e la transizione sessuale dei minori e dei più giovani, con narrazioni emotive, faziose e parziali.
Il Governo deve impedire che la Rai usi il nostro canone per promuovere l’ideologia gender tramite i suoi programmi radiotelevisivi, come accaduto nel corso del 2022.
Firma QUI.