POLI-COVID-22. Congresso scientifico col patrocinio del Politecnico di Torino per confrontarsi sulla pandemia COVID-19. Salute, Scienza e Società alla prova della pandemia

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.11.2022 – Vik van Brantegem] – La pandemia COVID-19 ha profondamente colpito l’umanità intera, con notevoli ripercussioni in ogni ambito. A distanza di due anni e mezzo dal suo inizio, il Congresso POLI-COVID-22 Salute, Scienza e Società alla prova della pandemia, che si svolgerà dal 21 al 25 novembre 2022 presso il Lingotto col patrocinio del Politecnico di Torino, è il primo Congresso scientifico sulla gestione della pandemia COVID-19 e vuole favorire un’occasione di confronto costruttivo su come è stata affrontata questa crisi, a partire dalle misure messe in atto per contrastare la diffusione del virus e della loro ricaduta a livello sanitario, etico e sociale, con l’obiettivo di trarre insegnamenti che siano utili a migliorare la gestione di nuove emergenze.

Il Congresso POLI-COVID-22 è un’occasione di riflessione critica e plurale sulla crisi pandemica con un approccio multidisciplinare: biologia, medicina, diritto, bioetica, sociologia e comunicazione. Circa 50 studiosi prestigiosi e autorevoli studiosi internazionali invitati delle Istituzioni e studiosi indipendenti, sia italiani sia stranieri, animeranno il programma di POLI-COVID-22 per fare il punto su evidenze, controversie e prospettive della ricerca scientifica, analizzare il ruolo dei media, cogliere le trasformazioni della democrazia e della società. Interverranno per presentare lo stato dell’arte della conoscenza scientifica nei vari ambiti e parteciperanno al dibattito. L’obiettivo è sviluppare una riflessione che possa maturare in un documento divulgativo su un tema di così grande complessità.

Nell’area di biologia si vuole presentare lo stato dell’arte delle conoscenze scientifiche sulle basi molecolari dell’infezione da SARS-CoV-2, dell’estrema variabilità della risposta individuale (asintomatico, sintomatico, morte), e della vaccinazione con tecnologia a mRNA e DNA. Efficacia ed effetti avversi di breve e medio-lungo termine della vaccinazione saranno analizzati sulla base dei dati provenienti dalla sperimentazione preclinica e clinica e dall’esperienza sul campo, con approfondimenti sul percorso di approvazione emergenziale e sulla farmacovigilanza.

A partire dall’analisi dei dati pubblicati nella letteratura scientifica e dagli enti istituzionali nazionali e internazionali, l’area di medicina si pone l’obiettivo di analizzare i seguenti aspetti: fisiopatologia di COVID-19, gestione ospedaliera e terapie domiciliari; epidemiologia, con una lettura critica degli attuali sistemi di monitoraggio e modelli predittivi; vaccini anti-COVID: evidenze su prevenzione dell’infezione, della malattia grave e della mortalità (da COVID e generale) anche in considerazione di fattori di età, sesso, comorbidità; rapporto rischi-benefici alla luce degli effetti avversi osservati post vaccinazione; stato dell’arte e nuove opportunità su prevenzione, cure e gestione della crisi. A questo scopo è rilevante un’analisi degli effetti di specifiche misure quali la chiusura delle scuole, i lockdown, l’uso di dispositivi di protezione individuali, il ruolo ed efficacia degli strumenti diagnostici.

Compito precipuo dell’area di diritto è l’esame e il confronto su aspetti giuridici nodali di ordine costituzionale della strategia vaccinale disposta dal Governo della XVIII Legislatura. I lavori saranno dedicati, rispettivamente, a singoli e precipui aspetti, a partire dalla relazione tra diritti costituzionali e atti e contenuti normativi della gestione emergenziale (dd.ll., leggi di conversione dpcm, ordinanze etc.). Un rilievo autonomo, per lo spessore problematico che lo contraddistingue, assume poi il problema della libertà di manifestazione del pensiero al tempo del Covid come anche quello dell’effettiva flessione della forma di governo parlamentare nella fase dell’emergenza sanitaria, in cui si è registrato un arretramento sensibile del figurino costituzionale di monismo parlamentare e l’assunzione di progressiva centralità del governo quale organo di decisione politica. Uno snodo centrale dell’analisi scientifica e del conseguente dibattito è rappresentato dal ruolo della giurisprudenza di merito con particolare attenzione alle più significative questioni di legittimità costituzionale sollevate dai giudici attraverso l’analisi delle rispettive ordinanze di rimessione, in primo luogo alla questione -ancora pendente- della legittimità degli obblighi vaccinali. Non marginale, infine, per una compiuta analisi delle problematiche indicate, è il riferimento al livello -normativo e giurisprudenziale- sovranazionale e internazionale avente riguardo, in primo luogo, alla normativa UE e alla giurisprudenza europea (Lussemburgo e soprattutto Strasburgo). In tale prospettiva, una specifica attenzione viene dedicata anche alla giurisprudenza costituzionale di altri Paesi europei (Francia, Spagna, Germania) che ha esaminato e deciso questioni relative alla legittimità di soluzioni emergenziali comuni (green-pass, limitazioni di diritti fondamentali, obblighi vaccinali).

L’area di bioetica si pone l’obiettivo di leggere la gestione politica e sanitaria della crisi pandemica alla luce dei principi della bioetica e del biodiritto che dovrebbero orientare l’applicazione della biologia e della medicina nel rispetto del primato dell’essere umano sull’interesse della società e della scienza. Le scelte politiche adottate durante la pandemia sono state connotate da continui richiami alla “scienza”, che tuttavia, misurandosi con nuove problematiche, non possedeva prove abbastanza mature e consolidate per fornire risposte affidabili e risolutive. In questo panorama, la sessione vuole analizzare criticamente le conseguenze della sempre maggiore medicalizzazione della società e ribadire la centralità del principio di precauzione a salvaguardia della dignità e dei diritti fondamentali dell’uomo nei confronti del progresso della biomedicina e delle tecnologie convergenti. La gestione pandemica e le misure emergenziali verranno analizzate in una prospettiva biopolitica, evidenziandone i presupposti e i risvolti a livello economico, sociale e politico.

I media hanno giocato un ruolo cruciale nella pandemia: l’area di comunicazione analizzerà metodi, strategie e linguaggi usati nella creazione e gestione dell’emergenza; affronterà la questione della competenza del giornalismo scientifico; si soffermerà su due fenomeni opposti – l’infodemia da una parte e la censura dall’altra – che sono esplosi negli ultimi due anni. Tra fake news, disappeared news, fact-checking e condizionamenti economici sovranazionali, il dibattito prenderà in esame queste sfide oggi ineludibili per un’informazione che voglia essere davvero affidabile, oggettiva, imparziale e indipendente.

«I giornalisti hanno smesso di cercare le “storie” per passare i comunicati stampa dell’istituzione di turno. Quanti raccontano i casi di eventi avversi dopo i vaccini COVID-19? Oppure: chi indaga lo strano eccesso di mortalità in atto?» (Martina Pastorelli, Membro del Comitato Scientifico del Congresso).

L’area di sociologia proporrà un’ampia riflessione sulle conseguenze sociali delle misure adottate per contrastare il Covid; sul modello di eccezione e la gestione biopolitica della comunità; sulla riorganizzazione dello spazio sociale, sulla mutazione dei luoghi ergo sul concetto di libertà; sulle ripercussioni del controllo digitale capillare, nonché sulla nascita di nuove divisioni sociali ma anche di nuove alleanze trasversali tra cittadini. La gestione pandemica verrà inoltre inquadrata nel contesto dei processi economici e sociali del periodo storico che viviamo e letta alla luce di un giudizio etico e valoriale.

Il programma [QUI].

Tutti gli interventi saranno trasmessi in streaming online con accesso libero e gratuito. Per partecipare ai lavori – online e in presenza – è richiesta la registrazione [QUI].

Postilla

«Non ci sarà possibilità di dibattito – e nemmeno di pensiero – libero fintantoché non si smaschererà e rovescerà la finta superiorità morale – fondata non su veri valori ma sulla loro falsificazione – che una élite politico/culturale usa per imporsi su chiunque non la assecondi» (Martina Pastorelli).

«Quando pensare diventa una cosa sconcia.
Il pericolo per il mondo non sono i cattivi. Questi alla fine sono razionali, conoscono il senso del limite, sono guidati dal loro tornaconto. E dunque sono prevedibili, sono agenti razionali. Si può negoziare con loro. A un certo punto si fermano, sai che si fermeranno, perché non è più vantaggioso per loro.
Ad essere pericolosi sono gli stupidi, quelli dei buoni sentimenti.
Da una parte generalmente rappresentano gli utili idioti che servono ai cattivi per perseguire i loro scopi. Mascherano interessi inconfessabili, permettono di chiamare lo schiavismo “emancipazione”, la guerra pace.
Dall’altro sono così stupidi che, per amore dei valori di umanità e per restare umani, sarebbero disposti a distruggere il pianeta.
Alla fine non sono solo stupidi: sono dei perversi.
Amano più le idee che gli uomini, credono che l’importante sia salvare le idee e i valori, anche a costo di sterminare la razza umana.
Diffido di loro più che dei cattivi.
Non ho paura dei cattivi, ma di questa ondata di buoni sentimenti, di esaltati, di fanatici, sì. Possono portare il mondo davanti alla catastrofe. Non risolveranno un solo problema, ma li aggroviglieranno, li faranno infettare.
Ogni problema viene esasperato attraverso costoro, perché hanno sostituito l’indignazione permanente all’analisi e al pensiero.
Per questa gente pensare è una cosa sconcia» (Vincenzo Costa).

«Tutti i santi giorni, media e politica pongono all’attenzione generale “casi umani”, uno più inutile ed insensato dell’altro. Roba liquidabile con una parola: disagio. Al contrario, mai che una volta, nemmeno per sbaglio, gli stessi media e politica perdano un minuto per parlare della fatica che la famosa ed ormai bistrattata gente normale fa per mandare avanti una famiglia. Quindi, per questo sistema marcio, qualsiasi astruseria a sfondo esistenziale è degna di essere accolta e compresa, mentre chi sgobba affinché questa comunità abbia un futuro merita solo indifferenza e, sotto sotto, persino disprezzo. Ma tutto ciò ha una sua perversa coerenza: da una parte c’è la vita, dall’altra una pulsione nichilistica di morte» (E.G. – dal Canale Telegram Weltanchauung Italia).

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